Jakub Otruba sul podio finale della corsa di casa, il Czech Tour, nel 2023 © Czech Tour
Mondo Continental

Otruba professionista? Se magari la smette di complicarsi la vita...

Quest'anno il corridore ceco è arrivato a un passo dal passare professionista, ma, tra errori di valutazione e sfortuna, non ci è riuscito. Alla Silesian Classic ha centrato il primo successo del 2024

15.05.2024 23:10

Quattordicesimo appuntamento dell’anno con Mondo Continental. In questa puntata: Flèche du Sud, Tour de Kumano, GP de la Ville d’Oran, Silesian Classic, Flèche Ardennaise e Jakub Otruba, a caccia del professionismo, solo sfiorato quest'anno.

Le corse della settimana

Flèche du Sud

Pim Ronhaar vince la tappa regina della Flèche du Sud, ipotecando il successo finale
Pim Ronhaar vince la tappa regina della Flèche du Sud, ipotecando il successo finale © Baloise Trek Lions/Grand Ducal Cycling

In settimana si è disputata la settantatreesima edizione della Flèche du Sud, corsa a tappe lussemburghese di cinque giorni. Venti squadre si sono presentate ai nastri di partenza: quattordici Continental, quattro formazioni dilettantistiche e due Pro Teams di ciclocross.

La gara si è aperta con un circuito di circa 12 km da ripetere sette volte, caratterizzato da uno strappo dalle pendenze importanti, ma troppo breve per fare differenze. Come prevedibile tutto si è deciso in una volata di gruppo, che ha premiato uno dei big del mondo Continental, Tim Torn Teutenberg (Lidl-Trek Future). Il tedesco si è messo dietro Patryk Stosz (Felt Felbermayr) e il compagno di squadra Matteo Milan.

Anche la seconda tappa prevedeva un circuito, lungo 16,5 km e composto da due salite, tra cui la Côte du Langengrund. Nonostante le difficoltà altimetriche, nessuno è riuscito ad evitare lo sprint di gruppo: la Baloise-Trek Lions si è dimostrata superiore e ha messo a segno la doppietta, con Seppe van den Boer vincitore davanti a Pim Ronhaar. Alle loro spalle, in una volata un po’ anomala, si è piazzata un’altra coppia, quella della VolkerWessels composta da Finn Crockett e Timo de Jong. In assenza di abbuoni, Van Den Boer ha conquistato la testa della classifica generale.

La terza frazione era la più impegnativa, con tre passaggi sulla linea d’arrivo, situata in cima ad una salita di oltre 3 km. Pim Ronhaar ha fatto la differenza e si è imposto in solitaria, con un buon margine su tutti i rivali. Il ciclocrossista neerlandese, infatti, ha staccato di 32” Lukas Rüegg (Vorarlberg) e Jonas Rapp (Hrinkow Advarics), gli unici a contenere il ritardo entro il minuto. Il ventiduenne ha conquistato anche la maglia di leader, strappandola al compagno di squadra Seppe van den Boer, che ha tagliato il traguardo a oltre 13’.

La quarta tappa era una cronometro individuale di 18,6 km, che prevedeva due strappetti lunghi circa 1 chilometro. La prova è stata dominata da Jakob Söderqvist (Lidl-Trek Future), che ha rifilato ben 38” a Nils Sinschek (Parkhotel Valkenburg). Il leader Pim Ronhaar ha chiuso terzo con lo stesso distacco, incrementando il suo vantaggio in classifica generale.

L’ultima frazione prevedeva un circuito intorno ad Esch-sur-Alzette ed era la più semplice altimetricamente. Come da pronostico tutto si è deciso in volata, con la Lidl-Trek Future che ha lasciato solo le briciole agli avversari, centrando una clamorosa tripletta. Per il secondo giorno consecutivo si è imposto Jakob Söderqvist, che ha preceduto il vincitore della prima tappa Tim Torn Teutenberg e il fratello d’arte Matteo Milan.

Per il secondo anno di fila, Pim Ronhaar si è aggiudicato la vittoria finale (quest’anno aggiungendo anche la classifica a punti). Lukas Rüegg e il miglior giovane della corsa Liam O’Brien (Lidl-Trek Future) hanno accompagnato il neerlandese sul podio, staccati rispettivamente di 1’01” e 1’24”. Maximilian Kabas (Hrinkow Advarics) si è portato a casa la maglia dei GPM, Colin Stüssi (Vorarlberg) è stato il re degli sprint intermedi e Mats Wenzel (Lidl-Trek Future) il miglior lussemburghese. Il Team Vorarlberg, infine, ha vinto la classifica a squadre, avendo inserito quattro uomini nei primi undici della generale.

