Professionisti

Marco Haller si pappa il polletto amburghese

21.08.2022 17:11

L'austriaco della Bora beffa Van Aert nel finale della BEMER Cyclassics. Il belga è grande protagonista ma chiude secondo, terza piazza per Hermans. Una caduta influenza pesantemente l'andamento della corsa


Era opinione comune che la BEMER Cyclassics 2022 fosse destinata a finire con uno sprint di gruppo, ma l'enorme caduta avvenuta intorno ai -30 ha cambiato i piani di tutte le squadre e si è dimostrata lo spartiacque decisivo di una gara che da quel momento in poi ha finito per premiare corridori più completi rispetto ai semplici velocisti puri, che infatti hanno anche faticato a disputare lo sprint dei battuti. A giovarne è stato principalmente Marco Haller, protagonista di una corsa garibaldina assieme alla sua Bora-Hansgrohe, orfana di un velocista di primo livello (Sam Bennett è impegnato a dominare in Spagna) che ha quindi deciso di metterla sulla resistenza attaccando svariate volte con diversi corridori anche prima di quel famigerato patatrac. A dare la botta decisiva creando il drappello buono è stato un nome noto alle folle, quello del solito Van Aert, capace ancora una volta di farsi trovare pronto appena rimesso il numero sulla schiena, ma poco furbo nella gestione degli ultimi 300 metri dove l'esperienza di Haller ha pagato dividendi e ha finito per premiare la combattività dell'intera squadra di casa.

Il ritorno della Classica di Amburgo (204.7 km) a tre anni dall'ultima edizione disputata (e vinta da Elia Viviani) regala un obiettivo prestigioso ai velocisti che hanno deciso di saltare la Vuelta. Solo la salita del Waseberg (1 km al 7%) da affrontare tre volte, ben due delle quali negli ultimi 25 chilometri, li divide da uno sprint di gruppo che mette in palio una corsa che si è guadagnata il proprio spazio nel calendario mondiale grazie a startlist di altissimo livello.
I primi chilometri scorrono via veloci senza alcuna situazione insolita da segnalare, se non l'assenza di un fuga a precedere il gruppo. Il tentativo buono prende vita solo dopo una quarantina di chilometri e ad animarlo sono Jacopo Mosca (Trek-Segafredo), Anthony Jullien (AG2R Citroën Team) e Yevgeniy Gidich (Astana Qazaqstan), i quali rapidamente guadagnano 5' sul plotone.

Quick-Step Alpha Vinyl Team e Groupama-FDJ si caricano sulle spalle il peso dell'inseguimento e riducono gradualmente il gap fino a 45" al momento del primo passaggio sul Waseberg ai -67. Qui i tre fuggitivi salgono regolarmente, mentre dal gruppo evade Ide Schelling (Bora-Hansgrohe). Nessuno segue il neerlandese della formazione tedesca poiché Ineos Grenadiers, Groupama, Quick-Step e Intermarché-Wanty-Gobert Matériaux fanno buona guardia in testa impedendo a chiunque di mettere la testa fuori dal plotone. Rapidamente Schelling ricuce sui tre battistrada e va a formare così un quartetto in testa. Le squadre dei favoriti rimangono calme e continuano a seguire il ritmo regolare di Yves Lampaert  (Quick-Step).

Avvicinandosi al secondo passaggio sul Waseberg sale la tensione perché tutti vogliono farsi trovare pronti all'appuntamento con lo strappo. Ai -30, cioè cinquemila metri prima dell'attacco al Waseberg, una caduta rovinosa nelle primissime posizioni del gruppo colpisce tantissimi corridori, tra cui quasi tutti gli Jumbo-Visma meno Nathan Van Hooydonck e Wout van Aert e alcuni Bahrain. Inoltre rallenta anche qualche favorito come Fabio Jakobsen (Quick-Step), Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck) e Peter Sagan (TotalEnergies). Nel frattempo la fuga perde pezzi, prima abbandona Gidich, poi Jullien ed infine, proprio sul Waseberg, anche Mosca non regge il passo di Schelling. Da dietro scatta Mikkel Bjerg (UAE Team Emirates) ad inizio muro, ma il danese viene rapidamente ripreso grazie al lavoro di Van Hooydonck e allo scatto di Greg Van Avermaet (AG2R) che sfilaccia ulteriormente un drappello già ridotto ai minimi termini. In coda soffre Dylan Groenewegen (BikeExchange-Jayco), mentre Jakobsen e Sagan sono ancora più indietro.

