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Tour de France 2024 - Analisi del percorso

Ecco la nostra guida con tutti i segreti, i trabocchetti e i punti chiave del percorso della Grande Boucle: attendono il gruppo tante salite, ma anche un paio di cronometro e una tappa di sterri

27.06.2024 13:21

Ormai ci siamo: il Tour de France 2024 sta per iniziare e lo stiamo tutti aspettando con ansia visto il percorso altamente spettacolare messo sul piatto da ASO per questa edizione. Un avvio molto intenso con due tappe dove subito potrebbe succedere qualcosa per la classifica e il Galibier già alla 4a tappa; quindi una cronometro e una tappa di sterrati chiudono una prima settimana intensissima. La successiva fase un po' più transitoria è comunque spezzata da una dura tappa sul Massiccio Centrale, prima che Pirenei e Alpi occupino le ultime 8 tappe con ben 5 frazioni di montagna prima della cronometro conclusiva. Per un'analisi teorica e concettuale del percorso vi rimandiamo all'editoriale pubblicato dopo la presentazione del percorso ad ottobre: Le Tour de la Révolution: allongé, varieté, spectacolarité. Per conoscere tutti i segreti del percorso, i dettagli delle salite e i possibili trabocchetti, trovate tutto qui sotto tappa per tappa. Come di consueto sono stati raccolti i dati di quasi tutte le asperità - anche minime - che movimentano il percorso, nonché corretti eventuali errori presenti nei dati ufficiali, a partire dalle stime sui metri di dislivello che come sempre sono spesso un po' troppo enfatiche.

Altimetria generale

 

Le tappe nel dettaglio

Sabato 29 giugno - 1a tappa: Firenze [Italia] - Rimini [Italia] (206.0 km)

Altimetria 1a tappa

Si comincia subito con una tappa tostissima, di difficile interpretazione, resa un po' meno temibile solo dall'ultima quindicina di km pianeggianti che potrebbero scoraggiare gli attacchi. La tappa è decisamente lunga e il dislivello complessivo è superiore ai 3000 metri (un po' meno dei 3600 indicati ufficialmente) e viene accumulato con una serie di salite sull'Appennino Tosco-Romagnolo, molte delle quali con pendenze piuttosto cattive. Dopo aver risalito la Val di Sieve fino a sfiorare il Mugello si sale al Valico dei Tre Faggi (12 km al 5.6%; tratto di 4 km al 7.2% dopo San Godenzo). 10 km di discesa molto tecnica e un fondovalle molto veloce portano ai piedi del Monte delle Forche (2.5 km al 6.2%) seguito da un'altra discesa insidiosa e soli 6 km di fondovalle, peraltro molto ondulato. Tocca adesso al Passo del Carnaio (10.5 km al 4.6%; tratto di 2 km all'8% quasi subito; ultimo km all'8%, max 10%) con il GPM seguito da altri 1400 metri di salita (2.5% di media) prima della discesa ripida e tecnica su San Piero in Bagno. Si incontra adesso una fase più semplice di circa 25 km in fondovalle a favore, prima della serie di salite conclusiva. Riapre la lotta il Barbotto (4.6 km all'8.2%, ultimo km al 12%), in vetta al quale si svolta a destra salendo di ulteriori 1300 metri fino al GPM (complessivamente 5.9 km al 7.8%). Si sale ulteriormente fino a Perticara (circa 3 km al 3%) prima di scendere a Novafeltria e raggiungere velocemente i piedi della salita a San Leo (4.6 km al 7.7%, max 12%), cui seguono immediatamente (intervallate da discese insidiose) le salite a Montemaggio (4.2 km al 6.6%, max 10% a inizio salita) e San Marino (7.1 km al 4.8%, max 7%). Mancano ormai soltanto 26.3 km al traguardo e almeno 10 sono di discesa. Gli ultimi 16 sono quasi completamente rettilinei, sicuramente non favorevoli ad eventuali attaccanti, ma tutti in lievissima discesa, dunque molto veloci. Più tortuosi sono gli ultimi 3.5 km con molte rotonde e una doppia curva a sinistra dopo la flamme rouge; il rettilineo di arrivo misura 850 metri. La durezza c'è tutta, ma l'ultima salita non è sicuramente durissima e comunque relativamente distante dall'arrivo, soprattutto essendo la 1a tappa. In ogni caso a Rimini non ci sarà una volata a ranghi compatti.

