GeRosalemme incorona Tom
Dumoulin si riprende subito la maglia nella crono inaugurale del Giro d'Italia; Chris Froome perde 37", male anche Fabio Aru
Il Giro d'Italia ci aveva lasciato il 28 maggio dell'anno scorso con Tom Dumoulin in maglia rosa sul gradino più alto del podio di Milano, oggi lo ritroviamo quasi un anno dopo nuovamente con l'olandese del Team Sunweb che indossa il simbolo del primato della corsa a Gerusalemme: l'ultima volta che un vincitore del Giro è riuscito a vestire la prima maglia rosa di quello successivo risaliva al 2006 quando Paolo Savolvelli vinse il prologo di Seraing in Belgio nella corsa che poi venne dominata da Ivan Basso con il falco bergamasco quinto alla fine.
Ma a parte la curiosità statistica, forse neanche troppo di buon augurio, Tom Dumoulin è partito subito con il piede giusto nel suo tentativo di doppietta lasciandosi alle spalle una prima parte di stagione tutt'altro che esaltante e piena di problemi: a differenza del 2017, quest'anno non c'erano stati risultati importanti a dargli morale, ma la consapevolezza del buon lavoro svolto in un percorso di avvicinamento al Giro che, a livello di calendario, è stato identico a quello che portò al trionfo dava comunque a Dumoulin e alla squadra la giusta fiducia. Ed il risultato si è visto: certo, per un team che non è tra i più attrezzati essere davanti già ora può significare un dispendio di energie maggiore in vista dei tapponi di montagna, ma se pensa ai distacchi risicati della classifica del Giro d'Italia 2017 la vittoria di oggi assume uno spessore notevole.
Dennis parte prima ma non ottiene vantaggi
Alla vigilia della cronometro di 9.7 chilometri per le strade di Gerusalemme che ha inaugurato il Giro d'Italia nella sua prima storica volta fuori dai confini europei, tutti i bookmakers ed i vari addetti ai lavori prevedevano un duello tra Tom Dumoulin, il campione del mondo in carica della disciplina, e l'australiano Rohan Dennis, campione nazionale e quest'anno vincitore anche delle prove contro il tempo disputate all'Abu Dhabi Tour ed alla Tirreno-Adriatico con la BMC. Un pronostico quasi banale se si vuole, ma che poi è quanto si è effettivamente visto sulle strade.
Rohan Dennis aveva provato a sorprendere tutti i rivali optando in accordo con la squadra per una partenza anticipata: l'australiano della BMC è stato infatti il quarantaduesimo corridore a scendere dalla rampa alle 14.31 ora locale, le 13.31 in Italia, ben due ore ed un quarta prima di Tom Dumoulin che, da campione uscente, era ovviamente legato all'ultima posizione nell'ordine di partenza. Nel corso dei pomeriggio, secondo alcuni, c'era la possibilità di qualche lieve goccia di pioggia, ma alla fine fortunatamente le condizioni di gara sono rimaste sostanzialmente simili per tutti i corridori, tranne piccoli cambiamenti del vento che non hanno influito più di tanto.
Campenaerts ci prova, Dumoulin mette tutti d'accordo
Quando Dennis ha concluso la sua prova ha inflitto distacchi enormi a tutti coloro che erano già arrivati, anche alcuni discreti specialisti, grazie ad una seconda parte del percorso velocissima: il tempo di 12'04", a più di 48 km/h di media su un tracciato nervoso e con diversi strappi in salita come quello israeliano, ha subito fatto pensare che i giochi per la vittoria di giornata fossero già chiusi. Con il passare del tempo, però, la sua prestazione è diventata sempre più umana, all'unico rilevamento intermedio del percorso c'è anche chi era riuscito a fare meglio di lui e all'arrivo c'è chi lo ha avvicinato: chi più di tutti ha rischiato di fare da guastatore della festa è stato il campione europeo in carica Victor Campenaerts.
Il 26enne belga della Lotto Soudal è un ottimo cronoman quando non deve lanciare messaggi o richieste di appuntamento a qualche ragazza e nel prologo del Tour de Romandie aveva fatto solo 4" peggio rispetto a Rohan Dennis: stavolta la differenza tra l'australiano e Campenearts è stata incredibilmente inferiore, solo pochi centesimi di secondo hanno diviso i due. Alla fine a mettere tutti d'accordo è arrivato proprio Tom Dumoulin che, partito per ultimo, ha spodestato Dennis dal primo posto: l'olandese non è riuscito a scendere sotto alla barriera dei dodici minuti, ma il tempo di 12'02" è stato sufficiente per conquistare la prima maglia rosa. Quarto e quinto posto per la Katusha con José Gonçalves e Alex Dowsett, staccati di 12" e 16" rispettivamente, mentre la maglia bianca di miglior giovane è indossata dal tedesco Maximilia Schachmann (Quick-Step Floors) che ha chiuso ottavo a 21", 8" meglio di Valerio Conti.
