Marcin Budziński vince il Tour of Mersin © Marcin Budziński
Mondo Continental

Budziński, il gemello vincente quest'anno fa sfracelli

Dopo anni con tanti piazzamenti, ma nessun successo, Marcin Budziński ha già vinto tre corse nel 2024, dimostrando una continuità di risultati invidiabile

10.04.2024 22:31

Nono appuntamento dell’anno con Mondo Continental. In questa puntata: The Princess Maha Chakri Sirindhorn's Cup Tour of Thailand, Tour of Mersin, Circuit des Ardennes, Jamaica International Cycling Classic e Marcin Budziński, che ha iniziato il 2024 alla grande.

Le corse della settimana

The Princess Maha Chakri Sirindhorn's Cup Tour of Thailand

Adne Van Engelen festeggia il successo al Tour of Thailand
Adne Van Engelen festeggia il successo al Tour of Thailand © Adne Van Engelen

La scorsa settimana è andato in scena il The Princess Maha Chakri Sirindhorn's Cup Tour of Thailand (o più semplicemente Tour of Thailand), corsa a tappe di sei giorni che fa parte del calendario UCI dal 2006. Quest’anno erano presenti al via diciannove squadre: sedici Continental e le selezioni nazionali di Malesia, Singapore e Thailandia.

La gara si è aperta con una tappa non troppo lunga e del tutto priva di difficoltà altimetriche. Come da pronostico, il gruppo si è presentato compatto nel finale e la volata ha premiato il grande favorito Lucas Carstensen (Roojai Insurance). Il tedesco, primo leader della corsa, si è messo alle spalle il sudcoreano Park Sanghong (LX) e il malese Mohamad Izzat Hilmi Abdul Halil (Malaysia).

Anche la seconda frazione non presentava grosse asperità, ma, in questo caso, il gruppo è stato beffato. Muhammad Nur Aiman Bin Rosli (Terengganu) ha sfruttato al meglio le doti di passista che gli hanno permesso di vincere gli ultimi cinque titoli malesi a cronometro, per resistere al gruppo e precederlo di 10”. La volata per il secondo posto è andata a Mohamad Izzat Hilmi Abdul Halil davanti a Lucas Carstensen, che ha conservato la leadership in classifica.

Nella terza giornata di gara sono iniziate le difficoltà altimetriche, con una salita di 4 km con pendenza media superiore al 10% (e tratti addirittura sopra il 30%) a caratterizzare il finale. Ad imporsi è stato uno dei corridori di casa, Peerapol Chawchiangkwang (Thailand), che ha preceduto di 2” Adne Van Engelen (Roojai Insurance) e di 11” il compagno di squadra Thanakhan Chaiyasombat, campione nazionale thailandese in carica. Il vincitore si è anche portato in testa alla classifica generale.

La quarta tappa presentava le principali difficoltà poco dopo la metà del percorso e ha presentato un esito abbastanza sorprendente. È andata via una fuga numerosa, comprendente diversi uomini di classifica, ma non il leader della generale. In nove si sono giocati il successo allo sprint e il più veloce è stato Jesse Ewart (Terengganu), bravo a superare Thanakhan Chaiyasombat e il nuovo capoclassifica Adne Van Engelen. Il gruppo ha tagliato il traguardo con 19” di ritardo.

Pur non presentando difficoltà altimetriche, la quinta frazione si è rivelata più impegnativa del previsto. Una fuga molto numerosa ha messo alla frusta il gruppo, costringendolo ad un inseguimento complicato. Ben ventuno corridori si sono giocati il successo in volata e ad imporsi è stato il thailandese Nati Samansanti, che ha regalato alla Grant Thornton la prima storica vittoria al terzo anno nella categoria Continental. I battuti sono stati Shen Yutao (China Glory-Mentech), che aveva lanciato lo sprint per primo, e Zulfikri Zulkifli (Malaysia). Il plotone ha chiuso con un ritardo di 59”. Da segnalare la presenza in fuga dell’ucraino Anatoliy Budyak (Terengganu), che è risalito fino al terzo posto n classifica.