 

Domenica 30 giugno - 2a tappa: Cesenatico [Italia] - Bologna [Italia] (199.2 km)

Altimetria 2a tappa

Altra frazione lunga ed insidiosa dove si può veramente iniziare a scrivere la classifica. Nel complesso è sicuramente meno insidiosa della precedente (appena 1500 metri di dislivello), ma i due passaggi a San Luca nel finale potrebbero essere sufficienti a sparigliare le carte. Dopo 70 km pianeggianti si incontra una prima salitella per attraversare il centro storico di Brisighella, quindi le prime due asperità, subito molto cattive, ovvero il Monticino (2 km al 7.5%, max 11%) e la Cima Gallisterna (1.3 km al 10.9%, max 14%). Dopo essere scesi a Imola e aver percorso per un tratto il circuito automobilistico, inizia un nuovo tratto pianeggianti di circa 40 km, che porta alla fase decisiva di corsa. Adesso infatti rimangono 4 salite insidiose tra loro piuttosto vicine in cui si può aprire il gas, partendo dallo strappo da Botteghino di Zocca a Tagliacane (1.9 km al 6.9%, seguiti da 2 km ancora in lieve ascesa) separato da soli 5 km di pianura dalla successiva salita a Montecalvo (2.7 km al 7.7%, con un tratto centrale di 1.4 km al 10%). La discesa porta direttamente alla periferia di Bologna e bastano 12 km di pianura per arrivare ai piedi del primo passaggio dal San Luca (1.9 km al 10.6%, max 19%), seguito subito dalla contropendenza di Monte Albano (circa 1 km al 5.5%) e dalla tecnica discesa su Bologna. In soli 9 km si è ai piedi del secondo passaggio, mentre alla fine della discesa ne mancheranno meno di 6 per arrivare al traguardo. C'è da attendersi qualche attacco importante su una salita che notoriamente crea notevoli difficoltà.

 

Lunedì 1 luglio - 3a tappa: Piacenza [Italia] - Torino [Italia](230.8 km)

Altimetria 3a tappa

Prima tappa per velocisti, che però dovranno sudare prima di giocarsi il successo allo sprint. La salita al Castello di Tortona e le ondulazioni nelle Langhe non sono tremende, ma 231 km sono tantissimi e peseranno sulle gambe degli uomini più veloci, anche al netto delle due tappe precedenti; dunque dovrebbero essere più favoriti velocisti resistenti in grado di sostenere le difficoltà di queste prime tre tappe. L'ultimo GPM è posto a 49 km da traguardo, dunque appare improbabile che la tappa possa avere un esito diverso da una volata a ranghi compatti. Peraltro il finale è estremamente lineare: da Stupinigi si entra in un rettilineo di circa 7.5 km interrotto da una sola rotonda che porta direttamente alla flamme rouge; qui si incontrano gli unici ostacoli, ovvero due curve a sinistra ad angolo retto, di cui la seconda a 700 metri dal traguardo; la vista dell'arrivo è interrotta soltanto da una semicurva prima degli ultimi 500 metri rettilinei.

 

Martedì 2 luglio - 4a tappa: Pinerolo [Italia] - Valloire (139.6 km)

Altimetria 4a tappa

Al quarto giorno è già il momento delle grandi montagne, con una frazione breve ma intensa che di fatto parte già in salita e accumula circa 3500 metri di dislivello in soli 140 km. Tuttavia le pendenze sono raramente accentuate, quindi non bisogna crearsi eccessive illusioni di spettacolo; allo stesso tempo va detto che il Galibier è sempre il Galibier, anche dal suo versante più facile, fosse soltanto per l'altitudine. Si inizia subito a salire verso il Sestrières, inizialmente in falsopiano: la salita ufficiale (39.9 km al 3.7%) inizia dopo 10.5 km; la salita si fa più insistente a 36 km dalla vetta, con un primo tratto di 10 km al 3.9%; dopo Fenestrelle si incontra un tratto leggermente più arcigno di circa 3 km al 6.5%; infine la strada torna a salire sensibilmente solo negli ultimi 9 km al 5.5% (max 9%). Più breve, ma sicuramente più tosto è il Col de Montgenèvre (8.5 km al 6%, con un tratto duro di 4.5 km al 7.7%, max 10%). Si scende su Briançon per poi iniziare la lunga salita al Col du Galibier di 36.5 km (media 4%): dopo circa 3 km al 4% si percorrono 10 km di falsopiano fino all'inizio formale della salita (23 km al 5.1%); dopo un avvio pedalabile (3%) la pendenza è costante al 5% per una decina di km fino al Col du Lautaret, poi si svolta a destra per gli ultimi 8.6 km al 6.8%; veramente tosto è solo l'ultimo km al 9% di media (max 12%) che porta al GPM, valido come Souvenir Henri Desgrange. Rimangono a questo punto 18.9 km, con la discesa (tecnica soprattutto nella prima parte) che termina con una secca curva a destra a 800 metri dall'arrivo; questi ultimi sono in lievissima ascesa, utili ad un'eventuale volata se fosse ancora aperta la lotta per il successo di tappa.

