Pogacar-Evenepoel, una sfida nuova ma già storica
In attesa del faccia a faccia di domenica alla Liegi rivediamo le sfide passate tra due giovani campioni che con le loro gesta animeranno i prossimi lustri di ciclismo
Una primavera a rincorrersi l'un l'altro, raccogliendo, chi più e chi meno, successi e imprese memorabili durante pochi ma intensi mesi ricchi di ciclismo al suo stato più puro, per poi incontrarsi - finalmente - in quello che è il contesto perfetto per un'epica battaglia in sella ad una bicicletta tra due fenomeni che stanno scrivendo e scriveranno a lungo, ci si augura, pagine del nostro sport a due ruote. Tadej Pogacar e Remco Evenepoel stanno per incrociare le loro strade e le loro spade alla Liegi-Bastogne-Liegi, per la prima e - ancora per un po' - unica volta in questo 2023. Le aspettative, forse è persino superfluo affermarlo, sono alle stelle e in maniera del tutto giustificata dato ciò che lo sloveno e il belga hanno espresso finora, sia in termini prettamente tecnici che sotto l'aspetto dello spettacolo e della fantasia.
Il nativo di Komenda in realtà, dati alla mano, dovrebbe partire con il ruolo di grandissimo favorito alla Doyenne, la Decana; d'altronde era dai tempi d'oro di Philippe Gilbert che un corridore non arrivava tanto vicino dal vincere Fiandre e realizzare al contempo il Trittico delle Ardenne nella stessa primavera (e il vallone non era certo competitivo per la classifica generale al Tour de France, tanto per mettere in chiaro e sottolineare ancora una volta l'eccezionalità di Pogacar nel panorama del ciclismo moderno). Nelle sue ultime uscite dopo quella che probabilmente resterà la gara dell'anno, e cioè il Giro delle Fiandre, Tadej non è affatto apparso in calo ed è riuscito nell'arco di tre giorni a mettere nel carniere i due terzi più “semplici” e meno nobili del Trittico ardennese, se così si può dire di due Classiche con la C maiuscola come Amstel Gold Race e Freccia Vallone. E l'ha fatto a modo suo, regalando spettacolo nella corsa della birra e attenendosi ad un copione predisposto nella seconda, divenuta ormai l'ombra della Freccia che fu un tempo.
A separarlo da quello che sarebbe uno storico tris, storico di per sé ma ancor più storico alla luce di quel che Pogi ha raccolto in precedenza, tra cui spiccano la Parigi-Nizza e, appunto, la Ronde Van Vlaanderen, c'è l'altro protagonista di questo articolo, colui che si presenterà al via della Liegi-Bastogne-Liegi con il numero uno sulla schiena in virtù della cavalcata solitaria che gli valse il successo nel 2022: Remco Evenepoel.
A differenza di Pogacar, Remco ha deciso di tenersi più in disparte dai grandissimi eventi in questa prima parte di stagione e ha prediletto prepararsi in altura e attraverso tre corse a tappe - Vuelta San Juan, UAE Tour, vinto, e Volta a Catalunya nella quale il secondo posto dietro a Roglic è stato condito da due vittorie parziali - al grande appuntamento stagionale, più della Liegi, più del Mondiale e più di qualsiasi altra corsa che disputerà più avanti (ad esempio il Lombardia, possiamo immaginare): il Giro d'Italia. Proprio per questo, però, è facile pensare che il capitano del Wolfpack possa essere freschissimo e nella migliore condizione possibile ai nastri di partenza della Liegi, classica in cui non deve temere nessuno, nemmeno il Pogacar versione extralusso che abbiamo avuto la fortuna di gustarci in questa campagna primaverile delle classiche.
A domenica mancano ancora più di ventiquattr'ore ma gli sforzi di fantasia che tutti gli appassionati si stanno facendo immaginandosi lo sviluppo e l'epilogo di quella che è l'ennesima classica attesissima di una primavera probabilmente irripetibile in tempi brevi per densità di fenomeni hanno sempre e solo per protagonisti loro due: Remco Evenepoel e Tadej Pogacar, Tadej Pogacar e Remco Evenepoel. C'è chi li vede da soli a oltre ottanta dall'arrivo, chi invece ritiene che Evenepoel possa stanare lo sloveno sulla Redoute, dando quindi il colpo di grazia nello stesso punto in cui scattò lo scorso anno, chi rimane più fedele allo spartito classico e quindi considera decisiva la Roche-aux-Faucons e chi, infine, non può che figurarsi nella propria mente uno sprint finale a tagliare la testa al toro e decretare chi dei due, almeno per una domenica, sarà più grande dell'altro.
Magari in alcuni di questi scenari è contenuta una buona fetta di verità, magari invece uno dei due batterà nettamente l'altro, oppure sarà uno dei tanti outsider a prevalere nella sorpresa generale. Di sicura c'è solamente l'imprevedibilità dello scenario tattico che si genererà da quello che, in effetti, è il primo vero e proprio testa a testa diretto (e senza altri fenomeni a scombinare le carte o a catturarsi le luci della vigilia) tra Pogi e Remco, sempre favoriti nelle corse di un certo rango - e spesso vincitori - ma raramente allo stesso tempo.