La corsa si è conclusa con un’altra tappa adatta alle ruote veloci che, a differenza della precedente, non ha creato difficoltà agli uomini di classifica. Lo sprint è stato dominato dal pistard neozelandese Nick Kergozou de la Boessiere (St.George), che si è messo dietro Mohamad Izzat Hilmi Abdul Halil e il filippino Aidan James Mendoza (Go for Gold Philippines).

Il successo finale è andato ad Adne Van Engelen, che ha anche trascinato la Roojai Insurance alla vittoria nella graduatoria a squadre, con 9” su Thanakhan Chaiyasombat, consolatosi con la maglia di miglior asiatico, e 12” su Anatoliy Budyak. Mohamad Izzat Hilmi Abdul Halil si è imposto nella classifica a punti, mentre il miglior giovane è stato Ren Bao Tsen (Nazionale Malesia).

Tour of Mersin

Il podio finale del Tour of Mersin
Il podio finale del Tour of Mersin © BIKE AID

In Turchia si è disputata la sesta edizione del Tour of Mersin, corsa a tappe di quattro giorni rientrata in calendario dopo cinque anni di assenza. Al via erano presenti diciotto Continental, due formazioni dilettantistiche e le selezioni nazionali di Azerbaigian, Lettonia, Mongolia, Serbia e Turchia, per un totale di venticinque squadre.

La corsa si è aperta con una tappa molto breve, ma con un finale impegnativo, caratterizzato da una salita di sei chilometri, seguita da due strappetti. L’eritreo Dawit Yemane (BIKE AID) ha tagliato il traguardo in solitaria, con 6” di margine su un gruppo composto da una ventina di uomini, regolato da Marcin Budziński (Mazowsze Serce Polski) davanti a Lyu Xianjing (China Glory-Mentech).

La seconda frazione era molto più semplice, ma è stata la più discussa. A causa di un clamoroso errore organizzativo, nel finale i corridori si sono ritrovati in una zona che era rimasta aperta al traffico. Quattordici fuggitivi si sono fatti largo tra le auto, fino a disputarsi uno sprint, che ha visto prevalere Oliver Mattheis (BIKE AID). Il gruppetto aveva, però, seguito la strada sbagliata, prendendo una scorciatoia, e la giuria ha deciso, quindi, di assegnare la vittoria a Roman Duckert (Storck-Metropol), che, insieme a Sven Burger (Groot Amsterdam), aveva seguito il percorso originale. Mattheis, molto contrariato, è stato retrocesso al terzo posto. Il gruppo è stato classificato a 1’20” dai fuggitivi (ovvero il distacco che aveva a 3 km dal traguardo). Marcin Budziński ha conquistato la maglia di leader.

La terza tappa era di gran lunga la più impegnativa e, nonostante un finale piuttosto semplice, ha fatto moltissima selezione grazie alle tante (e dure) salite presenti nei primi 100 km del percorso. Benjamín Prades ha staccato tutti, regalando, così, la prima storica vittoria al VC Fukuoka. Dawit Yemane ha chiuso al secondo posto, con un distacco di 10”, mentre Marcin Budziński ha completato il podio di giornata con un ritardo di 18” e ha conservato la testa della classifica generale.

La gara si è conclusa con la frazione più semplice, unica occasione per le ruote veloci dopo i problemi di due giorni prima. Il più veloce è stato il russo Sergey Rostovtsev (Sakarya BB), che ha preceduto piuttosto nettamente il polacco Norbert Banaszek (Mazowsze Serce Polski) e il corridore di casa Batuhan Özgür, in gara con la nazionale turca, vista la sorprendente assenza della sua squadra, la Beykoz Belediyesi.