Tour de Kumano

Atsushi Oka vince il Tour de Kumano per la seconda volta consecutiva
Atsushi Oka vince il Tour de Kumano per la seconda volta consecutiva © Tour de Kumano

In Giappone è andata in scena la ventiquattresima edizione del Tour de Kumano, che quest’anno è tornato ad avere la durata di tre giorni, dopo che nel 2023 era stata composta da sole due tappe. Hanno preso il via sedici squadre: quindici Continental e la NIPPO-EF-Martigues, formazione dilettantistica francese a forti tinte nipponiche, che rappresenta il vivaio della EF Education-EasyPost.

La prima tappa seguiva il percorso della Kozagawa-City International Road Race, corsa di un giorno che non ha mai visto la luce perché lo scorso anno, all’esordio nel calendario UCI, è stata annullata a causa di un tifone. La principale difficoltà era rappresentata dallo strappo di Hirai Pass, da ripetere tre volte, l’ultima delle quali a circa 30 km dal traguardo. Poco più di trenta corridori sono arrivati a giocarsi il successo in una volata molto combattuta, che ha visto prevalere, a sorpresa, John Carter. L’australiano, alla prima gara internazionale con la maglia della CCACHE x Par Küp, ha preceduto il duo della JCL Team Ukyo composto da Atsushi Oka e Masaki Yamamoto.

La seconda frazione era più impegnativa, con quattro passaggi sulla salita di Senmaida Top (3 km al 7%) e l’ultimo km che tendeva costantemente all’insù. Circa venti uomini sono arrivati davanti nel finale e tra loro non c’era il leader John Carter. Lo sprint fra gli uomini di testa ha premiato Benjamín Prades (VC Fukuoka), bravo a mettersi dietro Leonel Quintero (Victoire Hiroshima) e Ryan Cavanagh (Kinan). L’assenza di abbuoni al traguardo ha permesso ad Atsushi Oka di conquistare la testa della classifica generale.

L’ultima tappa prevedeva dieci giri di un circuito di 10,5 km, dal profilo piuttosto ondulato. Ancora una volta si è selezionato un gruppetto, in questo caso di circa trenta corridori, e tutto si è deciso allo sprint. Il più veloce è stato Hayato Okamoto (Aisan), che ha battuto nettamente il leader della classifica generale Atsushi Oka e Merhawi Kudus (Terengganu).

Per il secondo anno consecutivo, Atsushi Oka ha conquistato il successo finale (e si è imposto anche nella classifica a punti), superando di 11” Merhawi Kudus e di 14” Masaki Yamamoto. L’australiano William Heffernan (CCACHE x Par Küp), diciottesimo, si è aggiudicato il titolo di miglior giovane.  La Matrix Powertag si è portata a casa la graduatoria a squadre e quella riservata agli scalatori, vinta da Marino Kobayashi.

Grand Prix de la Ville d’Oran

Il podio finale del Grand Prix de la Ville d'Oran
Il podio finale del Grand Prix de la Ville d'Oran © Radio Algérienne

In Algeria è rientrato in calendario dopo otto anni di assenza il Grand Prix de la Ville d’Oran, la cui ultima edizione fu vinta dal lituano Tomas Vaitkus, in grado in carriera di aggiudicarsi anche una tappa del Giro d’Italia. La corsa funge da antipasto del Tour d’Algérie, la più importante gara a tappe del paese. Al via erano presenti quindici squadre: quattro Continental, sette formazioni dilettantistiche e le selezioni nazionali di Eritrea, Mauritius, Ruanda e Tunisia.

Il percorso prevedeva un circuito di 6,5 km da ripetere per diciotto volte, con un profilo abbastanza ondulato, ma senza salite troppo impegnative. L’azione decisiva è avvenuta a sei giri dalla fine, quando undici uomini hanno raggiunto i quattro che guidavano la corsa da una decina di chilometri e il plotoncino formatosi si è reso irraggiungibile per tutti gli altri.

