Pogacardiopalma!
Splendido finale alla Volta ao Algarve: tappa a Stybar, il 20enne Tadej respinge tutti gli attacchi (soprattutto quello di un pugnace Kragh Andersen) e vince la corsa
Entusiasmante finale per la Volta ao Algarve 2019, una tappa - quella dell'Alto de Malhão - in cui i motivi di spettacolo sono stati uno più di mille, in cui i protagonisti degni di menzione sono stati tanti, e in cui su tutti emerge - ce lo consentirà il vincitore di giornata - Tadej Pogacar. Il giovanissimo sloveno della UAE Emirates è riuscito a tenere la maglia gialla, difendendosi col coltello tra i denti da una moltitudine di attacchi, e limitando le perdite rispetto ai rivali di classifica. I quali non è che abbiano aspettato gli ultimi metri per provare a mettere il ragazzino in difficoltà, tutt'altro! Addirittura il secondo della generale, Søren Kragh Andersen, è andato all'assalto dalla distanza, e non ha mancato di molto l'impresa. Ma anche gli altri uomini di classifica hanno provato a mandare all'aria Pogacar. Senza riuscirci.
La tappa, in ogni modo, l'ha vinta Zdenek Stybar, che si è mosso con Andersen e ha poi dato luogo alla stoccata decisiva a 500 metri dalla vetta. Il ceco della Deceuninck-Quick Step ha avuto un tempismo perfetto, e bisogna dire che prima della decisiva rasoiata non aveva succhiato le ruote del più motivato Søren, per cui vittoria più che meritata per lui. Una Volta ao Algarve che ci lascia il dolce in bocca dopo 5 tappe vissute all'insegna di un gradevolissimo ciclismo.
Fuga di 13 con tanta qualità, poi la corsa s'accende presto in gruppo
Partenza molto veloce, prima ora a una media di 47 km/h, e fuga che ci ha messo 30 km per formarsi, ma poi quando è partita l'ha fatto in grande stile: al suo interno 13 uomini, di cui ben 11 marchiati World Tour. Andreas Schillinger (Bora Hansgrohe), Jonas Koch (CCC), Tim Declercq (Deceuninck-Quick Step), Stefan Küng (Groupama-FDJ), Jasper De Buyst, Frederkik Frison e Nikolas Maes (tutti e tre della Lotto Soudal), Maarten Wynants (Jumbo-Visma), Nils Politt e Mads Würtz Schimdt (entrambi della Katusha-Alpecin) e Mads Pedersen (Trek-Segafredo) gli 11 WT; Kenneth Vanbilsen (Cofidis, Solutions Crédits) in quota Professional, Vicente García de Mateos (Ludofoods Louletano Aviludo) a rappresentare il ciclismo Continental.
Il drappello ha proceduto bene fino a metà tappa, al km 86 (a 87 dalla fine) ha toccato il vantaggio massimo con 4'10", poi la UAE Emirates del leader Tadej Pogacar ha cominciato a limare qualcosa, più che altro perché Küng non era proprio lontanissimo in classifica (18esimo a 3'22"), per cui un minimo di mordacchia gli andava messa. La gara ha comunque fatto il proprio corso, e sulle salite del tracciato i battistrada hanno perso terreno in maniera naturale. Anzi, al primo passaggio sull'Alto de Malhão, ai -45, i 13 si sono polverizzati, e davanti è rimasto proprio Küng, a cui è riuscito a restare attaccato Declercq; poi son rientrati Koch e De Buyst, e successivamente - in discesa - anche Pedersen, ma il destino dei fuggitivi era segnato: il loro margine era drammaticamente sceso a 1', e il gruppo aveva evidenziato una grande voglia di fare, con successive trenate degli Sky e dei CCC. Lo scopo era evidente, decimare la UAE di Pogacar (impresa in parte riuscita: tutti out i compagni dello sloveno - compreso Fabio Aru - tranne Simone Petilli e Valerio Conti) e preparare il terreno per successivi attacchi alla maglia gialla. Tra il lusco e il brusco, il plotone si è dissezionato in maniera lampante, e son rimasti in una trentina all'inseguimento del quintetto di battistrada.
Sul Vermelhos parte l'assalto di Andersen
Il seguente punto nodale della tappa era rappresentato dal Vermelhos, penultima salita di giornata ai -23. Qui la corsa si è fatta ancor più appassionante. Pedersen ha perso contatto dal gruppetto di testa, ma quel che più importa è che dal plotone (tirato a tutta dalla CCC di Amaro Antunes) è scappato David De La Cruz (Sky); la mossa dello spagnolo, compagno di squadra del terzo della generale (Wout Poels), apriva la fase degli assalti delle seconde linee. Lo stesso De La Cruz (quinto in classifica a 57") era in effetti la seconda punta Sky. Su di lui si son portati Zdenek Stybar (settimo a 2'12"), partito per far gioco d'équipe con Enric Mas (il quarto), e soprattutto Søren Kragh Andersen (Sunweb), uno dei più sorprendenti protagonisti della settimana in Portogallo. Il danese era il secondo della generale, a 29" da Pogacar, e il fatto che proprio lui sia riuscito a evadere in quel modo la dice lunga sulla non capacità della UAE Emirates di tenere la corsa in quella fase.
