Oggi va in scena l'Enrico III
Giro d'Italia, a Santa Ninfa Battaglin precede Visconti. Dennis resta leader, López perde terreno. Domani tocca all'Etna
Tre vittorie da professionista (a cui ne va aggiunta una da stagista alla Coppa Sabatini) tutte ottenute nella corsa più amata. Se non è un record, poco ci manca. Passato tra i grandi con elevate attese dato il cammino mostrato tra gli under 23, Enrico Battaglin ha vissuto, con il passare degli anni, una sorta di metamorfosi, migliorando le doti di resistenza ma perdendo quello spunto veloce che lo caratterizzava nel panorama dilettantistico.
Dopo la splendida accoppiata 2013 a Serra San Bruno e 2014 a Oropa, il nativo di Molvena ha vissuto un periodo di magra a livello di successi, con l'esperienza in maglia Team LottoNL-Jumbo che lo ha messo in luce soprattutto come buon gregario. Oggi, in quel di Santa Ninfa, il ventottenne è tornato a ruggire, dimostrando di essere ancora un corridore che al ciclismo italiano può dare molto.
Tra le strade del Belice quattro in fuga, Vendrame unico italiano
La seconda giornata in terra siciliana percorre le strade del sudovest dell'isola, costeggiando a lungo il Canale di Sicilia prima di inoltrarsi nella Valle del Belice. Da Agrigento a Santa Ninfa, 153 km assai simili alla Catania-Caltagirone delle 24 ore precedenti: poca pianura (in questo caso di più, comunque), ripetuti saliscendi e una rampa nel finale. Ma per tagliare il traguardo trapanese bisognerà sgomitare: dai meno 2.2 all'arco dell ultimo km la strada sarà all'insù, con pendenza media del 6.6% e punte al 12%. Quindi discesa, breve strappetto e falsopiano conclusivo.
Non appena Stefano Allocchio, sventolando la bandiera, annuncia il km 0 alle 13.36, parte l'azione di giornata. A promuoverla è l'atleta più pesante fra i 174 ancora in gara, ossia Ryan Mullen: il campione irlandese della Trek-Segafredo (e i suoi 84 kg) viene accompagnato dal trevigiano Andrea Vendrame (Androni Giocattoli-Sidermec) e dall'albanese Eugert Zhupa (Wilier Triestina-Selle Italia). Pochi metri più tardi a loro si somma un nuovo elemento della Trek-Segafredo, vale a dire il lussemburghese Laurent Didier.
Vento contro sulla costa, Armée abile e arruolabile
Immediatamente il gruppo, ancora spossato per la complicatissima frazione di martedì, lascia spazio, permettendo ai quattro di guadagnare 1' nel giro di 6 km. Il gap continua a crescere con rapidità, toccando l'apice a quota 5'30" al km 30. In una prima ora decisamente lenta vengono affrontati solamente dai battistrada 35.4 km: la ragione risiede, in parte, nel forte vento che soffia lungo la costa in direzione contraria, rallentando così l'incedere.
Attorno allo scoccare dell'ora cambiano i colori in testa al plotone: arrivano infatti a lavorare quattro uomini della Lotto FixAll, formazione del vincitore di Caltagirone Tim Wellens. Fra costoro vi è anche Sander Armée, il cui viso si è completamente sgonfiato dopo la puntura patita alla vigilia della partenza in Israele. Il vantaggio del quartetto inizia così a scendere: al km 45 è di 4', al km 60, nel passaggio a Sciacca, di 3'30" e al km 75, prima dell'ingresso a Menfi, di 2'50", dopo essere stato anche di 2'30".
Niv si ferma, niente lotta nei traguardi intermedi
Da segnalare il ritiro di Guy Niv, la cui notizia è giunta attorno al km 70. Il ventiquattrenne israeliano della Israel Cycling Academy, partito dopo una notte da incubo fra febbre, mal di testa e problemi intestinali, ha provato a tenere duro, invano. In rapidissima successione sono posizionati i primi due traguardi intermedi del giorno: al km 90.7 il gpm di quarta categoria di Santa Margherita di Belice, con Mullen transitato davanti a Zhupa. Al km 94.1 il traguardo volante di Montevago vede un minimo (ma un minimo) di battaglia, con Vendrame che anticipa Zhupa.
