La INEOS Grenadiers durante l'ultimo Tour de France © INEOS Grenadiers via X
Professionisti

Corridori scontenti e mancanza di risultati: INEOS, è la fine di un ciclo?

L'ex corazzata britannica non è riuscita a tenere il passo di UAE Emirates e Visma-Lease a Bike, e il suo declino non sembra destinato ad arrestarsi

Se dovessimo elencare tutti i cambiamenti che il ciclismo ha vissuto rispetto alla fine dello scorso decennio, non basterebbe una rubrica intera - su alcuni aspetti tecnici, in verità, ci abbiamo già lavorato. La stagione 2019 ha segnato un cambio di rotta; è stato l'anno dell'esordio nel professionismo di Tadej Pogačar, Remco Evenepoel e Jonas Vingegaard, della prima vittoria in un Grande Giro di Primož Roglič, ma anche quello dell'esplosione di due talenti come Mathieu van der Poel e Wout Van Aert, e del trionfo iridato - oggi non più così sorprendente - di Mads Pedersen. Un “trailer” delle stagioni seguenti che ha interessato anche gli equilibri delle squadre; la crescita esponenziale di Visma-Lease a Bike e UAE Emirates, il rinnovamento della Soudal Quick-Step, i primi progressi di Red Bull-BORA-hansgrohe e Lidl-Trek e lo sviluppo della Alpecin-Deceuninck, ma anche il crollo delle certezze in casa INEOS Grenadiers.

Nelle ultime cinque stagioni qualcosa si è rotto all'interno del team britannico. I grandi successi non sono mancati, dai trionfi di Egan Bernal e Tao Geoghegan Hart tra Tour de France e Giro d'Italia a quello di Dylan van Baarle alla Parigi-Roubaix, passando per i titoli iridati a cronometro di Filippo Ganna, senza tralasciare le vittorie tra strada, MTB e ciclocross di Tom Pidcock. Ma il modello della INEOS Grenadiers, d'avanguardia fino a pochi anni fa, ha raggiunto un plateau e la rincorsa al vertice si è lentamente arrestata, fino ad arrivare al capolinea.

Nel 2024, quando manca meno di un mese al termine della stagione su strada, le vittorie sono appena 14; pochissime per la squadra più ricca del World Tour, che nella sua storia non era mai scesa sotto i 25 successi stagionali, escludendo le 19 ottenute in un anno anomalo come il 2020. Un numero che la colloca nella seconda metà della classifica per numero di vittorie riservata alla massima serie. E se è vero che rispetto al passato ci sono squadre “pigliatutto” come la UAE Emirates, la Lidl-Trek e - sfortune a parte - la Visma-Lease a Bike, è altrettanto vero che tra queste dovrebbe comparire anche la INEOS Grenadiers, considerando il budget a sua disposizione e la sua storia di successi. Eppure, ai vertici del ciclismo mondiale la INEOS Grenadiers non c'è più.

L'addio di Sky e l'infortunio di Froome

Un primo segnale di rottura si era presentato alla fine dell'inverno 2019 con l'addio dello storico sponsor Sky, che aveva fatto pensare a una chiusura definitiva della squadra. Le cose erano andate diversamente: al termine di una lunga trattativa, la 21st Century Fox e Sky avevano completato la vendita a INEOS, colosso del settore chimico. Dal punto di vista finanziario, nonostante le prime preoccupazioni, le cose si erano messe addirittura meglio per la squadra britannica; il budget garantito da INEOS era più elevato rispetto a quello offerto da Sky, anche grazie al lancio di INEOS Automotive e del fuoristrada “Grenadier” che oggi dà il nome alla formazione. Il 2019, condito dal già citato successo di Egan Bernal al Tour de France, è stato anche l'anno dell'infortunio di Chris Froome, mai più capace di tornare ai suoi livelli ed escluso dal progetto al termine del 2020. Un addio che ha lasciato un vuoto difficile da colmare, in una squadra ben attrezzata per i Grandi Giri ma che, ad eccezione del giovane Egan Bernal, non aveva pronto un sostituto di Froome.