Froome a terra in ricognizione, poi male in gara
Tra gli altri uomini di classifica non si può ovviamente non iniziare parlando di Chris Froome, attesissimo al via del Giro d'Italia dopo anni si assenza ma anche al centro dell'attenzione per la notissima vicenda salbutamolo. Questa mattina il britannico del Team Sky era stato vittima di una caduta in una curva verso destro mentre testava il percorso della cronometro riportando abrasioni ed escoriazioni su tutto il fianco destro del corpo: sicuramente condizionato da questo incidente, ma non sappiamo se più fisicamente o psicologicamente, Froome ha chiuso la cronometro solo in ventunesima posizione a ben 37" da Tom Dumoulin perdendo terreno rispetto ad alcuni corridori che puntano alla generale o comunque guadagnando molto meno delle previsioni su altri.
Oltre a Froome, e Siutsou che non ha proprio potuto prendere il via, questa mattina era caduto anche il colombiano Miguel Ángel López, lui graffiandosi sul lato sinistro del corpo. Nonostante questi tre incidenti, il percorso di questa cronometro non sembrava particolarmente pericoloso ma alcune curve delicate possono aver sorpreso chi le ha affrontate per la prima volta in velocità: in gara non si sono registrati incidenti. Anche López come Froome ha accusato un distacco abbastanza pesante, 56" rispetto a Dumoulin: in salita potrà superarsi, ma tra gli uomini Astana è mostrato brillantissimo lo spagnolo Pello Bilbao, addirittura sesto al traguardo.
Bene Yates e Pozzovivo, Aru perde qualcosa di troppo
Un'ottima cronometro, addirittura da prime dieci posizioni, l'hanno fatta Simon Yates e Domenico Pozzovivo: il britannico della Mitchelton-Scott ha fatto segnare il settimo tempo con 20" di ritardo, il lucano della Bahrain-Merida si è preso il lusso di eguagliare uno specialista come Tony Martin perdendo solo 27" da Dumoulin e chiudendo al decimo posto assoluto. Molto bene è andato anche il colombiano Carlos Betancur (Movistar) che ha chiuso undicesimo a 28", mentre hanno limitato i danni Thibaut Pinot e Davide Formolo che hanno perso il primo 33", il secondo 40". Prestazione appena sufficiente per Esteban Chaves: 46" persi in 9.7 chilometri non sono pochi, ma c'è comunque chi ha fatto peggio.
Scorrendo la classifica arriviamo invece a chi non può essere soddisfatto del risultato di questa cronometro. In primis c'è ovviamente Fabio Aru che già al Tour of the Alps era apparso in ritardo di condizione e che anche oggi a Gerusalemme non ha convinto né dal punto di vista del risultato né da quello della pedalata: i 50" persi sono un po' troppi per un corridori con ambizioni di maglia rosa, ma potrebbe aver calibrato la preparazione per arrivare al top della forma nelle tappe decisive in Italia; in fondo da Froome lo separano solo 13". Partenza tutta in salita invece per Michael Woods, Louis Meintjes e Gianluca Brambilla, tutti partiti con alcune ambizioni di classifica: non stiamo parlando di grandi specialisti, ma se si vuole prendere quest'impegnativa cronometro come un test sulla condizione allora 1'02", 1'08" e 1'13" di ritardo non sono bei segnali. O avranno partito il grande caldo israeliano?
A Tel Aviv il primo arrivo in volata?
Domani il Giro d'Italia proseguirà sempre in terra di Israele con una tappa in linea di 167 chilometri a Haifa a Tel Aviv: un gran premio della montagna di quarta categoria (2.6 km al 5.3% medio) poco oltre metà percorso non basterà ad impedire il primo arrivo in volata della corsa rosa. Salvo sorprese non dovrebbe essere in pericolo neanche la maglia rosa di Tom Dumoulin: velocisti a distanza di abbuono non ce ne sono ed il traguardo volante con secondi in palio per la classifica generale dista 62 chilometri dall'arrivo quando verosimilmente in testa alla corsa ci sarà ancora la fuga scattata nei primi chilometri.