La rivincita dei belgi va oltre le sfighe
Le pagelle della Roubaix: Vanmarcke e Van Aert da applausi nonostante i guai. Rivelazione Politt, bocciati Van Avermaet, i velocisti e gli italiani (tranne Ballerini)
Philippe Gilbert - 10
10 come Strade Bianche, Giro delle Fiandre, Amstel Gold Race, Freccia Vallone, Liegi-Bastogne-Liegi, San Sebastián, Mondiale, Parigi-Tours, Giro di Lombardia, ed infine Parigi-Roubaix. Il corridore da classiche più forte del Terzo Millennio, e c'è anche l'impressione che avrebbe potuto anche far meglio, puntando magari maggiormente al pavé in gioventù. Oggi a tratti ha dato l'impressione di non essere il più forte in assoluto in gara, ma ha scelto sempre il momento migliore per attaccare, per rifiatare, o per saltare sulle code dei rivali. E adesso il sogno Sanremo potrebbe aprirgli le porte della leggenda.
Nils Politt - 9,5
Per l'ennesima volta a Roubaix va sul podio un fuggitivo della prima ora. In questo caso si parla però di un corridore che ai nastri di partenza era comunque considerato il capitano della propria squadra. Il possente tedesco dimostra di esser già qualcosa più di una speranza ai massimi livelli, e si regala una giornata da protagonista, rendendosi anche protagonista in prima persona nel momento chiave, laddove una sua potente azione a Gruson manda in crisi Sagan, con il solo Gilbert a reggere. In volata poi non c'è storia, ma Politt avrà (tanto) tempo per rifarsi.
Yves Lampaert - 7
Media tra il 9 per la grande prestazione ed il 5 per la sua discutibile scelta tattica nel finale di gara: il suo scatto all'inseguimento di Politt, Sagan e Gilbert manda in crisi Van Aert, ma riporta sotto Vanmarcke, rischiando di riportare in gara un concorrente temibile. Comunque, con il senno di poi la mossa garantisce un doppio podio in casa Deuceuninck(10 e lode), con il Wolfpack che si conferma ai vertici nonostante l'assenza di Kasper Asgreen (s.v, dopo il Fiandre disputato a quel livello domenica non merita assolutamente una bocciatura). In crescita Zdenek Stybar (6) mentre un ottimo Florian Sénéchal (7) ottiene un ottimo piazzamento, soprattutto in vista dei prossimi anni.
Wout van Aert - 7,5
Prova gemella a quella della sua nemesi van der Poel domenica scorsa: rimasto indietro per un problema meccanico (nella Foresta di Arenberg, in pratica nel posto peggiore possibile) riesce in una clamorosa rimonta nonostante l'ulteriore inconveniente di uno scivolone, ritrovandosi addirittura nel drappello buono al fianco dei più forti di giornata. Prevedibilmente ad un certo punto la lampadina si spegne, ma resta una gran bella prova del giovane belga, che dimostra che sono due i campioni in arrivo dal ciclocross.
Sep Vanmarcke - 7,5
Sembra quasi esserci una maledizione sul povero Sep: ogni anno si ritrova nelle condizioni di potersi giocare una grande classica, ma succede sempre qualcosa a precludergli il successo. Oggi, ad esempio, quando Politt e Gilbert attaccano, con Sagan in crisi e Lampaert bloccato da ordini di squadra è l'unico a poter provare a riprendere i fuggitivi, ma si ritrova col deragliatore bloccato sull'11. Già aveva corso mezza prova con la bici decisamente più piccola di Sebastian Langeveld (7), (oggi decimo, dopo l'ottimo Fiandre), segno che quando non gira…
Davide Ballerini - 7
Un po' di sano campanilismo nell'alto voto a Ballerini, ma in molti ci siamo emozionati vedendolo partire a testa bassa senza calcoli a Mons-en-Pévèle. E dire che era (come Politt) già nel primo tentativo di fuga. Non può agganciare i primi e nel finale finisce anche per terra, ma al traguardo è comunque il miglior italiano in trentunesima posizione. Deve assolutamente tornare ancora in gara a queste latitudini nei prossimi anni.
Peter Sagan - 6,5
La condizione non c'è, ma i campioni riescono ad ovviare anche con la testa. Lo slovacco fino ad un certo punto crede anche nel miracolo ma poi la crisi arriva verticale. Premiata però la sua caparbietà e l'immensa classe che gli consentono di esser sempre lì con i migliori al momento opportuno. Speriamo che questa performance aiuti Sagan ad riscattarsi magari sulle Ardenne.
Greg van Avermaet - 5
Al contrario di Sagan in questo caso la forma sembra esserci, ma un po' di distrazione nei momenti principali (o attendismo) unita ad una squadra non pessima ma neanche di altissimo livello, chiudono il campione olimpico in una situazione impossibile, in cui i rivali principali sono scappati tutti, e lui deve inseguire con mezzo gruppo a ruota. Peccato davvero Greg.
Matteo Trentin - 5
Ripetiamo il discorso fatto per Sagan più in piccolo (per la caratura del corridore e per il risultato finale). In assenza della gran gamba, il trentino Trentin ci prova da lontano nella fuga iniziale, poi deve cambiar bici venendo ripreso, ma resta protagonista assoluto fino al momento più caldo, dove all'improvviso si spegne, perdendo vagonate di minuti. Purtroppo aspettiamo ancora Trentin ai massimi livelli, gli manca ancora quell'ultimo step…
Trek-Segafredo, AG2R La Mondiale - 4
Tattica speculare per le due squadre: i tedeschi sono tutti per John Degenkolb (4, impalpabile), mentre i francesi puntano tutte le fiches su Oliver Naesen (4, invisibile). In una Roubaix decisa dalla media distanza anche le seconde linee potevano avere possibilità, pensiamo ad esempio all'ottimo Stijn Vandenbergh (6,5) che ha tirato per chilometri e chilometri bruciandosi qualsiasi possibilità per il finale. Tra i dispersi in altre squadre segnaliamo anche Alexander Kristoff (3) e Jens Keukeleire (5).
Team Sky - 2
Scomparsi, chi da subito come Gianni Moscon (3): chi per un problema chi per un altro non riescono a mettersi in mostra. Sir Brailsford attende con ansia i Grandi Giri.
Marc Sarreau, Christophe Laporte - 6,5
A tenere alta la bandiera transalpina ci pensano i due atleti di FDJ e Cofidis, rispettivamente, che entrano nel drappello che si giocherà in seguito la vittoria, dovendo poi alzare bandiera bianca nei tratti più impegnativi in pavé. Segnaliamo anche Hugo Hofstetter (6) autore di uno scatto nel finale alla caccia (non riuscita) del sesto posto.
Edvaldas Šiškevičius - 10 e lode
L'anno scorso la sua Roubaix si era conclusa solo per la sua ammirevole determinazione nel chiedere la riapertura del velodromo al custode. Quest'anno zitto zitto resta nel drappello degli inseguitori, e nello sprint finale si piazza ottenendo addirittura il nono posto, risultando anche il migliore tra i corridori delle Professional. Chapeau Edvaldas.