Neff-Frei-Indergand, show che non lascia neutrali
Svizzera dominante nella MTB olimpica, a Tokyo monologo di Jolanda ma le sue connazionali chiudono la porta a tutte le altre contendenti per un podio tutto elvetico. Gran quarto di Vas, deludono le francesi, Lechner solo 25esima
Nella placida Svizzera una cosa così non l'avevano mai provata. Primo secondo terzo posto, oro argento bronzo, Jolanda Neff-Sina Frei-Linda Indergand, insomma un trionfo in piena regola che scuoterà i cantoni della Confederazione dal primo all'ultimo. Jolanda Neff, la nuova campionessa olimpionica, un mese e mezzo fa si fratturava medio e anulare della mano sinistra in una caduta in corsa a Leogang, lei che in curriculum ne ha parecchi di capitomboli, alcuni anche gravi. Non un infortunio che potesse compromettere l'avvicinamento a Tokyo 2020, ma di sicuro non favoriva le cose.
Ma va bene, le cose di un mese e mezzo fa oggi non contano, un mese e mezzo fa se ci pensiamo bene non avevamo neanche la certezza al 100% che i Giochi si sarebbero disputati e oggi siamo qui a goderceli malgrado un fuso orario poco amichevole e qualche rovescio di troppo dal ciclismo azzurro, che per esempio nella due giorni della MTB ha vissuto un vero e proprio disastro: oggi Eva Lechner l'abbiamo vista giusto 10 secondi in partenza, poi è sparita nelle pieghe della corsa. Non potevamo certo pretendere da lei che fosse la salvatrice della spedizione, ma di sicuro il 25esimo posto finale non lascia un sapore dolce in bocca, a lei per prima.
Cinque i giri previsti per il circuito Izu, stesso percorso degli uomini con l'aggiunta di una passerella dopo il masso su cui è caduto ieri Van der Poel. La favorita della vigilia era la giovane francese Loana Lecomte ma è partita meglio la sua più esperta connazionale Pauline Ferrand-Prévot, che nel primo giro si è ritrovata al comando con Jolanda Neff, un'altra delle più attese. Ma la corsa ha fatto presto a indirizzarsi: in particolare Ferrand-Prévot è caduta su una rampa, è rimasta attaccata alla rete di protezione ma la bici le è tornata giù, e insomma, finché vai a riprendere il mezzo e ti rimetti in sella quella se ne va per sempre.
Infatti questa disavventura di PFP ha messo le ali ai piedi alla Neff, che sin dalla fine della prima tornata ha preso ad aumentare a dismisura il proprio margine, in particolare sulle altre svizzere Sina Frei e Linda Indergand, che erano le meglio tarate in ottica medaglie; se nel primo giro è stata Evie Richards a condividere la corsa con le due inseguitrici elvetiche, nel secondo la britannica si è fatta da parte ma in compenso è riemersa prepotentemente Pauline, che a un certo punto ha pure staccato Frei e Indergand. Ma la francese si è gestita maluccio, ha fatto la sua sparata e si è ritrovata in debito d'ossigeno, tanto da commettere un altro errore, una mezza caduta che l'ha lasciata appiedata per diversi secondi mentre la zona medaglie se ne andava via irrimediabilmente.
A proposito di debito d'ossigeno: l'umidità pesantissima ha avuto effetti sulla prova, prendi l'austriaca Laura Stigger che era partita forte e si è ritirata boccheggiando poco dopo metà corsa.
A fine terzo giro Neff è passata con oltre un minuto su tutte, ma pure le sue connazionali si ritrovavano con un margine di sicurezza, ben oltre il mezzo minuto su un terzetto composto da Lecomte (che aveva superato tra le altre cose una noia tecnica alla catena), Richards e l'olandese Anne Tauber; poco indietro Ferrand-Prévot e l'altra olandese Anne Terpstra, e in zona top ten anche l'esordiente Blanka Kata Vas (Ungheria), in forte crescita.
Per come si son configurate le cose, si profilava all'orizzonte un clamoroso monocolore rossocrociato sul podio, evento mai accaduto nella MTB ai Giochi né in nessuno sport sin qui a Tokyo 2020. Neff ha badato più che altro a gestire l'incolmabile margine nelle ultime due tornate, Frei e Indergand hanno battagliato gagliardamente per l'assegnazione degli altri due metalli, e più indietro la Lecomte ha staccato Richards e Tauber ma si è vista raggiunta prima da Terpstra e poi, a fine quarto giro, dalla Vas.
Gli ultimi assestamenti hanno visto protagonista Sina Frei, che su un tratto di salita ha staccato Linda Indergand, poi è stata quasi ri-raggiunta, infine l'ha nuovamente relegata via andando a prendersi l'argento.
Il riepilogo dell'ordine d'arrivo: Jolanda Neff, esultando felice, ha conquistato a 28 anni il masssimo a cui si possa aspirare in una carriera sportiva. Il suo apice, un primo posto in 1h15'46" con 1'11" su Sina Frei e 1'19" su Linda Indergand, il tripudio elvetico era completo; quarto posto per Vas a 2'09", quinto per Terpstra a 2'35", sesto per Lecomte a 2'57", settimo per Richards a 3'23". Top ten completata dall'ucraina Yana Belomoina a 3'54", dall'americana Haley Batten a 4'27" e dalla Ferrand-Prévot, che nella volata per il decimo posto a 4'32" ha battuto la Tauber. Eva Lechner ha chiuso al 25esimo posto a 10'40".