I battistrada si sono giocati il successo in volata e il più veloce è stato Nassim Saidi, che ha regalato alla neonata Madar il primo successo da Continental (tre corridori del team avevano vinto tappe al Tour de Bénin, ma correvano con la maglia della nazionale). Alle spalle del ventinovenne si sono piazzati l’indonesiano Aiman Cahyadi (Terengganu) e il tedesco Tillman Sarnowski (Embrace the World). Milkias Maekele (Nazionale Eritrea) e Christopher Rougier-Lagane (Nazionale Mauritius) si sono dovuti accontentare di un posto ai piedi del podio.

Silesian Classic

Il podio della Silesian Classic
Il podio della Silesian Classic © ATT Investments/Filip Bezděk

In Polonia è andata in scena la prima gara internazionale dell’anno riservata agli élite (finora erano state disputate prove riservate a juniores e under 23): la Silesian Classic, corso di un giorno che, a dispetto del nome, era alla prima edizione. Al via erano presenti nove Continental e undici formazioni dilettantistiche.

Il percorso presentava un circuito di 19,5 da ripetere per otto volte, caratterizzato da diversi strappi non troppo lunghi, ma con pendenze importanti. Anche le condizioni meteo sono state un fattore da non sottovalutare: per buona parte della gara, infatti, i corridori hanno dovuto pedalare sotto la pioggia, anche se negli ultimi chilometri è tornato il sereno. Al quinto giro si sono avvantaggiati Paweł Bernas (Mazowsze Serce Polski), Michał Paluta (Santic-Wibatech), Antoni Olszar (Voster ATS), Jakub Otruba (ATT Investments), Eric Inkster (XSpeed United), Kacper Majewski e Julian Kot (entrambi della Lubelskie Perła Polski). Nel giro successivo si sono riportati su di loro anche Marcin Budziński (Mazowsze Serce Polski) e Szymon Tracz (Santic-Wibatech).

I nove sono rimasti gli unici a lottare per il successo e, nel finale, Jakub Otruba ha staccato tutti ed è andato a vincere. I più immediati inseguitori del ceco, Marcin Budziński e Szymon Tracz, hanno rischiato di buttare al vento un buon piazzamento, cadendo all’ultima curva: i due si sono, comunque, rialzati immediatamente e hanno concluso nell’ordine a 1’20”. Michał Paluta ha chiuso ai piedi del podio a 1’50”, mentre la top five è stata completata da Paweł Bernas, staccato di 2’48”.

Flèche Ardennaise

Milan Donie conquista la Flèche Ardennaise dopo una grande azione solitaria
Milan Donie conquista la Flèche Ardennaise dopo una grande azione solitaria  © Flèche Ardennaise

In un weekend ricco di gare, si è corso anche in Belgio, dove si è disputata la Flèche Ardennaise, prova di un giorno giunta alla cinquantasettesima edizione. Al via erano presenti ventidue squadre: quindici Continental e sette formazioni dilettantistiche.

Il percorso era caratterizzato da diciassette côtes, alcune delle quali presenti anche nel percorso della Liegi-Bastogne-Liegi. Dopo circa trenta chilometri di gara, si è formato in testa un gruppo di ventidue uomini, comprendente alcuni dei favoriti della vigilia. A 90 km dal traguardo, Milan Donie (Lotto Dstny Development) ha accelerato ed è rimasto solo al comando, arrivando a guadagnare oltre 3’ sugli ex compagni di fuga, mentre il gruppo era ormai tagliato fuori. Con il passare dei chilometri, il drappello dei primi inseguitori del belga si è assottigliato e ha iniziato a recuperare sul battistrada, che ha iniziato gli ultimi 10 km con 1’10” di margine.

Alla fine il ricongiungimento non è avvenuto e Milan Donie ha potuto festeggiare la vittoria dopo un assolo di 90 km. La grande giornata della Lotto Dstny Development è stata completata da Jarno Widar, che, a 38” dal compagno di squadra, ha battuto lo spagnolo Pau Martí nella volata per il secondo posto. La top five è stata completata dagli australiani Alastair Mackellar (Hagens Berman Jayco) e Luke Tuckwell (Trinity), staccati rispettivamente di 1’16” e 1’41” dal vincitore.