De La Cruz ha sbagliato una curva in discesa e ha perso contatto da Andersen e Stybar, ma è rientrato più avanti, ai -15, insieme a Stephen Cummings (Dimension Data), anche lui emerso nel frattempo dal gruppo maglia gialla. A 12 km dal traguardo il quartetto di contrattaccanti ha raggiunto i primi, tra i quali Küng provava a sparare le ultime cartucce. Ben più efficace, in tema di esplosioni, lo sparo di Andersen, che ha subito piazzato un ulteriore contropiede: con lui è andato Stybar, e con qualche sofferenza in più anche Cummings. Per il corridore della Sunweb ormai era chiaro l'intento: andare direttamente a vincere la Volta ao Algarve 2019, azzerando il mezzo minuto di distacco da Pogacar.
Il tratto dell'attacco di Andersen era in salita, e lì poco dopo anche in gruppo abbiamo visto di tutto. Ai -11 Amaro Antunes ha provato a finalizzare il gran lavoro dei suoi CCC, ma è stato contrato da Gianluca Brambilla (Trek) e successivamente da Sam Oomen (Sunweb). Pogacar doveva far da sé, perché nel frangente Petilli e soprattutto Conti gli sono andati in affanno. Appena Tadej ha chiuso su Antunes e Oomen, è partito in contropiede Wout Poels con Enric Mas a ruota. Pogacar ha chiuso di nuovo, e per fortuna la salitella è finita e Petilli è riuscito a riportarsi davanti per tirare nuovamente. La situazione per gli UAE non era delle più facili, dato che Andersen aveva messo insieme un mezzo minuto abbondante di vantaggio, e si andava a presentare ai piedi del Malhão (ai -3) con 35" di margine per l'esattezza.
Finale da cardiotonici, tappa a Stybar, Pogacar porta a casa la gialla
Sulla salita finale gli attacchi si sono moltiplicati. Cummings ha subito perso contatto da Andersen e Stybar, i quali hanno proceduto in ottimo accordo (ovviamente SKA tirava di più); a 2 km dalla vetta, Antunes in gruppo è partito secco, poi l'ha raggiunto João Rodrigues (W52/Porto), quindi Tao Geoghegan Hart (Sky) e Oomen; quando l'azione di questi uomini si è esaurita, si è mosso con decisione Enric Mas, che tutti attendevano a quel tipo di attacco. Pogacar ha chiuso. Mas allora ci ha riprovato, e stavolta è andato. Alle sue spalle si è messo Wout Poels, e non invece Pogacar, che pareva pagare dazio. Anche pesantemente, pareva pagare. Ma il ragazzino stava solo riordinando le idee.
Mas ha dato fondo a quel che aveva, ha raggiunto Cummings (che era rimasto a metà strada), ma poi è un po' appassito, tanto che Poels è riuscito a riprenderlo. Ma - meraviglia delle meraviglie - ecco riemergere Pogacar, che ha fatto da sé e ha fatto per tre, e con un ultimo chilometro entusiasmante ha rimesso nel mirino Mas e Poels, e soprattutto ha limitato i danni in maniera decisiva da Andersen.
Quest'ultimo, intanto, era stato staccato da Stybar ai 500 metri, e probabilmente presagendo di non riuscire a vincere la Volta avrebbe poi tagliato il traguardo - a 3" dal vincitore - non celando un gesto di ampio disappunto. Al terzo posto ha chiuso Poels a 9", al quarto Mas a 12" e al quinto Cummings a 17". E in scia al britannico, cronometrato a 18" da Zdenek, ecco il gioiellino in maglia gialla. Sesto all'arrivo, Pogacar, davanti ancora a Rodrigues (24"), Oomen (30"), Hart (31") e Antunes (34"); 11esimo ha chiuso Brambilla, che in diversi momenti è stato all'altezza dei migliori, ma poi ha pagato nel finale.
La classifica si chiude così con Tadej Pogacar in trionfo con 14" su Andersen, 21" su Poels, 25" su Mas, 1'40" su Oomen, 1'54" su Stybar, 2'50" su Neilson Powless (Jumbo), 2'52" su Antunes, 3'27" su Rodrigues e 3'47" su uno spento Simon Spilak (Katusha), mai nel vivo della corsa in questi 5 giorni.