 

Mercoledì 3 luglio - 5a tappa: Saint-Jean-de-Maurienne - Saint-Vulbas (177.4 km)

Altimetria 5a tappa

Finite le tappe italiane, il percorso va incontro finalmente (si fa per dire) ad alcune tappe (in verità non molte) più semplici dedicate alle ruote veloci. Il percorso conosce alcune ondulazioni nella parte centrali e la Côte de Lhuis (3 km al 4.8%) a soli 35 km dal traguardo. Va detto che la strada continua a salire anche dopo il GPM e che dopo la discesa ci sono ancora lievi ondulazioni fino a 14 km dall'arrivo. Planimetricamente il percorso è lineare: si incontrano due rotonde a destra a 3 km dall'arrivo quindi non si incontrano più curve per gli ultimi 2.5 km; la visione del traguardo è impedita solo da alcune semicurve, l'ultima delle quali a 250 metri dall'arrivo.

 

Giovedì 4 luglio - 6a tappa: Mâcon - Dijon (163.5 km)

Altimetria 6a tappa

Se non fosse per il semplice Col du Bois Clair posto ad inizio tappa, il percorso sarebbe completamente pianeggiante. Tutto è apparecchiato per una volata a ranghi compatti, agevolata anche dal finale piuttosto semplice: a 1700 metri dal traguardo alcuni cambi di direzione sono accompagnati da un restringimento della carreggiata; dopodiché l'unico ostacolo è un'ampia rotonda posta a 600 metri dall'arrivo. Qui sarà sfida ad armi pari tra i velocisti più puri.

 

Venerdì 5 luglio - 7a tappa: Nuits-Saint-Georges - Gevrey-Chambertin (Cronometro individuale - 25.3 km)

Altimetria 7a tappa

Dopo tante salite arriva un nuovo scossone alla classifica, assai rilevante nel creare delle gerarchie più definite su cui fondare le tattiche nelle giornate che seguono e capire chi effettivamente è in lizza per il successo e chi invece dovrà cercare di rincorrere. La cronometro non è lunghissima ed è anche piuttosto tortuaso ed ondulata. Lo strappo verso Reulle-Vergy (circa 1.5 km al 6.5%) è l'unica vera asperità, ma di strade rettilinee ed effettivamente pianeggianti non se ne trovano mai. Questo significa che gli uomini di classifica potrebbero essere agevolati nel contendere la tappa ai cronoman.

 

Sabato 6 luglio - 8a tappa: Semur-en-Auxois - Colombey-les-Deux-Églises (183.4 km)

Altimetria 8a tappa

Tappa strana di difficile interpretazione che ha pochissima pianura e una miriade di strappi, alcuni anche piuttosto impegnativi. L'assenza di salite rimarchevoli e un finale un po' più blando rispetto al resto della tappa tendono a farla sembrare una tappa per velocisti resistenti o magari per fughe di qualità. Senza mai percorrere salite più lunghe di 3 km alla fine il dislivello complessivo supera i 2000 metri, numero senz'altro indicativo del tracciato esigente. Sono ripidi soprattutto gli ultimi due GPM con tratti in doppia cifra, l'ultimo dei quali chiude la fase più esigente della tappa a 61 km dal traguardo. Anche in questo tratto finale il tracciato conosce poca pianura, ma si fa senz'altro un po' più morbido. Da segnalare soprattutto la salitella di Sexfontaines (quasi 2 km al 5%) a 14 km dall'arrivo, prima di entrare sulla D619 a Juzennecourt, quando mancano 9 km al traguardo, completamente privi di curve. L'arrivo stesso è posto in sensibile pendenza (l'ultimo km ha una media del 3.5%).

