O Gran Camiño, Jonas Vingegaard è letale come un barracuda
Il danese continua la sua marcia devastante in Galizia: seconda vittoria di fila (e quinta su cinque... e mezzo in due edizioni della corsa), e domani può completare il filotto
Jonas Vingegaard ha vinto un'altra corsa; in particolare, ha vinto un'altra tappa della O Gran Camiño, corsa che da quando lo scorso anno ha incontrato sul suo grande cammino il siderale danese, non praticamente ha avuto altri conquistadores. 2023, annullata per neve la prima tappa, JV vince le altre tre (oltre alla generale ovviamente); 2024, neutralizzata per vento la crono d'apertura (vinta da Joshua Tarling ma non valevole per la classifica), l'inesorabile … di Hillerslev ha infilato seconda e terza frazione. (Al posto dei puntini ci va un soprannome, potrebbe essere Barracuda, dati i trascorsi ittici e la ferocia agonistica che sempre mette in campo).
O Gran Camiño 2024, la cronaca della terza tappa
Xinzo de Limia-Castelo de Ribadavia, la terza tappa della O Gran Camiño 2024 misurava 173.2 km e offriva un percorso con svariate salite, in particolare l'Alto do Couso nel finale, Gpm a 20 km dal traguardo. Diciamo che però Jonas Vingegaard non ha aspettato l'ultima scalata per far capire a tutti che la gamba gli scappava: già sul primo puerto di giornata, l'Alto de Estivadas dopo 10 km, ha messo in fila il gruppo, anzi l'ha proprio selezionato, per andare a prendersi i punti Gpm posti ai -159.
Col capitano Visma-Lease a Bike c'erano il compagno Wilco Kelderman, gli INEOS Grenadiers Egan Bernal e Joshua Tarling, gli EF Education-EasyPost Richard Carapaz e Neilson Powless, poi ancora David Gaudu (Groupama-FDJ), Jefferson Cepeda (Caja Rural-Seguros RGA), Pablo Castrillo (Kern Pharma) e Joan Bou (Euskaltel-Euskadi). Il drappello di 10 è rimasto in vita - non con chissà quale margine - per quasi 30 km, intanto Vingegaard ha vinto il traguardo volante di Verin ai -147 e con esso i 3" di abbuono.
Ripresi i primi escapados di giornata, sull'Alto Albergueria la battaglia si è riaccesa con l'attacco ai -118 di David De la Cruz (Q36.5) a cui hanno risposto Andrea Piccolo (EF), Jokin Murguialday (Caja Rural), Victor Langellotti (Burgos-BH), Asier Etxeberria (Euskaltel), Joaquim Silva (Efapel) e di nuovo Castrillo. I nuovi sette al comando hanno raggiunto un grande vantaggio, 7' ai -70 (con tanto di maglia gialla virtuale per Castrillo, che in classifica pagava 2'02" a JV).
Il lavoro di Movistar e Visma ha ridotto le distanze, intanto non tutti davanti andavano sul velluto: in sofferenza Murguialday e Langellotti sull'Alto o Castro de Beiro ai -50, ma era un po' tutta la fuga a mostrare la corda. Sicché quando si è approcciata l'ultima salita di giornata, l'Alto do Couso (4.5 km al 5.7% di pendenza media), il vantaggio dei superstiti in testa, in caduta libera, era ormai prossimo al minuto.
Vingegaard inarrestabile, allungo in salita e spettacolo in discesa
Castrillo ha provato a ridare linfa all'azione con un allungo ai -21 (a 1700 metri dalla vetta), ma il suo scatto è stato immediatamente eclissato dall'allungo di Vingegaard in quel che restava del plotone. Il danese ha ripreso via via tutti quelli che erano davanti tranne Castrillo e De la Cruz che hanno fatto in tempo a transitare prima di lui al Gpm dei -19.3.
Dopo un chilometro di discesa c'era un altro pezzetto di salita, e qui Vingegaard ha raggiunto Castrillo (De la Cruz era già stato spazzato via sulla discesina) con mezzo minuto sul gruppetto degli altri uomini di classifica, composto da una ventina di unità e tirato dagli EF presenti. Il capitano Visma ha preso altri 3" allo sprint intermedio di A Bouza ai -17, mentre dietro gli INEOS con Joshua Tarling andavano a dare manforte all'inseguimento.
Il povero Castrillo, brutalizzato dalle sferzate di Vingegaard, ha mollato la presa in discesa, mentre l'altro dava spettacolo pennellando una curva dopo l'altra e così riuscendo a preservare oltre 20" sul gruppettone Bernal. Lungo i dieci chilometri di picchiata, da tale drappello si sono avvantaggiati Tarling e Rigoberto Urán (EF), su cui ai -5 è rientrato anche Raúl García Pierna (Arkéa-B&B Hotels), ma il fatto era che Jonas continuava a tirare il suo rapportone e da un certo momento ha ripreso a guadagnare.
Ai -3 i tre intercalati sono stati ripresi dagli altri, Castrillo è stato invece raggiunto che si era già nell'ultimo chilometro, sicché Carlos Canal (Movistar) ha fatto in tempo ad anticipare i 17 che erano con lui, a partire da Quentin Pacher (Groupama) e Gotzon Martín (Euskaltel); il problema per lui era che in palio c'era il secondo posto, cronometrato a 29" dall'irraggiungibile primo di Vingegaard.
In classifica il danese aumenta a 1'13" il proprio vantaggio su Bernal secondo; seguono Cepeda a 1'15", Cian Uijtdebroeks (Visma) a 1'35", stesso ritardo di Lenny Martinez (Groupama). Matteo Fabbro (Polti Kometa) scende in 11esima posizione per somma dei piazzamenti a parità di disacco con Gaudu (1'41"): era nel gruppetto Bernal come anche i Q36.5 Gianluca Brambilla (ottavo al traguardo) e Alessandro Fancellu.
Domani la O Gran Camiño 2024 si chiuderà con la quarta tappa, Ponteareas-Tui di 158.1 km. Se ieri e oggi ha vinto tappe miste, non certo di alta montagna, domani il dominatore della corsa avrà a disposizione un bell'arrivo in salita di 7 km all'8% per vincere - giacché è lì - un'altra tappa. Grande interesse per scoprire chi sarà secondo al traguardo.