Intervista a Matteo Bianchi, Campione Europeo nel Chilometro da fermo: "Los Angeles è il sogno"
Ospite a Riunione Tecnica, l'altoatesino si è raccontato dagli inizi della sua carriera, parlando della preparazione, della stagione dolceamara e delle prospettive della velocità azzurra
Nella puntata di ieri di Riunione Tecnica, podcast live di Cicloweb, abbiamo avuto come ospite Matteo Bianchi, ventitreenne Campione Europeo nel Chilometro da fermo. Nell'intervista ci ha raccontato di come si è approcciato alla velocità, della sua quotidianità e delle sue prospettive per i prossimi anni.
La preparazione e l'off-season
"Dopo il mondiale, ho fatto un paio di settimane di pausa per ricaricare le energie. Ora ho ripreso ad allenarmi da lunedì, stiamo facendo i primi allenamenti. Questa stagione è stata abbastanza lunga, da gennaio eravamo al top della forma. Ho bisogno di riposo non solo fisico, ma anche mentale, e questa pausa mi aiuta per la stagione che verrà. Si è costruito tanto e ogni anno è fondamentale per quello dopo.
Mi alleno principalmente su pista e in palestra, anche se faccio qualche sessione su strada per tenere sotto controllo il peso e la forma generale. Gli allenamenti in pista non sono noiosi: dal di fuori potrebbe sembrare ripetitivo, ma noi del gruppo velocità facciamo lavori dinamici, con molta adrenalina, non c'è il rischio di annoiarsi..."
Il gruppo della velocità
“Con il nuovo responsabile, Ivan Quaranta, il lavoro è cambiato notevolmente: allenamenti, materiali e anche l’approccio degli atleti sono migliorati. All'inizio eravamo solo io e Miriam Vece, ora siamo un bel gruppo con tanti giovani che stanno già raggiungendo risultati promettenti. Inizia ad esserci un interessamento per rigenerare un po' il settore.”
Dagli inizi al 2024
“Come un po' tutti i ciclisti in Italia, ho iniziato dalla strada. Dalle categorie giovanili ho iniziato a fare qualche gara in pista, perché la multidisciplinarietà ti dà abilità che possono aiutarti. Con il passare del tempo mi sono specializzato nella velocità, grazie alle mie caratteristiche esplosive, e dopo tanta dedizione sono riuscito e a forza di sbatterci la testa sono riuscito a ottenere i risultati di questi anni.
Quest'anno ho vinto il titolo europeo nel Chilometro da fermo, un traguardo molto importante per me. Ai Mondiali abbiamo fatto una buona prestazione di squadra, raggiungendo la Top 8, un risultato storico. Purtroppo, nella gara individuale ho avuto un problema meccanico al pedale che mi ha compromesso la prova, ma il regolamento dice che se nessun componente della bici è effettivamente rotto non si può far ripetere la prova, perciò sono stato un po' sfortunato, però devo dire che negli ultimi tre anni era andato tutto benissimo, perciò ci sta perdere una volta così piuttosto che in altra maniera.
La pista è una disciplina molto specifica, ci sono allenamenti molto diversi da quelli si uno stradista. È difficile essere competitivi su entrambi i terreni: è come chiedere a Bolt di correre una maratona. Le discipline su pista e strada hanno esigenze completamente diverse, dopo gli juniores è difficile conciliarle."
La Nazionale e l'Esercito
"Alcuni di noi sono fortunati a far parte di gruppi sportivi delle Forze Armate, io sono nell’Esercito. Questo ci consente di praticare il nostro sport come professionisti e di avere una sicurezza economica per il termine della carriera. I premi delle gare, infatti, non sono molto elevati e senza questo supporto sarebbe difficile sostenersi esclusivamente con le competizioni.
In Nazionale siamo tutti amici soprattutto nel gruppo velocità, perché gli endurance hanno la loro attività su strada. Passiamo molto tempo insieme, ci alleniamo diversi giorni a settimana a Montichiari e questo ci permette di stimolarci a vicenda. Ogni tanto trascorriamo il tempo libero insieme, giocando alla Play Station, ma questo mondo richiede costanza e impegno, d'altronde se vuoi stare in questo mondo e puntare in alto sono compromessi che sai di dover fare. Sicuramente i ragazzi più grandi che vediamo meno, come Viviani, Consonni, Lamon, Ganna e Milan, sono molto amichevoli, pur avendo già vinto tanto. Sicuramente l'atleta di riferimento è Elia Viviani, lui sa sempre capire le situazioni e dire la cosa giusta"
La passione per la fotografia
"Sì, ho creato un account IG per postare le foto che mi piace fare, ma in realtà questa passione per la fotografia è nata da poco. È nata quasi per esigenza, per rispondere alle richieste di contenuti da parte di alcuni sponsor. Poi, c’è anche la parte Social, che è utile per appassionare anche chi non conosce bene questo mondo: più pubblico immagini, più c'è la possibilità di coinvolgere persone, del resto io stesso mi sono appassionato così ad alcuni sport. Ma non mi definisco fotografo, non voglio togliere meriti ai professionisti, io mi considero un appassionato, e posto un po' di tutto: viaggi, bici, paesaggi e ovviamente tanta pista.
Le giornate di allenamento
"Ogni seduta di allenamento a Montichiari è diverso, a seconda dei giorni ci alleniamo in palestra, proviamo partenze da fermo, prepariamo team sprint o prepariamo il chilometro. Ci sono allenamenti specifici per ogni disciplina, ad esempio nel team sprint, dove l'allenamento vissuto da dentro è molto adrenalinico: sono tre giri da fermi dove il primo fa solo il primo giro, il secondo continua il secondo giro e l'ultimo completa l'ultimo giro da solo. Più si alza il livello più devi andare forte e curare i dettagli.
