Peter Schulting in maglia VolkerWessels © Emiel Muijderman
Mondo Continental

Peter Schulting, il ciclista part-time che batte i professionisti

A quasi trentasette anni, il corridore della Diftar ha vinto una tappa dello ZLM Tour. Da diversi anni alterna all'attività ciclistica un lavoro che lo impegna per quattro giorni a settimana

13.06.2024 22:30

Diciottesimo appuntamento dell’anno con Mondo Continental. In questa puntata: Tour du Maroc, Tour du Cameroun, Tour of Lithuania, Campionati Centroamericani, Campionati Asiatici e Peter Schulting, che a quasi trentasette anni ha battuto i professionisti allo ZLM Tour.

Le corse della settimana

Tour du Maroc

La Nice Métropole Côte d'Azur festeggia un Tour du Maroc trionfale
La Nice Métropole Côte d'Azur festeggia un Tour du Maroc trionfale © Nice Métropole Côte d'Azur

Nei giorni scorsi si è disputato il Tour du Maroc, corsa a tappe di ben dieci giorni, giunta alla trentatreesima edizione. La gara mancava dal calendario dal 2019: dopo gli annullamenti dovuti al covid, il ritorno era atteso per lo scorso anno, ma il Marocco fu colpito da un terremoto e non fu possibile portare avanti l’organizzazione. Quest’anno erano presenti al via diciannove squadre: sette Continental, due selezioni nazionali straniere, ben tre locali (Nazionale, Espoirs e Regionale) e sette formazioni dilettantistiche.

La prima tappa era lunga circa 100 km ed era del tutto priva di difficoltà altimetriche. Contrariamente alle previsioni, la volata di gruppo è stata scongiurata dall’attacco di tre uomini: Adil El Arbaoui (Nazionale Marocco) ha conquistato la vittoria davanti a Heiko Homrighausen (Embrace the World) e Emmanuel Cognet (France Défense). 

La seconda frazione prevedeva un paio di salite nella prima metà del percorso e un finale che tendeva leggermente all’insù. Due corridori hanno preso un leggero margine sul gruppetto dei migliori e si sono divisi la gloria: ad Alessio Cialone (Vendée U) e a Emmanuel Cognet la maglia di leader. Rayan Boulahoite (Vendée U) ha regolato i primi inseguitori, a soli 4” dal duo di testa.

La terza tappa presentava un paio di salite piuttosto impegnative, ma l’ultima era distante oltre 40 km dal traguardo. Non c’è stata grande selezioni e oltre cinquanta corridori sono rimasti nel gruppo di testa. La volata finale ha premiato Paul Hennequin (Nice Métropole Côte d'Azur), bravo a mettersi alle spalle Batuhan Özgür (Beykoz Belediyesi) e Mounir Makhchoun (Sidi Ali-Unlock). In classifica generale non ci sono stati cambiamenti.

La quarta frazione non proponeva grandi asperità e sembrava poter sorridere ai velocisti. In realtà Damien Girard (Nice Métropole Côte d'Azur) è riuscito a rimanere da solo e non è più stato ripreso. Il francese ha tagliato il traguardo con 29” di vantaggio sul gruppo, regolato dal suo compagno di squadra Paul Hennequin davanti a Filippo Tagliani (Vini Monzon-Savini Due). Emmanuel Cognet ha conservato la testa della classifica.

Anche la quinta tappa era molto semplice e, a differenza del giorno precedente, nessuno è riuscito a evadere dal gruppo. Dal volatone generale è uscito vincitore Lorenzo Cataldo (Vini Monzon-Savini Due). Lo sprinter toscano ha battuto il solito Paul Hennequin e il turco Batuhan Özgür. La classifica generale non ha riportato cambiamenti.

