Zalf ancora regina dei dilettanti
Bilancio della stagione 2019: i castellani onnipresenti e più vincenti di tutti. Ottima annata anche per General Store e Casillo
Saranno sempre più "soli" nell'ambiente dilettantistico italiano, ma i zalfini non cambiano atteggiamento quando si tratta di fare risultati. Anche la stagione 2019 laurea la Zalf Euromobil Désirée Fior come la formazione più vincente del panorama dilettantistico italiano, Continental comprese: per i castellani si è trattata di un'annata diametralmente opposta rispetto alla precedente, dove 3 capitani (Dainese, Lonardi e Battistella) avevano catalizzato l'interesse: quest'anno la differenza l'ha fatta il gruppo, con 11 dei 16 atleti in rosa riusciti ad ottenere almeno uno dei 26 successi stagionali. E non solo di vittorie si parla: anche i piazzamenti dal secondo al quinto raggiungono e superano le 100 unità, mentre lo storico ds Luciano Rui a settembre ha potuto fregiarsi della millesima vittoria in 29 anni di attività, e complimenti a chi si è preso la briga di contarle.
Siamo comunque lontani dalle situazioni di dominio assoluto di qualche anno fa, quando Zalf e Colpack non lasciavano quasi nulla ai rivali: è migliorato il livello di molte formazioni, tra le quali quest'anno a General Store e Casillo-Maserati spetta la palma di più vincenti. Abbiamo poi molti esempi di trascinatori individuali delle realtà più piccole, su tutti Fiorelli e Rubio, e situazioni nuove e di successo come la Arvedi Cycling che è riuscita a prendersi ben 12 vittorie con soli 6 atleti.
Zalf Euromobil, la forza è nel gruppo
È stata un annata molto prolifica per la Zalf, dove la forza individuale è stata coadiuvata principalmente dalle prove di squadra. Va detto però che il risultato più importante è arrivato per merito di un talentino individuale, Marco Frigo: nessuno era mai riuscito a vincere il titolo di campione italiano under 23 da esordiente, lui ci è riuscito a Corsanico arrivando da solo. Un corridore tutto da definire, forte nelle classiche e forte in salita, che già prima del titolo italiano si era distinto arrivando 2° al Trofeo De Gasperi, contro corridori molto più esperti, ed ha continuato a far bene, pur correndo con dovizia prevalentemente sul territorio locale, arrivando 3° alla Bassano-Monte Grappa e 4° al Giro del Veneto.
Il nucleo più vincente del gruppo è stato comunque costituito da quattro elementi: il velocista Enrico Zanoncello è risultato l'uomo più vittorioso nell'inizio della stagione, andando a segno in tutto in sei occasioni: Cuneo-Imperia e Milano-Busseto le vittorie più importanti. Nella seconda parte è emerso Leonardo Marchiori, uomo adatto anche a percorsi nervosi: da giugno anch'egli ha timbrato 6 volte, culminando col successo al Gp Industria del Cuoio. La stagione 2019 ha rivelato il talento dell'emiliano Gregorio Ferri, vincente in 4 regionali, ma distintosi più negli appuntamenti importanti, andando vicino al successo di tappa al Giro d'Italia entrando nel giro della nazionale come apripista e uomo di fiducia, lanciando la volata per l'Europeo di Alberto Dainese. Più orientato sulle corse dure Marco Landi, che si è dato da fare in estate chiudendo 2° dietro un inarrivabile Ravanelli al Giro del Veneto e vincendo il Trofeo Città di Conegliano, meritandosi uno stage in maglia Gazprom.
Si sono distinti anche Matteo Zurlo, fratello minore di Federico, due vittorie tra cui il Giro del Piave, battagliero in diverse corse e vicino al successo al Giro del Veneto, e Pasquale Abenante distintosi in diversi appuntamenti come corridore completo, passando da uomo-treno a giungere ai piedi del podio a Capodarco.
