Tadej Pogacar in trionfo alle Strade Bianche © Pagina Facebook UAE Emirates
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Pogacar dopo il terzo trionfo alle Strade Bianche: «Shit happens»

Pidcock: «Sono contento ma anche dispiaciuto». Swift si commuove: «Sono orgoglioso di aver seguito Tadej e Tom»

08.03.2025 19:00

Non ha ripetuto il monologo di un anno fa, ma ha vinto lo stesso, dimostrando una forza e una caparbietà senza eguali: Tadej Pogacar ha vinto per la terza volta la Strade Bianche. Una vittoria speciale non solo perché conquistata con la maglia di campione del mondo, ma anche per la rincorsa a cui è stato obbligato dopo la caduta nel tratto in asfalto che precedeva l'ingresso nel settore di Colle Pinzuto.

Pogacar: «Sono finito a terra, ma certe cose accadono»

«Il più faticoso dei tre successi? Sì, ma una vittoria è sempre una vittoria. E sono contento di aver tagliato il traguardo a braccia alzate», esordisce il 26enne di Komenda ai microfoni di Rai Sport. «Ovviamente, sarebbe stato meglio se non fossi finito a terra. La caduta? Non so cosa sia successo: conosco queste strade come se fossero casa mia, avendole affrontate tante volte. Penso di essere arrivato troppo veloce in curva. D'altra parte, però, penso che quell'asfalto non fosse il migliore: l'ho trovato un po' scivoloso. In ogni caso, le disgrazie accadono (Pogacar ha usato l'espressione anglofona Shit happens, ampiamente alla portata dei nostri lettori, ndr) e, probabilmente, sarei dovuto arrivare più piano in quel punto». Un'ultima battuta prima della premiazione (e di un salto in infermeria): «Tadej, sei nella storia». Risposta telegrafica: «Ah, grazie». 

Pidcock: «La caduta di Pogacar mi ha dato un'opportunità, ma lui è stato più forte di me»

Il suo scatto a Monte Sante Marie è stata un'esca irresistibile per Pogacar che - a parte l'episodio della caduta - ha viaggiato in compagnia di Thomas Pidcock fino al secondo transito sulle Tolfe. Considerati i propositi della vigilia, il 2° posto a Piazza del Campo è parente stretto di un bicchiere mezzo pieno o di un bicchiere mezzo vuoto? Il bicampione olimpico ci pensa per qualche secondo prima di rispondere: «Non c'è dubbio che mi sia presentato qui per provare a vincere, ma sono consapevole di aver disputato una buona corsa. Ovviamente, la caduta di Pogacar mi ha dato più di una chance. D'altra parte, però, Tadej è stato molto più forte di me sull'ultimo tratto di sterrato. Pertanto, sono contento ma - al tempo stesso - abbastanza deluso». L'umore migliora leggermente quando l'inviato di Eurosport/Discovery+ Andrea Berton lo interroga sulla sua reazione dopo il primo affondo di Pogacar ai -79 dall'arrivo: «Nessuno ha avuto la forza di seguirlo dall'inizio della stagione a oggi. Io ci sono riuscito e, anche per questo motivo, sono soddisfatto. Tuttavia, non sono stato in grado di fare l'ultimo passo per stargli dietro. In questo momento, provo sensazioni a un tempo dolci e amare». Subito dopo, il capitano della Q36.5 si sofferma sulla sua condotta di gara dopo l'incidente all'iridato di Zurigo: «In un primo momento, ho deciso di proseguire la mia azione, anche perché non sapevo cosa gli fosse accaduto. Alla fine, però, è risalito in bici e mi è sembrato quasi naturale aspettarlo: ho pensato che fosse una questione di rispetto, a prescindere dal fatto che si trattasse del campione del mondo». In conclusione, un'altra domanda sulle sue possibilità di rimonta dopo l'attacco risolutivo dello sloveno: «Se osservate i progressi che ho compiuto nell'ultimo anno, è evidente che stia andando nella giusta direzione, benché sia entrato in questa squadra e abbia conosciuto lo staff tecnico appena tre mesi fa».

Tom Pidcock con i colori della sua nuova squadra © Q36.5 Pro Cycling Team
Tom Pidcock con i colori della sua nuova squadra © Q36.5 Pro Cycling Team

Gli altri protagonisti

Anche se non fosse stato ostacolato da Pogacar, Connor Swift avrebbe avuto pochissime possibilità di restare in corsa per un posto sul podio. Tuttavia, l'ex campione nazionale britannico in linea (13° all'arrivo) non ha nascosto la sua commozione per l'ottima prova sulle crete senesi: «Sono orgoglioso della mia performance, anche perché ero andato in fuga subito dopo il via. Posso dire che è stata una corsa davvero impegnativa. In un primo momento, io e i miei compagni di squadra avremmo dovuto correre per Michał Kwiatkowski. A un certo punto, mi sono trovato in compagnia di Pogacar e Pidcock: entrambi viaggiavano a passo sostenutissimo, anche in discesa. Ero alle spalle di Tadej quando c'è stata la caduta: è stato fenomenale a risalire subito in bici». Il corridore della INEOS Grenadiers ha poi ragionato sulla sua condotta di gara: «Sapevo bene che gli altri erano più forti di me. In questi casi, serve una condotta aggressiva per pensare di vincere. Di solito sono un uomo che corre al servizio degli altri. Quest'oggi, però, ho avuto l'occasione per giocarmi le mie possibilità. E devo dire che è stato davvero bello».

Per chiudere, la parola a un esordiente di lusso: a 35 anni, Mikel Landa ha onorato per la prima volta la Strade Bianche, piazzandosi ai margini della top 10. «È stata una gara particolarmente esigente, in linea con le mie aspettative. Ho pagato un po' di inesperienza sul tratto di Sante Marie, in cui non sono riuscito a gestirmi al meglio. Pur trovandomi in un gruppo particolarmente competitivo, il ritardo sui primi inseguitori era ormai incolmabile. Nel complesso, mi ritengo soddisfatto perché ho concluso la corsa appena fuori dai primi dieci, ma sono anche un po' rammaricato perché le cose potevano persino andare meglio».

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Carmine Marino
Nato a Battipaglia (Salerno) nel 1986, ha collaborato con giornali, tv e siti web della Campania e della Basilicata. Caporedattore del quotidiano online SalernoSport24, è iscritto all'albo dei giornalisti pubblicisti della Campania dal 4 dicembre 20