Remco Evenepoel, un fragile carattere di ferro
Splendida cavalcata del belga che si commuove dopo l'arrivo della 14° tappa della Vuelta a España. Secondo Bardet, terzo a distanza siderale Van Eetvelt. Giornata tranquilla per il trio Jumbo, sempre Kuss in maglia rossa.
Si è sciolto in lacrime dopo il traguardo, come gli era già successo svariate volte in passato. Remco è un corridore sentimentale e quando certe vittorie per lui hanno un peso specifico elevato lo si capisce dal suo atteggiamento all'arrivo. La sua determinazione in queste occasioni spezza qualunque resistenza esterna e oggi lo si è potuto osservare ancora una volta; la batosta di ieri gli è risultata pesantissima, ma la voglia di riprendersi nella frazione odierna ha alimentato la sua cavalcata in compagnia del solo Bardet, fedele alleato (un po' al traino) per oltre metà della tappa. Quando fallisce i propri obiettivi soffre moltissimo, la rivalsa successiva è da insegnare come uno dei valori fondanti dello sport e del ciclismo.
Evenepoel ha aperto il gas già in pianura, ha proseguito in salita, poi in discesa, poi nuovamente all'insù e così via. Senza mai fermarsi, Perché aveva deciso così e quando la testa decide qualcosa lui esegue, anche perché ha delle doti di fondo che sono rare, forse uniche, all'interno del gruppo. Riprendersi in ventiquattr'ore dopo il crollo sull'Aubisque era tutt'altro che scontato, ma la vittoria odierna conferma che quella di ieri è stata “solamente” una giornata storta e che problemi di sorta per il belga non ce ne sono (alla faccia di chi già andava a ricamare sul ritiro per Covid al Giro in maggio). Da adesso a Madrid rimangono altre sette tappe e Remco ne può vincere potenzialmente cinque. Sarò praticamente impossibile farlo, ma da uno col suo carattere ci si può aspettare di tutto, perché la forza di volontà e la grinta che possiede Evenepoel ce l'hanno in pochi altri nel mondo dello sport.
La cronaca della quattordicesima tappa della Vuelta a España 2023
Jumbo-Visma contro tutti, tutti contro la Jumbo-Visma. Non può che essere questa la realtà della quattordicesima tappa della Vuelta a España 2023 da Sauveterre-de-Béarn a Larra-Belagua, 161.7 chilometri per la seconda frazione di alta montagna consecutiva che può stravolgere nuovamente la classifica generale, ma solo qualora si palesasse qualche crepa nell'armata incrollabile olandese. Per la vittoria parziale l'opzione di una fuga da lontano non sembra così astrusa, soprattutto considerando che la compagine più forte, quella giallonera appunto, non ha particolari interessi nel fare corsa dura o nel giocarsi la tappa, dato che l'attuale situazione nella generale, con i tre capitani ai primi tre posti, non potrebbe essere migliore.
I primi cinquanta chilometri in pianura sembrano fatti appositamente per far andare via il drappello buono, mentre Col d'Hourcère (11.6 km al 8.3%) e Puerto de Larrau (16.1 km al 7.9%), entrambi fuori categoria, si propongono come trampolino di lancio per attacchi da lontano volti a ribaltare quantomeno la top five della classifica. Allo scollinamento di quest'ultimo mancheranno quasi cinquanta chilometri all'arrivo e il falsopiano che porta ai piedi dell'ultima salita, il Puerto de Belagua (9.4 km al 6.3%), potrebbe scoraggiare l'ardore di chi volesse provare a mettere in dubbio i rapporti di forza emersi nelle prime tredici frazioni. Ai -35 dall'arrivo c'è spazio anche per una breve ascesa di terza categoria, il Puerto de Laza (3.4 km al 5%).
Come facilmente pronosticabile i primi quaranta chilometri scorrono via velocissimi tra un tentativo e l'altro, con anche Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) che dopo la crisi patita ieri vuole cercare di dare un senso a questa sua Vuelta. Il gruppo buono parte ai -124 ed è composto da ventiquattro componenti: Evenepoel, Jonathan Castroviejo (INEOS Grenadiers), Damiano Caruso e Kamil Gradek (Bahrain-Victorious), Juan Pedro López e Amanuel Ghebreigzabhier (Lidl-Trek), Clément Davy e Michael Storer (Groupama-FDJ), Lennard Kämna (BORA-hansgrohe), la maglia verde Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck), Lennert Van Eetvelt (Lotto Dstny), Stefan Bissegger e Sean Quinn (EF Education-EasyPost), Rui Costa, Julius Johansen e Simone Petilli (Intermarché-Circus-Wanty), Nelson Oliveira (Movistar), Andre Carvalho e Rubén Fernández (Cofidis), Romain Bardet e Alberto Dainese (Team DSM-firmenich), Kévin Vauquelin e Kévin Ledanois (Arkéa-Samsic) e Joel Nicolau (Caja Rural-Seguros RGA).