La sesta frazione era abbastanza breve e non particolarmente complicata, ma è andata via una fuga importante, che ha rivoluzionato la classifica. La Nice Métropole Côte d'Azur ha gestito alla grande il finale e ha centrato la doppietta, con Jonathan Couanon vincitore davanti a Paul Hennequin. Lorenzo Cataldo ha completato il podio di giornata. L’esperto eritreo Natnael Berhane (Beykoz Belediyesi) è passato in testa alla generale.

La settima tappa è stata nuovamente buona per la fuga, anche se non ha modificato la generale, dato che i tre protagonisti di giornata erano lontani in classifica. La Vendée U era in superiorità numerica e non si è fatta sfuggire l’occasione: Rayan Boulahoite ha avuto la meglio su Aklilu Ghebrehiwet (7Eleven Cliqq) e sul compagno di squadra Alessio Cialone. Nella generale non ci sono stati cambiamenti.

I padroni di casa sono tornati a recitare un ruolo importante nell’ottava frazione. Oussama Khafi (Nazionale Marocco) si è portato a casa il successo, precedendo di 1” il gruppo principale. Ibrahim Essabahy (Marocco Regionale) ha chiuso secondo davanti a Benjamin Marais (Vendée U). Natnael Berhane è rimasto in testa alla classifica.

La nona tappa ha visto nuovamente una fuga importante andare in porto, con nove uomini che hanno staccato il gruppo di 2’40”. Anouar Rahmou è stato il più veloce fra i battistrada e ha regalato la seconda vittoria alla Vini Monzon-Savini Due. I battuti sono stati Ibrahim Essabahy e Rayan Boulahoite. Axel Narbonne Zuccarelli (Nice Métropole Côte d'Azur), quinto sul traguardo, ha conquistato la maglia di leader.

La corsa si è conclusa con un’altra frazione molto semplice e si è rivista una volata di gruppo: già vincitore nella terza giornata, Paul Hennequin è riuscito a ripetersi. Il francese ha preceduto il marocchino Youssef Bdadou (Sidi Ali-Unlock) e il polacco Paweł Więczkowski (NIPPO-EF-Martigues).

La Nice Métropole Côte d'Azur ha centrato la doppietta nella generale: Axel Narbonne Zuccarelli ha conquistato il successo finale con 2’39” sul compagno Jonathan Couanon e 2’41” su Natnael Berhane. La formazione francese ha vinto ovviamente anche la graduatoria a squadre e la classifica a punti con Paul Hennequin. Oussama Khafi si è preso la maglia di miglior scalatore, mentre il primo dei giovani è stato Rayan Boulahoite.

Tour du Cameroun

Isiaka Cissé vince l'ultima tappa del Tour du Cameroun. Poco più dietro Clovis Kamzong celebra il successo in classifica
Isiaka Cissé vince l'ultima tappa del Tour du Cameroun. Poco più dietro Clovis Kamzong celebra il successo in classifica © Tour du Cameroun

Contemporaneamente al Tour du Maroc, in Africa è andato in scena anche il Tour du Cameroun, giunto quest’anno alla ventesima edizione. Sei nazionali (Algeria, Burkina Faso, Camerun, Costa d’Avorio, Marocco e Senegal) e tre formazioni dilettantistiche si sono date battaglia nelle nove giornate di gara.

La prima frazione non presentava grandi asperità, ma ha comunque avuto un impatto importante sulla corsa: l’idolo di casa Clovis Kamzong (SNH Vélo Club) ha staccato tutti in maniera netta. A 3’13” il suo compagno di squadra Rodrigue Eric Kuere Nounawe si è preso il secondo posto davanti a Oussama Mimouni (Nazionale Algeria).

Anche nella seconda tappa c’è stata grande selezione, nonostante un percorso tutt’altro che difficile. La nazionale algerina ha dato vita a un grande attacco di squadra, con quattro uomini che hanno tagliato il traguardo insieme con oltre 2’ di margine su tutti gli avversari. Oussama Mimouni si è imposto davanti a Hamza Megnouche e Abdallah Benyoucef. Clovis Kamzong ha conservato la maglia di leader.

