L'esultanza di Mads Pedersen ad Amburgo © Sprint Cycling/Lidl-Trek
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Pedersendless: Mads senza fine!

Il danese conquista la Classica di Amburgo non aspettando la volata, ma riportandosi da solo sui fuggitivi con uno sprint lungo 600 metri. Battuti Van Poppel e un sorprendente Elia Viviani

20.08.2023 16:23

Un capolavoro con brivido finale quello realizzato da Mads Pedersen nell'ultimo chilometro della Bemer Cyclassic (nuovo nome della Classica di Amburgo). L'ex campione del mondo dopo aver vinto solo ieri il Giro di Danimarca dimostra grandissima gamba anche quest'oggi, tenendo le ruote dei migliori sullo strappo e poi inventandosi un numero impensabile nell'ultimo chilometro, resistendo per pochi centimetri alla rimonta dei velocisti. La vittoria odierna è il sigillo su un'annata pazzesca, dove il 27enne è riuscito ad essere tra i primi in ogni competizione in cui ha partecipato, dalle corse delle pietre ai grandi giri. Nella generazione dei fenomeni pigliatutto, Pedersen incarna alla perfezione il ruolo dell'outsider di lusso, ed il suo palmarès continua ad essere aggiornato.

La Bemer Cyclassic propone quest’anno un percorso praticamente identico a quello delle ultime edizioni, con i 3 passaggi sullo strappo di Waseberg (700 metri al 9.5%) come unico ostacolo all’arrivo in volata, soluzione di gran lunga più probabile vista la tradizione della corsa di Amburgo.

Che la giornata sia adatta ai velocisti si intuisce sin dalle primissime fasi di gara, quando la fuga di giornata nasce con soli 3 uomini, ovvero Julien Simon (TotalEnergies), Sergio Samitier (Movistar) e Lars Van den Berg (Groupama-FDJ), con quest’ultimo che si rialza poco dopo. Restano in testa solo in due, ed ovviamente il gruppo non ha problemi a concedergli un vantaggio che arriva a sfiorare i 10’. I primi 140 km di gara non offrono alcuno spunto di cronaca, visto il percorso completamente pianeggiante e il lento ritmo a cui procede la corsa, in attesa del primo passaggio sul Waseberg. A 63 km dalla conclusione, poi, anche Simon deve alzare bandiera bianca a causa di un problema meccanico, e Samitier rimane in testa da solo con 4’ da difendere.

Nel frattempo c’è da segnalare la notizia del ritiro di Sam Bennett (Bora-Hansgrohe), che testimonia ancora una volta il difficile momento in cui si trova lo sprinter irlandese. Si passa per la prima volta sotto il traguardo, con la Jayco-AlUla schierata in blocco in testa al gruppo per Dylan Groenewegen. Con il passare dei chilometri aumenta anche l’andatura, e Samitier viene raggiunto ai -40 km da un gruppo lanciatissimo. Le cose cambiano però sul secondo Waseberg, quando la Alpecin-Deceuninck lancia l’attacco di Quinten Hermans, sulla cui ruota si attaccano Mads Pedersen (Lidl-Trek) ed Alberto Bettiol (EF Education-EasyPost). La sfuriata è intensa ma breve, e il gruppo torna presto compatto.

Se le azioni individuali non sembrano avere fortuna, sull’ultimo passaggio del muro si assiste al forcing della UAE Emirates che lancia Marc Hirschi e mette in seria difficoltà i velocisti più puri. Nel gruppetto selezionato dallo svizzero, però, manca collaborazione e dopo un breve tentativo di Diego Ulissi (UAE Emirates) la Bora-Hansgrohe ricompatta nuovamente le cose. Ai -12 km si sgancia poi un terzetto decisamente pericoloso, composto da Nils Politt (Bora-Hansgrohe) con Brandon McNulty (UAE Emirates) e Yves Lampaert (Soudal-Quick Step), tutti eccellenti passisti. Dietro però la reazione di Lidl-Trek e Jayco-AlUla è immediata, anche se l’inseguimento è tutt’altro che semplice. Tra i vialoni di Amburgo i 3 di testa collaborano proficuamente, e c’è grande incertezza sull’esito finale

Entrati nell’ultimo chilometro McNulty prende qualche metro di vantaggio, mentre dietro succede l’incredibile: Mads Pedersen decide di non aspettare la volata e si lancia in solitaria all’inseguimento dei 3 quando mancano più di 500 metri al traguardo. Il danese riprende e supera gli attaccanti in prossimità del traguardo, ma da dietro arrivano a doppia velocità Danny Van Poppel (Bora-Hansgrohe) ed Elia Viviani (Ineos Grenadiers). Si decide tutto negli ultimissimi metri: Pedersen riesce a conservare qualche centimetro di vantaggio sui rimontanti e vince col brivido, secondo poi Van Poppel e terzo Viviani.

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