Tra il secondo e il terzo passaggio sul Waseberg regna la confusione, i team sono disuniti e poche le forze rimaste tra i sopravvissuti alla caduta. Tentano di approfittarne ancora Bjerg e Patrick Konrad (Bora), i quali balzano in un attimo su Schelling e guadagnano una decina di secondi sul gruppo tirato da Magnus Sheffield (Ineos) e Van Hooydonck. Il neerlandese della Bora si sacrifica per il compagno, che infatti piazza un'accelerata micidiale per le gambe di Bjerg appena iniziato il terzo Waseberg e se ne va da solo. Purtroppo per lui però Van Aert decide di rompere gli indugi e frantumare quel che resta del plotone, portandosi dietro Jhonnatan Narvaez (Ineos), Quentin Hermans (Intermarché) e Marco Haller (Bora). I quattro agganciano Konrad e se lo portano in saccoccia, mentre da dietro Alberto Bettiol (EF Education-EasyPost), Brent Van Moer (Lotto Soudal) ed Elia Viviani (Ineos) vedono il quintetto andarsene sempre più lontano ed allora scelgono di aspettare il gruppo su cui piano piano stanno rientrando i vari Philipsen, Sagan, Phil Bauhaus (Bahrain-Victorious) e Jakobsen.

A 10 km dalla fine il vantaggio dei cinque si aggira sui 30 secondi e considerando le non molte energie presenti in gruppo e il calibro degli attaccanti, trainati dalla locomotiva Van Aert, il margine appare sufficiente per arrivare sino al traguardo. Narvaez ed Hermans collaborano con convinzione, mentre i due Bora ci mettono qualche minuto per recuperare dal fuorigiri ed iniziare a dare il loro importante contributo alla causa dei battistrada. Ai -3 è ormai chiaro come il plotone non possa più ricucire sul quintetto e allora davanti cominciano a guardarsi e a pensare alla volata. Konrad, il meno veloce tra gli attaccanti, prima tenta un attacco piuttosto telefonato e poi si mette al servizio di Haller tirando per l'interezza degli ultimi due chilometri. Al triangolo rosso la disposizione alle spalle dell'austriaco è la seguente: Van Aert si trova in seconda posizione tallonato da Haller e poi da Hermans, mentre Narvaez chiude il drappello. Data la semicurva a sinistra che porta alla linea del traguardo Wout si aspetta che Quinten, Marco e Jhonnatan tentino di partire su quel lato, ma Haller con una mossa furba e assai azzeccata lo anticipa dall'altro lato, sorprendendolo. Il belga ci mette qualche istante per mettersi in moto e nel frattempo il portacolori della Bora è già lanciatissimo verso l'arrivo. Hermans non gli esce nemmeno di ruota, mentre WVA rimonta con grande potenza ma tardivamente, cogliendo l'ennesimo secondo posto. Per Haller è la vittoria più importante della carriera, ottenuta tra l'altro battendo un mostro sacro del ciclismo attuale come Van Aert. La terza piazza può dare fiducia ad Hermans in vista del finale di stagione, Narvaez invece è deluso dal proprio quarto posto. Konrad conclude quinto a braccia alzate e dietro di lui Philipsen regola il gruppo a 10" dal vincitore precedendo Bauhaus, Hugo Hofstetter (Arkéa-Samsic), Max Kanter (Movistar Team) e Alexander Kristoff (Intermarché), il quale chiude la top ten.
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