Anna, la regina di Huy
Alla Freccia Vallone quarto successo consecutivo di Van der Breggen che batte Moolman e Guarnier; ottima ottava Bertizzolo
Nel giorno in cui si interrompe la striscia vincente di Alejandro Valverde sul Muro di Huy, tra le donne Anna Van der Breggen riesce ad eguagliare il record del murciano di quattro successi consecutivi alla Freccia Vallone: la grande favorita è riuscita quindi a fare sua la corsa e adesso sono quattro le vittorie conquistate nel 2017 a cui si aggiunge la maglia ciclamino di leader del Women's World Tour riconquistata proprio oggi davanti alle compagna di squadra Blaak e Pieters, a testimonianza una volta di più dell'incredibile forza della Boels-Dolmans.
Quello della campionessa olimpica in carica è stato un successo un po' più sofferto rispetto a quelli passati perché ancora una volta i giochi tattici delle altre squadre andavano tutti contro di lei e come all'Amstel Gold Race una fuga dalla media distanza ha rischiato di avere successo: Van der Breggen è rimasta tranquilla, ha corso di rimessa ed infine si è mossa con grande precisione negli ultimi metri della salita finale per andare a tagliare il traguardo a braccia alzate.
Doris Schweizer protagonista in fuga
In programma in questa 21esima edizione della Freccia Vallone femminile c'erano 118.5 chilometri ed un totale di 6 salite, tutte concentrate negli ultimi 50 chilometri: l'organizzazione aveva studiato infatti un circuito da ripetere due volte con la Côte d'Ereffe, la Côte de Cherave e appunto il mitico Muro di Huy. I primi chilometri sono stati abbastanza veloci e tra i numerosi tentativi di attacco nessuno ha avuto vita lunga: la Boels-Dolmans ha fatto sempre buona guardia ed il percorso ricco di saliscendi ha sempre dato una mano a chi inseguiva.
La fuga più interessante di giornata è stata invece quella dell'elvetica Doris Schweizer del Team Virtu Cycling che è uscita dal gruppo al chilometro 32 di gara dopo che in precedenza le sue compagne di squadra si erano mosse a più riprese: la 28enne svizzera è arrivata ad avere anche più di un minuto di vantaggio e allora dal plotone sono iniziati i contrattacchi. A 56 chilometri dal traguardo si è formato in quintetto in testa alla corsa: Doris Schweizer è stata infatti raggiunta da Ane Santesteban (Alè Cipollini), Omen Shapira (Cylance), Dalia Muccioli (Valcar) e Tereza Medvedova (BePink) e tutte assieme hanno portato il loro vantaggio a 1'40" ai piedi del primo passaggio sulla Côte d'Ereffe.
Il Muro di Huy lancia un quartetto molto pericoloso
Entrati nel circuito finale, il gruppo ha accelerato e per la fuga non c'è stato nulla da fare: Medvedova è stata la prima a cedere, poi anche le altre quattro hanno dovuto arrendersi quando sulla Côte de Cherave si sono mossi tutti i grandi nomi con Pauline Ferrand-Prévot e Anna Van der Breggen in testa. A 35 chilometri dall'arrivo erano quindi rimaste davanti in 14 e nel tratto che precedeva il primo passaggio sul Muro di Huy è partito un contrattacco importanti: ad avvantaggiarsi è stato un quartetto con la vincitrice del 2014 Pauline Ferrand-Prévot, l'australiana Amanda Spratt già attiva all'Amstel, l'olandese Janneke Ensing della Alé Cipollini e con la statunitense Megan Guarnier che per l'ennesima volta metteva la Boels-Dolmans in una situazione di assoluta sicurezza.
Le quattro battistrada hanno pedalato con un buon accordo e nel falsopiano dopo il Muro di Huy sono riuscite a mettere assieme un bel vantaggio: da 25" il distacco è salito fino a 50" ed nel gruppo inseguitore, forte di circa 35 unità, non c'erano molte squadre con i numeri, la forza e l'interesse per organizzare un buon lavoro per andare a riprendere le prime. Alla fine c'è stata una sorta di coalizione tra più squadre e le pendenze della Côte de Cherave hanno fatto il resto: la fuga non è stata ripresa, ma il distacco è sceso a soli 15" ai piedi dell'ascesa finale del Muro di Huy, troppo poco per sperare di resistere su una salita breve ma estremamente ripida come quella.
Testa a testa nel finale: Van der Breggen batte Moolman
Nell'ultimo chilometro le prime a cedere sono state Ferrand-Prévot ed Ensing, mentre Ashleigh Moolman e Anna Van der Breggen sono state pronte a riportarsi sulle superstiti Amanda Spratt e Megan Guarnier; un po' di più ha impiegato invece Annemiek Van Vleuten che ha perso l'attimo buono e che è tornata sotto alle migliori quando queste stavano già iniziando ad accelerare. Nei 150 metri finali Anna Van der Breggen e Ashleigh Moolman hanno dato vita ad un bel testa a testa, ma la campionessa olimpica di Rio 2016 ha fatto vedere ancora una volta chi sia la più forte in circolazione: l'olandese della Boels-Dolmans ha messo davanti la propria ruota in salita e poi negli ultimi metri dove la strada spiana un po' è riuscita ancora a rilanciare per chiudere con 2" di vantaggio proprio su una sempre generosissima Ashleigh Moolman e sulla compagna di squadra Megan Guarnier, terza come già nel 2015 e nel 2016 ma pienamente ritrovata dopo i tanti problemi fisici dell'anno scorso.
Alla coppia della Mitchelton-Scott è mancato qualcosa nel finale, ma Annemiek Van Vleuten è riuscita comunque a chiudere quarta a 6" mentre Amanda Spratt ha portato a casa una lusinghiera quinta posizione precedendo la connazionale Shara Gillow e l'altra olandese Sabrina Stultiens. In ottava posizione troviamo la migliore delle italiane, ma non è stata Elisa Longo Borghini come in molti si sarebbe aspettati: l'ossolana non è ancora al top dopo i problemi di salute delle scorse settimane ed è arrivata undicesima, meglio di lei ha fatto la 20enne Sofia Bertizzolo che ha affrontato l'ultima salita con grande intelligenza, recuperando molte posizioni e mostrando che la maglia azzurra di miglior giovane del Women's World Tour è senza dubbio meritatissima.