 

Domenica 7 luglio - 9a tappa: Troyes - Troyes (199.0 km)

Altimetria 9a tappa

La prima settimana si chiude con un'altra tappa insidiosissima che può scompaginare la classifica e ribaltare gli equilibri. Si tratta di una signora tappa con tratti di sterrato ed anche molte ondulazioni nella parte centrale. Una classica del nord di quasi 200 km con circa 1500 metri di dislivello (tutti condensati in un tratto di circa 120 km senza respiro) e ben 32.2 km di strade non asfaltate. Sono tutto sommato semplici solo i primi 47 km, poi inizia il primo settore di sterrato, nonché i primi strappi più impegnativi: se la Côte de Bergères (1.7 km al 5.2%) non ha picchi tremendi, ben diversa è la Côte de Baroville (2.8 km al 4.8%) che sale a gradoni con una prima rampa di 500 metri sterrata (settore 13) all'11%; non ha GPM, ma dopo Loches-sur-Ource inizia una salita di 3 km al 4.7%, chiusa da uno strappo di 400 metri al 10% su sterrato (settore 12). A seguire ci sono due salite interamente sterrate (settori 11 e 10), ovvero la Côte de Val Friont (2.2 km al 5%; ultimi 400 metri al 12%) e la Côte de Chacenay (3 km irregolare al 4.3% di media, con una punta al 10% all'inizio e gli ultimi 400 metri al 9.5%). L'ultimo strappo impegnativo (senza GPM) arriva alla fine del settore 8 e porta a Magnant (400 metri al 10%). Con l'inizio del settore 7 a 47 km dal traguardo inizia l'ultima fase di gara: l'altimetria è adesso quasi perfettamente pianeggiante, ma ci sono ancora da accumulare 13.8 km di sterrati (quasi ⅓ dei km rimasti). L'ultimo settore termina a soli 6.6 km dall'arrivo.

 

Lunedì 8 luglio - Riposo

 

Martedì 9 luglio - 10a tappa: Orléans - Saint-Amand-Montrond (187.3 km)

Altimetria 10a tappa

Dopo il giorno di riposo si riparte con una tappa da volata piuttosto lunga che non presenta grandi asperità. Non è nemmeno segnato da GPM il tratto in lieve ascesa a 7 km dal traguardo di circa 2 km al 3.5%, che comunque sarà determinante nell'organizzare lo sprint. Tuttavia quello che davvero potrebbe spaventare è il vento che 11 anni fa consentì alla Saxo-Tinkoff di Contador di attaccare, facendo guadagnare al madrileno più di un minuto su Froome, mentre Valverde andava fuori classifica perdendo ben 9'. Il finale è piuttosto tortuoso: a 2.5 km dall'arrivo si supera una rotonda verso sinistra per arrivare quasi dritti alla flamme rouge; poi si incontrano in serie una curva a sinistra, una secca a destra a 700 metri dal traguardo e infine l'ultima a sinistra a 500 metri dall'arrivo. Entrare in testa a ruota di un compagno nell'ultimo km, potrebbe essere la soluzione vincente.

 

Mercoledì 10 luglio - 11a tappa: Évaux-les-Bains - Le Lioran (211.0 km)

Altimetria 11a tappa

Di giornate banali ce ne sono poche in questo Tour e in questa fase centrale un po' più blanda un ritorno in montagna sul Massiccio Centrale ci sta benissimo, con una tappa anche molto lunga in cui le brevi ma ripide ascese poste nel finale potrebbero fare più distacchi di quanto si pensi. In 211 km si sommano quasi 4000 metri di dislivello (tanti, ma molti meno di quelli indicati ufficialmente), inizialmente con brevi ondulazioni e salite pedalabili, poi con asperità molto più decise e decisive negli ultimi 50 km. Già la Côte de Larodde (3.8 km al 6%, con alcuni tratti in doppia cifra) è una salita piuttosto consistente, che forse potrebbe essere importante nello sgancio definitivo della fuga (cosa per niente semplice in certe tappe). Non contraddistinta da GPM è la salita prima di Le Vigean di 8.5 km al 4.3%, che introduce alla parte finale di corsa: infatti, dopo 6 km di altopiano e una breve discesa incomincia un lungo fondovalle decisamente esigente (dietro una media del 2% si nascondono molti tratti di salita vera e propria) che porterà i corridori già al gancio ai piedi della prima salita davvero dura di questa tappa, ovvero il Col de Néronne (3.8 km al 9.1%, max 11%). Circa 4 km di altopiano e un paio di discesa portano subito ai piedi del durissimo Pas de Peyrol (5.4 km all'8.1%; in verita sono 3.5 km al 5.2% seguiti dagli ultimi 2 km al 12.7%). Già questo è un ottimo punto per attaccare dal momento che mancano appena 31 km dal traguardo, anche perché le difficoltà non sono finite. La successiva discesa di 12 km potrebbe essa stessa fare la differenza e conduce direttamente ai piedi della salita seguente, il Col de Pertus, più duro rispetto ai dati ufficiali e quantificabile in 4.5 km all'8.4% con una prima rampa di 2.3 km al 10% (max 13%) seguita da un breve tratto di respiro e gli ultimi 1800 metri al 9%. Qui ormai mancano meno di 15 km, utili più ad ampliare i distacchi che ad attaccare ulteriormente: come da manuale, infatti, a queste tre salite molto ripide segue quella pedalabile del Col de Font de Cère (3.3 km al 5.8%), con scollinamento a 2.8 km dall'arrivo. Rimangono solo la breve discesa e l'ultima contropendenza fino al traguardo di 800 metri al 6%.

