
Un viaggio tra polvere e leggenda: alla scoperta del percorso della Granfondo Strade Bianche
Pedalando tra le Crete Senesi, su un percorso che ricalca quello dei Pro, tra emozioni, consigli pratici e le sfide di un tracciato iconico
Questo weekend le Crete Senesi saranno il palcoscenico naturale della Strade Bianche maschile e femminile e dell’omonima Granfondo, che accoglierà quasi 6500 cicloamatori da tutto il mondo. Un evento che unisce la passione per il ciclismo alla bellezza del territorio, tra paesaggi iconici e risorse enogastronomiche uniche. Un luogo perfetto per una vacanza in bicicletta e un’occasione imperdibile per chi vuole cimentarsi per la prima volta con le leggendarie strade bianche.
Trattandosi di un percorso affascinante ma impegnativo, partiremo dal tracciato lungo della Granfondo per raccontarvi i passaggi più importanti della “Classica del Nord più a Sud d’Europa” e proporre qualche possibile deviazione interessante. Una piccola guida utile sia per chi si approccia per la prima volta alla manifestazione, sia per chi sta pianificando un cicloviaggio in queste splendide terre.
La partenza dalla Fortezza Medicea e i primi chilometri
La Granfondo Strade Bianche si sviluppa lungo buona parte degli sterrati percorsi dai grandi campioni del ciclismo mondiale. L’edizione 2025 partirà domenica 9 marzo dalla Fortezza Medicea di Siena, con arrivo nella spettacolare cornice di Piazza del Campo. I partecipanti potranno scegliere tra il percorso lungo di 137,7 km (2000 metri di dislivello e 10 settori sterrati) e quello più breve di 87 km (1350 metri di dislivello e 6 settori sterrati). L’atmosfera di Siena all’alba attenderà i partecipanti che si raggrupperanno all’interno della Fortezza Medicea, per la partenza. I primi chilometri, comuni a entrambi i percorsi, sono interamente su asfalto e molto veloci, con poche salite e la strada che continua lentamente a scendere. In questo contesto è fondamentale gestire le energie in vista dei chilometri successivi ben più impegnativi. Si tratta di strade piuttosto larghe, che, se affrontate al di fuori della Granfondo, rischiano di risultare piuttosto trafficate. Per chi, invece, parteciperà all’evento cicloamatoriale, le uniche difficoltà di questo tratto sono date dal fatto che il gruppo di ciclisti sarà ancora molto compatto.
La Vidritta: il primo impatto con lo sterrato
Dopo circa 20 chilometri dalla partenza, dopo una svolta a sinistra in discesa, si entra finalmente nel primo tratto di sterrato - la Vidritta, primo settore comune alla corsa dei professionisti e alla Granfondo. Per chi si approccia per la prima volta a questo itinerario, l’emozione di pedalare sullo sterrato è davvero forte. Questo tratto, inoltre, rappresenta un ottimo banco di prova per prendere confidenza con il terreno sconnesso tipico delle strade bianche. Si tratta, infatti, di un settore lungo poco più di due chilometri, completamente dritto e pianeggiante. Tuttavia, durante la Granfondo occorre prestare molta attenzione perché spesso si creano degli ingorghi che obbligano a mettere il piede a terra.
Superato questo primo assaggio di sterrato, la musica cambia radicalmente con lo sterrato di San Rocco a Pili, lungo ben 5,8 chilometri, che prevede un primo tratto in pianura ricco di curve e una seconda parte tutta in salita con pendenze a tratti molto impegnative.