Gli scontri diretti tra Pogacar ed Evenepoel: 2019
La parabola dei due tra gli élite inizia nel 2019 (Tadej ovviamente qualche esperienza l'aveva fatta anche precedentemente, ma l'ultimo anno pre-Covid ha rappresentato per lo sloveno la prima stagione interamente corsa da élite), annata in cui entrambi salgono alla ribalta come grandissime promesse del ciclismo futuro e oltre alle speranze portano già in dote anche risultati di peso. Le uniche corse in cui sia Remco che Tadej appaiono al via nel 2019 sono però la Classica di San Sebastian e il Mondiale di Harrogate. Nei Paesi Baschi Tadej va incontro ad un ritiro nel giorno in cui, forse davvero per la prima volta tra i professionisti - nonostante i numeri confezionati precedentemente in Belgio e Italia - Evenepoel si dimostra chiaramente superiore a tutti i campioni del suo tempo e afferma con solennità la sua legge.
Nello Yorkshire è invece Remco a doversi arrendere dopo aver cercato di aiutare il suo compagno e idolo sportivo Gilbert a rientrare in gruppo dopo la caduta. In una giornata da lupi, con freddo e pioggia battente, un giovane Pogacar appena uscito dalla Vuelta, conclusa in terza posizione, mette subito in chiaro di amare alla follia certe condizioni estreme centrando la top venti.
2021: i primi confronti ai Giochi, ai Mondiali e al Lombardia
Per giungere ad un nuovo scontro tra i due devono passare quasi due anni: la cornice è quella dei Giochi Olimpici di Tokyo. Evenepoel si presenta in Giappone con il ruolo di co-capitano del Belgio insieme a Van Aert e tenta fortuna prima del Mikuni Pass, vero boia di giornata, finendo malamente a gambe all'aria. Pogacar è invece reduce dal secondo Tour di fila e nonostante non vanti più la brillantezza della Grande Boucle è protagonista di una gara generosissima assieme allo stesso Wout, conclusa con un soddisfacente bronzo olimpico.
Dopo una breve pausa i ruoli dei due si invertono per qualche settimana, con Remco che nel giro di poco più di quindici giorni raccoglie il bronzo a cronometro nell'Europeo di Trento e lo stesso metallo al Mondiale casalingo, confermando un ottimo momento di forma. In queste due prove prettamente pianeggianti lo sloveno non riesce ad eccellere, ma a sorprendere ancor di più è il suo rendimento nelle prove in linea di Europei e Mondiali: mentre Evenepoel fa fuoco e fiamme sul percorso trentino arrendendosi solamente a Colbrelli dopo lo sprint a due conclusivo, Pogacar non si mostra granché brillante e chiude quinto più di classe che di gambe; il risultato della gara iridata potrebbe invece ingannare, dato che il piazzamento del portacolori della UAE è migliore. Tuttavia Remco è protagonista di un Campionato del Mondo corso alla garibaldina al sostegno di Van Aert e si sacrifica anima (forse…) e corpo per Wout, rinunciando ad un possibile risultato personale. Tadej è quasi del tutto assente nel momento in cui la gara si spacca in due e deve rinviare le sue ambizioni di successo iridato.
Il loro confronto nel 2021 si chiude proprio sulle strade italiane, tra Giro dell'Emilia e Lombardia. Remco pare in ottima condizione, mentre Pogi è ancora intento nel ricercare una forma decente dopo una Grande Boucle che l'ha prosciugato totalmente. Sul circuito del San Luca lo sloveno sceglie di rinunciare sin da subito e addirittura si ritira dopo aver regalato qualche impennata agli spettatori. Evenepoel è invece grande protagonista e corre all'attacco, ma nulla può contro Roglic, decidendo alla fine di aiutare il compagno Almeida.
Ultimo appuntamento del 2021 è, come detto, il Lombardia. Sulle strade bergamasche il piccolo belga salta in aria proprio quando il gioco si fa duro, mentre Pogacar, ritrovata appena in tempo una buona condizione, s'invola sul Passo di Ganda e poi giustizia Masnada in volata.
2022: la Tirreno e il Mondiale
La Tirreno-Adriatico 2022 sembra essere il perfetto test per osservare all'opera su un percorso impegnativo i due talenti potenzialmente più forti per i grandi giri futuri (e presenti, nel caso di Tadej). Nelle prime tappe l'equilibrio è effettivamente verificato, con il solo Vingegaard - a proposito di GT… - ad inserirsi nella sfida tra Remco e Pogi. Nella frazione decisiva con il Monte Carpegna però Evenepoel salta per aria andando in difficoltà già sul primo passaggio mentre Pogacar dà lezioni di dominio in salita.
Archiviata brutalmente la questione giri a tappe, seppur solamente momentaneamente, i due si incontrano nuovamente alla Freccia Vallone (Remco gregario di Alaphilippe, Tadej non benissimo) e poi ancora a San Sebastian, dove l'epilogo è identico al 2019: vittoria per il belga, ritiro per lo sloveno, letteralmente distrutto dopo un Tour de France dispendiosissimo. L'avvicinamento al Mondiale perseguito dai due è profondamente diverso: Evenepoel passa per la Vuelta, vincendola, Pogacar per alcune classiche di un giorno (tra cui il duro GP Montreal, vinto). I due sembrano essere alla pari in vista della prova in linea ma il risultato della cronometro - sesto Tadej, terzo Remco - sorride decisamente di più al belga, arrivato in Australia all'ultimo momento dopo aver terminato la Vuelta.
Nel Mondiale in linea Pogi si fa trovare pronto nell'azione scatenata dalla Francia lontanissimo dal traguardo, ma è Remco che riesce ad entrare nell'azione decisiva, mentre al contrario Pogacar arranca anche per seguire i vari allunghi in gruppo promossi prima dai francesi e poi da Van Aert e Bettiol.
…il resto, come si suol dire, è storia.