Come rapporti uso un 59 o un 60x14, devo trovare un compromesso che consente di partire forte mantenendo una velocità elevata. Abbiamo pensato di provare a mettermi nel quartetto dell'inseguimento, ma mai seriamente, visto che anche le nazionali che ci hanno provato sono tornate sui loro passi: i nostri tempi e le durate degli sforzi sono troppo differenti.
Per quanto riguarda le bici, nel team sprint/velocità e nel keirin usiamo un telaio Pinarello Maat con manubrio normale, simile a quello delle corse endurance ma più robusto per reggere le sollecitazioni. Nel chilometro uso invece un telaio da inseguimento, il Pinarello Bolide, dotato di protesi per l'aerodinamica.
Nella preparazione il team sprint, essendo Olimpico, ha un peso maggiore. Essere nel terzetto è un onore e una responsabilità. Abbiamo lavorato tanto per qualificarci a Parigi, purtroppo senza riuscirci. Siamo arrivati in crescita ma rincorrendo: abbiamo chiuso con un ottimo quarto posto in coppa del mondo. Tuttavia, questo ci ha dato grande motivazione per puntare a qualificarci per Los Angeles. A inizio biennio olimpico eravamo ancora in crescita, e se fossimo stati al livello attuale avremmo forse avuto una chance migliore."
Le Olimpiadi
"Sì, è un peccato che il chilometro non sia più olimpico, ma queste sono le regole e bisogna adattarsi, concentrandosi sulle discipline che contano per le Olimpiadi. Nel futuro, il mio obiettivo è continuare a crescere nel team sprint, dove sto trovando la mia quadra, mentre le altre discipline le preparo di riflesso lavorando su quello. Nella velocità individuale non sono mai stato troppo competitivo, mentre il keirin negli ultimi anni mi è uscito un po' meglio.
Los Angeles è il sogno, ma al momento è prematuro fare previsioni. Abbiamo due anni per crescere e affrontare le prossime coppe del mondo, che ci daranno indicazioni importanti. L'obiettivo è qualificarsi, ma capiremo tra due anni se saremo al livello di qualificarci per le prossime Olimpiadi."
Le sensazioni
"Nelle giovanili l'Italia a livello di velocità ha dominato: sfidare gente come Harrie Lavreysen non deve metterci paura, tutti sbagliano e a volte è capitato anche a lui, come nel keirin di quest'anno.
La folla non mi dà fastidio, anzi mi piace sentirla. In alcuni velodromi come in Olanda o Belgio troviamo i palazzetti pieni. Non ci sentiamo figli di un dio minore, anzi.
La cosa che mi piace di più quando scendo in pista è l'adrenalina, così come tutta la routine pre-gara. Noi velocisti abbiamo una routine abbastanza lunga: il riscaldamento per una prova che dura circa 40-43 secondi, come il team sprint, può richiedere anche due ore, due ore e mezza. Arriviamo in pista molto prima, e ogni fase, come il riscaldamento sui rulli, i ciclomulini e le partenze, è cruciale. Tutto questo crea una sensazione unica di adrenalina e voglia di far bene. La parte peggiore è sicuramente il mal di gambe dopo le gare, però, ovviamente, fa parte del gioco.
Durante la fase di preparazione, spesso siamo nel parterre. Spesso ci spostiamo nei sottopassaggi, dietro le quinte, dove c'è meno confusione e c'è così caldo come in pista. La temperatura viene portata spesso a 29/30° per ottenere i tempi migliori. A Ballerup, ad esempio, nei primi giorni c'era un clima un po' più freddo, e i tempi non erano eccezionali. Ma poi, con il riscaldamento e l'affollamento degli spalti, la pista è diventata più veloce e competitiva.
Quando salgo sul podio, non penso a nulla di speciale, semplicemente mi godo il momento. Sento l'inno con i miei amici che cantano sotto, e la mia famiglia sugli spalti. Sento di aver raggiunto questa tappa o mi godo il momento."
La MBH Bank Colpack Ballan CSB
"Nella MBH sono arrivato un po' per caso. Io lavoro soprattutto con la nazionale, ma la squadra mi dà un grosso supporto dal punto di vista della preparazione e dei test, a loro sono molto riconoscente. Con me ci sono anche Napolitano e Minuta, mentre Stefano Moro e Predomo sono in un altro team."
Le preferenze da tifoso
"Quando non sono impegnato non guardo molto le gare, ma seguo Edoardo Zambanini, con cui ho fatto le giovanili e che sta migliorando anno dopo anno. In pista, Jason Kenny è stato un grande riferimento, una leggenda. La prima volta che l'ho incontrato in Coppa del Mondo a Hong Kong, mi ha colpito la sua umiltà. Aveva già vinto già tantissimo, eppure chiedeva informazioni sui nostri allenamenti".
La specialità che mi piace di più seguire della pista è la Madison, è molto spettacolare anche se a volte confusionaria.
I prossimi appuntamenti
“Per quanto riguarda la Champions League, quest'anno, a livello maschile, nessuno degli Azzurri parteciperà. Il livello è molto alto e siamo ancora lontani dal competere ai vertici mondiali in quelle discipline. Però, nel settore femminile, Miriam Vece parteciperà, e sarà bello seguirla e supportarla. Non ci sono atleti italiani neanche nell’endurance. Il mio obiettivo per il 2025 invece è cercare di riconfermarmi agli Europei di febbraio, che sarà una buona occasione per iniziare l'anno nel migliore dei modi."