Ponte d’Arbia, Monte Sante Marie e il fascino della Toscana rurale
Giunti a Radi chi vorrà optare per il percorso corto dovrà deviare a sinistra, mentre per tutti gli altri si continua sulla destra e si entra nel terzo settore di sterrato, 4,4 chilometri, non particolarmente difficile dal punto di vista altimetrico ma con diverse curve. Successivamente, superato il settore numero 3 e percorsa una decina di chilometri nel mezzo della campagna senese si entra nel vivo del percorso con tre settori ravvicinati tra di loro per un totale di 25 chilometri di sterrato. Si tratta di una delle parti sicuramente più suggestive del percorso, pedalando tra dolci colline punteggiate di cipressi e casolari, in un’atmosfera che riporta alle immagini più iconiche della Toscana. Tuttavia, lo scenario bucolico non deve affatto ingannare. Il percorso, infatti, in questo tratto è molto impegnativo con lunghe salite con tratti che superano il 10%, come nel caso dello sterrato di Ponte d’Arbia, intervallate da discese tecniche e altrettanto selettive. In questa zona è collocato anche il celebre settore di Monte Sante Marie che ha deciso le sorti delle ultime edizioni della corsa professionistica, con gli attacchi decisivi di Tadej Pogacar e Tom Pidcock. Sebbene la Granfondo Strade Bianche 2025 non lo includa nel percorso ufficiale, resta una deviazione consigliatissima per chi non è iscritto alla manifestazione amatoriale, oltre che un punto chiave per chi vorrà andare a vedere la gara dei professionisti.
Monteaperti, Colle Pinzuto e Le Tolfe
Dopo aver affrontato questo tratto ricco di sterrati, si entrerà in una sezione del percorso relativamente più tranquilla dal punto di vista del terreno, con 30 chilometri di asfalto interrotti da un unico settore di strada bianca di circa un chilometro. Tuttavia, la presenza dell’asfalto non deve ingannare. Si tratta, infatti, di un tratto estremamente vallonato con molte difficoltà altimetriche fino a raggiungere il settore di Montaperti, dove il percorso lungo e corto si ricongiungono. Qui inizia la parte finale e più dura con la salita di Colle Pinzuto e lo strappo de Le Tolfe che si affrontano in sequenza. Colle Pinzuto è un settore di sterrato di 2, 4 chilometri, con una prima parte caratterizzata da due tornati, dove si raggiugono pendenze in doppia cifra, per poi spianare nel chilometro finale. Le Tolfe, invece, rappresenta una vera e propria pugnalata nelle gambe di chi si avventura lungo questo percorso. Si tratta, infatti, di un breve settore di circa un chilometro, con una prima parte di ripida e sconnessa discesa alla quale fanno seguito 300 metri di salita con una pendenza media del 12%.

Il muro di Santa Caterina e l’arrivo in Piazza del Campo
Superato l’ultimo tratto di sterrato, la strada per Siena si trasforma in un ultimo banco di prova per i ciclisti. In località San Miniato, un primo strappo estremamente impegnativo toglie il fiato e preannuncia il gran finale. Successivamente, alle porte del capoluogo, la strada torna a salire lungo un largo vialone che sembra infinito, come se il traguardo non volesse mai avvicinarsi.
Ma è solo questione di pochi chilometri prima di affrontare la salita più iconica: via Santa Caterina. Un breve ma feroce tratto lastricato con pendenze che superano il 16%, un muro che metterà alla prova ogni goccia di energia rimasta nelle gambe. Qui, l’atmosfera si carica di elettricità grazie all’incitamento del pubblico, presente anche durante la granfondo, pronto a sostenere ogni singolo ciclista nel tratto più duro. E poi, finalmente, l’ingresso trionfale in Piazza del Campo: il traguardo posto proprio sotto la maestosa Torre del Mangia, con centinaia di ciclisti esausti ma felici, seduti al centro della piazza a godersi il meritato riposo e l’emozione di aver conquistato un’impresa epica.

Consigli per affrontare la Granfondo Strade Bianche
Per concludere questo nostro racconto, ci permettiamo di proporre alcuni consigli per chi si avventurerà per la prima volta in questa bellissima zona. In primo luogo, su un tracciato del genere è fondamentale gestite le energie. Pedalare sugli sterrati per la prima volta può essere un’esperienza emozionante che induce a spingere più del dovuto. Tuttavia, la parte più dura arriva nella seconda metà del percorso ed è bene aver conservato alcune preziose energie per superarla al meglio. I primi sterrati, inoltre, pur non essendo così complicati, presentano alcune insidie dovute al fatto che il gruppo è ancora molto compatto e i livelli tecnici dei partecipanti possono essere molto diversi.
Per quanto riguarda il fondo stradale, occorre segnalare che cambia molto in base al meteo e in base al periodo dell’anno in cui lo si affronta. Indubbiamente, pedalare su queste strade il giorno successivo al passaggio dei professionisti fa si che le condizioni siano ottimali in quanto il terreno risulta compattato dal passaggio della carovana. In altri periodi dell’anno, invece, al di là del meteo c’è sempre il rischio di trovare un’eccessiva polvere a bordo strada o un terreno più accidentato. In ogni caso, lo sterrato assume spesso una forma a schiena d’asino, con continue sollecitazioni che possono far saltare il ciclocomputer o le borracce. A prescindere dal meteo, si tratta di settori in cui è possibile pedalare con la bici da corsa, anche se è consigliata una sezione del copertone di almeno 28 millimetri, ma per chi volesse un maggior confort e sicurezza la gravel rappresenta certamente una soluzione ottimale, specialmente in condizioni di bagnato.
Infine, in un contesto del genere il vero consiglio è quello di godersi al massimo il paesaggio. Le Crete Senesi offrono scenari unici al mondo, tra vigneti, borghi medievali e colline dorate. Fermarsi per fare una foto o per godersi una sosta enogastronomica è sempre un’ottima idea.