Remco a casa: qui gatta ci covid
Lungi dal voler cedere al complottismo, perché non attendere almeno la giornata di riposo prima di ufficializzare il ritiro? O il Giro per Evenepoel non vale nemmeno un raffreddore?
Andiamo con ordine: giusto il 5 maggio scorso l'Organizzazione Mondiale della Sanità - e non mio cugino - ha dichiarato ufficialmente terminata l'emergenza pandemica da Covid-19, sottolineando, comunque, l'importanza di continuare a "controllare e gestire" questa patologia "come qualsiasi altra malattia infettiva".
Benissimo. Già dall'inizio di questa stagione ciclistica, poi, erano stati accantonati i protocolli che imponevano la sospensione automatica del corridore positivo al tampone. Anzi, fin dal Tour de France dello scorso anno era stato introdotto un margine di discrezionalità che autorizzava a proseguire nell'attività quanti, pur positivi al Covid-19, fossero del tutto asintomatici o presentassero solo sintomi lievi.
Bene. Nel comunicato ufficiale diramato dalla Soudal-Quick Step per annunciare il ritiro di Remco Evenepoel, si parla di "test di routine" senza citare alcuna condizione di particolare sofferenza del corridore che, a sua volta, aveva parlato di "semplice raffreddore". E dunque, nel momento in cui l'OMS ci dice che il Covid-19 è oggi da trattare alla stregua di qualsiasi altra malattia infettiva e Remco, uno sportivo 23enne e in perfetta salute, accusa soltanto un raffreddore, perché deve scattare automaticamente il suo ritiro dal Giro d'Italia?
Sia chiaro: qua nessuno vuole sostituirsi ai medici del team che, soli, conoscono le reali condizioni di salute del ragazzo. Però sulla base di ciò che ci è dato sapere, la decisione di ritirarsi appare quantomeno precipitosa. Tanto più alla vigilia di un giorno di riposo cui seguiranno due tappe interlocutorie, e con Evenepoel in maglia rosa! Perché non aspettare perlomeno altre ventiquattr'ore, in modo da avere il tempo di ripetere il tampone e, soprattutto, di verificare l'evoluzione della malattia?
Perché - e lo ribadiamo ancora una volta - è chiaro che se uno sta male fa bene a fermarsi, Covid o non Covid. Ma una lieve forma influenzale (perché di questo parlano i canali ufficiali) può mai essere sufficiente a giustificare un abbandono così repentino dalla corsa che ci si era fissati come principale obiettivo dell'anno? Che per delle semplici positività la Ineos abbia fermato Ganna, o la Jumbo abbia rivoluzionato la squadra a pochi giorni dal via, è comprensibile, se l'obiettivo era tutelare i rispettivi capitani non esponendoli ad un possibile contagio. Ma qua stiamo parlando del corridore che da solo dava senso alla partecipazione del Wolfpack al Giro, e attorno al quale Lefevère sta rimodellando l'intero organico, perfino - come si è visto dai magri risultati di questa primavera - a scapito delle classiche delle pietre, da sempre terreno di conquista prediletto dei Lupi.
E quante volte abbiamo visto corridori, anche molto meno centrali di Remco nelle gerarchie interne del proprio team, stringere i denti perfino in presenza di fratture ossee o di gravi escoriazioni, pur di non arrendersi al ritiro? Covid o non Covid, qua non siamo al Tour of the Alps o al Romandia, corse preparatorie a cui si può anche rinunciare, a scopo precauzionale, per non compromettere la partecipazione al Giro. Qua siamo, appunto, al Giro d'Italia, e vedere tirare i remi in barca "per così poco" al principale favorito e attuale leader, lascia a dir poco perplessi. "Per così poco", ribadiamo, sulla base di quello che ci è dato sapere dalla stessa squadra di Evenepoel.
Se poi il belga stesse davvero male, è chiaro che ogni nostra valutazione va a farsi benedire. Ma allora perché non dire chiaramente le cose come stanno, sgombrando il campo dalle mille speculazioni che - legittimamente - tantissimi di noi stanno rimuginando in queste ore? E perché annunciare il ritiro già nella serata di ieri senza nemmeno attendere quantomeno che passasse la nottata? In definitiva, una scelta davvero molto strana, quantomeno nel modo e nei tempi della comunicazione. O dobbiamo dedurre che, alla fin fine, il Giro per Remco e la squadra non era così importante da non valere nemmeno un raffreddore?