È un selvaggio Ouest, ma Wout lo doma lo stesso
Van Aert vince una Bretagne Classic durissima e spettacolare battendo in volata Laurance e Kamp; quarto De Lie, quinto Fiorelli. Italiani protagonisti grazie alle azioni di Zoccarato Piccolo e Trentin
Terminato il Tour de France, nella testa di Wout van Aert passa solo una cosa: il campionato mondiale su strada di Wollongong, 25 settembre. Per prepararsi in maniera ottimale ha deciso di saltare la cronometro e ha inserito nel calendario quattro corse di un giorno (Amburgo secondo, Plouay primo, Québec e Montréal da disputarsi a settembre) che dovrebbero garantirgli sufficiente freschezza e brillantezza per prendersi quell'iride che tanto ha accarezzato nelle scorse edizioni, sfiorandolo solamente. Il poker di classiche in questione non rappresenta un traguardo primario per Wout, ma il belga è uno che se si presenta ai nastri di partenza di una corsa lo fa per vincere, sempre, e oggi non è stata l'eccezione. Rimasto solo dopo aver fatto lavorare la squadra per controllare la fuga si è dovuto impegnare in vari attacchi per ricucire su tutti i drappelli che si erano formati nel frattempo, dando sempre la sensazione di essere piuttosto imballato, non del tutto rodato per produrre così tanti cambi di ritmo di seguito. Eppure, nonostante tutto, nel finale ne ha avuta più degli altri. Al di là del successo, questo fatto è sicuramente il più importante per lui, qualcosa che darà ulteriore fiducia a WVA nelle prossime settimane e che gli garantisce di star lavorando molto bene.
Nel giorno dei Mondiali di MTB, della nona frazione della Vuelta e della chiusura del Giro di Germania e del Tour de l'Avenir, nel calendario ciclistico c'è spazio anche per la Bretagne Classic-Ouest France, nota ai più come GP di Plouay, un'antica classica World Tour tra le più importanti dell'anno. Il percorso, 254.8 chilometri da Plouay a Plouay pieni di strappetti e côte, arride ai corridori veloci dotati di grande resistenza e abilità. L'identikit corrisponde ad atleti come Wout van Aert (Jumbo Visma), Michael Matthews (BikeExchange-Jayco) e Biniam Girmay (Intermarché-Wanty-Gobert), i tre principali favoriti oltre alla mina vagante Tadej Pogacar (UAE Team Emirates).
Non c'è grande lotta per entrare nella fuga di giornata, il primo tentativo è subito quello buono. Si uniscono all'attacco Luke Rowe (Ineos Grenadiers), Pierre Rolland (B&B Hotels-KTM), Chris Hamilton (Team DSM), Yevgeniy Gidich (Astana Qazaqstan), Johan Meens (Bingoal Pauwels Suaces WB) e Martin Urianstad (UNO-X Pro Cycling Team). Per loro vantaggio massimo di quattro minuti toccato a 210 km dal traguardo, in gruppo tira esclusivamente la Jumbo e nessun'altra compagine collabora nell'inseguimento nella speranza di togliere energie importanti al cast di supporto di WVA. È compito di David Dekker e Koen Bouwman mantenere un ritmo alto e regolare per oltre 150 km con tutto il plotone a traino.
Ai -100 cambiano un po' gli equilibri poiché sia Bouwman che Dekker hanno terminato le forze e ci si sta avvicinando alle prime côte molto dure. Tutte le squadre principali prendono posto in testa al plotone e recuperano, pur non intenzionalmente, 1' ai fuggitivi con la sola lotta per le posizioni. Samuele Zoccarato (Bardiani CSF-Faizanè) parte tutto solo ai -77 anticipando le mosse dei migliori e mettendosi all'inseguimento dei battistrada. Cinque chilometri più tardi una caduta nella prima metà del gruppo coinvolge Girmay e Matthews, ma fortunatamente non risulta grave come quella di Amburgo, né tantomeno decisiva allo stesso modo. Altro capitombolo ai -68, stavolta in discesa e più violento del precedente.
