Van Aert stratosferico, con Van der Poel è 1 a 1 palla al centro
In uno splendido scenario serale a Mol Wout s'impone d'autorità su Mathieu: negli scontri diretti ora sono pari. Buon terzo posto per l'iridato Pidcock. Al femminile dominio di Shirin van Anrooij
Le festività natalizie non sono tecnicamente ancora iniziate, ma per il ciclocross è già tempo di darci dentro con la prima delle mille mila prove in programma in questo periodo della stagione che si concluderà con la frazione di Coppa del Mondo a Zonhoven l'8 gennaio. Lo Zilvermeercross di Mol, quinta tappa dell'Exact Cross, apre il sipario sulla maratona di corse natalizie e offre subito la tanto attesa sfida a tre (anche se ad essere onesti dovremmo definirla a due: Mathieu e Wout sono la storia del cross, troppo superiori per essere paragonati al pur fenomenale campione del mondo Tom Pidcock) in un affascinante palcoscenico piovoso in riva al lago e ovviamente caratterizzato dalla sabbia, superficie che contraddistingue da sempre questa gara che, nonostante non abbia mai fatto parte di nessuna delle tre challenge principali ha sempre potuto offrire una startlist di primissimo piano.
Oggi al via, per ciò che concerne gli uomini, Mathieu van der Poel, Wout van Aert e Tom Pidcock, sfidati dal capoclassifica di CDM Laurens Sweeck sulla sua superficie preferita, ma c'è spazio anche il ritorno di Quinten Hermans che rientra dopo la pausa post Europeo di Namur. Il quintetto succitato prende le redini della corsa già nel secondo giro, dopo aver concesso nella prima tornata qualche istante di gloria al buon Corné van Kessel, prossimo al trasferimento in Deschacht, e ai due giovincelli Thibau Nys e Witse Meeussen. I protagonisti di giornata si alternano per qualche minuto a condurre la corsa e si scambiano varie stilettate, senza che nessuno si tiri indietro; anche Sweeck, inizialmente un po' guardingo, prova a forzare il passo nel terzo round e sulla sabbia fa male anche a WVA e MVDP.
I due, tuttavia, seguendo da vicino le mosse di Hermans nella tornata seguente si avvantaggiano sui temibili (fino a un certo punto…) Pidcock e Sweeck e in chiusura del quarto giro, sotto l'impulso di Van Aert, staccano anche il rientrante portacolori della Tormans (ancora per poco dato che tra poco più di una settimana si trasferirà in casa Van der Poel). Il tanto atteso duello trova concretezza nei round numero cinque e sei, in cui prima Mathieu e poi Wout mettono alle strette l'avversario con alterne fortune, senza però mai riuscire ad affondare seriamente il colpo. Ciò che traspare da questa fase però è l'abbastanza sorprendente superiorità di Van Aert nel segmento tecnico del bosco zeppo di ripide rampette ed ovviamente nel tratto a piedi sulla sabbia, fondamentale nel quale è almeno un paio di gradini superiore alla concorrenza. Mathieu dal canto suo può far valere la miglior tecnica sulla sabbia, ritrovando il feeling dopo la non buona esperienza di Anversa, gara nella quale non aveva mai convinto sulle dune sabbiose ma aveva fatto il vuoto sull'erba.
La resa dei conti si consuma nel settimo e terzultimo giro. Mathieu lo approccia in testa ma Wout indovina il momento del sorpasso e si porta in testa proprio prima delle colline nel bosco. Qui prende qualche metro a Van der Poel e nella successiva duna sabbiosa, affrontata interamente in bici, lo stacca, facendo poi lievitare il gap a piedi. Al transito sulla linea del traguardo Van Aert vanta già oltre 10" di vantaggio sul rivale e nelle due tornate seguenti il campione belga continua ad aumentare il margine grazie ad una potenza unica sui rettilinei ma anche ad una pulizia tecnica che raramente ha sfoggiato in precedenza. MVDP, al contrario, appare molto dimesso, quasi incapace di sprigionare sui pedali tutta la potenza di cui dispone; se ambisce a duellare con questo WVA è necessario che torni il miglior Mathieu possibile, altrimenti le prossime settimane risulteranno assai monotone. Alla fine Van Aert trionfa con 54" su Van der Poel, 1'18" su un ottimo Pidcock, terzo, e 1'34" su Sweeck che precede in volata Hermans; per Quentin un buon rientro che infonde fiducia in vista delle prossime prove. Sprint anche per la sesta piazza, con Nys che batte Van Kessel. Altro garone di Gerben Kuypers che chiude ottavo, la speranza è che il ragazzo trovi ben presto un posto nel professionismo. Chiudono la top ten Timo Kielich, all'esordio stagionale e subito ben piazzato, e il costante Meeussen.
La gara femminile
Assenti Van Empel (per lei la botta di Vermiglio non si è tradotta in infortuni gravi, fortunatamente), Pieterse, Alvarado, Betsema e Vas, lo Zilvermeercross vede il tanto atteso ritorno in campo di Annemarie Worst, out da Namur a causa di un'infiammazione al ginocchio, e quelli di Lucinda Brand e Shirin van Anrooij, di ritorno dal tradizionale training camp spagnolo della Baloise. Per l'ex iridata i dubbi sono tutti legati al problema alla mano che si è trascinata da Tabor e che l'ha costretta a rinunciare alla tappa irlandese di Dublino. In avvio Lucinda prova a dissolvere gli interrogativi allungando in solitaria ma tra qualche imprecisione tecnica e soprattutto la grande progressione di Van Anrooij e Worst deve ben presto mettersi l'animo in pace e puntare non più sul successo ma sul podio.
Shirin trova sotto le proprie ruote il terreno ideale per far impazzire Worst: ogni curva sembra disegnata apposta per permettere alla giovane promessa (e non solo promessa a questo punto) del ciclismo olandese di staccare l'avversaria e come se non bastasse nella sabbia è per distacco la migliore del lotto. Già nel secondo giro Van Anrooij si disfa della scomoda presenza di Annemarie e si avvia in solitaria verso una vittoria tanto scontata quanto prepotente, ottenuta di pura forza ma anche con un'abilità tecnica sublime. Alle sue spalle si consuma il duello fra le esperte Brand e Worst, con la prima che alla lunga l'ha vinta, dimostrando di essere in crescita rispetto ad un mese fa, seppur non ancora al livello che le consentirebbe di giocarsi i primi posti con le più giovani connazionali. La top ten finale recita: prima Van Anrooij in , seconda la compagna Brand a 48“, chiude il podio Worst a 1'11”. Ottima la quarta posizione finale di un'arrembante Zoe Backstedt, la quale conclude a 1'20“ difendendosi fino alla fine dal ritorno di Aniek van Alphen, quinta a 1'30”. Il sesto posto è appannaggio di Yara Kastelijn, il settimo della solita Laura Verdonschot, che potremmo definire una “sabbista” pura, e l'ottavo della riconfermatasi campionessa americana Clara Honsinger, autrice di una rimonta che fa ben sperare in vista delle prossime gare, soprattutto quella dura e probabilmente fangosa di Gavere. Chiudono la top ten Leonie Bentveld e Anna Kay, rispettivamente nona e decima, mentre Lauren Molengraaf, juniores, è undicesima.