 

Giovedì 11 luglio - 12a tappa: Aurillac - Villeneuve-sur-Lot (203.6 km)

Altimetria 12a tappa

Vista la durezza della tappa precedente, qui potrebbe esserci la volontà di riprendere fiato. Ecco che tenere chiusa la corsa sulle tante asperità che popolano il percorso per cercare di arrivare in volata potrebbe invece essere assai dispendioso: non è certo una tappa per fare classifica, ma siamo comunque di fronte ad oltre 200 km di corsa con poco meno di 2000 metri di dislivello. Tutto ciò la rende un'ottima tappa per le fughe, di cui potrebbero far parte anche i velocisti più resistenti. A prescindere dall'andamento della corsa potrebbe essere assai determinante l'ultimo tratto ondulato e tortuoso posto nei 40 km finali, con un'ultima salitella di circa 2.5 km al 3% posta a soli 8 km dal traguardo. Dai -4 km alla flamme rouge l'attraversamento di Villeneuve-sur-Lot presenta numerosi ostacoli (rotonde, restringimenti, ecc.), che però sfociano su un lungo rettilineo di arrivo di 1200 metri.

 

Venerdì 12 luglio - 13a tappa: Agen - Pau (165.3 km)

Altimetria 13a tappa

Altra tappa potenzialmente da volata, ma difficile da dirsi pianeggiante, visto che si accumulano circa 1500 metri di dislivello senza mai affrontare salite particolarmente dure. Molto mossa è proprio la prima parte, che potrebbe anche stavolta essere scoppiettante in funzione dello sgancio della fuga. Le asperità più arcigne sono invece concentrate negli ultimi 50 km, con un ultimo zampellotto posto ad appena 11 km dal traguardo. La strada torna pianeggiante solo negli ultimi 9.5 km, quindi i velocisti dovranno stare attenti a non lasciare molto spazio ai fuggitivi, perché potrebbe non esserci il tempo per chiudere. Nel finale si incontrano un paio di rotonde attraversando Pau, poi una curva a sinistra prima della flamme rouge, che potrebbe essere il punto più importante per l'impostazione della volata; seguono altre due curve molto meno marcate che introducono sul rettilineo di arrivo di 550 metri.

 

Sabato 13 luglio - 14a tappa: Pau - Pla d'Adet (151.9 km)

