Abbiamo il nuovo campione Europeo; ma presto Tarling conquisterà il mondo
Prestazione spaziale del diciannovenne britannico che domina la cronometro dei Campionati Europei a Emmen. Argento per Bissegger, bronzo per un deludente Van Aert. L'Italia in top five con Cattaneo
Le sei cronometro che aveva già disputato sin qui in stagione avevano fornito indicazioni chiare, che, unite alla sua esperienza nelle categorie giovanili, alla sua prova odierna e al team in cui milita, fanno presagire un futuro da dominatore delle prove contro il tempo per il nuovo campione d'Europa a cronometro Joshua Tarling. Nato nel 2004 ad Aberaeron, in Galles, Tarling ha eguagliato da primo anno under 23, categoria in cui non disputerà mai una singola gara nell'arco di tutta la sua carriera, i risultati a cronometro di Remco Evenepoel, uno dei maggiori talenti della storia del ciclismo: medaglia ai Mondiali e oro nell'Europeo. Rispetto ad Evenepoel però, pur non potendo vantare la sua capacità di imporsi su quasi qualunque percorso, sembra persino più forte nella specialità contro le lancette.
Oggi ha stracciato tre cronomen del calibro di Küng, Bissegger e Van Aert (la cui crisi nel 2023 sembra non avere fine: anche oggi prova in calando e deludente, solo parzialmente giustificata dal malessere che lo ha colpito la settimana scorsa) e solamente Remco e il suo compagno di squadra in INEOS Grenadiers Filippo Ganna si sono dimostrati a lui superiori nel corso della stagione. Un equilibrio che, di fronte ai numeri di quest'atleta nemmeno ventenne, non sembra poter reggere ancora a lungo: il tempo in cui Tarling diventerà il più forte cronoman del mondo appare sempre più vicino.
La cronaca della cronometro maschile élite dei Campionati Europei 2023
A chiudere la prima giornata di corse in quel di Emmen, dove si sono svolte tra la mattinata e il primo pomeriggio tutte le prove a cronometro delle categorie UCI, è in programma la prova contro il tempo maschile élite, che mette in palio la maglia a stelle e strisce indossata da Stefan Bissegger negli ultimi 13 mesi. Il percorso previsto per gli uomini è lo stesso affrontato dalle donne nella gara dominata dalla solita Marlen Reusser, circa dieci chilometri più lungo di quello che assegnava il titolo per juniores e under 23.
Nelle categorie giovanili l'Italia è partita alla grande grazie alla vittoria di Federica Venturelli tra le junior donne, lei che è una delle maggiori esponenti giovanili della multidisciplinarietà, dato che si cimenta con successo anche in pista e nel ciclocross. Al maschile successo di Albert Philipsen, il fenomeno emergente del ciclismo mondiale, già laureatosi campione iridato in MTB Short Track e nel Mondiale in linea su strada. Zoe Backstedt, figlia d'arte nonché altra straordinaria crossista, ha dominato la prova femminile riservata alle under 23, mentre al maschile è giunto l'attesissimo trionfo del belga Alec Segaert (secondo al Mondiale di Glasgow alle spalle di Lorenzo Milesi).
Il percorso per i professionisti non è particolarmente lungo, anzi, misura appena 29.5 chilometri, una distanza che in molti valuterebbero come non adeguata per assegnare una maglia del valore di quella di campione d'Europa, tanto che come detto ricalca quello affrontato dalle donne élite. Si parte dallo zoo di Emmen, il Wildlands Adventure Zoo, e si finisce in centro città; nel mezzo solamente una decina di curve in un tracciato del tutto pianeggiante che favorisce quindi medie orarie elevatissime, anche se il forte vento spirante da Sud potrebbe complicare un po' la vita degli atleti nell'ultima parte di gara, chiamati ad una gestione oculata della propria prova per evitare di partire troppo piano o peggio crollare nel finale.
Trentadue partenti, il primo a scattare dalla pedana del via è il finlandese Vladyslav Makogon, l'ultimo il britannico Joshua Tarling. Assenti l'oro e l'argento di Stirling, cioè Remco Evenepoel e Filippo Ganna. Tra i tempi che possono rappresentare un interessante riferimento cronometrico i primi da tener d'occhio sono quelli di Ivo Oliveira (Portogallo) e Sjoerd Bax (Paesi Bassi). Gli altri big scattano invece tra gli ultimi, compresi i tre maggiori favoriti: Stefan Küng (Svizzera), Wout van Aert (Belgio) e, appunto, Tarling, classe 2004.