Marcin Budziński ha conquistato il successo finale, con 1’01” di vantaggio su Oliver Mattheis e Dawit Yemane, vincitore della classifica a punti. L’altro eritreo della BIKE AID Yoel Habteab si è laureato re degli scalatori, mentre il titolo di miglior giovane è andato al kazako Ruslan Aliyev (Almaty Astana Motors). La graduatoria a squadre, infine, ha premiato la Mazowsze Serce Polski di Budziński.

Circuit des Ardennes

Joe Blackmore festeggia il successo finale al Circuit des Ardennes
Joe Blackmore festeggia il successo finale al Circuit des Ardennes © Alexis Dancerelle/Circuit des Ardennes

In settimana si è corso anche in Francia, dove è andata in scena la cinquantesima edizione del Circuit des Ardennes, corsa a tappe di quattro giorni. Quest’anno erano presenti al via ventisei squadre: diciannove Continental, sei formazioni dilettantistiche e una selezione nazionale svizzera.

La gara si è aperta con una tappa non troppo complicata, con alcuni strappetti nella parte centrale e un finale più semplice. In realtà c’è stata comunque una certa selezione: davanti sono rimasti solo trentasette corridori, con gli altri distanti oltre 5’. Lo sprint del gruppo di testa ha premiato André Drege (Coop-Repsol), che ha dimostrato di essere in grado di vincere anche lontano da Rodi. Paul Magnier, in gara con la Soudal-Quick Step Devo, si è dovuto accontentare del secondo posto, davanti a Matthew Brennan (Visma|Lease a Bike Development).

La seconda frazione aveva un’altimetria non troppo complicata, ma presentava l’arrivo in cima a uno strappo di 1700 metri al 6%. Il più forte è stato Thibaud Gruel, tesserato per la Groupama-FDJ, ma in gara con la formazione Continental. Mathias Bregnhøj (Sabgal/Anicolor) ha pagato 3”, mentre il podio di giornata è stato completato, a 5”, da Théo Thomas (VC Villefranche Beujolais). André Drege è stato vittima di una caduta nel finale e non ha potuto difendere la maglia di leader, che è, così, passata sulle spalle del vincitore di giornata.

La terza tappa era la più difficile, con diverse salite disseminate lungo il percorso, e l’arrivo previsto in cima ad uno strappo lungo poco più di 1 km, con pendenza media superiore all’8%. Federico Savino (Soudal-Quick Step Devo) si è imposto in solitaria, con 8” di vantaggio su Joe Blackmore e sul compagno di squadra Viktor Soenens. Thibaud Gruel ha perso quasi due minuti e ha ceduto la leadership della generale a Mathias Bregnhøj.

L’ultima frazione presentava un profilo piuttosto ondulato, ma il finale era pianeggiante. Un drappello di una dozzina di uomini ha fatto la differenza e si è giocato la vittoria in volata. Lo spunto migliore è stato quello di Joe Blackmore, che ha preceduto Paul Magnier e Lukáš Kubiš (Elkov-Kasper). Mathias Bregnhøj ha resistito nel gruppo di testa e ha concluso in decima posizione.

Grazie agli abbuoni, Joe Blackmore ha ribaltato la classifica e si è preso il successo finale, mantenendo l’imbattibilità stagionale nelle corse a tappe (aveva già vinto Rwanda e Taiwan) e portandosi a casa anche la classifica a punti e quella riservata ai giovani. Sul podio finale sono saliti Mathias Bregnhøj e Tijmen Graat (Visma|Lease a Bike Development), staccati rispettivamente di 3” e 13”. Il norvegese Kalle Kvam (Coop-Repsol) si è preso la maglia di miglior scalatore, la Visma|Lease a Bike Development si è aggiudicata la graduatoria a squadre e Louis Rouland (Arkéa-B&B Hôtels Continentale) è stato il primo dei francesi.

