Dall'Alaska a Parigi, Kristen Faulkner è medaglia d'oro alle Olimpiadi
L'americana se ne va da sola con una stoccata ai -3 e arriva in solitaria. Kopecky e Vos a medaglia in volata su Vas, Longo Borghini nona
Nella lunga storia di successi alle Olimpiadi estive per gli Stati Uniti d'America, il ciclismo su strada ha sempre avuto un ruolo marginale, e limitato nei successi agli ultimi quarant'anni. Delle oltre mille medaglie d'oro totali per il Team USA, appena tre sono arrivate dalla gara in linea di ciclismo su strada: due a Los Angeles 1984, con Alexi Grewal al maschile e Connie Carpenter al femminile, e la terza oggi a Parigi, con un oro non di certo tra i più attesi della spedizione a stelle a strisce. Kristen Faulkner ha 31 anni, viene da Homer, Alaska, e oggi a Parigi ha scolpito il suo nome nella storia del ciclismo e dello sport olimpico, al termine di una gara a dir poco caotica, a maggior ragione per delle scelte registiche francamente discutibili.
La storia di Faulkner è quella di una delle tante late bloomer che riescono ad affermarsi ai massimi livelli nel ciclismo femminile. Laureata ad Harvard nel 2016, lavora per qualche tempo nella finanza prima di scoprire il ciclismo, dopo che il suo primo amore sportivo era stato il canottaggio, in cui era stata medagliata mondiale nella categoria junior. La passione e il talento mostrato in bicicletta la portano a debuttare nelle grandi corse in Europa a fine 2020, e a ottenere subito ottimi risultati, specialmente nelle cronometro e con attacchi da lontano.
Nel suo palmares ci sono quattro vittorie World Tour, tra cui due al Giro d'Italia e una alla Vuelta di quest'anno, ma non era ancora arrivata la vittoria in una grande classica, spesso accarezzata, come alla Strade Bianche 2023, dove era stata terza (e poi squalificata) dopo una lunga fuga. La laurea è arrivata oggi nella gara olimpica, con una stoccata negli ultimi tre chilometri che ha piegato la resistenza di Lotte Kopecky, che si era portata dietro sullo strappo precedente, e di Marianne Vos e Blanka Vas, appena ripresa. Non era la favorita ed era circondata da fior di campionesse, ma oggi nessuna è stata forte quanto lei.
Olimpiadi Parigi 2024, ciclismo su strada: la cronaca della gara
Dopo il via dato con il brigadier dalla leggenda del ciclismo francese Jeannie Longo, al terzo chilometro parte la fuga solitaria di Awa Bamogo, venticinquenne rappresentante del Burundi, che viene però ripresa sulla prima delle sei cote in programma nel tratto in linea.
Dopo qualche chilometro ci prova Nora Jenčušová, atleta più avvezza a un calendario di un certo livello con la maglia della Bepink-Bongioanni, oltre a essere la vincitrice degli ultimi mondiali universitari. Dopo qualche chilometro ricominciano gli scatti, e alle spalle della slovacca si forma un altro gruppetto di cinque: all'attacco le sorelle Fariba e Yulduz Hashimi (Afghanistan), Thị Thật Nguyễn (Vietnam), Hanna Tserakh (Atleta neutrale indipendente) e Rotem Gafinovitz. Dopo una decina di chilometri avviene il ricongiungimento, e la fuga può prendere un ampio margine di vantaggio.
Con il gruppo ormai a oltre quattro minuti, la veterana Olga Zabelinskaya (Uzbekistan) prova a ripartire da sola, ma non c'è modo di rientrare. In testa iniziano a farsi vedere le squadre principali, mentre la campionessa in carica Anna Kiesenhofer vive una giornata in coda, senza possibilità di difendere l'incredibile titolo conquistato a Tokyo. Come da copione, è Ellen van Dijk a fare da custode del gruppo nelle prime ore, mentre il Belgio rimane più nascosto. Sullo strappo di Saint Rémy-lès-Chevreuse il distacco scende sotto i cinque minuti, Zabelinskaya viene ripresa, ma la corsa deve ancora entrare nel vivo.
Sulla Côte du Pavé des Gardes davanti restano solo Fariba Hashimi e Tserakh, mentre dietro iniziano i primi movimenti significativi: ad accendere la miccia è Mavi García, subito seguite da atlete di prima fascia come Marianne Vos, che va a chiudere il primo buco e prova più volte ad attaccare in prima persona. Molto attive in questa fase di scatti continui anche la Gran Bretagna con Anna Henderson e la Francia con Victoire Berteau, mentre l'Italia agisce da stopper con Silvia Persico ed Elena Cecchini.