In un primo momento ad occuparsi dell'inseguimento è la UAE Emirates, che tiene a tiro la fuga; successivamente, partito dal gruppo Rui Oliveira (UAE), gli emiratini si rialzano facendo lievitare il distacco dei battistrada, che possono contare su un margine di 4'30" all'imbocco del Col d'Hourcère. In compagnia del portoghese si muovono Chris Hamilton (DSM), Mattia Cattaneo (Soudal) e José Manuel Díaz (Burgos-BH). Il lombardo rientra da solo davanti con un'azione brillante e inizia a dettare subito il ritmo in testa seguendo le indicazioni di Evenepoel, che sembra essersi del tutto ripreso dopo la débâcle di ieri. In gruppo la Jumbo mantiene un'andatura allegra, ma alla UAE, mancato l'aggancio di Rui Oliveira, non sta bene e con Domen Novak e Marc Soler si porta in testa accelerando e producendosi in un vero e proprio forcing, coadiuvata per un po' nella seconda metà dell'ascesa da un eccellente Dylan van Baarle (Jumbo) a cui evidentemente è stato assegnato il compito di dettare un passo proibitivo. La Jumbo, fatta eccezione per un problema di Jonas Vingegaard, aiutato subito nel rientro da Attila Valter, appare tranquilla e in controllo, senza soffrire il ritmo dello sloveno della UAE. Uno che invece già fatica per tenere il ritmo in coda al gruppo è João Almeida (UAE), non ancora recuperato completamente dopo essere stato male nei giorni scorsi. Al GPM, vinto in volata da Evenepoel su Bardet, la differenza tra fuga e plotone è di 3'15", un gap che non permette né a quelli davanti né a quelli dietro di dormire sonni tranquilli.
Il belga e il francese proseguono l'azione in discesa dandosi cambi regolari, ma è soprattutto Remco a volersi riscattare e a portarsi dietro Bardet nei segmenti scorrevoli. Nei confronti degli altri fuggitivi (Cattaneo, Castroviejo, Caruso, López, Storer, Kämna, Van Eetvelt, Quinn, Hamilton) il loro vantaggio ai -62 (inizio del Puerto de Larrau) è di 1'00", il gruppo trainato dalla UAE paga 4'15". Tra gli inseguitori il più brillante è Storer che semina i compagni d'avventura quando al GPM mancano circa dieci chilometri; dietro di lui salgono abbastanza bene anche Castroviejo, Cattaneo, Van Eetvelt, Hamilton e López. Nel plotone continua a tirare Novak, che però alla lunga inizia a perdere di brillantezza, non riuscendo più a imporre un ritmo che possa mettere in difficoltà i gregari della Jumbo. Lo rileva quindi Finn Fisher-Black (UAE), alla cui ruota si piazzano i due capitani Soler e Juan Ayuso.
Evenepoel e Bardet però mantengono un ritmo più alto sia dell'australiano della Groupama, sia del neozelandese della UAE, incrementando il proprio vantaggio sul diretto inseguitore e sul gruppo maglia rossa. Ai -54 Ayuso rompe gli indugi ma tutti gli Jumbo sono molto attenti e così l'iberico è costretto a rialzarsi, ma non ad arrendersi, tanto che riparte duecento metri stoppato da Primoz Roglic e Jonas Vingegaard (Jumbo). Su di loro rientrano quindi Enric Mas (Movistar), Sepp Kuss (Jumbo), Mikel Landa e Wout Poels (Bahrain), Cian Uijtdebroeks (BORA) e David de La Cruz (Astana Qazaqstan). Rialzatisi anche questi tornano sotto alcuni gregari, tra cui Robert Gesink (Jumbo) ed Emanuel Buchmann (BORA), a cui Uijtdebroeks chiede di tenere alto il ritmo. Il campione tedesco lascia presto strada a Gesink e Valter, il cui unico incarico è mantenere un ritmo regolare e portare i tre leader all'imbocco della salita finale, tanto che al transito al GPM pagano oltre sei minuti dai due in avanscoperta.
Sul Puerto de Laza un po' a sorpresa si muove la Bahrain in blocco, ma la loro azione dura giusto un battito di ciglia, dato che già in cima si porta nuovamente davanti Attila Valter a rallentare ulteriormente il passo. Ai -10 il vantaggio di Remco e Bardet è superiore agli otto minuti, in maggioranza accumulato grazie all'andatura decisa e grintosa del campione belga, a cui il francese si limita a dare qualche cambio. Remco prosegue del proprio passo anche sulla salita finale, senza mai chiedere l'aiuto di un Bardet che ogni chilometro è visibilmente più stanco di quello precedente. A quattromila metri dall'arrivo il momento atteso: il transalpino molla la ruota del belga, che va così a prendersi una pronta rivincita dopo la batosta di ieri. Bardet chiude a 1'12" dal vincitore, Van Eetvelt è terzo a 6'33"; il gruppo maglia rossa giunge con 8'22" si ritardo. Nessun cambiamento nella generale, il trio Jumbo-Visma rimane saldo al comando. Se nessuno attaccherà convintamente e magari alleandosi con altre squadre, la Vuelta terminerà come una lenta processione guidata dagli alfieri della squadra più forte del mondo e agli altri rimarranno da giocarsi le posizioni dalla quarta in poi.
Domani, a chiudere la seconda settimana di questa Vuelta a España 2023 una frazione ondulata che potrebbe nuovamente arridere alla fuga e, perché no, allo stesso Remco Evenepoel. Puerto de Lizarraga e poi due volte il Puerto de Zuarrarrate in programma nella quindicesima frazione che parte da Pamplona e si conclude a Lekunberri dopo 156.5 chilometri. Difficile si muovano i big di classifica.