Balsamo-Guazzini, è di bronzo la Madison europea
A Grenchen 2023 la coppia azzurra parte bene, poi soffre un po', si riprende, si complica la vita ma alla fine centra il podio. Quarto posto di uno splendido Mattia Predomo nel Keirin dominato da Lavreysen
Elisa Balsamo e Vittoria Guazzini hanno conquistato la sesta medaglia per l'Italia ai Campionati Europei di Grenchen, ed è un bronzo nella Madison. La coppia azzurra è partita forte vincendo due dei primi tre sprint, me in tre dei primi cinque è arrivata quinta, ovvero appena ai margini della zona punti, mentre le britanniche Katie Archibald-Elinor Barker facevano la voce grossa cominciando a esercitare un dominio che non sarebbe più venuto meno.
Intanto anche le francesi Victoire Berteau-Clara Copponi salivano di colpi, facendo punti con regolarità nella parte centrale della prova e superando le azzurre all'altezza del sesto dei 12 sprint: a metà gara avevamo Gran Bretagna a 15, Francia a 12 e Italia a 10. Più indietro le danesi Amalie Dideriksen-Julie Leth e le iridate belghe Shari Bossuyt-Lotte Kopecky aspettavano l'occasione per mettere il naso fuori, magari per una caccia fruttuosa. Ma con Katie Archibald in giro era arduo per chiunque pensare a possibili evasioni. Le sorelle polacche Daria e Wiktoria Pikulik facevano invece qualche punticino quando possibile, provando pure loro a inserirsi nel discorso medaglie.
L'Italia è riemersa bene a cavallo dell'ottavo sprint, arrivando seconda dietro alla coppia belga e poi provando con essa una caccia a cui si è accodata pure la coppia olandese (Marit Raaijmakers-Maike van der Duin). Ma ancora una volta la GBR, col supporto di Francia e Polonia, ha ricucito. Ai -33 è partita la Danimarca, e di nuovo la Gran Bretagna ha chiuso, ma sullo slancio dello sprint (vinto dalle scandinave e da cui l'Italia è rimasta fuori) le due coppie citate, più Francia e Belgio, andate a punti nell'occasione, hanno allungato.
Momento critico per Balsamo-Guazzini, costrette a inseguire per diversi giri, poi brave a chiudere ma di nuovo ritrovatesi con un altro gruppetto (sempre con Gran Bretagna, Francia e Belgio di mezzo) a riallungare. Dopo 10 sprint Archibald-Barker erano più o meno irraggiungibili a quota 28, la Francia a 20 era tranquilla, l'Italia a 14 doveva ben guardarsi le spalle da Danimarca (14), Belgio (13) e Polonia (10). Ci voleva un break, e a operarlo è stata Vittoria, che con un volatone s'è portata avanti a preparare lo sprint numero 11, stavolta finalizzato ottimamente da Elisa: una vittoria fondamentale per difendere il podio, tantopiù che comunque Belgio e Danimarca continuavano a far punti.
Ci si è presentati all'ultimo sprint - con punti doppi - con Gran Bretagna a 28, Francia a 23, Italia a 19, Danimarca a 14 e Belgio a 13. La Germania (Franziska Brausse-Lena Charlotte Reissner) si è buttata all'attacco per vincere l'ultima volata, poi ai -4 è partita pure la Danimarca, ma senza fare il vuoto. Intanto le tedesche erano ancora avanti. A questo punto l'Italia doveva curarsi che danesi o belghe non arrivassero seconde (guadagnando così 6 punti che avrebbero loro permesso il sorpasso), ma Balsamo e Guazzini si sono clamorosamente complicate la vita, lisciando in pieno l'ultimo cambio a un giro alla conclusione e ritrovandosi così fuori dalla possibilità di far la volata.
Ma le stelle oggi erano con le ragazze di Villa. Le danesi erano già implose di per sé; Archibald, cannibalesca, era uscita ad andare a riprendere le tedesche che stavano rinculando, missione compiuta e vittoria anche dell'ultimo sprint da parte britannica; ma c'era anche il Belgio in spinta, solo che Kopecky non ha fatto in tempo a superare l'avversaria e si è quindi fermata al terzo posto: bronzo azzurro salvo per due punti.
La classifica finale: Gran Bretagna 38, Francia 25, Italia 19, Belgio 17, Danimarca 14, Polonia 10. Nessuna coppia è riuscita a prendere il giro.
Subito dopo la Madison si sono svolte le finali del Keirin. In quella femminile la tedesca Emma Hinze è partita lunga ma la connazionale Lea Sophie Friedrich l'ha rimontata trainandosi in scia pure la britannica Emma Funicane, che ha preso l'argento. La francese Mathilde Gros aveva provato l'anticipo già al penultimo giro ma è finita sesta, alle spalle anche dell'olandese Steffie van der Peet e della belga Nicky Degrendele. Nella finale per il 7°-12° posto le azzurre Miriam Vece e Giada Capobianchi si sono piazzate in fondo, 11esima e 12esima. Ma era importante già essere lì.
Quanto all'esserci, che dire di Mattia Predomo che a 18 anni ha centrato la prima finalissima in un Europeo élite? Nella prova maschile il bolzanino doveva solo fare esperienza, si è ritrovato in mezzo a una lotta accesa in cui per esempio il francese Tom Derache a un certo punto ha deviato dalla propria traiettoria rischiando di buttar giù l'olandese Jeffrey Hoogland (e sarebbe poi stato declassato per questo motivo), e in cui a un giro e mezzo dalla fine Harrie Lavreysen ha messo quella marcia in più che ben gli conosciamo e che gli ha consentito di vincere l'ennesimo titolo di una carriera fulgida.
Ma il finale di gara di Predomo è stato più che mai promettente: in rimonta, dopo essere rimasto ai margini nei due giri precedenti, il giovane azzurro è risalito per quanto ha potuto, chiudendo con un quinto posto che sarebbe poi diventato quarto dopo il declassamento di Derache. Lavreysen ha preceduto il polacco Patryk Rajkowski, Hoogland, Predomo e il ceco Martin Cechman. Per Mattia non una medaglia mancata, ma una finale splendidamente onorata.