Bennett, figlio di Kemer
L'irlandese della Bora vince in volata la prima tappa del Giro di Turchia davanti a Marco Benfatto. Tanta Italia in top10
La prima edizione del Tour of Turkey come corsa del calendario World Tour ha finalmente preso il via oggi con una frazione di 176.7 chilometri da Alanya a Kemer: lo spostamento della corsa da aprile ad ottobre non ha avuto gli effetti che gli organizzatori speravano e la stragrande maggiorante delle squadre di prima divisione (ben 14 su 18) sono comunque rimaste a casa. Alla fine, si sa, gli assenti hanno torto e così a festeggiare il successo della prima tappa è stata proprio una delle quattro squadre World Tour presenti, la Bora-Hansgrohe: il traguardo di Kemer lo sprint ha visto prevalere infatti l'irlandese Sam Bennett, giunto al suo settimo centro stagionale, il secondo nel massimo circuito dell'UCI dopo la tappa conquistata alla Parigi-Nizza.
Tre italiani nella fuga del giorno
Questa prima tappa del Giro di Turchia si snodava quasi interamente lungo a costa meridionale del paese tra paesaggi mozzafiato, ma senza particolari difficoltà sotto l'aspetto altimetrico: si sono dovuti impegnare parecchio gli organizzatori per decidere dove posizionare il primo gran premio della montagna della corsa valido giusto per assegnare la maglia e alla fine la scelta è ricaduta su un leggerissimo strappo a quota 48 metri sul livello del mare. Lo svolgimento non poteva che essere quello di una tipica tappa per velocisti: subito dopo il via sono infatti partiti in fuga Onur Balkan e Batuhan Ozgur (Turchia), Alex Turrin (Wilier-Selle Italia) e Flavio Santos (Soul Brasil), a cui poco dopo si sono aggiunti anche Vincenzo Albanese e Simone Sterbini entrambi della Bardiani-CSF.
Il sestetto di fuggitivi ha avuto poco più di quattro minuti di vantaggio dopo circa 20 chilometri di corsa, poi come sempre le squadre dei velocisti hanno iniziato a fare la loro parte e non si è andati oltre: la Bora-Hangrohe e la Trek-Segafredo si sono messe subito in testa a lavorare rispettivamente per Sam Bennett ed Edward Theuns, ma una mano preziosa è arrivata anche dalla Gazprom-Rusvelo che in Turchia ha Alexander Porsev come ruota veloce di punta. A metà percorso il vantaggio di Albanese, Balkan, Ozgur, Santos, Sterbini e Turrin era già sceso sotto i due minuti: il loro destino era ben chiaro praticamente fin dall'inizio.
La Trek prova senza successo a creare ventagli
A 65 chilometri, subito solo lo sprint "Beauties of Turkey" i fuggitivi sono rimasti in cinque perché Batuhan Ozgur si è staccato facendosi riprendere dal gruppo: di fatto non è cambiato praticamente nulla ed il gruppo ha continuato a rosichiare terreno ai battistrada secondo dopo secondo. A spezzare la monotonia, però, ci ha pensato la Trek-Segafredo che all'uscita dalla città di Antalya (Adalia in Italia) si è schierata compatta in testa al plotone aprendo il gas a tutta: un lungo rettilineo sulla costa con il vento trasversale poteva essere infatti l'occasione ideale per la formazione di qualche ventaglio e per provare a far diventare importante questa tappa anche in ottica classifica generale.
La violenta accelerazione della Trek ai meno 35 ha messo fine all'avventura dei sei fuggitivi, ma il vento non è rivelato sufficientemente forte per spezzare il gruppo che quindi si è subito riorganizzato per il traguardo volante ad abbuoni: la UAE Team Emirates ha fatto anche un piccolo treno per Diego Ulissi che evidentemente vuole puntare alla vittoria finale e quindi si è portato avanti guadagnandosi 2", contro i 3" presi da Francesco Gavazzi dell'Androni. Superato lo sprint intermedio, e mancando ancora tanto all'arrivo, in gruppo sono ripartiti gli scatti con la Bardiani-CSF molto attiva: l'obiettivo era proprio quell'unico gran premio della montagna di giornata che la squadra di Reverberi si è andata a prendere con Enrico Barbin. Da quel momento la situazione in corsa si è tranquillizzata: Bora, Trek e Rusvelo hanno continuato a pedalare nelle posizioni d'avanguardia del plotone scordando tutti fino alla volata.
Caduta, poi lo sprint: Bennett è il più rapido
A circa 1700 metri dal traguardo una caduta attorno alla ventesima posizione del gruppo ha visto coinvolti numerosi corridori, tra gli è finito effettivamente a terra e chi si è ritrovato ostacolato dall'ammucchiata: tagliati fuori anche alcuni velocisti come Porsev e Kump. A salvarsi sono stati i treni della Trek-Segafredo e della Bora-Hansgrohe che nell'ultimo chilometro hanno dato vita ad un appassionante testa a testa per lanciare lo sprint: alla fine ad avere la meglio allo sprint è stato l'irlandese Sam Bennett che si è lanciato benissimo e che negli ultimi metri ha contenuto la rimonta di Marco Benfatto dell'Androni, uscito di scia solo all'ultimo momento ma ancora un poco troppo lontano per poter sperare in un sorpasso al colpo di reni.
Edward Theuns ha completato il podio in terza posizione, poi a seguire è stato un festival quasi tutto italiano: quarto si è piazzato Federico Zurlo, quinto Matteo Pelucchi che negli ultimi 100 metri ha rimontato diverse posizioni con un bello slalom sfiorando le transenne, poi troviamo ancora Riccardo Minali al sesto posto, Simone Consonni al settimo, Manuel Belletti al nono, Paolo Simion al dodicesimo ed Enrico Barbin tredicesimo. Domani a Fethiye potrebbe scattare la rivincita: i chilometri sono 206 ed il finale è abbastanza veloce, attenzione però ad un gran premio della montagna di seconda categoria dopo circa 60 chilometri perché con 13 squadre e poco più di 100 corridori al via, una fuga ben assortita potrebbe anche non essere ripresa.