General Store col plurivincente Francesco Di Felice
La General Store mette a frutto un'altra stagione felice, che frutta ben 17 vittorie. Anche quest'anno è presente un trascinatore: se l'anno scorso erano gli assoli di Iversen a dominare la scena, quest'anno ci ha pensato l'abruzzese Francesco Di Felice a mettere a segno otto vittorie, risultando anche il dilettante più vincente della stagione: quasi un paradosso, considerando che invece nella passata stagione Di Felice aveva fatto incetta di piazzamenti più di chiunque altro. In realtà Di Felice ha cominciato a trovare confidenza con la vittoria solo a luglio, dopo essersi sbloccato in aprile al Gp Città di Pontedera per poi continuare a collezionare piazzamenti. Nella fase estiva Di Felice ha invece fatto il pieno, portando a casa tra le altre cose il Trofeo Bianchin e la durissima tappa di Gorizia del Giro del Friuli Venezia Giulia, dimostrando col 5° posto finale di non essere solo un corridore dallo spunto veloce.
Finale di stagione in crescendo anche per Tommaso Rigatti, che da luglio in poi ha ottenuto quattro successi, alzando le braccia anche nella Coppa d'Inverno. Altra rivelazione, forse anche più sorprendente, l'ex crossista Daniel Smarzaro che ha trovato nella strada la sua via maestra, trovando due vittorie perentorie da finisseur in corse importanti come il Gp San Giuseppe ed il Trofeo Città di Brescia. Si attendeva forse un po' di più da Davide Casarotto, riuscito nella stagione presente a portare a casa comunque la prima tappa del Giro del Veneto e la maglia dei traguardi volanti al Giro d'Italia. È terminata a metà la stagione di Cristian Rocchetta, il miglior uomo della formazione nella prima parte di stagione con 2 vittorie e il secondo posto alla Popolarissima, fermato poi per 5 mesi a causa di una positività.
Casillo-Maserati rompe il ghiaccio
Era la prima stagione per la Casillo-Maserati, il progetto più ambizioso tra i nuovi presenti: la formazione tosco-emiliana diretta seguita da Provini e Piscina si è difatti portata a casa 14 successi spalmati su una rosa mediamente di alto livello, senza un vero punto di riferimento. A centrare successi principalmente gli élite, con Filippo Tagliani che in quest'annata vinceva quattro corse, tra cui il Trofeo Papà Cervi, mentre lo scalatore Andrea Cacciotti se ne prendeva tre, dominando la Freccia dei Vini e ben figurando al Campionato italiano come miglior élite senza contratto. Più piazzato che vincente Yuri Colonna, che dopo aver vinto il Giro della Provincia di Biella è finito sul podio in diverse altre corse, tra cui il Circuito del Porto.
Degli Under 23, due hanno avuto prestazioni di peso: si è confermato un ottimo atleta Marco Murgano, pur senza vittorie, ed è cresciuto molto Simone Piccolo, due successi dopo aver fatto incetta di secondi posti nella prima parte dell'annata. Entrambi in grande spolvero nelle classiche di primavera, entrambi sul podio al Trofeo Edil C dietro Aleotti, si sono messi in luce in gran parte delle classiche internazionali e nazionali nostrane. Meno in evidenza lo scalatore pugliese Alessandro Monaco, il quale ha avuto il suo momento al Giro d'Italia, trovandosi a metà corsa in zona podio, per poi crollare nella durissima tappa del doppio Mortirolo.
Lombarde a caccia di circuiti e volate
La formazione lombarda più vincente dell'annata si è rivelata a sorpresa la Arvedi Cycling, piccola ma cazzuta si potrebbe dire: in sei hanno collezionato 12 successi. In realtà è una formazione composta da atleti vicini alla pista, che su strada si trovano a loro perfetto agio nei tanti circuiti che si corrono nella provincia padana: lo sa bene Stefano Moro che quest'anno ci ha preso gusto, accumulando cinque successi. Più pesanti le vittorie di Attilio Viviani, che dopo aver ottenuto due vittorie in terra nostrana si è avventurato in un'esperienza da stagista alla Cofidis, dove vincendo a sorpresa la Schaal Sels ha dimostrato che non gli serve la raccomandazione del fratello per un posto tra i professionisti. Ottimo non solo su pista Davide Plebani, che oltre al bronzo ai mondiali nell'inseguimento individuale ha ottenuto anche tre vittorie su strada.