Altimetria 14a tappa

In 13 tappe si era già visto di tutto, ma adesso è il momento di entrare nell'epica del Tour, cominciando dalle due tappe pirenaiche che chiudono la seconda settimana. Stuzzica abbastanza questa frazione di circa 150 km con un finale tosto in cui non è impossibile nemmeno attaccare da lontano, anche se la salita finale potrebbe essere al centro delle attenzioni di molti, vista la durezza. Il dislivello è forse un po' inferiore ai 4000 metri dichiarati ufficialmente, ma senz'altro se ne sommano circa 3000 in soli 80 km. Dopo 70 km di fondovalle apre le danze il consueto Col du Tourmalet (19 km al 7.4%): si pedale quasi sempre tra il 7 e il 9%, eccetto alcuni tratti un po' più semplici; la musica cambia dopo il penultimo tornante, quando mancano poco meno di 2 km al traguardo e si supera quota 2000 metri, con la pendenza che si alza in doppia cifra e ci rimane costantemente (media 10%, max 13%). Finita la discesa si torna subito a salire verso l'Horquette d'Ancizan per un totale di 17.2 km al 4.3%; l'inizio formale è stato posto dopo i primi 8 km di fondovalle al 3.5% (ma già con qualche breve passaggio al 10%), quando invece mancano 8.2 km al 5.1%; anche questo dato è però poco indicativo perché in realtà si sale prima per circa 4 km al 7%, poi si scende per 1 km prima di risalire per 3 km al 6.3 (max 11%). L'Horquette d'Ancizan potrebbe essere però determinante, più che per la salita, per la discesa tecnica di 10 km, che termina a circa 7 km dall'imbocco dell'ascesa conclusiva. A Saint-Lary-Soulan inizia quindi l'ascesa già nota al Pla d'Adet (10.6 km al 7.9%), variata però leggermente nel finale: il tratto più duro è il primo di circa 7 km al 9.5% (max 13%) e termina a circa 3.5 km dall'arrivo; nel finale si abbandona lo stradone che di solito ospitava il traguardo per affrontare un tratto in discesa di 300 metri, cui seguono gli ultimi 1300 metri di nuovo in salita (8% di media).

 

Domenica 14 luglio - 15a tappa: Loudenvielle - Plateau de Beille (197.7 km)

Altimetria 15a tappa

Non è particolarmente frizzante e potrebbe trasformarsi in una processione poco entusiasmante, ma fa piacere veder ricomparire un tappone old style sui Pirenei, dove andare in crisi potrebbe significare perdere minuti a iosa. In poco meno di 200 km si superano 6 colli per un dislivello totale di circa 4500 metri. Tra gli elementi più interessanti c'è senz'altro la partenza subito in salita con il Col de Peyresourde (6.9 km al 7.8%, max 10%); seguito poco più avanti dai ripidi Col de Menté (9.3 km al 9.1%) e Col de Portet-d'Aspet (4.3 km al 9.6%, max 15%) con le relative discese molto insidiose. Il lato negativo sono invece i 55 km di fondovalle che servono per arrivare alle fasi finali della corsa: con un'altra salita qui in mezzo sarebbe cambiato tutto. In ogni caso non si può sottovalutare la presenza del duro Col d'Agnes (10 km all'8.2%, max 13%) a 59 km dal traguardo, che non sono poi troppi per aspettarsi almeno un forcing di qualcuno se la classifica lo rendesse necessario. Peraltro dopo 4 km di discesa tecnica sarà subito seguito dalla risalita al Port de Lers (circa 4.5 km al 4.5% con punte fino al 10%) e la relativa discesa molto insidiosa di circa 12 km. Sono 23 i km di fondovalle che allontanano questo tratto molto adatto agli attacchi dalla salita finale a Plateau de Beille, che da sola (al termine di una tappa del genere) potrebbe fare grosse differenze: sono 15.8 km al 7.9% con lunghissimi tratti al 9/10% in cui si può saltare da un momento all'altro.

 

Lunedì 15 luglio - Riposo

 

Martedì 16 luglio - 16a tappa: Gruissan - Nîmes (188.6 km)

Altimetria 16a tappa

Siamo entrati nel finale durissimo di questo Tour, ma c'è posta per un'ultima tappa da volata, l'unica di tutta l'ultima settimana, prima che i velocisti debbano stringere i denti in salita col solo scopo di giocarsi gli ultimi punti per la maglia verde. Nonostante qualche ondulazione è difficile credere che i velocisti si lascino scappare l'ultima occasione a loro disposizione e gli ultimi 45 km quasi perfettamente pianeggianti volgono a loro favore. Di fatto tutti gli ultimi 2.5 km si svolgono con andamento rettilineo sul Boulevard Salvador Allende, ma si incontrano 3 rotonde che rimescoleranno le posizioni, collocate a 1.6 km, 900 metri e 400 metri dal traguardo. Il mare non è lontano, quindi non si può escludere che il vento possa influenzare l'andamento della tappa.