Makogon è anche il primo corridore a concludere la propria prova e lo fa con un dignitoso 35'07", subito scalzato dal portoghese Oliveira, che giunge sul traguardo con il tempo di 33'21". Arrivano nel frattempo anche i primi tempi all'intermedio posizionato dopo dieci chilometri: Mattia Cattaneo (Italia) va davanti di 3" a Rémi Cavagna (Francia), 4" a Stefan Bissegger (Svizzera) e Mikkel Bjerg (Danimarca), 5" a Bax e 7" a Yves Lampaert (Belgio). Tutti molto vicini quindi in attesa del transito dei più forti.
Bax batte Oliveira con il suo 32'59" finale, dando però l'impressione di essere leggermente calato negli ultimi sei chilometri. Negli stessi istanti i migliori transitano al primo intertempo: Küng stampa uno spaventoso 10'05" rifilando oltre 11" a Cattaneo, WVA passa in 10'00" netti, mentre Tarling migliora ulteriormente il parziale del fiammingo andando sotto i dieci minuti: 9'56", media superiore ai sessanta chilometri orari! Come da previsione saranno loro tre a giocarsi le medaglie, tutto è ancora aperto visto che la seconda parte di gara è più lenta dell'avvio e può riservare qualche sorpresa.
All'arrivo intanto Lampaert va in testa con 32'55", guadagnando ancora qualcosina su Bax nell'ultimo settore, ma all'ultimo intermedio, posizionato 24 chilometri dopo la partenza, il suo tempo viene battuto da un ottimo Daan Hoole (Paesi Bassi, 25'00") e stracciato da quello di Bissegger (24'38"), avviato verso una conclusione in crescendo per difendere il titolo 2022 con le unghie e con i denti. Al traguardo Bruno Armirail (Francia, 33'04"), Michal Kwiatkowski (Polonia, 33'05") e Max Walscheid (Germania, 33'14") invece concludono dietro a Lampaert, a conferma della comunque buona prova del belga.
Il tempo del campione in carica Bissegger non viene battuto né da Cattaneo (+ 6") né da Cavagna (+ 14") al secondo intertempo. Anche Nelson Oliveira (+ 15") è in ritardo, così come Bjerg (+ 6"). Sono come prevedibile decisamente avanti Küng (24'18") e Van Aert (sempre 24'18", ma davanti allo svizzero). Entrambe le vecchie guardie vengono spazzate via dal tempone del favoritissimo Tarling, il quale con uno strabiliante 23'49" mantiene la propria media sopra i 60 orari e ipoteca l'oro europeo. Il suo passo è visibilmente superiore a quello dei due rivali, con il belga che in particolare appare decisamente appesantito nella seconda parte di gara.
Da decidere negli ultimi sei chilometri solamente le posizioni sul podio: Küng sembra avere l'inerzia dalla sua per l'argento, WVA deve difendersi dalla progressione di Bissegger per salire sul podio. Proprio il campione in carica fa segnare il nuovo miglior tempo al traguardo in 32'12", battendo quello appena fatto segnare da Hoole (32'52") e confermando di esser cresciuto moltissimo nel finale. Bjerg (32'39"), Cattaneo (32'43") e Oliveira (32'45") si piazzano rispettivamente al secondo, terzo e quarto posto provvisorio in attesa dell'arrivo dei migliori tre cronomen al via.
Qui il colpo di scena della giornata: Küng, concentratissimo per gli ultimi metri della prova e con la testa in posizione aerodinamica, non si accorge del restringimento della carreggiata causato dalle transenne e va a sbatterci violentemente contro, ad oltre cinquanta chilometri orari. Il casco, distrutto dopo l'impatto, gli salva letteralmente la vita, ma l'elvetico, pur sanguinante sia sul viso che sugli arti, decide ugualmente di concludere la prova (32'59" il suo tempo, alla fine undicesimo nonostante tutto). Un episodio per metà assurdo e per metà spaventoso che pone rinnovati quesiti sulla sicurezza dei corridori e quanto poco sia tutelata nella continua ricerca dei nuovi limiti da superare.
Dietro a Küng è in arrivo Van Aert, il quale complice il crollo finale termina la prova dietro a Bissegger con il tempo di 32'13". Anche Tarling cede qualcosina nel finale rispetto a Bissegger ma non ha problemi a prendersi di prepotenza la maglia di campione europeo contro il tempo, fermando il cronometro a 31'30" e conquistando così il primo di tanti allori (si spera) della sua carriera.
Riassumendo, dunque: oro Tarling, argento Bissegger a 42", bronzo Van Aert a 43". Quarto Bjerg a 1'09" e quinto Cattaneo a 1'13". L'altro azzurro, Matteo Sobrero, conclude ventesimo a 2'14".