Ai -66 si accende la corsa grazie allo scatto di Aurélien Paret-Peintre (AG2R Citroën Team), seguito da Kevin Geniets (Groupama-FDJ), Jan Tratnik (Bahrain-Victorious), Andrea Piccolo (EF Education-EasyPost), Rui Oliveira (UAE) e tardivamente da Zdenek Stybar (Quick-Step Alpha Vinyl Team). Dietro i big rimangono sorpresi ma nessuna compagine riesce ad organizzare un treno ordinato per ricucire e così ripartono rapidamente gli allunghi, con gli stessi Van Aert, Pogacar, Matteo Trentin (UAE) e Peter Sagan (TotalEnergies) a provarci. La situazione a 58 km dalla fine è la seguente: il sestetto di attaccanti della prima ora ha 1'15" su Paret-Peintre, Geniets, Tratnik, Piccolo, Oliveira e Zoccarato (nel frattempo raggiunto dai contrattaccanti) mentre il gruppo dista 1'40" ma continua a non trovare pace a causa dell'assenza di una compagine che metta ordine e chiuda sui vari tentativi. Poco più tardi infatti ripartono da dietro Trentin, Pavel Bittner (DSM), Krists Neilands (Israel-Premier Tech), Davide Ballerini (Quick-Step) e Markus Hoelgaard (Trek-Segafredo , che ai -53 si uniscono al contrattacco dei sei, distanti solamente 30" dalla testa della corsa e con un margine di quasi un minuto sul resto del plotone.
Un problema dello sfortunatissimo Ballerini, ripreso dal gruppo, costringe la Quick-Step a tirare per rincorrere gli ormai dieci inseguitori. Il Wolfpack viene coadiuvato in testa dalla Jumbo nella persona di Pascal Eenkhoorn: anche Van Aert non ha uomini davanti, ergo deve chiudere al più presto. G1 e G2 si ricompattano appena dopo i -50 rendendo ancor più arduo il compito di Jumbo e Quick-Step contro ben sedici battistrada. La situazione rimane stabile per una ventina di chilometri, il plotone guidato da Tim Declercq (Quick-Step) ed Eenkhoorn rimane a 40" circa dagli attaccanti mantenendo aperta ogni possibile soluzione tattica. Ai -30 si muovono i big: Mauro Schmid (Quick-Step) si porta dietro una ventina di atleti tra cui Van Aert, Girmay e Arnaud Démare (Groupama), ma la collaborazione non è ottimale. Sulla Bosse de Marta Tratnik attacca provocando la reazione di Trentin e Piccolo, i quali però non ce la fanno a reggere il ritmo dello sloveno e attendono gli altri compagni d'avventura. Dietro intanto, non inquadrato da una regia alquanto rivedibile, Van Aert stacca tutti e si riavvicina ai più diretti inseguitori di Tratnik.
Il belga necessita di rifiatare e la mancata collaborazione di Rolland gli costa il rientro. Il resto del plotone torna sulle ruote del favorito poco dopo; l'affare si ingrossa per Tratnik e per i suoi sette inseguitori Oliveira, Trentin, Zoccarato, Hoelgaard, Neilands, Piccolo e Paret-Peintre. Ai -20, sull'ultima côte del tratto in linea, Piccolo stacca tutti gli altri e s'invola verso Tratnik, mentre Van Aert attacca nuovamente seguito da Alex Aranburu (Movistar). Benjamin Thomas (Cofidis), fuoriuscito dal plotone in precedenza, aggancia il drappello di Hoelgaard, nel frattempo Zoccarato si unisce a Tratnik e Piccolo in testa alla corsa.
Ricapitolando, al passaggio sulla linea d'arrivo, cioè ai -11.7: davanti a tutti Piccolo, Zoccarato e Tratnik, a 15" il solo Trentin, a 20" Thomas, Hoelgaard, Paret-Peintre, Neilands e Oliveira e a 30" il gruppo tirato da Intermarché e Groupama (l'azione di Van Aert e Aranburu si è spenta ben presto).
