AA cercasi. Astana in crescita, Aru chissà
La squadra cresce attorno al sardo, ma la prestazione odierna è più che deludente. Défaillance temporanea?
Le indicazioni degli ultimi giorni vedevano un Fabio Aru in discreta condizione ma non supportato da una squadra all'altezza. Con Vincenzo Nibali intento a trovare condizione e fiducia per Rio (e magari un successo di tappa) e con i vari gregari ancora non del tutto convincenti, il sardo era riuscito nelle prime tappe mosse (Cherbourg e Le Lioran) a ben piazzarsi, per poi destreggiarsi bene anche nelle prime tappe pirenaiche con l'aiuto del solo Jakob Fuglsang. Nella seconda tappa il giovane scalatore ha resistito bene alle spalle di Sagan e degli altri uomini da classiche, arrivando sedicesimo a pari tempo con il vincitore di tappa. Nella tappa disputatasi sul Massiccio Centrale stesso andamento, con Aru diciottesimo nel gruppo Froome-Quintana. Tra Aspin, Tourmalet e Peyresourde nella due giorni dedicata ai Pirenei dal lato francese, il sardo ha risposto sempre presente alle accelerazioni dei rivali, perdendo soltanto qualche metro inizialmente ma rientrando in progressione come ci aveva abituato nelle precedenti stagioni. Intanto oltre a Fuglsang non abbiamo avuto l'occasione di notare nessun suo compagno in seno al team Astana nel primo gruppo quando entravano in scena gli uomini di classifica. Ma come già detto, nonostante questa situazione Aru era sempre presente, rimanendo decisamente nei primi dieci a soli 23 secondi dalla maglia gialla.
Oggi tutti i gregari al loro posto
Oggi ad Andorra era prevista quindi una buona prestazione di Aru, aiutato anche dal favorevole tracciato con una salita finale dura ma non impossibile preceduta da altre vette atte a "stancare" gli scattisti da ultimo chilometro (per intenderci alla Rodríguez o Dan Martin). Nei primi chilometri si erano presentati poi per i tifosi italiani e kazaki altri segnali positivi: Luis León Sánchez e Diego Rosa hanno indovinato la fuga giusta, con soprattutto quest'ultimo che ha mostrato di potersi anche giocare la tappa nel caso (poi avveratosi) di grande vantaggio ceduto ai battistrada dal gruppo. Intanto al solito Fuglsang si aggiungeva nel gruppo un Tanel Kangert in discreta condizione,mentre la faccia di Vincenzo Nibali sembrava molto più rilassata rispetto a quella dei giorni precedenti. Tutto ciò esaltava i tifosi del sardo, al punto da far presagire una frazione ad altissimo livello e magari un intero Tour da disputarsi come favorito alla pari dei due grandissimi favoriti Froome e Quintana.
Aru giornata storta, Nibali lo scorta
E invece lo scenario del tappone odierno disputatosi tra Spagna ed Andorra è stato ben diverso: quando i vari Froome, Martin, Porte e Quintana iniziavano a scattare, il sardo ha iniziato ad accusare la fatica. Brutti segnali arrivavano da Nibali, che continuava a voltarsi verso il fondo del gruppo, dove arrancava il suo capitano. Uno Squalo finalmente al livello dei migliori ha quindi svolto il compito del giorno, accompagnando Aru nella grandine fin sul traguardo, molto distante da quelli che dovevano essere i suoi rivali diretti. A fine tappa però possiamo resettare tutto e concludere esaminando i lati positivi della vicenda: in una giornata di crisi Aru ha perso esattamente un minuto dai primi, posizionandosi al tredicesimo posto nella generale ad 1'23" da Froome in giallo. Inoltre il giorno di crisi è arrivato nel momento migliore, alla vigilia del riposo, con la possibilità quindi di recuperare a pieno. Poi ricordiamo che Aru ha spesso reagito con vigore alle giornate di crisi (che nelle corse a tappe possono colpire chiunque in qualunque momento), e ci attendiamo quindi buone prestazioni del sardo nelle prossime settimane. Infine possiamo con piacere constatare che il team Astana è in crescita di condizione, con due elementi fondamentali come Nibali e Rosa in ripresa nella frazione odierna. In un Tour senza Contador e con Froome e Quintana non devastanti, si potrebbe quindi esser competitivi anche dopo un giorno di crisi, a patto si tratti di un fenomeno solo passeggero.