Le Continental tra i big

Martin Voltr con la maglia di leader del Tour de Hongrie
Martin Voltr con la maglia di leader del Tour de Hongrie © Marek Beneš

Ben dodici Continental hanno partecipato al Circuit de Wallonie, in Belgio. La Groupama-FDJ Continental ha centrato il miglior risultato, beneficiando della presenza di Paul Penhoët, velocista del team WorldTour, al rientro da un infortunio e quarto al traguardo. Discreta prestazione per la General Store-Essegibi, che ha piazzato Marco Palomba in quattordicesima posizione. Due corridori dei vivai di compagini WorldTour hanno centrato la top ten correndo in prima squadra: si tratta di Matthew Brennan (Visma|Lease a Bike Development), terzo, e di Simone Gualdi (Wanty-ReUz), decimo.

Le quattro Continental francesi “pure” hanno partecipato al Tour du Finistère, ma nessuna è riuscita a centrare la top ten. Il miglior risultato è stato della St.Michel-Mavic-Auber 93, grazie ad Alexandre Delettre, autore finora di una stagione maiuscola: questa volta, però, il ventiseienne non è riuscito ad andare oltre il tredicesimo posto. Le stesse squadre hanno partecipato alla Boucles de l’Aulne e ancora una volta il migliore è stato Alexandre Delettre: l’ex corridore della Cofidis è andato molto meglio rispetto al giorno precedente ed è riuscito a centrare un eccellente secondo posto.

Il Tour de Hongrie ha dato spazio a tre formazioni di terza divisione: la locale Epronex-Hungary, l’italiana MBH Bank Colpack e la slovacca Pierre Baguette. Il miglior Continental in classifica è stato, però, Márton Dina, corridore della ATT Investments in gara con la nazionale magiara, che ha conquistato anche la maglia di miglior ungherese. La MBH Bank Colpack ha fatto molto bene con Pavel Novák, venticinquesimo in classifica, e Samuel Quaranta, secondo nella prima frazione. A lasciare maggiormente il segno è stata, invece, la Pierre Baguette: Martin Voltr ha guidato per un giorno la classifica generale e per due la classifica a punti.

Il ritratto della settimana: Jakub Otruba

La prima vittoria di Jakub Otruba in una corsa professionistica, al Turul Romaniei 2022
La prima vittoria di Jakub Otruba in una corsa professionistica, al Turul Romaniei 2022 © Turul Romaniei

Quest’anno Jakub Otruba ha iniziato la stagione solo ad aprile, a causa di una caduta in allenamento in cui ha riportato la frattura di una mano. Dopo un paio di corse di assestamento, ha ritrovato il colpo di pedale migliore alla Silesian Classic, centrando la prima vittoria stagionale, nonostante fosse da solo in un gruppo di testa che vedeva alcune squadre in superiorità numerica. Si è rivisto quindi l’Otruba che nel 2023 è stato uno dei migliori rappresentanti del mondo Continental, con diverse ottime prestazioni in corse a tappe professionistiche e un titolo nazionale a cronometro in un paese importante come la Repubblica Ceca.

 L’obiettivo di quest’anno è quello di fare ancora un altro passo in avanti nei risultati per raggiungere quel professionismo che quest’anno gli è sfuggito per poco. Le sue ottime prestazioni avevano attirato l’interesse di diversi ProTeam, ma alla fine non si è concretizzato nulla. Il ventiseienne ha declinato l’offerta della TDT-Unibet, ritenendo che non avesse un calendario adatto a lui (probabilmente sbagliando, dato che la formazione di Bas Tietema sta disputando un programma di corse molto eterogeneo) e si è ritrovato beffato in altre occasioni: è stato a un passo dall’accordo prima con la Human Powered Health e poi con la Kern Pharma, ma è sfumato tutto perché la formazione statunitense ha chiuso i battenti e quella spagnola ha subìto dei tagli al budget.

Sin dal primo anno tra gli juniores, Jakub Otruba dimostrò buone predisposizioni per le corse a tappe e cominciò a far parte stabilmente delle selezioni nazionali della Repubblica Ceca. Esordì a livello internazionale alla Course de la Paix Juniors, prova di Coppa delle Nazioni, ottenendo un discreto dodicesimo posto finale. In seguito si laureò campione nazionale a cronometro e partecipò sia ai Campionati del Mondo che agli Europei. Nella stagione successiva passò al Centre Mondial du Cyclisme dell’UCI: fallì il bis contro il tempo, ma conquistò il titolo nazionale in linea. Nella cronometro dei Campionati Europei, inoltre, riuscì a centrare un buon ottavo posto.

