Roglic-Jumbo, trionfare e dirsi addio
Primoz vince per la terza volta il Giro dell'Emilia nel giorno dell'annuncio sulla fine del suo rapporto col team che l'ha lanciato. Sul San Luca podio per Tadej Pogacar e Simon Yates
Tre Giri dell'Emilia, conquistati con inesorabile cadenza biennale, 15 successi in un 2023 colorato dal rosa del Giro d'Italia, un palmarès stagionale connotato dalla densità, cinque gare a tappe disputate di cui quattro vinte e una (la Vuelta a España) terminata al terzo posto. Ora la perlina della classica vinta su un terreno a lui particolarmente amico. Tutto questo ha realizzato un corridore che a fine stagione (e ormai ci siamo), lascerà il sodalizio in cui è diventato vincente, un rapporto a tratti indissolubile ma che è giunto al capolinea: quello tra Primoz Roglic e la Jumbo-Visma.
In questo finale in cui tutti sappiamo che le strade si separeranno (ma loro da quanto lo sapevano? Da prima della Vuelta, per esempio?), ogni affermazione di Primoz assume un sapore speciale, agrodolce, nella consapevolezza, per le due parti, di quanto percorso insieme è stato coperto in questi anni in cui tanto Roglic quanto la Jumbo sono letteralmente esplosi, raggiungendo risultati lusinghieri (anzi per quanto riguarda il team diremmo senza precedenti). È chiaro che il pullulare di primedonne tra i gialloneri, con la prospettiva di un possibile arrivo nella compagnia anche di Remco Evenepoel (se la fusione con la Soudal-Quick Step si concretizzerà), ha spinto all'evasione colui che - data l'età - sarebbe diventato l'anello debole della catena.
Un corridore che, dati i risultati tuttora in vigore (il Giro l'ha vinto quest'anno, mica nel 2015), è in assoluto uno dei più appetibili sul mercato: ciclisti in grado di vincere grandi giri in serie non ce ne sono troppi in giro, diciamo che lui è uno dei tre (superfluo citare gli altri due). Quindi è ovvio che Roglic abbia già in tasca un ottimo contratto in un top team, anche se non ha ancora rivelato quale.
Giro dell'Emilia 2023, la cronaca della gara
204.1 km da Carpi al Bologna sul San Luca per il Giro dell'Emilia 2023, 106esima edizione della corsa organizzata dal GS Emilia. Startlist di livello, cinque passaggi sulla collina d'arrivo e una fuga che è partita al km 21 con cinque animatori: Alex Bogna (Alpecin-Deceuninck), Jacopo Mosca (Lidl-Trek), Mattia Bais (EOLO-Kometa), Emanuele Ansaloni e Matteo Montefiori (Technipes #inEmiliaRomagna); dopo qualche chilometro ai cinque si sono aggiunti altri tre contrattaccanti, ovvero Christian Scaroni (Astana Qazaqstan), Marcel Camprubi (Q36.5) e Floris De Tier (Bingoal WB), e il vantaggio massimo è stato toccato intorno al km 70 nella misura di 3'.
Montefiori e Camprubi si sono staccati sulla salita di Zocca ai -130, poi la UAE Emirates ha condotto il gruppo a un inseguimento sempre più serrato che ha portato a rimettere nel mirino i battistrada lungo la discesa da Monte Nonascoso, quando al comando sono rimasti in due: Scaroni e Bais. La coppia è rimasta davanti fino all'arrivo a Bologna, venendo riassorbita ai -40, già prima del primo passaggio sul San Luca.
In salita sono usciti dal gruppo Quentin Pacher (Groupama-FDJ) e Chris Harper (Jayco AlUla), che hanno proposto una seconda fuga arrivata a sfiorare il mezzo minuto di margine; al secondo passaggio dal San Luca ai -29 Harper ha staccato Pacher restando solo in testa, mentre da dietro provava invano un'evasione Simone Velasco (Astana); sulla discesa successiva prima Fausto Masnada (Soudal-Quick Step), poi Giovanni Aleotti (Bora-Hansgrohe) hanno preso margine, ma nessuno è riuscito a raggiungere Harper che ha fatto in testa anche il terzo passaggio dalla salita simbolo della corsa (Aleotti, a onor del vero, è stato frenato da una foratura).
Solo alla penultima scalata del San Luca, ai -11, il gruppo, flagellato da una perentoria accelerazione di Adam Yates (UAE), ha rirpeso e superato il solitario battistrada, aprendo la fase decisiva della corsa: col britannico c'erano il fratello Simon Yates (Jayco), il compagno Tadej Pogacar, Primoz Roglic (Jumbo-Visma), Michael Woods (Israel-Premier Tech), Aleksandr Vlasov (Bora), Enric Mas (Movistar), Richard Carapaz (EF) e Giulio Ciccone (Lidl).
Al di là di una diversione di Giulio Ciccone in discesa ai -6, è stato Adam Yates a continuare a tirare il gruppetto fino all'ultimo San Luca, ovvero fino al momento in cui Vlasov non ha proposto un'accelerazione ai 1800 metri; l'azione del russo è presto sfumata, con Adam Yates che ha tirato fino ai 1100 metri, quando un pungolo di Woods ha lanciato l'attacco di Tadej Pogacar subito dopo la Curva delle Orfanelle. Alla ruota dello sloveno hanno resistito Carapaz e Roglic, con Mas riavvicinatosi in seconda battuta agli 800 metri.
Un accenno di Carapaz, poi ai 700 metri è rientrato pure Vlasov che voleva ripartire in contropiede ma si è trovato la strada chiusa da Mas verso il pubblico. Ai 600 metri sono rientrati anche Simon Yates e Woods, poi ai 400 è partita la volata lunga con Primoz Roglic che ha lasciato sul posto Pogacar, che pure aveva provato a tenere il connazionale. Il corridore della Jumbo ha chiuso in piena sicurezza con margine (1" di cronometro) su Pogacar e Simon Yates; a 4" hanno chiuso Mas e Woods, a 6" Vlasov, a 9" Carapaz, a 15" Ciccone, ottavo e primo degli italiani. Nei venti anche Domenico Pozzovivo (Israel), 14esimo, Lorenzo Fortunato e Davide Piganzoli (entrambi della EOLO), 15esimo e 16esimo, e Velasco, 20esimo.