Sul podio della Ronde van Kopecky c'è anche Elisa Longo Borghini
Lotte in solitaria vince il Giro delle Fiandre per il secondo anno di fila, piazza d'onore per Demi Vollering che nello sprint delle sconfitte precede l'italiana. Quarta Silvia Persico, a lungo in lizza per il successo
Lotte Kopecky ha fatto cinque corse quest'anno; il 70esimo posto della Gand-Wevelgem lo scartiamo (come in genere si fa col peggiore punteggio in una challenge), restano tre vittorie e un secondo posto (alla Strade Bianche, battuta a sorpresa dalla compagna Demi Vollering). Per il resto, prima alla Omloop Het Nieuwsblad, prima alla Nokere Koerse pochi giorni dopo aver perso prematuramente il fratello; e prima oggi, in una delle corse più belle e ambite del calendario, il Giro delle Fiandre. Questi risultati fanno della 27enne belga il punto di riferimento per le classiche delle pietre e dei muri, del resto la tendenza era chiara già dai risultati degli scorsi anni. Non per niente, Lotte la Ronde van Vlaanderen l'ha già conquistata nel 2022.
E se dodici mesi fa la belga dovette vincere uno sprint a tre per piegare Annemiek van Vleuten e Chantal Blaak, stavolta ha voluto (e potuto) risolvere la faccenda ben prima, isolandosi al comando della corsa all'ultimo passaggio sull'Oude Kwaremont, piegando la resistenza di una bravissima Silvia Persico, poi quarta al traguardo (battuta per il terzo posto da Elisa Longo Borghini, autrice di una prova di splendida abnegazione, lei che il Fiandre lo vinse nel 2015). Che la SD Worx (che non a caso ha fatto doppietta, con Demi Vollering seconda) fosse il team di riferimento lo sapevamo tutti, restava da vedere come la squadra guidata in ammiraglia da Anna van der Breggen avrebbe messo la partita a proprio favore: l'ha fatto in maniera assai stramba, con un tappo (non voluto, ovviamente) di piedi a terra in mezzo al Koppenberg. Tutto è partito da lì, come stiamo per leggere nella cronaca della corsa.
156.6 km per il Giro delle Fiandre femminile 2023, partenza e arrivo a Oudenaarde e in mezzo 13 muri e 5 settori di pavé; il primo attacco è durato 1 km, dal 3 al 4, ed era composto da Mette Egtoft Jensen (Lotto Dstny), Minke Bakker (Duolar-Chevalmeire), Trine Holmsgaard (Proximus-Alphamotorhome-Doltcini) ed Emanuela Zanetti (ZAAF); al km 13 ci ha provato Katrijn de Clercq (Lotto) ma pure lei è durata poco lì davanti. Per avere un vero attacco si sono dovuti aspettare i -92, quando Ally Wollaston (AG Insurance-Soudal Quick-Step) ha deciso di anticipare il Wolvenberg, terzo muro di giornata, e ha preso fino a una cinquantina di secondi di margine.
Ai -60 Elinor Barker (Uno-X) ed Elise Chabbey (Canyon//SRAM Racing), uscite dal gruppo, si sono portate sulla battistrada e il loro arrivo ha ridato fiato a un'azione che andava perdendo vigore; ai -48 una caduta a fondo gruppo ha coinvolto Annemiek van Vleuten (Movistar) - che in verità l'ha proprio innescata - con Karlijn Swinkels (Jumbo-Visma) e Debora Silvestri (ZAAF). Di lì a poco, ai -46, le tre al comando sono state raggiunte proprio ai piedi del Koppenberg.
E l'ottavo dei 13 muri è stato quantomai determinante: davanti c'erano le SD Worx, con Marlen Reusser a fare il ritmo, affiancata da un'ottima Silvia Persico (UAE ADQ); a metà muro Lotte Kopecky (SD Worx), che era subito dietro a Reusser e accanto aveva la compagna Lorena Wiebes, si è vista slittare la bici, ha messo piede a terra e ha innescato una reazione a catena infinita: Wiebes e poi via via tutte le altre, man mano che sopraggiungevano erano costrette a fermarsi e a scendere di bici.
Mentre Kopecky e Wiebes, dopo un tratto di corsa a piedi, sono riuscite piuttosto rapidamente a risalire in sella, tutte le altre no: coinvolte in una infinita fajolada, si sono viste sfuggire in qualche modo la corsa. Dopo un attimo di incertezza, Reusser ha deciso di aspettare Kopecky e Wiebes, che non erano distanti dopo il muro. E infatti sono rientrate, a formare - con la compagna e con l'ottima Persico - un quartetto destinato a prendere margine.