Jamaica International Cycling Classic

Il podio finale della Jamaica International Cycling Classic
Il podio finale della Jamaica International Cycling Classic © Team Medellín

Per la prima volta (campionati nazionali esclusi), si è disputata una gara UCI in Giamaica, la Jamaica International Cycling Classic, una corsa di tre giorni, le cui tappa avevano tutte partenza e arrivo a Montego Bay. Alla prima edizione hanno partecipato solo sette squadre: il Team Medellín, una selezione delle Isole Cayman e cinque formazioni dilettantistiche.

La prima tappa era completamente priva di difficoltà altimetriche, ma, nonostante le poche possibilità di fare la differenza, il Team Medellín ha dimostrato una netta superiorità. Wilmar Paredes si è lanciato in un attacco solitario e ha guadagnato un grande vantaggio su tutti gli avversari. I primi inseguitori sono arrivati a 1’59” e sono stati regolati da Victor Ocampo e Walter Vargas, compagni di squadra del vincitore.

La seconda frazione era leggermente più lunga e impegnativa della precedente, ma non presentava, comunque, grandi difficoltà. Undici corridori si sono giocati il successo allo sprint e il Team Medellín ha messo a segno una doppietta, con Cristhian Tamayo vincitore davanti a Róbigzon Oyola. Il podio di giornata è stato completato dall’ecuadoriano Wilson Haro (Elevation). Wilmar Paredes ha chiuso nel gruppo di testa, mentre Victor Ocampo, secondo della generale, ha perso oltre 4’, uscendo di classifica.

L’ultima tappa prevedeva un’altimetria simile a quella del giorno precedente, ma aveva un chilometraggio più ridotto. C’è stata meno selezione nel gruppo di testa, ma l’esito non è cambiato: ha vinto ancora Cristhian Tamayo, che si è messo alle spalle Preston Eye (706) e Liam Trepte (Cornwall).

Wilmar Paredes non ha avuto problemi e ha conquistato il successo finale, con 1’59” sul compagno di squadra Walter Vargas e sullo statunitense Gabriel Mendez (706). Il Team Medellín ha ovviamente vinto la graduatoria a squadre e non erano presenti altre classifiche.

Le Continental tra i big

Jérémy Lecroq chiude al quarto posto nella tappa vinta da Alberto Dainese
Jérémy Lecroq chiude al quarto posto nella tappa vinta da Alberto Dainese © LNC/M.Vaning

Le quattro Continental “pure” francesi hanno preso parte al Région Pays de la Loire Tour. I migliori risultati sono stati ottenuti dalla St.Michel-Mavic-Auber 93, grazie al solito Alexandre Delettre. Il ventiseienne è stato l’unico rappresentante di un team di terza divisione a chiudere nella top ten finale, sesto, e ha centrato anche un bel quinto posto nell’ultima tappa. Come risultati parziali hanno fatto meglio di lui, con dei quarti posti, il compagno di squadra Jérémy Lecroq e Paul Hennequin, alfiere della Nice Métropole Côte d'Azur, rispettivamente nella terza e nella quarta frazione.

Il ritratto della settimana: Marcin Budziński

Marcin Budziński
Marcin Budziński © Mazowsze Serce Polski

I gemelli Budziński hanno vissuto carriere simbiotiche e, da quando corrono nel mondo Continental hanno sempre militato nelle stesse squadre. Marcin si è sempre dimostrato globalmente più forte (soprattutto l’anno scorso), ma non aveva mai vinto, mentre Tomasz, pur essendo meno continuo, era riuscito a conquistare il Memorial Henryka Łasaka nel 2022.

Quest’anno, però, Marcin ha messo le cose a posto: è partito col botto, imponendosi nel GP Slovenian Istria, sua corsa di esordio. Dopo due giorni si è aggiudicato anche il GP Brda-Collio e meno di tre settimane dopo ha messo a referto il terzo successo stagionale, portandosi a casa la classifica finale del Tour of Mersin. In otto giorni di corsa, è uscito dai primi cinque solo nell’ultima frazione della corsa a tappe turca, in cui ha saggiamente deciso di non correre rischi in volata, avendo già ipotecato la classifica generale.