 

Mercoledì 17 luglio - 17a tappa: Saint-Paul-Trois-Châteaux -  SuperDévoluy (177.8 km)

Altimetria 17a tappa

È già tempo di approdare sulle Alpi, con una frazione “introduttiva” sul massiccio del Dévoluy che consente finalmente di riproporre il versante tosto dell'affascinante Col du Noyer anche alla Grande Boucle. I primi 140 km scarsi che portano a Gap sono di fondovalle: si supera solo il Col de la Saulce (circa 15.5 km al 2.2%, con tratti al 4/5% alternati ad altri di pianura o lieve discesa) poco prima di metà corsa. Tutto è concentrato negli ultimi 40 km (circa 1500 metri di dislivello) dove si percorrono in successione le tre salite di giornata. Si comincia con il Col Bayard (6.8 km al 7.3%) con pendenze costanti al 7% fino ad una rampa di circa 1500 metri al 10% che termina poco prima del GPM. La successiva discesa non rappresenta un fattore essendo quasi completamente rettilinea, poi si incontra lo strappo di Poligny (circa 1.5 km al 6%, max 10%); un tratto ondulato di 2.5 km e una brevissima discesa porta all'imbocco del Col du Noyer (7.5 km all'8.1%), subito ripido per 500 metri, poi più pedalabile per 1 km prima di stabilizzare la sua pendenza intorno all'8/9%; la strada impenna per gli ultimi 2 km fuori dalla vegetazione con una media del 10% e punte fino al 14%. Lo scollinamento a soli 11.5 km dal traguardo la rende un ottimo punto per tentare un attacco e saggiare le gambe degli avversari all'inizio della terza settimana. La discesa, pedalabile ma piuttosto insidiosa, porta direttamente ai piedi dell'ultima risalita fino alla stazione sciistica di SuperDévoluy in 3.8 km al 5.9% (max 10% nella primissima parte; la pendenza diminuisce man mano che ci si avvicina al traguardo).

 

Giovedì 18 luglio - 18a tappa: Gap - Barcellonette (179.5 km)

Altimetria 18a tappa

Probabilmente non sarà una tappa adatta per fare classifica ma in ogni caso è un continuo susseguirsi di salite e discese che non consentirà di rifiatare molto prima delle ultime tre tappe decisive. In fondo si pedalerà per circa 180 km accumulando quasi 3000 metri di dislivello. Si parte in salita con un tratto di circa 3 km al 4.5% e poco dopo si sale al Col du Festre (più lunga del dato ufficiale, 14 km al 4.2% con un tratto di 3 km al 7% che termina a 1.5 km dalla vetta). Lo strappo della Côte de Corps (2.1 km al 7.2%) e la salita non segnalata di Les Costes (6.5 km al 4.2% in due gradoni al 7/8%) portano sull'altopiano dello Champsaur, da cui si esce superando il Col de Manse (5.1 km al 3.6%) con la relativa discesa molto tecnica (diversa però da quella celeberrima sul Gap). Si incontra quindi la salita più dura del giorno, ovvero la Côte de Saint-Apollinaire (7 km al 5.5%; tratto di 1.5 km all'8% a 2.5 km dalla vetta) a 58.5 km dal traguardo. Dopo un'altra discesa insidiosa si incontra l'ultima salita, la Côte de Demoiselles Coiffées (3.6 km al 5.4%). In realtà dopo la discesa la strada sale ancora per raggiungere Barcellonette: per arrivare a Le Lauzet-Ubaye si incontra un tratto in salita di oltre 3 km intorno al 4% di media e poi la strada prosegue in lieve ma inesorabile ascesa per poco meno di 20 km, fino all'ultimissimo tratto più propriamente pianeggiante. Sarà presumibilmente una tappa da fughe.

 

Venerdì 19 luglio - 19a tappa: Embrun - Isola 2000 (144.6 km)