La caduta che cambia tutto
All'ingresso a Parigi Cecchini prova anche a portare via un gruppetto, ma con l'inserimento ancora di Vos l'azione naufraga immediatamente. Le due fuggitive hanno ormai una manciata di secondi all'ingresso nel circuito finale, quando una caduta in curva di Elise Chabbey e Chloé Dygert spezza in due il gruppo. Davanti restano solo una decina di atlete, con Kristen Faulkner ad allungare e aumentare il distacco da chi è rimasta attardata per la caduta, tra cui tutte le neerlandesi tranne Vos, e soprattutto Lotte Kopecky. Con la spagnola e l'americana per l'Italia è in ottima posizione la capitana Elisa Longo Borghini, insieme a Lippert, Marta Lach (Polonia), Noemi Rüegg (Svizzera), Blanka Vas (Ungheria) e soprattutto le britanniche al completo, con Henderson, Lizzie Deignan e Pfeiffer Georgi.
Kopecky riesce a fare un gran forcing sullo strappo in pavé e a rientrare da sola sulla testa della corsa, mentre il gruppo con Demi Vollering, Lorena Wiebes e buona parte delle altre favorite hanno circa quaranta secondi di distacco, mentre un terzo gruppetto tirato dalla Francia ne ha oltre cinquanta. Davanti è Deignan a sacrificarsi per le compagne, anche se non c'è una grandissima collaborazione. Sul secondo Montmartre è Henderson ad allungare la fila prima di staccarsi insieme a Lach, vittima di una foratura, mentre dietro Wiebes deve prendere l'iniziativa in prima persona, separandosi dal secondo gruppo insieme a Kasia Niewiadoma (Polonia) e Caroline Andersson (Svezia). Dopo il lavoro delle due compagne, Georgi prova ad allungare in discesa, ma le compagne di fuga non la lasciano scappare.
Una volta ripresa la britannica, salta completamente qualsiasi principio di accordo tra le nove rimaste davanti. Ai -23 Longo Borghini prova a rompere lo stallo con uno scatto, ma si porta tutte sulla ruota, così come Vos con il successivo contrattacco. L'attendismo permette anche a Henderson e Deignan di rientrare, con quest'ultima che tira subito dritto per provare a sfruttare la nuova superiorità numerica. Sulla sua ruota si porta la coppia consonante Vos-Vas, che riescono a distanziare la britannica e proseguire insieme.
Un'azione che sembra subito essere quella decisiva, a meno di 20 dall'arrivo, con il vantaggio che nel giro di cinque chilometri arriva a trentacinque secondi. Non fa più parte del gruppetto inseguitore Longo Borghini, che si stacca improvvisamente da Kopecky, Georgi, Faulkner, Rüegg e García, dicendo addio alle possibilità di medaglie. Sull'ultimo passaggio alla Butte de Montmartre Faulkner strappa nel gruppo inseguitore portandosi dietro solo Kopecky, mettendo nel mirino le due di testa.
Il capolavoro di Kristen Faulkner
Ne viene fuori un inseguimento appassionante tra due coppie, con Vos che prova in tutti i modi a non farsi riprendere, Faulkner a dare tutto per ricucire e Kopecky a dare qualche cambio, ma senza dare l'impressione di essere al suo meglio. Il distacco rimane a lungo costante intorno ai cinque secondi, prima del ricongiungimento definitivo a tre chilometri e mezzo dal traguardo. In mezzo a tre scattiste molto più esplosive di lei, l'unica carta rimasta in mano a Faulkner è quella dell'anticipo, e ai -3.3 ci prova. Vas prova a saltare sulla ruota dell'americana ma viene piegata, mentre Kopecky e Vos hanno un attimo di esitazione fatale, forse consapevole di non avere abbastanza energie rimaste. La corda si spezza definitivamente, e Kristen Faulkner si invola verso la medaglia d'oro olimpica.
Il gap si apre immediatamente, il tentativo di inseguimento è indeciso e dura poco, e nell'ultimo chilometri le tre iniziano a studiarsi per gli altri due posti sul podio. Arriva sul traguardo del Trocadero il sedicesimo oro del medagliere degli Stati Uniti, con la firma sul capolavoro di Kristen Faulkner, che taglia il traguardo ancora in piena spinta, probabilmente non rendendosi conto che non c'era nessuna davanti a lei, fino a qualche centinaio di metri dopo l'arrivo, prima di lasciarsi andare alla celebrazione di un risultato del tutto inaspettato.
Interessantissima anche la volata per le medaglie, che Kopecky prende dalla testa e deve lanciare ai 200 metri. Vos prende la scia, si butta verso le transenne e in un arrivo in tre sulla stessa linea si prende l'argento al colpo di reni, con Vas quarta per mezza ruota dietro alla belga, dopo una corsa in cui forse avrebbe meritato qualcosa in più.
Arrivano alla spicciolata le altre protagoniste di una giornata pazza, con Georgi quinta a 1'21", Niewiadoma che nel finale rimonta fino all'ottavo posto e precede Longo Borghini, che torna da Parigi con due piazzamenti che lasciano un po' di amaro in bocca.