Tour in crescendo, Fabio adesso vede il podio
Splendida cronoscalata del sardo che risale nella generale. Il calo dei diretti rivali apre interessanti spiragli in ottica Champs-Élysées
Nella cronoscalata odierna i due ciclisti che hanno occupato le prime due posizioni erano i grandi favoriti per i bookmakers. Il britannico Chris Froome, cioè colui che finora è stato il dominatore della corsa francese, ha prevalso sul neerlandese Tom Dumoulin, vincitore di due tappe in questo Tour (tra cui l'altra cronometro disputatasi). Maggior scalpore fa suscitare invece il nome dell'atleta che accompagna i due succitati nel podio di giornata: il sardo militante nell'Astana Pro Team, Fabio Aru.
I 17 km da Sallanches a Megève, classificati come cronoscalata, presentavano in realtà diversi tratti dal diverso profilo altimetrico: un primo tratto pianeggiante faceva da preludio alla Côte de Domancy, sulla quale era posto il primo riferimento cronometrico. Il secondo stop del cronometro si trovava invece al termine di un falsopiano in costante ascesa, altra salita prima dell'ultimo intertempo, e poi ancora su fino allo scollinamento alla Côte de Chozeaux ed agli ultimi pochi chilometri in discesa. La partenza di Aru è stata più che discreta, ma senza strafare. Il sardo si trovava settimo dopo i primi 6,5 km a 25" da Richie Porte (migliore nel frangente), pagando anche da corridori come Adam Yates e Joaquim Rodríguez (partiti forse un po' troppo all'assalto). Già dal secondo intermedio le cose miglioravano sensibilmente: il sardo si trovava in quarta posizione a 23" da Dumoulin, recuperando su Rodrîguez, Yates e De Gendt. Posizioni immutate ma distacco ridotto (16") al terzo intertempo, mentre nell'ultimo tratto lo scalatore Astana si permetteva anche il lusso di scalzare Richie Porte dalla terza posizione, chiudendo ad 12" da Tom Dumoulin ed a 33" da un Chris Froome autore di una prova in crescita parallela a quella di Aru.
Nuove prospettive per Aru
Neanche il più ottimista dei tifosi si sarebbe aspettato Aru in lotta per il podio alla vigilia dell'ultima settimana. La crisi di Andorra e la difficile prima cronometro del Tour avevano fatto scivolare il sardo fuori dalla top10, in cui era rientrato dopo le discrete prestazioni sul Giura (e nella prima tappa alpina di ieri). Discrete prestazioni, anche condite da coraggiosi assalti al dominio Sky, ma nulla di più. Dopo qiesta cronometro le ambizioni possono invece iniziare a considerare l'idea podio. Froome a parte, oggi Aru ha guadagnato su tutti gli uomini di classifica, in una giornata che avrebbe dovuto favorire altri ciclisti in top10, come ad esempio Richie Porte. Se però il tasmaniano ha corso tutto sommato sui suoi livelli (ed il minimo guadagno cronometrico è più da attribuire ad una grande prova di Aru che a demeriti di Porte), molti altri hanno pagato più del dovuto. Detto di Yates, che ha richiesto un po' troppo alle sue gambe nella prima parte, va registrato anche il calo vistoso di due protagonisti della prima metà di Tour: Bauke Mollema e Nairo Quintana. Se dall'olandese ci si poteva aspettare un calo alla distanza, più sorprendente è la difficoltà del colombiano. L'ultimo atleta che occupa una posizione migliore di Aru in graduatoria è Romain Bardet. Il francese ha risposto oggi abbastanza bene (non è mai stato un drago nelle gare contro il tempo) e sembra ancora in perfetta forma. I rivali per il podio sono questi: Mollema, Quintana, Bardet, Porte e Yates. Sarà senza dubbio difficile superare almeno quattro dei nomi appena citati, ma fa ben sperare la capacità di Aru ha spesso dimostrato di crescere nella terza settimana delle corse a tappe (e la preparazione Astana recentemente sembra considerare meno traumatico un ritardo nella condizione che un anticipo, cercando di finire col botto i Grandi Giri: vedasi Giro 2015 di Aru e Tour 2015 e Giro 2016 di Nibali).