La terza frazione aveva un profilo simile alle precedenti, ma, in questo caso, si è arrivati in gruppo. Lo sprint ha premiato il rappresentante di Curaçao Goldwynn Cannister (Global), bravo a mettersi alle spalle Mehdi El Otmany (Nazionale Marocco) e il quarantasettenne Médéric Clain (Ufusport), che in un’epoca lontana (nel 2003) disputò il Tour de France con la maglia della Cofidis. In classifica non ci sono stati cambiamenti.

La quarta tappa presentava qualche difficoltà e, effettivamente, c’è stata grande selezione. Ayoub Sahiri (Nazionale Algeria) si è imposto in solitaria, con 39” di vantaggio su Isiaka Cissé (Nazionale Costa d’Avorio) e Oussama Mimouni. Clovis Kamzong si è difeso bene e ha mantenuto la leadership.

Anche la quinta frazione non era semplicissima e ha visto un arrivo in solitaria. Il capoclassifica Clovis Kamzong ha conquistato il suo secondo successo, staccando di 1’45” i più immediati inseguitori: Rodrigue Eric Kuere Nounawe gli ha nuovamente fatto da scudiero, chiudendo secondo davanti a Isiaka Cissé.

La sesta tappa era abbastanza impegnativa, ma, in questo caso, non c’è stato un assolo, ma quattro corridori hanno fatto la differenza. La volata fra i primi ha premiato Isiaka Cissé, che ha preceduto Vincent Mouni (Nazionale Burkina Faso) e il leader Clovis Kamzong, che ha, ovviamente, conservato la testa della classifica.

La settima frazione era più semplice delle precedenti e, infatti, non c’è stata selezione. La nazionale del Burkina Faso ha gestito benissimo la volata e ha lanciato al meglio Vincent Mouni, vincitore davanti a Clovis Kamzong e al compagno di squadra Saturnin Yameogo. In classifica generale non ci sono state novità.

Anche l’ottava tappa era abbastanza semplice, ma la nazionale algerina ha fatto il colpaccio, anticipando il volatone generale: Abdallah Benyoucef è riuscito ad anticipare il gruppo di 1”. Alle sue spalle Hamza Megnouche è stato il più veloce davanti a Vincent Mouni. Clovis Kamzong non ha avuto problemi a mantenere la testa della classifica.

L’ultima frazione era leggermente più impegnativa, ma si è conclusa con una volata di un gruppo abbastanza folto. Isiaka Cissé ha trovato la sua seconda vittoria, battendo Abdallah Benyoucef e Vincent Mouni.

Leader sin dal primo giorno, Clovis Kamzong si è aggiudicato la corsa di casa per la terza volta in carriera. Il vincitore della classifica a punti Abdallah Benyoucef e Ayoub Sahiri, re degli scalatori e miglior giovane, lo hanno accompagnato sul podio, staccati rispettivamente di 2’45” e 3’11”. La nazionale algerina ha dominato la graduatoria a squadre.

Tour of Lithuania

Il podio finale del Tour of Lithuania
Il podio finale del Tour of Lithuania © Airtox-Carl Ras

Quest’anno una nuova corsa a tappe è entrata a far parte del calendario internazionale: il Tour of Lithuania. Diciannove squadre si sono date battaglia nei cinque giorni di gara: sei Continental, una selezione nazionale lettone e dodici formazioni dilettantistiche.

La prima tappa non era particolarmente impegnativa e sembrava abbastanza adatta alle ruote veloci, ma cinque corridori sono riusciti a mettere nel sacco il gruppo. Il danese Stian Rosenlund (Airtox-Carl Ras) ha conquistato la prima vittoria UCI in carriera, battendo l’estone Oskar Nisu (Ferei Quick-Panda). L’altro danese Mads Andersen, compagno di squadra del vincitore, ha completato il podio di giornata a 2”.

