Confalonieri e inseguimenti, l'Italia parte forte
Coppa del Mondo su Pista, nella giornata inaugurale della prima tappa tre medaglie azzurre: oro della lombarda nella Corsa a Punti, due bronzi a squadre (con doppio record per gli uomini)
Ottime notizie per l'Italia nella giornata inaugurale nella prima tappa della Coppa del Mondo su pista 2018-2019. A Saint Quentin en Yvelines, velodromo parigino già teatro del Mondiale 2015 e futura sede olimpica nel 2024, è partita la lunga corsa in vista delle preziose carte olimpiche di Tokyo 2020, rassegna nella quale la nazionale azzurra vuole recitare un ruolo da protagonista.
Confalonieri, l'appetito vien mangiando: vittoria nella Corsa a Punti
La notizia più bella riguarda Maria Giulia Confalonieri: la nativa di Giussano ha conquistato la medaglia d'oro nella Corsa a Punti, prova della quale è campionessa europea. La venticinquenne ha disputato una gara accorta, rimanendo al coperto nella prima metà degli 80 giri previsti e muovendosi con un attacco a 37 tornate dalla fine. Con lei si sono mosse l'austriaca Eberhardt, la britannica Raybould, la ceca Machachová, l'irlandese Gurley, la tedesca Becker e l'ucraina Solovey: tutte sono state capaci di rientrare a 31 giri dalla fine, ottenendo quei 20 punti che permette di restringere a loro la lotta per il successo.
E qui la più pimpante si dimostra proprio Confalonieri: la tesserata per la Valcar PBM ha fatto proprio il terzultimo sprint battendo l'insidiosa danese Dideriksen, ottenendo poi il secondo posto nel penultimo sprint vinto da Becker. Proprio la tedesca la precedeva per 2 punti: la scelta della lombarda è stata quella di concentrarsi sullo sprint, rischiando il tutto per tutto e concedendo alla Solovey di involarsi. L'ucraina conquista l'ultima volata a punteggio raddoppiato mentre l'azzurra ha avuto lo spunto giusto per prendere la piazza d'onore.
In questo modo Maria Giulia Confalonieri si impone con 34 punti, uno in più dell'ucraina Hanna Solovey, che si è ben disimpegnata nei momenti chiave. Terza piazza con 30 punti per la tedesca Charlotte Becker, letteralmente sfinita nel finale e praticamente rialzatasi. Seguono l'austriaca Verena Eberhardt a 29, l'irlandese Lydia Gurley a 21, la ceca Jarmila Machachová e la britannica Rebecca Raybould a 20.
Inseguimenti di bronzo, con doppio record nazionale per gli uomini
Una garanzia per il movimento italiano sono le due gare dell'inseguimento a squadre: cambiando la composizione dei quartetti il risultato non cambia. Partiamo, stavolta, dagli uomini capaci per due volte su due di migliorare il proprio limite: nel primo turno contro la Russia non c'è storia e la gara è solo contro il cronometro. Rispetto al solito Bertazzo, Consonni, Ganna e Lamon partono forte, mantenendo alti ritmi e facendo segnare un 3'53"175.
Nella finale per il bronzo la lotta è più combattuta contro la formazione britannica Huub Wattbike Test Team, capitanata dal trattorino Harry Tanfield. Gli azzurri, qui nel quartetto Bertazzo, Ganna, Lamon e Scartezzini, riescono ancora a migliorare di strettissima misura con 3'53"153, nuovo limite nazionale. La gara ha visto il dominio della Danimarca, talmente forti da riuscire a doppiare nientemeno che la Gran Bretagna prima dell'inizio del terzo km. E proprio gli scandinavi, con britannici e gli australiani qui assenti, sono i rivali dei nostri, ormai proiettati sempre più verso traguardi impensabili 4 anni fa.
Bronzo anche per le azzurre, che nel primo turno si sono inchinate alle più forti australiane. Nella finale per il bronzo, invece, Balsamo, Cavalli, Paternoster e Valsecchi hanno confermato la propria supremazia a livello continentale superando la Germania di oltre 2": 4'19"428 per le nostre, tempo molto buono ma che non è ancora all'altezza delle oceaniche. La finale per l'oro è stata decisamente combattuta, con l'Australia sempre al comando fino all'ultimo ma sempre sotto il secondo di vantaggio sulle cugine della Nuova Zelanda: 4'16"957 per le aussie contro il 4'17"560 delle all blacks.
Bertazzo nelle retrovie, sfida spettacolare nella Velocità a squadre femminile
Risultati da retrovie nelle altre due prove con azzurri impegnati. La Corsa a punti maschile è stata estremamente frizzante, con ben otto atleti capaci di guadagnare il giro in diversi momenti. Ad imporsi è stato l'unico che ha centrato il doppio giro di guadagno, vale a dire il tedesco Moritz Malcharek. Il ventunenne ha conquistato 53 punti mentre la sfida alle sue spalle ha visto prevalere il britannico Mark Stewart sul greco Christos Volikakis: 45 punti per l'albionico con i 43 del rivale. Un solo punto, ottenuto nel decimo sprint, per Liam Bertazzo: il padovano, affaticato dai turni della gara a squadre, si è classificato diciottesimo.
Niente da fare per Gloria Manzoni e Miriam Vece nella Velocità a Squadre femminile, tredicesime su quindici nel turno di qualificazione (passavano le prime otto). Successo, come spesso capita, per le russe Daria Shmeleva e Anastasia Voinova, qui in gara con la casacca della Gazprom: ma stavolta lo spettacolo è stato assoluto, dato che le australiane Kaarle McCulloch e Stephanie Morton hanno perso per un solo millesimo, in una gara raramente così spettacolare. A completare il podio sono le ucraine Liubov Basova e Olena Starikova, di legno restano le neozelandesi Emma Cuming e Natasha Hansen.
Italia assente, come d'abitudine, nella Velocità a Squadre maschile. Finale dominata dai Paesi Bassi con Jeffrey Hoogland, Sam Ligtlee e Roy van den Berg, che hanno battuto per oltre 6 decimi i padroni di casa Geoffrey Baugé, Mickaël D'Almeida e Sébastien Vigier. Medaglia di bronzo per la Russia con Denis Dmitriev, Shane Perkins e Pavel Yakushevskiy, con la Gran Bretagna distante.
Domani sono cinque le prove in programma. Tra gli uomini spazio a Keirin (Francesco Ceci nella quarta batteria, c'è anche Luca Ceci nella seconda con il T*Red Team), Scratch (tocca a Francesco Lamon) e soprattutto Omnium (Simone Consonni punta al podio). Tra le donne, invece, appuntamento con la Velocità individuale (Miriam Vece e Maila Andreotti, quest'ultima con il Cycling Team Friuli) e Madison (Rachele Barbieri e Letizia Paternoster vogliono far valere la loro legge).