Fino al 2018, Marcin Budziński ha gareggiato principalmente nel fuoristrada, destreggiandosi sia nel Ciclocross che nella MTB Cross Country. In entrambe le discipline ha fatto parte delle nazionali giovanili polacche: nel Cross Country ha partecipato a Campionati del Mondo ed Europei sia tra gli juniores che tra gli under 23, mentre nel Ciclocross ha preso parte ai Campionati Europei under 23, senza arrivare ai Mondiali di categoria, ai quali ha invece partecipato il suo gemello Tomasz.

Arrivati ai vertici nazionali, ma molto lontani da quelli mondiali nell’off-road, nel 2019 i gemelli Budziński decisero di spostarsi su strada e firmarono con la Hurom BDC Development. Marcin dimostrò un adattamento più rapido alla nuova disciplina rispetto al fratello, ottenendo i primi risultati interessanti. Al Tour de Serbia, infatti, centrò quattro top ten di tappa e chiuse al settimo posto la classifica generale.

L’anno successivo si trasferì alla Wibatech Merx 7R, ma la sua stagione fu frenata dallo scoppio della pandemia. Esordì soltanto nella seconda metà di luglio, ma riuscì comunque a mettere insieme una ventina di giorni di corsa. In occasione della seconda tappa del Tour of Malopolska arrivò ad un passo dalla vittoria, ma si arrese in volata al norvegese Jonas Abrahamsen, recentemente messosi in luce in diverse gare WorldTour.

Nel 2021, dopo la chiusura della Wibatech, il corridore polacco sposò il progetto della HRE Mazowsze Serce Polski. Partì subito con un quinto posto al GP Gündoğmuş e, nel corso della stagione, chiuse nella top ten anche il Visegrad 4 Bicycle Race-GP Slovakia, il Memorial Henryka Łasaka e, soprattutto, una tappa del Sibiu Tour, contro una concorrenza più qualificata. Questi risultati gli permisero di debuttare in nazionale anche su strada, con la convocazione per i Campionati Europei di Trento.

Confermato dal suo team per la stagione seguente, mostrò qualche piccolo passo in avanti: iniziò la stagione in Slovenia, dove raccolse due sesti posti al GP Slovenian Istria e al GP Adria Mobil e ottenne lo stesso piazzamento anche due mesi dopo in Danimarca, al Fyen Rundt. Nel corso della stagione ottenne altre due top ten e si aggiudicò la maglia di miglior scalatore alla In the Footsteps of the Romans. Ebbe, inoltre, la possibilità di esordire nel WorldTour, disputando il Tour de Pologne con la maglia della nazionale: nella corsa di casa riuscì anche a mettersi in luce nella terza tappa con una lunga fuga.

L’anno scorso Marcin Budziński ha fatto un notevole salto di qualità: ha centrato ben diciannove top ten UCI, ma non è mai riuscito a vincere. Si è dovuto accontentare del secondo posto in ben tre occasioni e, in un caso, ha subito una beffa clamorosa: nella seconda tappa del Tour d’Eure-et-Loir, infatti, dopo essere stato da solo al comando negli ultimi 6 km, è stato ripreso a soli 200 metri dall’arrivo dal solo Samuel Leroux, che lo ha saltato, andando a vincere. Anche al campionato nazionale è stato grande protagonista, ma ha dovuto arrendersi al maggiore spunto veloce dei due compagni di fuga. Convocato nuovamente per il Tour de Pologne, ha saputo mettersi in mostra anche contro gli squadroni WorldTour, chiudendo al decimo posto la quinta tappa.

A breve Marcin Budziński dovrebbe rimettere un numero sulla schiena, anche se non è ancora chiaro in quale corsa: la Mazowsze Serce Polski disputerà la Belgrade Banjaluka e il Presidential Cycling Tour of Türkiye e dovrà scegliere come dividere i propri corridori.

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