Tadej Pogacar @ UAE Team Emirates
Editoriale

Tadej Pogacar e la pazza idea (ma non troppo) di correre la Roubaix

Il campionissimo sloveno può andare all'assalto dell'Enfer du Nord? Per intanto, Philipsen chiede pietà...

10.02.2025 18:32

Un'ipotesi di grandissimo fascino: Tadej Pogacar all'assalto della Parigi-Roubaix, in programma per domenica 13 aprile. Se il campione del mondo accettasse davvero di misurarsi con l'Inferno del Nord, gli appassionati farebbero festa. I suoi avversari - di cui si è fatto portavoce Jasper Philipsen - un po' meno.

Pogacar, un arcobaleno alla Roubaix?

La primavera di Pogacar somiglia tanto alla tournée di una grande rockstar: dopo le due tappe italiane alla Strade Bianche e alla Milano-Sanremo, lo sloveno affronterà pressoché per intero la campagna franco-belga, dalla E3 Harelbeke al trittico delle Ardenne di fine aprile. Un filotto a dir poco suggestivo, non foss'altro per la versatilità del corridore e la sua implacabile fame di allori. Eppure, l'idea di correre la Roubaix si presta a una serie di interessanti osservazioni. Prima di tutto, i cultori della materia ciclistica hanno sempre sostenuto che lo sloveno possa conquistare anche la più affascinante e anacronistica delle classiche monumento. I risultati parlano per lui: non solo la netta vittoria al Giro delle Fiandre 2023 con cui cancellò la cocente sconfitta dell'anno prima, ma anche la prova di forza nella tappa di Arenberg-Wallet al Tour de France 2022, quando riuscì a distanziare tutti gli uomini di classifica, seppure di una manciata di secondi.

Due indizi che alimentano e legittimano la speranza di assistere al confronto tra Pogacar e i signori delle pietre, in testa il bicampione uscente Mathieu van der Poel. D'altra parte, però, è lecito chiedersi se il campionissimo di Komenda possa concedersi questa divagazione in un programma fittissimo, che prevede la caccia alla quarta maglia gialla sulle strade della Grande Boucle e il ritorno dopo 6 anni alla Vuelta di Spagna. Non solo: per quanto Pogacar abbia già dimostrato di poter dominare la stagione da cima a fondo, esprimendosi su standard ineguagliabili per il resto del mondo, il rischio di osare troppo è dietro l'angolo. Non è tanto una questione di familiarità con un terreno che, come detto poc'anzi, ha già frequentato con profitto negli ultimi anni, quanto di competitività contro avversari che - in un modo o nell'altro - cureranno nei minimi dettagli la preparazione per la Settimana Santa. Poi, con un fenomeno di questa levatura, tutto - ma proprio tutto - è possibile. 

La “preghiera” di Philipsen

Il primo ad averlo intuito è Jasper Philipsen, per due volte 2° alla Roubaix alle spalle di van der Poel. Il poliedrico belga - forse il più autorevole rivale dell'olandese insieme a Wout van Aert - ha commentato la foto di Pogacar all'ingresso della Foresta di Arenberg con un secco «Per favore no», seguito da due emoticon che riproducono le mani giunte in segno di preghiera e una faccia che ride fino alle lacrime. Come a dire: «Non vorrai per caso vincere anche questa?». La risposta, in fondo, la conosciamo già.

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La "supplica" di Jasper Philipsen a Tadej Pogacar © Profilo Instagram Tadej Pogacar
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Carmine Marino
Nato a Battipaglia (Salerno) nel 1986, ha collaborato con giornali, tv e siti web della Campania e della Basilicata. Caporedattore del quotidiano online SalernoSport24, è iscritto all'albo dei giornalisti pubblicisti della Campania dal 4 dicembre 20