Remko Evenepoeletxea eta hiru!
Il campione del mondo eguaglia il record di vittorie, detenuto da Marino Lejarreta, nella classica basca. Battuto Bilbao nello sprint a due. Terzo Vlasov, nono Bagioli e dodicesimo Bettiol
Tripletta di Evenepoel! Chissà se e quante ne avrà messe a segno nella sua breve carriera da calciatore; di sicuro non lo avrà mai fatto nei Paesi Baschi; prima di oggi, non con un pallone, ma in sella a una bicicletta. A differenza del 2019, quando Remco conquistò un po’ a sorpresa la sua prima vittoria nel World Tour , e dell’anno scorso, edizione dominata in lungo e in largo dal fuoriclasse della Soudal-QuickStep, il campione del mondo non è arrivato tutto solo al traguardo di San Sebastian: con lui Pello Bilbao, che ha tenuto duro sulle progressioni dell’avversario e lo ha impensierito fino all’ultimo chilometro, dove il basco ha commesso un errore fatale: dare il cambio ai 700 metri dal traguardo, concedendo a Evenepoel la posizione migliore per affrontare lo sprint; sprint nel quale l’iridato ha dimostrato di essere migliorato tantissimo quest’anno, tanto da riuscire a battere un corridore tutt’altro che fermo come il 33enne della Bahrain-Victorious. Tre su tre a San Sebastian per Evenepoel, ancora imbattuto anche alla Liegi-Bastogne-Liegi. Numeri impressionanti, che però non fanno troppa notizia, forse per l’apparente facilità con cui il fenomeno belga sembra riuscire a mettere la propria bicicletta davanti a quella degli avversari, ora anche negli sprint ristretti.
La cronaca
Evenepoel monopolizza la cronaca della corsa ancora prima del chilometro zero. Un brivido corre sulla schiena degli appassionati, quando radiocorsa comunica la caduta del campione del mondo, all’ultima corsa in maglia iridata prima dei mondiali di Glasgow. Non passa molto, per fortuna, prima che la Soudal-QuickStep non rassicuri tutti sulle condizioni del proprio capitano: “Remco is ok!”, il messaggio che la formazione belga affida a Twitter (o a quel che ne rimane) pochi minuti più tardi. Tutto ok sì, ma fino a un certo punto: la botta alla parte sinistra del corpo Evenepoel l’ha presa, tanto da arrivare al traguardo con i pantaloncini che lasciavano intravedere qualche goccia di sangue e con il polso lievemente dolorante. È andata peggio a Bini Girmay, vittima di una caduta dopo pochi minuti di corsa: ritiro per l’eritreo, trasportato in ospedale per accertamenti; le sue condizioni sarebbero buone, o almeno questo ha comunicato la Intermarché-Circus-Wanty nell’unico aggiornamento a ora disponibile sulle condizioni del 23enne, protagonista finora di una stagione tanto sfortunata quanto deludente.
Servono una trentina di chilometri perché si formi la fuga di giornata. A farne parte, oltre a Nathan Van Hooijdonk, Julien Bernard, Franck Bonnamour, Mikel Iturria e, un po’ a sorpresa, Romain Bardet, al ritorno alle corse dopo la caduta che l’aveva costretto al ritiro durante la quattordicesima tappa del Tour de France. Vantaggio massimo di 5’, avventura finita con lo scatenarsi del ciclone Remco sull’Erlaitz. Come l’anno scorso, il fuoriclasse belga sceglie la salita successiva allo Jaizkibel per lanciarsi all’attacco, con la risibile, impercettibile, trascurabile differenza che nell’edizione 2023, tra la vetta dell’Erlaitz e San Sebastian, ci siano circa 25 km e un Mendizorrotz in più. Se ti chiami Remco Evenepoel, puoi fregartene alla grande, no?! Gli unici a tenere la ruota del campione del mondo sono Pello Bilbao, Aleksandr Vlasov e Alberto Bettiol. Il vantaggio sul gruppo, in cui Ion Izagirre è tra i più attivi nel cercare di rientrare sui quattro, è di poco superiore ai trenta secondi.
Ai piedi del Mendizorrotz, novità del percorso 2023, saranno diventati 75: per chi si è fatto sorprendere, la corsa è finita. È Evenepoel a fare l’andatura per tutta la salita, costringendo alla resa prima i due reduci dalla fuga (Van Hooijdonk e Bardet), poi anche Bettiol, nel tratto più duro. Dietro scatta Gall, seguito da Benoot e, in un primo momento, da Bagioli. Il corridore della Soudal-QuickStep, fresco di vittoria nell’ultima tappa del Giro di Vallonia, regge poco, Benoot un po’ di più, mentre da dietro rimonta e si riporta sull’austriaco un sorprendente Landa. Un fuoco di paglia, visto che quel che resta del gruppo, condotto da Jumbo-Visma, Lidl-Trek e UAE Emirates, si riporta su di loro a 26,5 km dalla conclusione. Qualche chilometro più tardi finisce pure l’avventura in avanscoperta di Bettiol: discrete le indicazioni fornite dal toscano in ottica Glasgow.
Il ritardo su Evenepoel & Co., frattanto, è salito a 1’45”; distacco che lievita senza soluzione di continuità, in particolare nei tratti altimetricamente più semplici, fino a toccare i tre minuti ai piedi dello strappo decisivo di Murgil Tontorra. Anche sulle aspre rampe del muro basco è Remco a fare il ritmo, con Vlasov in scia e Bilbao in apparente difficoltà. Apparente, perché il basco, al contrario del russo, gestisce meglio lo sforzo, evitando il fuorigiri che, invece, mette fuori dai giochi lo scalatore della Bora-Hansgrohe. Nelle ultime centinaia di metri di salita, dove le pendenze si fanno un po’ più dolci, Bilbao esalta la condizione straordinaria con cui è uscito dal Tour de France, non temendo il confronto con Evenepoel e non risparmiandosi nel dare qualche cambio al belga, per mettere definitivamente fuori dai giochi Vlasov. Remco, dal canto suo, non sembra nella miglior versione di se stesso in salita. Intendiamoci: l’iridato è di un’altra categoria rispetto agli avversari ma, forse anche a causa della caduta dopo il via, non riesce a fare la stessa differenza che, per esempio, gli avevamo visto fare l’anno scorso.
Tocca vincere allo sprint, quello che fino a qualche tempo fa era il tallone d’Achille di Evenepoel. Era, perché i progressi palesati nella prima metà della stagione trovano coferma anche sul lungomare di San Sebastian. Remco è prima scaltro a far passare davanti Bilbao ai 700 metri dal traguardo, poi implacabile nel fulminare il proprio avversario con una volata di potenza, che non lascia scampo al basco della Bahrain-Victorious. Terza vittoria a San Sebastian e record di Marino Lejarreta (che vinse le prime due delle 42 edizione della Klasikoa) eguagliato. Nove quelle conquistate nei dieci mesi trascorsi in maglia iridata, 46 in carriera. Bilbao e Vlasov completano il podio, mentre il primo degli altri è Neilson Powless, unico vincitore diverso da Evenepoel nelle ultime quattro edizioni. Primo degli italiani Bagioli, che conferma la buona condizione mostrata nel Belgio francofono, dodicesima piazza per Bettiol. Ventottesimo a 7’12” il campione italiano Simone Velasco, due posizioni davanti a Lorenzo Rota. Gli azzurri non salgono sul podio a San Sebastian da quindici anni (l’ultimo, nel 2008, fu Davide Rebellin): nei prossimi anni, il digiuno rischia di prolungarsi.