La seconda frazione era un po’ più difficile, con l’arrivo situato in cima a un muro in pavé. Dopo il terzo posto del giorno precedente, Mads Andersen è stato ancora protagonista ed è riuscito a presentarsi da solo sul traguardo. Il ventitreenne, che ha conquistato anche la maglia di leader, è riuscito a staccare di 4” l’esperto estone Mihkel Räim (Ferei Quick-Panda) e di 9” il norvegese Eirik Vang Aas (IL Stjørdals Blink).

La terza tappa prevedeva un lungo tratto di pavé a metà percorso e l’ultimo chilometro in salita. La Airtox-Carl Ras ha centrato la terza vittorie consecutiva: stavolta a vincere è stato Daniel Stampe, che ha preceduto di 3” Alfred Kongstad (CO:PLAY-Giant Store) e di 8” Oskar Nisu. Mads Andersen ha avuto difficoltà e ha dovuto cedere la testa della classifica a Peder Antoni Gravås (IL Stjørdals Blink).

La quarta frazione era sulla carta adatta alle ruote veloci, ma ancora una volta è stata la fuga ad avere la meglio. Martin Laas (Ferei Quick-Panda) ha interrotto la striscia vincente della Airtox-Carl Ras, battendo in volata Lauri Tamm (Voltas-Tartu2024) e Eirik Vang Aas. La formazione danese ha dovuto rinunciare al quarto successo, ma si è consolata riportando Mads Andersen in testa alla classifica.

La quinta tappa non presentava grandi asperità, ma era comunque la più impegnativa della corsa. Paradossalmente, proprio la frazione più esigente altimetricamente è stata l’unica a concludersi con una volata di gruppo: a vincere è stato nuovamente Martin Laas, bravo a mettersi dietro l’ennesimo rappresentante della Airtox-Carl Ras, Mathias Larsen, e Daniel Vold (IL Stjørdals Blink).

Mads Andersen ha conquistato il successo finale (e la classifica a punti) con 18” sul miglior giovane della corsa, il figlio d’arte Kristiāns Belohvoščiks (Nazionale Lettonia) e 46” su Mathias Larsen. La Airtox-Carl Ras ha vinto, senza sorprese, la graduatoria a squadre, mentre Mihkel Räim si è imposto in quella degli sprint intermedi.

Campionati Centroamericani

Franklin Archibold conquista il titolo centroamericano
Franklin Archibold conquista il titolo centroamericano © Federacion Nacional de Ciclismo de Honduras

La scorsa settimana sono andati in scena i Campionati Centroamericani di ciclismo su strada, che per la prima volta si sono disputati in Honduras.

Il programma si è aperto con le cronometro individuali: élite e under 23 hanno corso sullo stesso percorso e con il medesimo chilometraggio, ma erano previste due classifiche separate. Tra i big non ci sono state sorprese e il titolo è andato al panamense Franklin Archibold (Panamá es Cultura y Valores), già vincitore nel 2021 e nel 2022. Il ventiseienne ha preceduto di 22” il connazionale e campione uscente Christofer Jurado (Panamá es Cultura y Valores) e di 58” il costaricano Sergio Arias. L’unico professionista in gara, il guatemalteco Sergio Chumil (Burgos BH), non è andato oltre il sesto posto, a 1’59” dal vincitore.

Tra gli under 23 il campione uscente Donovan Ramírez ha confermato il titolo under 23, con un tempo che comunque non gli avrebbe permesso di salire sul podio della gara élite. Gabriel Pacheco ha permesso alla Costa Rica di fare doppietta con 58” di ritardo, mentre il panamense Hassan Chan (Panamá es Cultura y Valores) ha completato il podio con un passivo di 2’01”.