Victor Campenaerts (Lotto Soudal) si assume la responsabilità di tirare il plotone per i compagni Arnaud De Lie, Jasper De Buyst e Philippe Gilbert nei primi chilometri del circuito, riprendendo Trentin e il G3, poi sulla Bosse de Rostervel (1.5 km al 4.5%) Pierre Latour (Total) e Ion Izagirre (Cofidis) rimettono in equilibrio la corsa grazie ad un'accelerata che riavvicina tutti al trio di testa. Li seguono subito Aranburu e Van Aert, poi il belga è costretto a rilanciare in un paio d'occasioni per mantenere a vista Piccolo, Zoccarato e la locomotiva Tratnik. Anche Valentin Madouas (Groupama) tenta fortuna in questa circostanza, ma Wout è ovunque e stoppa chiunque. Oliver Naesen (AG2R) di soppiatto guadagna qualche metro insieme a De Buyst, Aranburu e Alexander Kamp (Trek), purtroppo per loro però Girmay non se li lascia sfuggire e mette alla frusta la squadra prima della Bosse du Lezot (900 metri al 5.3%). Qui Jan inscena un altro show levandosi di ruota i due italiani, prima Zoccarato e poi Piccolo, ma altrettanto fa dietro Van Aert, le cui energie sembrano illimitate: segue l'allungo del dorsale numero uno Benoît Cosnefroy (AG2R) e poi spinge a tutta mettendo nel mirino Tratnik, dando fondo, si pensa, alle ultime forze rimaste. Il buco lo chiude in cima alla Bosse du Lezot Madouas, portandosi appresso Naesen e ovviamente lo stesso Van Aert. Il gruppo tentenna un po', ma poi riprende il quartetto di testa grazie al lavoro di Mikkel Honoré (Quick-Step). Ai -4 praticamente tutto da rifare, il plotoncino (circa una ventina di corridori) è compatto...
Sull'ultima asperità, la Bosse de Kerscoulic (225 metri al 8.9%), i due highlander di giornata, Tratnik e Van Aert, si impegnano nell'attacco numero mille di giornata ma guadagnano un bottino di pochi metri nei confronti del solito Honoré (con a ruota tutti gli altri). Ai -2.5 il danese rientra: ancora nessuno è riuscito a evadere in modo vincente dal drappello di sopravvissuti alle varie côte. Izagirre tenta l'infilata a poco più di duemila metri dal traguardo ma alla sua ruota, guarda un po' che sorpresa, c'è Van Aert e di conseguenza anche tutti gli altri venti. Cosnefroy prova la fagianata con il classico scatto del morto ma è appunto un allungo destinato a fallire anche perché (serve dirlo?) sulla sua ruota balza proprio WVA.
Il francese, perso per perso, prosegue col suo passo sperando di favorire in qualche modo il compagno Naesen e tira il gruppetto fino ai -500. Lì entra in scena il trenino Lotto con Gilbert che consegna De Lie al fidatissimo ultimo uomo De Busyt. Jasper tira lo sprint al talentuosissimo compagno e Arnaud lancia la volata intorno ai -200 venendo immediatamente affiancato e poi sorpassato da Van Aert, che dopo aver disperso energie ovunque ha comunque in canna il colpo della vittoria: chapeau.
Alle sue spalle due sorprese, il francese Axel Laurance della B&B Hotels e il campione danese Alexander Kamp. De Lie è quarto, ma per un classe 2002 resistere su un percorso così ad un andamento del genere è già una grossissima vittoria. Quinto Filippo Fiorelli (Bardiani), migliore italiano in una giornata dove gli azzurri si sono difesi più che bene. Sesta piazza per Girmay, giunto un po' scarico al rettilineo finale nonostante avesse dosato meglio di chiunque le energie da spendere in precedenza. Naesen coglie un buon settimo posto finale, ma soprattutto si fa rivedere protagonista in una corsa di un certo prestigio, precedendo un combattivo Ben Thomas ed un ottimo Toms Skujins (Trek). La top ten si chiude con il decimo posto di Andrea Piccolo, ancora in grado di sprintare dopo essere stato in avanscoperta per ben sessanta chilometri. Altri piazzamenti da segnalare il quattordicesimo posto di Tratnik, MVP di giornata con Wout, e quelli attorno alla venticinquesima piazza di Marco Tizza (Bingoal, 24esimo), Cristian Scaroni (Astana, 25esimo), Diego Ulissi (UAE, 26esimo) e della delusione di giornata Michael Matthews (27esimo). Tadej Pogacar chiude 89esimo a oltre tre minuti in compagnia di Trentin, continua la parabola negativa di Peter Sagan, 106esimo a 6'30" dal vincitore.