Per l’esordio tra gli under 23 fu ingaggiato dalla SKC TUFO Prostějov. Iniziò benissimo, con un ottavo posto alla prima corsa UCI in carriera, la Visegrad 4 Kerekparverseny, ma poi faticò un po’ a mettersi in luce. Nella seconda parte di stagione trovò il miglior risultato dell’anno, il settimo posto alla Puchar Uzdrowisk Karpackich e si tolse la soddisfazione, non scontata per un ragazzo al primo anno nella categoria, di partecipare alle più prestigiose corse riservate agli under 23, il Tour de l’Avenir e la prova in linea dei Campionati del Mondo.

Nel 2018 il corridore ceco passò alla più importante squadra del suo paese, la Elkov-Author. In un team più forte ebbe un po’ di difficoltà a ritagliarsi spazio e ottenne i suoi migliori risultati a cronometro: vinse il titolo nazionale under 23 della specialità e chiuse al quarto posto la prova dei Campionati Europei, a un solo secondo dal podio. Nel campionato nazionale in linea corse tra gli élite e riuscì a concludere in terza posizione, battuto solo dai compagni di squadra Josef Černý e Jan Bárta.

Ancora alla Elkov-Author nella stagione successiva, si confermò protagonista delle cronometro under 23, bissando il titolo nazionale e chiudendo ottavo ai Campionati Europei. Riuscì a togliersi delle belle soddisfazioni anche in corse professionistiche: fu quarto in una tappa del Tour de Hongrie, ottavo nella prova contro il tempo degli European Games e, soprattutto, settimo nella classifica finale della corsa di casa, il Czech Cycling Tour, in cui conquistò la maglia di miglior giovane

Nel 2020 lo scoppio della pandemia diede un taglio netto al calendario, ma, pur correndo meno, Otruba riuscì a fare un altro passo in avanti. Vinse per la terza volta il titolo nazionale under 23 a cronometro e chiuse al nono posto la prova contro il tempo degli Europei di categoria. In corse professionistiche confermò la buona attitudine nelle gare a tappe, chiudendo al sesto posto il Czech Tour (con la maglia di miglior giovane) e al nono il Tour de Slovaquie. La sua stagione si concluse con la prima partecipazione ai Campionati del Mondo élite.

L’anno successivo, uscito dalla categoria under 23, fece più fatica del previsto nelle corse professionistiche, ma ottenne un buon numero di top ten nelle gare di categoria 2. All’Alpes Isère Tour trovò finalmente il podio a livello UCI (campionati nazionali esclusi), centrando un ottimo terzo posto finale e il secondo nell’ultima frazione. Confermò la buona attitudine nelle corse a tappe, chiudendo al settimo posto il Tour of Malopolska, al decimo l’Oberösterreich Rundfahrt e al quinto il Circuit des Ardennes. I migliori piazzamenti in corse di un giorno furono il quinto posto al GP Czech Republic e il quarto nel campionato nazionale a cronometro.

Nel 2022 il corridore ceco partì abbastanza in sordina, ma poi migliorò le sue prestazioni, fino a conquistare la sua prima vittoria UCI: si impose, infatti, in una tappa del Turul Romaniei, corsa professionistica che riuscì anche a concludere sul podio, in terza posizione. Terminò al terzo posto anche la classifica finale del Tour of Malopolska e la prova a cronometro dei campionati nazionali. La sua stagione si chiuse con la partecipazione ad un’altra corsa professionistica, il Tour de Slovaquie, in cui fece un’ottima figura: con il quinto posto finale fu, infatti, il migliore dei corridori non appartenenti a formazioni WorldTour.

Lo scorso anno, a sorpresa, ha scelto di cambiare squadra, lasciando la Elkov dopo cinque anni per accasarsi ai rivali della ATT Investments. È partito fortissimo, aggiudicandosi la classifica finale del Visit South Aegean Islands, prima corsa con la nuova maglia, e ha proseguito bene la sua avventura in Grecia, chiudendo al quarto posto il Tour of Rhodes e al quinto il Tour of Hellas. In seguito si è laureato campione nazionale a cronometro e ha infilato una serie di risultati di spessore in corse professionistiche: terzo al Sibiu Tour e al Czech Tour e decimo al Tour de Slovaquie e alla CRO Race.

Dopo essersi sbloccato alla Silesian Classic, Jakub Otruba sta disputando in questi giorni l’International Tour of Hellas e dovrebbe proseguire la stagione con un paio di corse in Francia. Al momento nel suo programma figura anche il Giro della Regione Friuli Venezia Giulia, che rappresenterebbe la sua prima corsa in Italia dal 2020.

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