Addio al giornalista Gian Paolo Ormezzano, l'ultimo dei maestri
Seguì il ciclismo per «Tuttosport» e «La Stampa»
«Venerati maestri»: nota di merito o maledizione? Nel caso di Gian Paolo Ormezzano - morto a Torino nella notte tra il 26 e il 27 dicembre - i dubbi si sciolgono all'istante: è stato un fuoriclasse del giornalismo sportivo. Forse l'ultimo dei grandissimi e l'unico a tenere insieme i «cantaglorie» di una volta - per citare il titolo di un suo libro particolarmente fortunato - e gli «erotisti» che si esercitarono nell'epoca in cui lo sport scoprì la televisione.
È morto Gianpaolo Ormezzano
Classe 1935, Ormezzano debutta giovanissimo sulla carta stampata, occupandosi prevalentemente di atletica, calcio e ciclismo per «Tuttosport», il quotidiano di cui è stato direttore dal 1974 al 1979. Ancora sport, ancora le due ruote anche per «La Stampa», di cui è stato inviato speciale e collaboratore per oltre un trentennio, e per il settimanale «Famiglia Cristiana».
Penna mordace e brillante a un tempo, Ormezzano è stato un punto di riferimento anche per l'editoria sportiva e, in particolare, per gli appassionati di ciclismo: tra le sue numerosissime pubblicazioni, vale la pena di ricordare la fondamentale Storia del ciclismo pubblicata da Longanesi nel 1977 e aggiornata più volte, con cui vinse il premio “Bancarella Sport”; Coppi e Bartali. Due amici che l'Italia voleva divisi (San Paolo, 2009), in cui Ormezzano ricostruì la parabola umana e sportiva dei due campionissimi con le preziose testimonianze dei figli di Fausto e Gino, e il romanzo Giro d'Italia con delitto, uscito per la prima volta nel 1983 per i tipi di Garzanti e poi ripubblicato da Marietti nel 2009 per il centenario della corsa rosa. Fuori concorso, invece, il gustosissimo I cantaglorie. Una storia calda e ribalda della stampa sportiva (66th&2nd, 2015), in cui GPO (l'acronimo con cui firmava abitualmente i suoi pezzi) raccontò le carriere (e gli aneddoti) dei suoi colleghi giornalisti. Compreso Adriano De Zan, con cui condivise una spassosa esperienza al microfono ai Giochi olimpici invernali di Innsbruck 1976.
Presenza fissa de Il processo alla tappa di Ferretti
La carta stampata, certo, ma anche la TV: Ormezzano divenne celebre per aver abbandonato - rara avis - lo studio de Il processo del lunedì di Aldo Biscardi, ma i telespettatori più attenti ricorderanno anche le sue frequenti incursioni al Processo alla tappa condotto da Claudio Ferretti alla fine degli anni Novanta, quando il Giro rientrò in RAI dopo la parentesi Fininvest/Mediaset.
Alla famiglia di Gian Paolo Ormezzano le condoglianze della direzione e della redazione di Cicloweb.