Lotte Kopecky trionfa in cima a Jebel Hafeet ed è la nuova leader del UAE Tour ©Team SD Worx Protime-GettySport
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Inimmaginabile Lotte Kopecky: rimonta e vittoria a Jebel Hafeet

La campionessa del mondo vince anche in salita al UAE Tour, dopo un inseguimento da capogiro su Bradbury negli ultimi due chilometri. Realini quarta, Longo Borghini e Persico in top ten

10.02.2024 14:20

È il giorno di Jebel Hafeet al UAE Tour Women, e come lo scorso anno la salita simbolo delle corse negli Emirati deciderà la classifica generale. Dopo l'arrivo in parata di Elisa Longo Borghini e Gaia Realini nella scorsa edizione, questa volta a trionfare è una donna sola, ma che vale come una squadra intera. Dopo che la sua ascesa al Tourmalet durante lo scorso Tour de France Femmes aveva lasciato a bocca aperta, oggi Lotte Kopecky ha ribadito di poter vincere eccome anche sulle grandi salite. 

Già nei giorni scorsi si era capito che la campionessa del mondo aveva intenzione di provare a fare classifica, ma era francamente difficile pensare che potesse riuscire a dare spettacolo in questo modo, rimontando e battendo in volata Neve Bradbury, che era stata la più brillante nel tratto più duro, ma non ha potuto fare niente con l'urgano che arrivava alle sue spalle.

UAE Tour Women 2024, la tappa di Jebel Hafeet

In una tappa di 128 chilometri, l'avvicinamento alla salita finale (10.8 km al 6.8%) non è tranquillo come si potrebbe pensare. Ci sono infatti diversi tentativi di fuga, prima di Aude Biannic (Movistar Team), ripresa dopo una decina di chilometri, e poi di Marie Le Net (FDJ-Suez), che rimane in fuga solitaria fino al primo sprint intermedio, prima di essere raggiunta da Linda Zanetti (Human Powered Health) e successivamente riassorbita dal gruppo ai -80. 

Dopo qualche chilometro riesce a ripartire Idoia Eraso (Laboral Kutxa-Fundación Euskadi), raggiunta da Gladys Verhulst (FDJ-Suez) e nuovamente da Zanetti. Questo terzetto è quello giusto, e arriverà ad avere oltre sei minuti di vantaggio sul gruppo. Un vantaggio considerevole a poco più di trenta dall'arrivo, ma che non sembra impensierire molto le squadre che si alternano al comando, principalmente Lidl-Trek, Fenix-Deceuninck e SD Worx-Protime, che ha in Lotte Kopecky il grande jolly per la tappa di oggi.

Il distacco all'imbocco di Jebel Hafeet è sceso fino a 2'30", con Verhulst che riesce subito a staccare le compagne di fuga. A tirare il gruppo c'è addirittura la maglia rossa di Lorena Wiebes, che ricambia il favore delle prime due tappe a Kopecky. Dopo una prima scrematura, quando Wiebes si sposta è già il turno di Gaia Realini, che come lo scorso anno si scatena sulle pendenze di Jebel Hafeet.

Il forcing di Realini riduce un gruppo di una ventina a un drappello di sei nel giro di poco più di un chilometro: con lei ci sono la compagna Elisa Longo Borghini, Neve Bradbury (Canyon//SRAM), Mavi García (Liv Jayco AlUla), Marion Bunel (St.Michel-Mavic-Auber93 WE) e Lotte Kopecky, che risponde presente alle prime accelerazioni importanti. A sette chilometri dalla cima la situazione è già delineata, anche se quando Realini lascia davanti García si riapre un piccolo spiraglio per rientrare per Dilyxine Miermont, compagna di Bunel, e Pauliena Rooijakkers (Fenix Deceuninck), che non riusciranno però a chiudere.

Ai -6 Realini torna davanti a dare un'altra spolverata, su cui Longo Borghini inizia a perdere qualche metro. La campionessa italiana era già sembrata la più difficolta sull'accelerazione precedente, e questa volta si stacca irrimediabilmente. Poco dopo perde le ruote anche Bunel, ma la francese classe 2004 rimane a circa 30" e in quota per un ottimo risultato, dopo essersi già messa in luce al Tour Down Under.

Elisa Longo Borghini non riesce a ripetersi al UAE Tour ©Lidl-Trek
Elisa Longo Borghini non riesce a ripetersi al UAE Tour ©Lidl-Trek

Le quattro rimaste al comando arrivano al tratto più duro della salita, ai -2.5, ancora con García a fare il passo. La campionessa spagnola non ha però il cambio di ritmo di Neve Bradbury, che riesce a fare subito gap e guadagnare dei secondi preziosi in vista del finale, che spiana leggermente fino al traguardo.

L'australiana della Canyon SRAM riesce a far valere le sue grandissime qualità di scalatrice, lasciando sul posto rivali più accreditate con caratteristiche simili. La prima a cedere al suo scatto è Realini, mentre a quel punto Kopecky si porta davanti a cercare di limitare lo svantaggio il più possibile, visto che anche il secondo posto le potrebbe bastare in chiave classifica generale, visti gli abbuoni guadagnati nelle tappe precedenti. 

Una rimonta da non credere

Il secondo posto non è però previsto nei piani di Lotte Kopecky, che negli ultimi due chilometri si esibisce in una delle prestazioni più incredibili della sua carriera, nel senso più stretto del termine. Bradbury ha ormai guadagnato oltre dieci secondi e si sta involando verso la sua prima vittoria World Tour, ma alle sue spalle è iniziato il tentativo di record del mondo dell'inseguimento individuale in salita.

Sul tratto pedalabile che precede il finale Kopecky può sprigionare tutta la sua potenza: prima stacca nettamente di ruota Realini e García, per poi ridurre progressivamente il distacco da Bradbury, piombando su di lei a doppia velocità in vista dell'ultimo chilometro. A quel punto l'australiana non può far altro che accodarsi alla belga per sperare di sorprenderla in qualche modo in uno sprint sulla carta impari, ma non riesce nemmeno ad affiancarla: Kopecky riesce anche a fare distacco, conquistando la cima di Jebel Hafeet, la classifica generale del UAE Tour (a meno di imprevisti) e quella che è già una delle imprese dell'anno.

La prova di Bradbury avrebbe meritato molto di più, visto che per la classe 2002 si tratta senza dubbio della sua miglior prestazione in carriera. Alle sue spalle si piazzano García a 32" e Realini a 43", mentre Longo Borghini è settima a 1'09" e Silvia Persico ottava a 1'29". Difficilmente la classifica generale cambierà nella tappa di domani, in cui Kopecky dovrà solo stare lontana dai pericoli per proclamarsi vincitrice, dopo aver ribadito una volta di più che, in questo momento, su qualsiasi terreno, quando è in gara non c'è niente da fare.

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