Bernal in maglia gialla a Parigi nel 2019, al termine dell'ultimo Tour de France vinto dalla INEOS Grenadiers © Getty Images
Bernal in maglia gialla a Parigi nel 2019, al termine dell'ultimo Tour de France vinto dalla INEOS Grenadiers © Getty Images

Da Ellingworth a Bigham, gli addii sospetti

Negli ultimi mesi, inoltre, lo staff della squadra ha perso alcuni dei suoi pezzi da novanta. Il caso più recente è l'addio di Dan Bigham; sin dal suo arrivo nello staff della INEOS Grenadiers, il pistard e ingegnere britannico ha messo in campo tutte le sue conoscenze per migliorare i materiali da cronometro - di vitale importanza è stato, ad esempio, il suo ruolo nell'assalto al record dell'ora di Filippo Ganna. Dopo le Olimpiadi di Parigi, Bigham ha lasciato la squadra per accasarsi alla Red Bull-BORA-hansgrohe nel ruolo di Head of Engineering.

Dan Bigham e Filippo Ganna: alla INEOS Grenadiers i due hanno contribuito al miglioramento dei materiali da cronometro © UCI
Dan Bigham e Filippo Ganna: alla INEOS Grenadiers i due hanno contribuito al miglioramento dei materiali da cronometro © UCI

Intervistato dal Telegraph, Bigham ha spiegato la sua scelta.

“Alla INEOS non ho più avuto modo di esprimere le mie conoscenze. Quando c'era Dave (Brailsford, ndr) la squadra seguiva una direzione chiara e precisa, sapevamo cosa fare e dove andare. Ora che lui non è più nello staff, alla INEOS manca un portavoce, un leader che definisca il percorso da seguire. Siamo sinceri: la INEOS sa dove vuole arrivare, ma non fa abbastanza per arrivarci. Il distacco dalle altre squadre c'è e non è poco. Sappiamo tutti che la INEOS dovrebbe essere molto più avanti di così.”

Bigham è riuscito a condensare in poche frasi i problemi della sua ex squadra: da quando si è chiusa l'era Brailsford, la INEOS Grenadiers non ha più saputo che direzione prendere. E questo vale per tutto, dalla scelta dei materiali alla selezione dei giovani corridori.

Un altro caso di addio è quello di Rod Ellingworth: membro della squadra britannica sin dalle origini, Ellingworth aveva lasciato la squadra al termine del 2019 per accasarsi alla Bahrain-Victorious, salvo fare ritorno ai vertici dello staff nel 2021. Dopo aver sostituito Dave Brailsford nel ruolo di general manager, Ellingworth ha nuovamente lasciato il team al termine del 2023, ed è notizia di poche settimane fa il suo ritorno alla Bahrain-Victorious. Un “valzer” sospetto da parte di uno dei più esperti tecnici del peloton, indice di una situazione poco chiara in merito al futuro della squadra. Non a caso, commentando la sua scelta, Ellingworth ha dichiarato che in Bahrain-Victorious avrebbe potuto concentrarsi sullo sviluppo dei corridori più giovani.

Emerge qui un altro problema della squadra britannica, forse il più importante a livello di risultati: la gestione dei giovani. Quando la carriera di Chris Froome fu compromessa, nella rosa del team figuravano i nomi di potenziali sostituti: Pavel Sivakov, che fu strappato alla BMC con un'offerta difficile da rifiutare, Tao Geoghegan Hart e Eddie Dunbar. Tre corridori molto promettenti per le grandi corse a tappe, ma che nella squadra britannica non sono mai riusciti a trovare lo spazio necessario per dare continuità ai propri risultati.

Pavel Sivakov non ha mai trovato la sua dimensione alla INEOS Grenadiers © Getty Images
Pavel Sivakov non ha mai trovato la sua dimensione alla INEOS Grenadiers © Getty Images

Il successo di Geoghegan Hart al Giro d'Italia 2020 e il suo ottimo Giro d'Italia 2023, interrotto solo da una caduta, non sono abbastanza: il londinese non ha mai avuto l'occasione per correre come leader unico e forse anche per questa mancanza di fiducia ha lasciato la squadra in direzione Lidl-Trek, dove solo la sfortuna lo ha frenato dalla sua prima stagione ai vertici delle gerarchie nella lotta ai Grandi Giri. Discorso simile, con le dovute differenze, per Sivakov e Dunbar: il primo ha raccolto un 9° posto finale all'ultima Vuelta a España grazie alla libertà di cui gode in UAE Emirates, mentre il secondo è riuscito finalmente ad esprimere tutto il suo potenziale al Team Jayco AlUla, come dimostrano le due vittorie di tappa alla Vuelta a España e il 7° posto finale al Giro d'Italia 2023.