In seguito si è disputata la cronosquadre, che ha visto il netto successo dei favoritissimi panamensi. Il sestetto composto da Franklin Archibold, Sandi Guerra, Christofer Jurado, Randish Lorenzo, Bredio Ruiz e Alex Strah (tutti tesserati per la Panamá es Cultura y Valores) ha rifilato 1’22” al Guatemala di Sergio Chumil, Alex Julajuj, Dorian Monterroso, Julio Padilla, Manuel Rodas e Gerson Toc. Sul terzo gradino del podio è salita la selezione costaricana (composta da soli cinque elementI), che ha chiuso a 2’03”.

La prova in linea riservata agli under 23 non ha visto corridori panamensi sul podio e i costaricani hanno potuto festeggiare, grazie al giovanissimo Kenny Chaves. Il diciannovenne ha preceduto di 2” un gruppetto regolato da Jyven Gonzalez, che ha regalato una splendida medaglia al Belize, davanti all’altro costaricano Emanuel Castro.

Fra gli élite la corsa si è conclusa con una volata di una decina di corridori e Franklin Archibold ha completato la settimana perfetta, conquistando la terza medaglia d’oro personale e legittimando la scelta della federazione panamense di portarlo alle Olimpiadi. Il corridore della Panamá es Cultura y Valores ha superato il costaricano Daniel Bonilla e il connazionale Bredio Ruiz, che nel 2023 aveva vinto il titolo under 23.

Campionati Asiatici

Il podio della prova in linea dei Campionati Asiatici
Il podio della prova in linea dei Campionati Asiatici © LX Cycling Tour

In Kazakistan, ad Almaty, sono andati in scena i Campionati Asiatici di ciclismo su strada. I padroni di casa hanno ottenuto i migliori risultati, come da pronostico, ma, nelle gare maschili, non hanno completato l’en-plein riuscito lo scorso anno.

La corsa che dato il via alle ostilità è stata la staffetta mista e si è subito partiti nel segno del Kazakistan, unica nazione a poter schierare un terzetto maschile interamente WorldTour: Igor Chzhan, Yevgeniy Fedorov e Dmitriy Gruzdev (tutti dell’Astana) hanno portato il loro paese al successo, con 1’30” di vantaggio sull’Uzbekistan, che per la frazione maschile poteva contare su Danil Evdokimov, Muradjan Khalmuratov e Behzodek Rakhimbaev, tutti tesserati per la Tashkent City. Al terzo posto, con un ritardo di 2’07” ha chiuso Hong Kong, che poteva contare sul duo della HKSI composto da Ng Pak Hang e Chu Tsun Wai e da Vincent Lau Wan Yau, che ultimamente ha lasciato la Continental di casa per firmare con i thailandesi della Roojai Insurance.

È stato poi il turno delle cronometro individuali ed è stato ancora dominio kazako: tra gli under 23 si è imposto il figlio d’arte Nicolas Vinokurov (Astana), che ha battuto per soli 3” il connazionale e campione uscente Andrey Remkhe (Astana Qazaqstan Development). A 23” il thailandese Tullatorn Sosalam ha completato il podio.

Nella prova élite Yevgeniy Fedorov ha conquistato il terzo titolo consecutivo, superando di 35” l’altro grande favorito Dmitriy Gruzdev. Il podio, interamente composto da corridori WorldTour, è stato completato dal giapponese Yukiya Arashiro (Bahrain-Victorious), staccato di 2’00”. La medaglia d’argento del 2023, il taiwanese Sergio Tu (Bahrain-Victorious), ha chiuso quarto a 2’19”, mentre gli altri professionisti in gara hanno deluso: il mongolo Jambaljamts Sainbayar (Burgos BH), bronzo nel 2023, non è andato oltre l’ottavo posto (a 3’55”), mentre il bahreinita Ahmed Madan (Bahrain-Victorious) ha terminato la prova in diciottesima e penultima posizione, con un ritardo di addirittura 10’28”.