Anche la Viris Vigevano ha scelto di puntare sulle volate, avendo in rosa due velocisti ormai esperti: chiude con quattro successi a inizio stagione, ultimo dei quali il Trofeo Castelfidardo, Gianmarco Begnoni; Alessio Brugna ha invece trovato il suo picco di forma nel mese di giugno, vincendo in notturna il Trofeo Antonietto Rancilio. Con questi rivali, ha perso ogni sfida Ahmed Amine Galdoune, sulla quale la Named Rocket aveva puntato forte. Di tutt'altro tenore le prove della Delio Gallina Colosio, impegnata all'estero quanto e più delle Continental nostrane: la punta di diamante è stata il talentino Luca Rastelli, due vittorie in Italia e successo sfiorato alla Corsa della Pace, 2° dietro Zimmermann; molto bene all'estero il velocista Riccardo Bobbo, che ha trovato le sue vittorie al Giro di Serbia e al Tour of Szeklerland, l'élite Stefano Gandin, una tappa al Giro del Marocco, e Matteo Gino Pegoraro che è riuscito a finire nelle top ten di alcune di queste corse.
Fiorelli e Rubio i trascinatori delle "piccole"
Accanto alle squadre più strutturate tracciamo le traiettorie di molte altre formazioni minori, le quali spesso si affidano a un capitano unico che risolve la stagione: era evidente per il colombiano Einer Rubio che ha concluso il suo percorso da under 23 con un'altra bella annata alla Aran-Vejus, formazione nata dalla fusione di due piccole squadre a sud del paese. Ciò ha giovato a Rubio, che quest'anno si è trovato un po' meno solo al Giro d'Italia, grazie alla presenza di corridori validi come Lorenzo Ginestra, uno dei rari esordienti vincenti (suo il Memorial Filippo Micheli). Nella Corsa Rosa l'annata del colombiano ha trovato il suo apice, col secondo posto finale, la vittoria sul Fedaia e la classifica scalatori. È andata un po' storta nelle altre corse a tappe, mentre nelle classiche si è rivalso con un successo al Memorial Tortoli.
Non è stato l'unico colombiano scoperto nel Belpaese: ha assunto il ruolo di rivelazione anche il secondo anno Santiago Butriago, trascinatore della ligure Team Cinelli, rivelatosi al Giro della Valle d'Aosta concluso in sesta piazza dopo essere arrivato non lontano dal successo di tappa. L'esterofilia premia anche il Team Franco Ballerini, squadra satellite della Neri Sottoli, che ha avuto il suo miglior elemento nel serbo Veljko Stojnic: nel finale di stagione riesce a vincere due gare, tra cui l'ambita Firenze-Mare.
Tra gli élite, il migliore senza dubbio il siciliano Filippo Fiorelli, che ha trovato dopo tanti alti e bassi il suo equilibrio al Gragnano Sporting Club, ottenendo finalmente una chiamata nel professionismo. Non solo le ben sette vittorie ottenute, tra le quali il Giro di Albania e la ritrovata Milano-Rapallo, a dar merito alla sua stagione: anche le due positive partecipazioni estive in corse tra i professionisti, la Adriatica-Ionica con la maglia della nazionale ed il Tour of Utah con quella della Nippo, che lo hanno visto distinguersi su diversi terreni ben classificandosi nella generale. Meno fortunata l'annata da capitano per Michele Corradini al Team Fortebraccio: l'empolese ha vinto in due occasioni, tra cui il Gp Santa Rita, ma non son ben di più le occasioni nelle quali si è dovuto accontentare del solo podio. Un sorriso per Enrico Salvador, tornato tra i dilettanti della Northwave-Cofiloc dopo tre anni nelle Continental, che ha di nuovo trovato un successo internazionale al Giro di Serbia.
Tra le rivelazioni stagionali, da segnare sul taccuino l'emiliano Manuele Tarozzi, protagonista della piccola InEmiliaRomagna diretta da Michele Coppolillo: si è rivelato alla Piccola Sanremo, conclusa al secondo posto dopo una prova generosissima; si è poi sbloccato nel finale di stagione, trovando in casa il successo più importante, al Piccolo Giro dell'Emilia. Tra i primo anno, oltre ai già citati, da considerare assolutamente Gabriele Benedetti, unico ad ottenere due successi: ottime prove da parte di uno dei corridori più precoci della classe 2000, messo al centro dalla Mastromarco Sensi Nibali, a podio in corse prestigiose come il Tortoli ed il Giro del Valdarno; ancor più precoce Martin Marcellusi, scritturato dalla Palazzago per vincere già alla prima recita nella categoria alla Firenze-Empoli; il laziale si è poi ancor ben distinto nel corso della stagione, andando a podio a San Vendemiano, Trofeo Almar e Bianchin.