Le squadre 2019: Trek-Segafredo
Porte nuovo leader per le corse a tappe, Ciccone e Moschetti rimpolpano la pattuglia italiana. Tanti nomi buoni per le gare sul pavé
Il primo anno del post Contador non è stato semplice per la Trek-Segafredo, soprattutto nelle corse a tappe. Tuttavia la compagine statunitense ha raccolto risultati interessanti nelle gare in linea; per proseguire su questo trend la dirigenza guidata da Luca Guercilena ha confermato nomi quali Degenkolb, Mollema, il sempre più convincente Stuyven e il giovane Pedersen. A loro si sono aggiunte alcune promesse per il futuro e un capitano per l'immediato come Porte, ancora alla ricerca di quel risultato di prestigio per coronare una carriera più che onesta.
ROSA
Fumiyuki Beppu (Jap, 1983), Julien Bernard (Fra, 1992), Gianluca Brambilla (Ita, 1987), Giulio Ciccone (Ita, 1994), William Clarke (Aus, 1985), Nicola Conci (Ita, 1997), Koen De Kort (Ned, 1982), John Degenkolb (Ger, 1989), Niklas Eg (Den, 1995), Fabio Felline (Ita, 1990), Alex Frame (Nzl, 1993), Michael Gogl (Aut, 1993), Markel Irizar (Spa, 1980), Alex Kirsch (Lux, 1992), Bauke Mollema (Ned, 1986), Matteo Moschetti (Ita, 1996), Ryan Mullen (Irl, 1994), Jarlinson Pantano (Col, 1988), Mads Pedersen (Den, 1995), Richie Porte (Aus, 1985), Kiel Reijnen (Usa, 1986), Toms Skujins (Lat, 1991), Peter Stetina (Usa, 1987), Jasper Stuyven (Bel, 1992), Edward Theuns (Bel, 1991)
L'ANALISI
CORSE A TAPPE: Gli anni passano (a fine mese saranno 34) ma Richie Porte ha sempre quel chiodo fisso in testa: l'australiano fortissimamente vuole vincere il Tour de France, o quantomeno salirci sul podio, per dimostrare di non essere stato un buon corridore e nulla più. Nelle corse di una settimana l'ex BMC rimane un big assoluto nonostante l'età non più verdissima, ma ovviamente è per vederlo ben figurare sulle tre settimane che il team statunitense lo ha ingaggiato. Come seconda pedina rimane Bauke Mollema: il neerlandese guiderà la squadra al Giro d'Italia per poi trasformarsi in gregario di lusso alla Grande Boucle, oltre che destreggiarsi in qualche prova più breve. Dovrebbe bissare i due grandi giri anche Jarlinson Pantano, sempre in versione aiutante per le salite, lui che nel 2018 ha reso meno del previsto. Al momento appare più prove di una settimana, pur essendo ancora carente nelle prove contro il tempo, Giulio Ciccone, alla prima occasione nel massimo circuito. Dopo un anno di apprendistato Nicola Conci e Niklas Eg sono chiamati a salire di colpi e rendimento; ruolo diverso, invece, per Julien Bernard e Peter Stetina, capace in extremis di strappare la riconferma, si disimpegneranno esclusivamente a supporto degli altri.
VOLATE: Poco poco, piano piano, come direbbe un frequentatore della notte, ma John Degenkolb sta risalendo costantemente la china. Non è ancora quel corridore esplosivo visto prima dell'incidente del gennaio 2016 ma il tedesco è tornato a battagliare con i migliori della disciplina. Non a vincere, certo, ma dopo quanto è accaduto ci si può accontentare. Lasciato libero il fedelissimo Nizzolo, nella compagine statunitense è stato scelto un altro lombardo come sostituto: dopo il 2017 scintillante Matteo Moschetti passa al professionismo sotto le luci della ribalta, lui che in qualche occasione è già riuscito a superare colleghi ben più esperti e smaliziati. Vederlo vincere in un paio di occasioni sarebbe sicuramente un buon inizio. Se il veterano Koen De Kort è l'irrinunciabile apripista e tuttofare di Degenkolb, il neozelandese Alex Frame è chiamato a salire di colpi dopo un non semplice adattamento con le prove World Tour. Nelle prove di secondo/terzo piano avrà qualche occasione per mettersi in luce anche il capelluto Kiel Reijnen.
PAVÉ: Il settore più ricco e profondo, sia numericamente che qualitativamente, è proprio questo. Il 2018 è stato l'anno di lancio nell'élite della specialità per Jasper Stuyven, capace di chiudere sempre tra i 10 le grandi classiche del pavé a cui ha preso parte. Per il 2019 l'obiettivo è di fare un ulteriore passo in avanti come il podio in una monumento o, perché no, tornare ad imporsi, come seppe fare a sorpresa nel 2016 a Kuurne. Dopo una stagione complicata alla Sunweb, torna all'ovile anche Edward Theuns: dotato di uno spunto veloce niente male, il belga non sarà un semplice gregario votato alla causa. E che dire di uno che alla prima Ronde van Vlaanderen disputata sale sul secondo gradino del podio? Mads Pedersen è un enfant prodige i cui limiti ancora non si conoscono e, quando è all'attacco, è un osso duro da andare a riassorbire. A questo trio si aggiunge, ovviamente, anche Degenkolb, uno che ha una Roubaix in bacheca e che nello scorso luglio ha vinto la tappa del pavé al Tour. Come supporto a questa sfilza di nomi nobili è stato ingaggiato Alex Kirsch, altissimo lussemburghese che sulle pietre dà il meglio di sé. Una squadra siffatta è pericolosa per tutti - e Cancellara avrebbe fatto carte false per avere un simile talento ai suoi lati.
CLASSICHE: Il più adatto alle prove di un giorno è sicuramente Mollema, capace sia di piazzarsi che di vincere quando il terreno è ondulato. Il 2019 sarà un anno fondamentale per Fabio Felline: in scadenza di contratto, il piemontese avrà un ruolo da quasi leader nelle classiche delle Ardenne, suo obiettivo stagionale al pari del Giro d'Italia. Il discorso si può estendere anche a Gianluca Brambilla: oltre alle corse a tappe dove avrà ancora un ruolo, il veneto può avvantaggiarsi della minor concentrazione di colleghi nelle prove di un giorno per mettere in mostra le sue doti di resistenza alla distanza. Una delle rivelazioni della passata annata è sicuramente Toms Skujins: il successo alla Tre Valli Varesine è stato solamente la ciliegina di una stagione da applausi. Anche il lettone, ora, dovrà essere capace di effettuare un ulteriore salto di qualità ora che ha acquisito la giusta esperienza a certi livelli. Deve ritrovarsi, infine, Michael Gogl, reduce da un 2018 sottotraccia ma in possesso di buoni numeri.