Una grande delusione per i padroni di casa è arrivata dalla prova in linea under 23, in cui i kazaki non sono riusciti a salire sul podio. Gli Emirati Arabi Uniti hanno dominato la prova, con due corridori della UAE Team Emirates Gen Z che hanno staccato tutti. Abdulla Jasim Al-Ali ha conquistato il titolo, mentre a Mohammad Almutaiwei è andato l’argento. La volata per il terzo posto ha premiato l’iraniano Ali Labib Shotorban (Shenzhen Xidesheng), che si è messo alle spalle Andrey Remkhe e Nicolas Vinokurov.

Nonostante molti strappi, nella prova élite non c’è stata grande selezione e sedici corridori si sono giocati il successo. La volata ha premiato, a sorpresa, il sudcoreano Kim Euro (LX), che ha battuto nettamente il cinese Lyu Xianjing (China Glory-Mentech). Il Kazakistan si è dovuto accontentare della medaglia di bronzo, con Yevgeniy Fedorov che ha salvato per pochi centimetri il podio dall'attacco del malese Muhammad Nur Aiman Bin Rosli (Terengganu).

Le Continental tra i big

Wessel Mouris, miglior giovane dello ZLM Tour
Wessel Mouris, miglior giovane dello ZLM Tour © ZLM Tour/Peter van Rooij

Otto Continental hanno preso parte, nei Paesi Bassi, allo ZLM Tour: le locali BEAT, Diftar, Metec-SOLARWATT, Parkhotel Valkenburg e VolkerWessels, l’australiana ARA|Skip Capital, la tedesca Storck-Metropol e la francese Arkéa - B&B Hôtels Continentale. La Metec-SOLARWATT ha disputato una corsa di alto livello, piazzando in top ten sia Wessel Mouris, quinto e miglior giovane, che Axel van der Tuuk, nono. Il miglior esponente di una compagine di terza divisione è stato, in realtà, Max Walker, secondo: il corridore dell’Astana Qazaqstan Development era, però, in gara con il ramo WorldTour del team. Anche la Diftar si è tolta un’enorme soddisfazione, grazie a Peter Schulting, vincitore a sorpresa della terza tappa.

Le formazioni di terzo livello ad aver disputato il GP des Kantons Aargau sono state nove: la francese Groupama-FDJ Continentale, l’italiana Mg.K Vis-Colors for Peace, le tedesche P&S Metalltechnik, REMBE Sauerland, Santic-Wibatech e Lotto Kern-Haus, le austriache Felt Felbermayr e Vorarlberg e la canadese XSpeed United. Nessuno dei loro esponenti ha chiuso nella top ten, ma le due squadre austriache sono riuscite ad inserire un corridore nel gruppo di testa: Riccardo Zoidl ha portato la Felt Felbermayr al diciassettesimo posto, mentre la Vorarlberg si è dovuta accontentare del diciottesimo di Colin Stüssi.

Solo tre Continental hanno corso la Dwars door het Hageland in Belgio: alle locali Philippe Wagner/Bazin e Tarteletto-Isorex si è aggiunta la neerlandese VolkerWessels. Nessuna delle tre è riuscita a essere davvero nel vivo della corsa e alla fine la Tarteletto-Isorex ha centrato il miglior risultato: Robbe Claeys ha concluso la prova in venticinquesima posizione, a circa 1’30” dal duo di testa.

Il ritratto della settimana: Peter Schulting

Peter Schulting festeggia la vittoria di tappa allo ZLM Tour
Peter Schulting festeggia la vittoria di tappa allo ZLM Tour © HGRS Media

Nella seconda tappa dello ZLM Tour si è verificata una situazione di gara non troppo comune in corse professionistiche: dopo una lunga fuga, tre corridori di formazioni Continental sono entrati nell’ultimo chilometro conservando un piccolo margine sul gruppo: Wessel Mouris, che poi avrebbe conquistato la maglia di miglior giovane, Martijn Rasenberg, vincitore della Omloop der Kempen meno di due settimane prima, e Peter Schulting, uomo di grande esperienza con alcune vittorie di spessore nel palmares. Quest’ultimo, avendo meno da perdere, ha deciso di rischiare, mantenendosi in ultima posizione, e la scelta ha pagato.

