L'infortunio blocca Tonelli in Cina: non può volare, incerta la data del rientro in Italia
Prosegue la convalescenza forzata di Alessandro Tonelli, caduto in maniera rovinosa nel finale della sesta tappa del Tour of Qinghai Lake. Il portacolori della Bardiani CSF è ancora in ospedale da 19 luglio e il bollettino medico allinea una lunga lista di fratture e problemi che gli impediscono ancora di rientrare in patria.
Nei primi accertamenti al bresciano erano stati riscontrati un trauma cranico, la frattura di una costola e della scapola destra oltre a una ferita alla tempia con applicazione punti di sutura. Dopo l'effettuazione della TAC ecco il moltiplicarsi dei danni: le costole fratturate sono diventate addirittura nove, è fratturata in maniera composta anche la scapola sinistra, sono state poi rilevate le fratture ai processi trasversi di cinque vertebre e uno pneumotorace, sul quale i medici cinesi sono già intervenuti con un drenaggio.
Proprio lo pneumotorace impedisce al ventisettenne di tornare in Italia: Tonelli ha comunque ricevuto dall'ospedale di Xining il via libera per le dimissioni. Ora per lui, accompagnato dalla sorella Francesca, inizia un nuovo tour de force sottoforma di viaggio in treno di oltre 1600 km fino a Pechino; lì una nuova TAC determinerà quando l'alfiere della Bardiani CSF sarà in grado di affrontare il volo di rientro.
Queste le parole di Alessandro: «Sono stati giorni molto difficili. Il dolore per le fratture, le difficoltà a mangiare e respirare, l’impossibilità di muoversi dal letto, è stata un’esperienza intensa. Solo dopo aver rivisto le immagini dell’incidente ho capito che poteva anche andare peggio. Ora, finalmente, vedo la fine del tunnel, almeno per quanto riguarda il rientro in Italia. Non ho ancora la data precisa, ma il fisico risponde meglio e il dolore si è attenuato. Si tratta solo di aspettare, ma il peggio è passato. In un letto di ospedale hai bisogno di supporto fisico ma è fondamentale anche quello morale. Le difficoltà della lingua hanno reso ogni minima necessità più complicata, ma non posso che ringraziare lo staff medico e ospedaliero per la cura e l’attenzione che hanno avuto nei miei confronti. Un grazie anche al Capo della Cancelleria consolare dell’Ambasciata italiana a Pechino, Eugenio Poti, che si è reso disponibile fin da subito. Ultimi, ma non certo per importanza, i ringraziamenti allo staff della Bardiani CSF in Cina, che fin che ha potuto mi ha tenuto compagnia, e a mia sorella Francesca. Oggi è il suo compleanno e ha scelto di festeggiarlo qui con me. Non posso chiedere di meglio, grazie a lei sento di avere tutto il necessario per rialzarmi e tornare più forte di prima: auguri sorella!».