Astana batte Deceuninck anche nella tattica
Le Pagelle della Liegi-Bastogne-Liegi: tattica incomprensibile dei belgi, kazaki compatti. Buone parole anche per Formolo, Nibali, Gaudu e Landa
Jakob Fuglsang 10
Oggi il danese era semplicemente il più forte, ed è riuscito a sfruttare al meglio la sua superiorità scrollandosi di dosso tutti i rivali uno per uno. In questa stagione in più occasioni l’unico capace di seguirlo era stato Alaphilippe: con lui in difficoltà è facile indovinare il risultato finale. Impressionante in salita, devastante sul piano dove costringe a mollare Woods e Formolo, spericolato (quasi troppo) in discesa dove solo un miracolo gli permette di restare in sella.
Astana Pro Team 10
Leggendo i componenti del team kazako ci si aspettava di vedere all’opera una vera e propria corazzata. Nel momento in cui tutti provavano a portar via gruppetti, i celesti sono scomparsi, ad eccezione di Fraile e dei fratelli Izagirre che ogni tanto entravano nei vari tentativi d’azione. Ma ai piedi della Roche-aux-Faucons, il blocco Astana si è portato compatto in testa, lanciando Fuglsang nel migliore dei modi. A questo punto il capitano deve soltanto concretizzare.
Davide Formolo 9,5
Sulla Roche è emersa la Roccia. L’unico assieme al canadese Woods a reggere le accelerazioni di Fuglsang, ha ceduto soltanto sul falsopiano reggendo però alla grande al rientro del gruppo nel finale. La Doyenne gli piace molto, e si vede, ed in futuro potrebbe essere sua. E dire che all’inizio sembrava doversi sacrificare per il capitano designato Maximilian Schachmann (7,5: entra in alcune azioni dalla media distanza, poi si difende sulle erte più ripide potendo difendere la fuga di Formolo e riuscendo inoltre a vincere la volata per il terzo gradino del podio).
Vincenzo Nibali 7,5
Lo aveva detto alla vigilia: in Trentino le tappe sono di 150 km, non so come renderò sulla lunga distanza. Proprio nel finale di gara le gambe del siciliano non gli consentono di rimanere con i primissimi, ma lui non demorde, prova ad organizzare l’inseguimento in coppia col compagno Dylan Teuns (6,5: segnali di rinascita dal torpore in cui era caduto), prova ad attaccare in pianura e lancia anche la volata per il terzo posto (alla fine ottavo).
Greg Van Avermaet 7
Il risultato non è granché, ma premiamo la tenacia e la voglia di esser competitivo in tutte le classiche (rarissima al giorno d’oggi). Attacca da lontano, poi deve cedere quando la corsa si infiamma. Ma già essere al via e provarci meritano un grande applauso.
Tanel Kangert 7
L’estone attacca, si ritrova in fuga per tantissimo tempo, eppure non lesina mai cambi ai compagni che si succedono al suo fianco, tirando spesso dritto senza troppi calcoli. Un voto alto a simboleggiare il premio a tutti i fuggitivi (quelli del mattino e quelli che come lui hanno attaccato dalla media distanza) per la loro grinta e caparbietà, in una giornata tremenda ed in una corsa chiusissima.
Michael Woods 7
Il primo ad attaccare sulla Roche-aux-Faucons, Woods prova così a giocarsi le sue carte, resistendo poi in un primo momento con Fuglsang e Formolo. Nel falsopiano successivo la su condizione non ottimale non gli permette di spingersi oltre, ma alla fine difende un piazzamento in Top5.
David Gaudu, Adam Yates 7
Stesso voto per i due giovani scalatori. Più atteso il britannico, che corre da protagonista non potendo seguire i primissimi, ma ben districandosi tra gli inseguitori e chiudendo quarto; più sorprendente il francese che fa vedere continui e graduali miglioramenti, con una promettente top ten.
Tim Wellens 6,5
Come Kangert anche lui ci prova a testa bassa, ma un mezzo punto in meno perché dal belga ci si aspetta di più, specialmente in una giornata piovosa come questa. La sua azione potrebbe anche essere un tentativo di anticipo interessante, ma si spegne nel momento più importante.
Percorso 5,5
A dire la verità, dal nuovo percorso privo di Saint-Nicolas e con l’arrivo in pianura ci si aspettava maggior azione da lontano. La selezione è arrivata, ma da dietro e senza grossi attacchi, mentre non deve ingannare l’ordine di arrivo sgranato, frutto di una sola grande accelerazione di Fuglsang. Forse ha influito sugli istinti bellicosi il maltempo, perciò rimandiamo all’anno prossimo per un giudizio finale.
Team Sky 5
Avere in squadra uno dei grandi favoriti (Kwiatkowski) ed un vincitore della corsa (Poels) e non portare a casa più di una Top10 con l’olandese, non appaga pienamente i vertici della Sky, giunta ormai alla sua ultima classica monumento con la vecchia denominazione. Anche Geoghegan Hart, ottimo in Trentino, non si è mai visto.
Deceuninck-Quick Step 4
Voto che si estende al capitano Julian Alaphilippe ed alla tattica di squadra. I belgi ci hanno provato da lontano con il padrone di casa Philippe Gilbert (s.v., la forma migliore è finita a Roubaix, ma la grinta c’è sempre) ed hanno sacrificato il forte Mas in un ritmo forsennato fino ai piedi dell’ultima salita, dove Alaphilippe è rimasto da solo, anche se era ancora in piena lizza per il successo. O almeno sarebbe stato se le gambe fossero state quelle di inizio stagione, ma il francese ha fatto un flop clamoroso, non riuscendo neanche a seguire i contrattaccanti per il podio.
Alejandro Valverde, Daniel Martin sv
Delusissimi entrambi gli altri ex vincitori (oltre Poels e Gilbert) in gara. O almeno, in gara nei primi km, poi entrambi costretti al ritiro. Se in casa Movistar un rinato Mikel Landa(7) ha salvato la formazione, gli UAE hanno deluso in blocco (Rui Costa ed Ulissi inesistenti).