A quasi trentasette anni (li compirà ad agosto), il corridore neerlandese si è dimostrato ancora capace di battere i professionisti. La sua vittoria ha un peso importantissimo: oltre a essere il primo successo della Diftar in due anni (ai tempi dell’ultimo la squadra si chiamava Allinq), si tratta del trionfo di un uomo che non è da tempo un ciclista a tempo pieno. A fine 2018, infatti, svanito il sogno di diventare professionista, per dare più stabilità al figlio appena nato, decise di mettere il ciclismo in secondo piano. Dopo diversi anni i figli sono diventati tre e lui continua ad alternare l’attività sportiva a un lavoro che lo impegna, generalmente, per quattro giorni a settimana

Peter Schulting iniziò a farsi notare a livello internazionale nel 2005, al secondo anno tra gli juniores, con alcuni buoni piazzamenti: fu quinto al Circuit de la Région Wallonne, sesto in una tappa Grand Prix Rüebliland e, soprattutto, quarto al campionato nazionale di categoria.

L’anno successivo ebbe la possibilità di entrare nel mondo Continental, firmando con la Jo Piels. Nella prima stagione cercò di fare esperienza, disputando un paio di corse professionistiche (Hel van het Mergelland e Ster Elektrotoer), senza ottenere risultati. Nel 2007 le cose migliorarono: il neerlandese disputò un calendario più ampio e conquistò la prima vittoria UCI in carriera, la cronometro del Tour de Berlin. Concluse la corsa tedesca al quinto posto e, in seguito, fu sesto al campionato nazionale under 23 (battuto da cinque corridori della Rabobank Continental) e ottavo alla Scandinavian Open Road Race. 

Dopo un’ottima stagione, Schulting subì un grave infortunio al ginocchio, che lo costrinse a rimanere fermo per quasi due anni. Nell’agosto 2009 tornò a disputare una corsa internazionale, la Scandinavian Open Road Race, con la maglia di una formazione dilettantistica neerlandese, e riuscì a chiudere ottavo. Avendo dimostrato di essere tornato a buoni livelli, tornò alla Jo Piels e, alla fine del 2010, conquistò il suo secondo successo UCI in carriera, la Kernen Omloop Echt-Susteren.

Le ultime due annate in maglia Jo Piels non furono particolarmente esaltanti: nel 2011 il neerlandese corse molto poco, ma riuscì a centrare la top ten sia alla Ronde van Overijssel (decimo) che alla Antwerpse Havenpijl (sesto); nel 2012, invece, nonostante un calendario più ampio, non riuscì mai ad arrivare nei primi dieci.

Nella stagione successiva cercò di rilanciarsi scendendo tra i dilettanti e firmò con la Parkhotel Valkenburg. Nonostante fosse sceso di un gradino, disputò comunque un buon calendario, riuscendo anche a prendere parte a una gara professionistica, la Volta Limburg Classic, con la maglia della nazionale. Il suo miglior risultato fu l’ottavo posto alla Ster van Zwolle.

Nel 2014 la Parkhotel Valkenburg salì fra le Continental e Schulting sfruttò l’occasione per disputare alcune corse in Marocco. Chiuse al sesto posto il Tour du Maroc (con due top ten di tappa), al settimo il GP Sakia el Hamra e al decimo il GP Al Massira. In patria, invece, colse un buon settimo posto all’Arno Wallaard Memorial. L’anno successivo disputò diverse gare in Cina, ma ottenne i migliori risultati in patria (decimo alla Dorpenomloop Rucphen) e nelle vicinanze (quarto in una tappa della Flèche du Sud, in Lussemburgo).

