A day in the life: terra, acqua, fuoco, vento
Pensieri in libertà come schizzi d'acquerello per raccontare una gita (300 km!) in bici tra la Garfagnana e l'Appennino Tosco-Emiliano
"La terra è benigna, mite, indulgente, ed alle richiedenze dei mortali serva continua".
Volendo, perché ho una voglia irrefrenabile di farlo, decidere quale è stato il momento più bello di una giornata così piena di vita, senza dubbio alcuno scelgo gli ultimi 15 minuti sul Passo di Pradarena.
Il sole nascosto dagli alberi, la montagna che docile si lascia conquistare, il verde che circonda ogni sguardo e rinfresca occhi già stanchi di buon mattino.
Il paradiso esiste.
"Quando immergi una mano nell'acqua senti solo una carezza. L'acqua non è un muro, non può fermarti. Va dove vuole andare e niente le si può opporre. L'acqua è paziente."
È certo che le avventure nascono da idee folli ma emozionanti, e si realizzano, quando lo fanno, sempre con momenti di difficoltà inattese e che mai avremmo messo in conto.
Non è mancato, questo brivido, neppure per me: le borracce, ormai vuote da un tempo troppo lungo, mi preoccupavano. In terre sconosciute, senza punti d'appoggio, attorniato da montagne dantesche, sudato, assetato.
Ad un tratto il fragore, lo stesso rumore della vita che scorre: pochi metri a destra, mi accorgo, pulisco palpebre salate e mi fermo. La fonte dell'amore. La fonte della rinascita.
"Questo fuoco del cielo imprudentemente rapito".
Salire al passo del Cerreto con il sole a picco è poco gradevole; lo posso personalmente paragonare ad un malessere profondo come essere lasciati da una fidanzata e pur patirne la presenza ingombrante, sperando al più presto lasci il posto ad altro.
La maglia è zuppa, il casco lacrima, le braccia sembrano affluenti del Secchia. Però... due figure in lontananza, se le riprendo avrò un poco di svago adagiandomi al loro ritmo. Magari.
Questi ciclisti improvvisamente pedalano troppo forte, non per le mie gambe che li han raggiunti con fatica ma per la mia testa: mi hanno scortato fino al passo, ma alla prima scusa ho mollato la compagnia. Mi stavano facendo sudare troppo: io mi inquieto per quanto sudo, e con il sole a picco stavo certamente dando il peggio di me.
Mi sbagliavo. Ciò che ho espresso verso il passo dei Carpinelli è stato ancora peggio.
"Il vento soffia a mezzogiorno, poi gira a tramontana; gira e rigira e sopra i suoi giri il vento ritorna".
Il ritorno è il più dolce dei veleni: ha in sé la gioia della compiutezza ma nasconde l'ultimo coupe de theatre.
Non sono un novizio dei venti garfagnini, più volte ho trovato le loro folate ad attendermi per frenare l'impeto della discesa verso Lucca.
Ma questa volta, e mi sarebbe bastata questa unica maledetta volta, speravo di passare indenne le loro forche.
Giammai: persino il cappello a tesa larga di una signora un po' in là con le primavere, che ho immaginato di origine britannica associando il colore molto kitsch dell'abito modello Elisabetta, ferma sul ponte del Diavolo, è finito tra le vittime di guerra, assieme a ciò che rimane dei miei muscoli.
Esausto, ho barattato l'uscita dalla tenzone con la promessa di tornare a farmi torturare: di rimando il vento ha cambiato direzione, accettando di buon grado la mia resa, e mi ha aiutato a tornare a casa sano e salvo con qualche benevola pacca sulla spalla, per ricordarmi che la natura vince sempre.
DISTANZA
302 km
DISLIVELLO
4800 metri
ITINERARIO
Cerbaie, Valle della Pescia, Garfagnana destra Serchio, Appennino Tosco-Emiliano, Lunigiana, Garfagnana sinistra Serchio, Lucchesia, Cerbaie.
PASSI AFFRONTATI
Foce del Trebbio da Collodi, 735 mt slm (http://www.salite.ch/trebbio2.asp?Mappa=)
Passo di Pradarena da Piazza al Serchio, 1579 mt slm (http://www.salite.ch/pradaren.asp?Mappa=)
Passo del Cerreto e Cerreto Laghi, da Collagna, 1261 e 1450 mt slm (http://www.salite.ch/cerreto1.asp?Mappa=)
Passo dei Carpinelli, da Gragnola, 842 mt slm (http://www.salite.ch/carpinel.asp?Mappa=)
Alessandro Botrini