Ancora una volta Van Aert secondo - © Team Visma Lease a bike via X
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Tutta la delusione di Van Aert per l'ennesimo secondo posto

Le dichiarazioni dei protagonisti dopo la tredicesima tappa del Tour de France, da Agen a Pau, vinta da Philipsen dopo una corsa condotta a folle velocità dal gruppo. Van Aert ancora secondo. Akermann terzo si gode la sua splendida forma.

12.07.2024 18:31

Le dichiarazioni dei protagonisti dopo la tredicesima tappa del Tour de France, 163km di pura battaglia da Agen a Pau, che ha visto il secondo successo di Philipsen in questa Grand Boucle. Ancora una volta taglia il traguardo al secondo posto un deluso Van Aert, mentre terzo si classifica Pascal Ackermann. Van Gils trascina a terra diversi corridori.

Philipsen: “Oggi stavo bene. In questo Tour ho vinto due tappe, dobbiamo essere soddisfatti”

“È stata una tappa condotta a tutta velocità sin dalla partenza con il gruppo che non ha mai rallentato. All’inizio con il vento laterale avevamo due uomini davanti e gli ho detto di andare avanti e provarci sino al traguardo. Ma il gruppo ha continuato a spingere e allora piano piano ho iniziato a crederci perché le sensazioni erano buone, forse le migliori da inizio Tour. Mi sentivo fiducioso. Ho iniziato il mio sprint con sicurezza e sono contento che nessuno sia riuscito a passarmi. Van Aert era stato pilotato alla grande da Laporte, ma si è trovato al vento un po’ presto, così ho provato ad anticiparlo e sono riuscito a passarlo. Sono molto contento delle sensazioni provate oggi. Comunque, ho portato a casa due vittorie di tappa. Dobbiamo essere soddisfatti. Certamente avrei voluto di più, ma dobbiamo correre giorno dopo giorno. Intanto, mi godo la vittoria di oggi”.

Jasper Philipsen, vincitore a Pau © Tour de France
Jasper Philipsen, vincitore a Pau © Tour de France

Van Aert: “Mi sono trovato al vento troppo presto. È veramente un peccato”

“Ero in una posizione perfetta, ma forse mi sono trovato al vento un po’ presto e ho dovuto aspettare a partire. In quel frangente Philipsen è arrivato da dietro a tutta velocità. È veramente un peccato. Forse avrei dovuto osare e lasciare passare qualche corridore nelle ultime curve. Ma nello sprint precedente in cui Jasper ha vinto, ero troppo dietro e alla fine mi sono trovato chiuso. Ecco perché ho scelto di tenere Laporte davanti e di tenergli la ruota sino all'ultimo”.

Ackermann: “Se dovessi scegliere tra 5 secondi posti e una vittoria sceglierei di vincere, ma sono molto contento”

“Tappa durissima e velocissima. Non è stato affatto facile con un percorso inaspettatamente pieno di sali e scendi. Fortunatamente sono riuscito a rimanere davanti e giocarmi lo sprint. Non so cosa avrei potuto fare di meglio oggi, ma sono molto contento del risultato. Chiaramente sono qui per provare a vincere, e se dovessi scegliere tra cinque terzi posti o una vittoria sceglierei certamente il successo, ma devo dire che sono comunque contento della mia forma. Nessuno si sarebbe aspettato da me questi risultati prima di questo Tour de France. Anche oggi siamo stati fortissimi come squadra. Ogni giorno dimostriamo di non essere un team di seconda fascia, ma lottiamo insieme per vincere una tappa. Questo mi rende molto orgoglioso di essere parte di questa squadra”.

Matxin (UAE): “Yates in fuga? Perché no!”

“Adam Yates nella fuga? perché no! In questa maniera abbiamo potuto risparmiarci e far tirate gli altri. C’erano 21 corridori in fuga. Nel 2022 ci siamo trovati in una situazione simile e abbiamo dovuto inseguire per 200km. In questi casi è meglio essere davanti che dietro. Adam in fuga ha fatto sicuramente meno fatica che in gruppo. Davanti c’era meno stress e ha potuto risparmiarsi nei tratti in pianura perché era contornato di altri passistoni. Domani vedremo. L’altro giorno abbiamo corso con la maglia gialla all’attaco, ma non tutti i giorni sono uguali”.

Van Gils:  “Quando ho provato a passare c’era sicuramente spazio”

“Il finale è stato piuttosto frenetico. Arnaud De Lie era lontano, così ho provato a riportalo avanti passando da sinistra. Qualcuno dell’Arkéa si è spostato e ha rallentato guardandosi alle spalle. Quando ho provato a passare c'era sicuramente spazio, almeno mezzo metro. Di certo non mi sono infilato in un buco che non c'era. Non sono un velocista”.

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Umberto Bettarini
Milanese di nascita, calabrese per vocazione. Dopo la sua prima randonnée, ha assaggiato la famosa “pillola rossa” per scoprire quanto è profonda la tana del Bianconiglio. Da allora è intrappolato in una grave forma di dannazione ciclistica