Nel 2016 il corridore neerlandese visse la miglior stagione della carriera. Partì subito alla grande, vincendo una tappa e la maglia di miglior scalatore al Tour de Taiwan (che concluse in quarta posizione), proseguì con piazzamenti a ridosso della top ten in corse professionistiche, conquistò la seconda vittoria stagionale, vincendo una tappa al Kreiz Breizh Elites e salì sul podio, in terza posizione, della Slag om Norg. Chiuse l’annata con una trasferta in Cina, che gli portò in dote il terzo posto al Tour of Taihu Lake (con un secondo posto nell’ultima frazione) e il secondo al Tour of Fuzhou (con due top five).

L’anno successivo cambiò squadra e tornò alle origini, passando alla Destil-Jo Piels. Corse quasi esclusivamente in patria, ma centrò il miglior risultato europeo, un sesto posto, in Germania, alla Rad am Ring. Nei Paesi Bassi fu settimo alla Dorpenomloop Rucphen, alla Profonde van Noord-Holland e alla Slag om Norg. A fine stagione disputò l’unica corsa extraeuropea, la Tobago Cycling Classic, e riuscì a conquistare la vittoria.

Nel 2018 scelse di tornare nuovamente sui propri passi, firmando per la Monkey Town, nuova denominazione della Parkhotel Valkenburg. Dopo una prima parte di stagione in cui non andò oltre il sesto posto della Midden-Brabant Poort Omloop, Schulting cambiò marcia fra settembre e ottobre, vincendo due tappe del Turul Romaniei (poi concluso all’ottavo posto) e, soprattutto la Tacx Pro Classic/Ronde van Zeeland, corsa professionistica neerlandese che rappresenta tuttora la sua vittoria più importante in carriera. Sfiorò il successo anche nell’ultima tappa del Tour of Hainan, ma dovette accontentarsi del secondo posto.

Nonostante un’annata brillantissima, a fine stagione scelse di fare un passo indietro: con la nascita del figlio, infatti, lo stipendio da ciclista Continental non era più sufficiente e, così, decise di andare a lavorare presso il Gruppo Voskamp, azienda del settore edilizio e industriale. Continuò comunque a correre, anche se solo a livello dilettantistico, e firmò per la VolkerWessels-Merckx, formazione che poteva contare fra i propri sponsor anche sullo stesso Gruppo Voskamp.

La squadra passò fra le Continental nel 2020 e il neerlandese rimase a bordo del progetto. Dopo una stagione in cui aveva disputato solo qualche gara nel calendario nazionale, tornò in gruppo anche nelle corse UCI, anche se lo scoppio della pandemia condizionò pesantemente il calendario. Ciononostante riuscì a centrare un prestigioso decimo posto nella prova in linea dei Campionati Nazionali, dominata da Mathieu van der Poel. Nel 2021 corse molto poco a livello internazionale, ma fu comunque schierato al via di diverse gare professionistiche.

L’anno successivo Schulting conquistò una bella vittoria di tappa all’Olympia’s Tour, ritrovando il successo a livello UCI dopo circa tre anni e mezzo. Dopo alcuni bei risultati in corse dilettantistiche, sfiorò il ritorno al successo in una corsa professionistica: nell’ultima tappa del Tour du Slovaquie riuscì, insieme a Jasper Haest, a mettere nel sacco il gruppo, ma lasciò la vittoria al più giovane compagno di squadra, che non aveva mai vinto in carriera, in un arrivo in parata.

Nel 2023 non ha mai vinto, ma si è fatto notare in diverse corse dilettantistiche tra Paesi Bassi e Belgio e, a livello UCI, ha comunque ottenuto piazzamenti importanti come il quarto posto alla Midden-Brabant Poort Omloop e il terzo alla Muur Classic Geraardsbergen. 

Dopo la vittoria di tappa allo ZLM Tour, non si sa ancora quali saranno le prossime corse di Peter Schulting. Quasi certamente continuerà ad alternarsi tra prove dilettantistiche e gare UCI, limitando le trasferte lontano dal Benelux, per non avere problemi sul posto di lavoro.

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