Ma alle spalle delle battistrada non tutte erano d'accordo con l'idea di gettare la spugna; si è formato un gruppetto di una decina di unità, e grazie al lavoro delle Trek-Segafredo (in particolare di Elisa Longo Borghini e Lucinda Brand in favore di Shirin van Anrooij) e delle Canyon (Chabbey si è sacrificata per Katarzyna Niewiadoma), ecco che il drappello è riuscito a risalire fino a 15" di distacco. Con le cinque citate c'erano anche Demi Vollering (SD Worx), Arlenis Sierra (Movistar), Juliette Labous (DSM) e Anna Henderson (Jumbo).
Sul Taaienberg ai -38 Wiebes ha perso contatto dal gruppetto di testa ma era piuttosto inevitabile; ancora più evidente la selezione fatta dal muro successivo (l'undicesimo), il Kruisberg/Hotond ai -29: Chabbey e Brand si sono subito staccate, poi anche Wiebes, e infine in cima - mentre trenava Van Anrooij - pure Sierra, poi Longo Borghini, Henderson e Labous; e pure il terzetto di testa scoppiava, con Reusser che alla lunga non riusciva a reggere il crescente ritmo di Kopecky. Persico invece, fin qui, allineata e coperta, e soprattutto ben disposta a collaborare con Lotte. Dopo il muro, Longo Borghini è riuscita a rientrare con Henderson e Labous sul secondo gruppetto (che intanto aveva reinglobato Reusser), e di nuovo è andata a lavorare per il beneficio di Shirin.
Sull'Oude Kwaremont Lotte Kopecky ha dato luogo a un vero assalto all'arma bianca e ai -18 ha infine distanziato la Persico dopo averla fiaccata con un lavoro al corpo (altro che ai fianchi) da togliere il fiato. La bergamasca non si è data per vinta e ha provato a resistere per quanto possibile, mentre nel gruppetto dietro se non tirava Longo Borghini non tirava nessuna. E siccome Elisa doveva ogni tanto respirare - anzi a un certo punto ha pure fatto l'elastico, perdendo metri - ecco che le distanze si sono vieppiù ampliate: dopo il muro Kopecky guidava con mezzo minuto su Persico la quale difendeva mezzo minuto sulle altre.
Visto tutto ciò, l'ossolana ha deciso di piazzare uno scattino ai -16, chiamando la risposta di Vollering che ne ha smorzato gli entusiasmi. Sul Paterberg ai -14 l'azione di Persico si è nettamente ingolfata e da dietro Van Anrooij è uscita forte andando a chiudere per prima sull'italiana; in cima anche Niewiadoma e Vollering si sono messe nella scia delle due, mentre più indietro si sfilacciavano Reusser, Labous, Longo Borghini, Henderson, transitate nell'ordine in cima al tredicesimo e ultimo muro di giornata.
Il vantaggio di Kopecky sfiorava a questo punto i 40"; il che, col quartetto inseguitore più concentrato sul contendersi i posti del podio che su inseguire la battistrada, equivaleva a una grossa ipoteca sulla vittoria; il quartetto peraltro è diventato quintetto ai -9, quando Reusser è riuscita a rientrare; e poi è tornato sestetto, con l'ingresso anche di Labous; e poi ancora settetto, perché ai -8 pure Elisa si è rifatta sotto: la gamba è già in quota Roubaix per la 31enne di Ornavasso.
Ai -7 Niewiadoma ha provato a rompere l'equilibrio del drappello ma Vollering le ha messo la museruola; allora ci ha provato Labous in contropiede, ma niente. Tutto l'agonismo è stato rinviato alla volata per il secondo posto. Il primo, senza dubbio alcuno, è stato appannaggio di Lotte, che è arrivata comodamente con 36" di vantaggio sulle prime inseguitrici. Lo sprint delle battute è stato vinto nettamente da Vollering, che ha esultato al pensiero della doppietta con Lotte (a posizioni invertite rispetto alla Strade Bianche); Elisa Longo Borghini ha vinto il derby italiano con Silvia Persico per il gradino più basso del podio (e tra l'altro per l'ossolana è stata l'ottava top ten in carriera al Fiandre).