Altimetria 19a tappa

Inizia il gran finale con una tappa breve ma intensissima sulle grandi vette alpine al confine con l'Italia sommando 4200 metri di dislivello con 3 vette sopra i 2000 metri di quota. Si pare subito all'insù per raggiungere Châteauroux-les-Alpes (circa 2.5 km al 3.5%) e Réotier (circa 2.5 km al 5%), poi attraversare Guillestre (3 km al 4.3%) con il traguardo volante posto a metà salita. Una breve discesa porta all'inizio formale del Col de Vars (18.8 km al 5.7%): molto tosti sono i primi 7.3 km all'8% (max 12%) a cui seguono 4 km abbastanza semplici prima del secondo troncone di 7.4 km al 6.2%. Una decina di km di discesa e un'altra dozzina di fondovalle portano ai piedi dell'infinita ascesa alla Cime de la Bonette (22.9 km al 6.9%): i primi 20 (media 7.1%) sono piuttosto regolari, con frequenti passaggi all'8/9% alternati a qualche respiro, poi con un paio di km molto facile si arriva il colle, dove inizia l'ultima rampa di 1 km al 9.5% per arrivare in vetta. Se uno scalatore avesse da ribaltare la classifica, questa può essere un'ottima occasione, avendo a disposizione 12 km di salita sopra i 2000 metri di quota in cui mettere in crisi gli avversari; lo scollinamento è a 57 km dall'arrivo, ma in verità è più vicino di quello che si può pensare: si incontrano infatti oltre 25 km di discesa piuttosto tecnica su Saint-Etienne-de-Tinée, un tratto di lieve salita uscendo dal paese (2.3 km al 2.7%) e altri 2 km di discesa; di vero fondovalle in cui inseguire ci sono poco più di 10 km, prima che inizi la dura ascesa finale. A Isola 2000 si arriva con 16.1 km al 7.1%: il tratto più duro è il primo di circa 3 km al 9.3% (max 11%), poi la strada rimane al 7% per 3 km per rinforzare nei successivi 1.5 km all'8.7%; la pendenza si ristabilizza al 6/7% per altri 3 km, quindi spiana per 1500 metri (4.3% di media) e risale di nuovo costante intorno al 7% fin sul traguardo negli ultimi 4 km.

 

Sabato 20 luglio - 20a tappa: Nice - Col de la Couillole (132.8 km)

Altimetria 20a tappa

Ultima tappa in cui si può ancora rivoluzionare la classifica inanellando 4 salite toste ma non durissime intervallate a discese insidiose, senza incontrare quasi mai tratti pianeggianti o comunque sfavorevoli all'attacco. Risultano 4500 metri di dislivello concentrati in 120 km. Il Col de Nice (4.6 km al 5.2%) funge da antipasto, essendo separato da un solo km di discesa dalla successiva ascesa al Col de Braus (10 km al 6.6%, max 10%). Una discesa tecnica di 11 km porta a Sospel dove la strada comincia già a salire verso il Col de Turini (20.7 km al 5.7%), che comincia formalmente 3 km più avanti: la salita è divisa tra un primo troncone di 7 km al 5.2% e la parte finale di 12 km al 6.9%. Dopo un'altra discesa insidiosa di 15 km, non si fa attendere lo strappo di Roquebillière (1.3 km al 6%), seguito subito dopo dalla salita al Col de la Colmiane, detto anche Saint-Martin (in tutto 16.9 km al 5.4%; formalmente è contato solo l'ultimo tratto duro di 7.5 km al 7.1%). Un'ultima discesa di 17 km, leggermente più veloce delle precedenti, e soli 5 km di fondovalle portano ai piedi dell'ultima salita, probabilmente la più dura ma comunque sulla falsariga della precedente. Si arriva in vetta al Col de la Couillole con 15.7 km al 7.4% (un po' più della media ufficiale) senza però superare quasi mai il 10%: si tratta di una salita regolarissima che prende per sfinimento rimanendo costantemente tra il 7% e il 9% senza mai offrire respiro.

 

Domenica 21 luglio - 21a tappa: Monaco - Nice (Cronometro individuale - 22.4 km)

Altimetria 21a tappa

Se i giochi fossero ancora aperti, tutto si decide con questa spettacolare cronometro tra Monaco e Nizza, dove anche il successo di tappa dovrebbe essere una questione tra uomini di classifica vista la tanta salita che viene proposta. Il percorso è pianeggiante per circa 3 km, poi si sale con pendenze costanti a La Turbie (8.1 km al 5.6%). La strada scende per qualche centinaio di metri e poi risale per circa 600 metri al 6%; poi si scende in cerca 3 km su Èze, dove inizia la dura rampa fino al Col d'Èze (1.6 km all'8.8%, con punte ben oltre il 10%). Dopo un paio di km in altopiano si scende quindi a Nizza, dove rimangono da percorrere 5 km pianeggianti andata e ritorno sul Boulevard des Anglais, prima di entrare in Place Masséna dov'è posto il traguardo.

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Francesco Dani
Volevo fare lo scalatore ma non mi è riuscito; adesso oscillo tra il volante di un'ammiraglia, la redazione di questa testata, e le aule del Dipartimento di Beni Culturali a Siena, tenendo nel cuore sogni di anarchia.