Ancora oggi le scelte della INEOS vanno controcorrente. A differenza di quasi tutte le altre squadre, e nonostante le dichiarazioni del nuovo Director of Performance Scott Drawer, la formazione britannica non si è ancora dotata di un suo team di sviluppo e ha preferito lanciare subito nel professionismo corridori giovani e promettenti come AJ August e Michael Leonard - la stessa cosa dovrebbe accadere nel 2025 con Theodor Storm, alle prese con un infortunio da inizio anno, e con Peter Øxenberg, che si unirà al team dalla prossima stagione. Nell'era delle squadre di sviluppo, l'approccio scelto dalla INEOS Grenadiers non sembra avere futuro ed è poco convincente anche per gli stessi corridori, come dimostra il caso di Pablo Torres: dopo le ottime prestazioni al Tour de l'Avenir, lo scalatore spagnolo ha preferito continuare il suo sviluppo in modo graduale alla UAE Emirates piuttosto che accettare l'offerta dei britannici.

In questo quadro si colloca anche l'idea mai realizzata di costruire una formazione femminile. Dopo l'arrivo di Pauline Ferrand-Prévot alla fine del 2022, il team britannico era sembrato intenzionato a seguire questa strada. Nemmeno due anni dopo, la francese ha deciso di accasarsi alla Visma-Lease a Bike con un contratto triennale per inseguire il suo sogno di vincere il Tour de France Femmes: un sogno che alla INEOS Grenadiers non avrebbe mai potuto realizzare, essendo la sola donna in squadra. Il team britannico ha perso un'atleta di enorme valore, capace di garantire tante vittorie nella MTB e nel gravel e, potenzialmente, di tornare a competere ai massimi livelli sia nel ciclocross che su strada.

Thomas, Rowe, Pidcock: l'allarme arriva anche dai corridori

La situazione è stata descritta anche dai diretti interessati - i corridori. Il primo a parlare dei problemi in casa INEOS è stato Tom Pidcock, che ha descritto un ambiente dove è difficile migliorarsi e ambire a un posto tra i migliori corridori al mondo.

Più ottimista il giudizio dell'esperto Geraint Thomas, che ha approfondito la questione nel suo podcast.

“Non c'è un motivo dietro a questa fase difficile. Stanno succedendo diverse cose. La cosa più importante è lavorare insieme, lottare per la stessa cosa restando uniti. Nei Grandi Giri ci sono due corridori molto difficili da battere, ma la nostra squadra ha ottimi corridori e può puntare ad altre corse. Dobbiamo guardarci allo specchio e parlarci chiaro: è l'unico modo per tornare a vincere.”

Geraint Thomas corre alla INEOS Grenadiers sin dalla sua fondazione © The Guardian
Geraint Thomas corre alla INEOS Grenadiers sin dalla sua fondazione © The Guardian

Anche Luke Rowe, al suo ultimo anno tra i professionisti, ha espresso ottimismo sul futuro del team, sottolineando però che il cambiamento richiederà molto tempo.

“Da fuori sembra tutto negativo, ma credo nel lavoro delle persone che lavorano nel team. Siamo convinti che la squadra possa tornare ai massimi livelli, ma è una cosa che richiederà molto tempo.”

In ultima istanza, fa riflettere anche la gestione di Filippo Ganna. La sua carriera ha preso il volo da quando è arrivato alla INEOS Grenadiers, ma dopo le Olimpiadi di Parigi, in cui ha conquistato l'argento a cronometro e il bronzo nell'inseguimento a squadre, il verbanese non è riuscito a recuperare dallo sforzo e ha dovuto rinunciare ai Campionati Europei. L'impressione è che Ganna abbia corso su strada più del necessario; la gestione del corridore non è stata ottimale, come dimostrano i 63 giorni di corsa all'attivo in una stagione contraddistinta dall'impegno olimpico sia su pista che a cronometro.

INEOS Grenadiers, quale futuro?

La situazione è delicata in casa INEOS Grenadiers e la soluzione sembra tutt'altro che vicina. L'esodo dello staff, iniziato da Brailsford e proseguito con Ellingworth e Bigham, potrebbe presto riguardare anche i corridori di primo piano e a quel punto la situazione diventerebbe davvero complicata. Il Team Sky dei grandi successi, dei marginal gains e dotato di un'impeccabile gestione tecnica è solo un lontano ricordo. La INEOS Grenadiers avrà bisogno di un profondo rinnovamento per tornare ai vertici del ciclismo mondiale.

La guida completa alla nuova stagione di ciclocross
Tour of Istanbul, bis della TotalEnergies con Mathieu Burgaudeau
Amedeo Onnis
Se sorrido mentre parli, probabilmente stai parlando di ciclismo. Tifoso sfegatato di tutti i corridori dal nome bizzarro e appassionato di triathlon, sono tra quelli che attendono la stagione di ciclocross più di quella su strada.