Con la Groupama-FDJ che si mette in testa per evitare rischi in discesa (data anche qualche gocciolina di pioggia che inizia a cadere - smettendo pochi momenti dopo), il margine rimane sempre ampio: ai meno 50 km staziona sui 2'40", diminuendo di soli 10" in 10 km. La salita verso il centro abitato di Partanna, dove è posto il gpm (km 111.8), vede, in gruppo, una innocua scivolata di François Bidard (AG2R La Mondiale) che finisce a terra in un tornante, coinvolgendo, anch'egli senza alcuna sbucciatura, Davide Ballerini (Androni Giocattoli-Sidermec). Tra i fuggitivi nessuna variazione e nuovo disinteresse per conquistare i punti in palio, con Mullen che passa per primo su Didier.
Vendrame stacca tutti e tenta il colpaccio
Se in salita hanno vissuto un inconveniente due under 25, nella seguente discesa una caduta vede protagonisti due veterani, ossia il trentacinquenne svizzero Steve Morabito (Groupama-FDJ) e il trentasettenne neerlandese Laurens Ten Dam (Team Sunweb): un rapido cambio di bici e sono di nuovo in sella. Calma piatta anche al traguardo volante di Poggioreale (km 128.4), vinto anche in questo caso da Vendrame su Mullen.
Proprio poco più tardi, ai meno 24 km, svanisce l'accordo nella fuga: colpa di un attacco di Didier, a cui rispondono Vendrame e Zhupa. Anche Mullen si fa sotto, ma per demeriti (leggi rallentamento) altrui che per propria volontà. Il cincischiare termina all'altezza dei meno 21.8 km grazie all'attacco di Vendrame: il veneto stacca tutti, riuscendo ad involarsi negli ultimi km di ascesa verso il gpm di Poggioreale Vecchia (km 132.3). Allo scollinamento il suo margine su Didier e Zhupa è di 37" mentre il gruppo, che ha ripreso Mullen, viene tirato dal Team Sky e paga poco più di 1'.
Una caduta costringe Pozzovivo e Schachmann agli straordinari
Con Didier e Zhupa ripresi ai meno 15.2 km prosegue l'incedere di Vendrame, che dimostra di essere un nome più che valido nel panorama Professional italiano. Qualcosa di inatteso, invece, accade attorno ai meno 14 km: poco prima di una svolta a destra, per altro in un tratto abbastanza largo, a metà gruppo una caduta coinvolge diversi atleti, anche in questo caso nessuna conseguenza fisica.
Ma in tanti rimangono attardati: da mezza Movistar a Jan Hirt (Astana Pro Team) passando per Jarlinson Pantano (Trek-Segafredo). E soprattutto due uomini di alta classifica come Domenico Pozzovivo e Maximilian Schachmann. Il lucano della Bahrain Merida trova il supporto prima di Manuele Boaro, poi di Niccolò Bonifazio e infine di Giovanni Visconti, riuscendo a rientrare ai meno 12 km. La maglia bianca della Quick Step Floors, invece, viene inizialmente aiutato da Eros Capecchi ma deve poi sbrigarsela da solo, concludendo con esito positivo l'inseguimento solamente ai meno 7 km.
López ancora una volta distratto, davanti nessuno si muove sullo strappo
Non sono però gli unici big ad essere coinvolti in imprevisti. Ma se l'italiano e il tedesco erano incolpevoli, altrettanto non si può dire per Miguel Ángel López. Il colombiano, a circa 6 km dalla fine, finisce in maniera bizzarra fuori strada, andando a stendersi (fortunatamente) su dell'erba incolta che ne attutisce il contatto al suolo. L'alfiere dell'Astana Pro Team riparte immediatamente ma, nonostante vengano fatti fermare per aiutarlo sia Luis León Sánchez che Andrey Zeits.
La cavalcata di Andrea Vendrame termina ai 3200 metri dalla conclusione, proprio quando la lotta per prendere nelle posizioni buone lo strappo è già iniziata. Imbocca per primo l'asperità Tosh Van der Sande (Lotto FixAll), che aumenta l'andatura prima di sfilarsi; il testimone lo prende Jack Haig (Mitchelton Scott) che lavora per i capitani fino all'arco dell'ultimo km dove prova una sparata, abbastanza telefonata, Diego Ulissi (UAE Team Emirates), che non va da nessuna parte.
Battaglin, che vittoria! Bel momento per l'Italia al Giro
Si mostrano pimpanti anche Aru e Pozzovivo, ma l'azione buona la crea Giovanni Visconti. Il siciliano della Bahrain Merida lancia una volata lunga attorno ai 400 metri: al suo inseguimento riesce a lanciarsi solamente un elemento, vale a dire Enrico Battaglin. Con la strada sempre in continua pendenza il vicentino riesce a superare il collega attorno ai 100 metri e, dopo aver controllando l'insussistenza di rientri altrui, può andare a vincere in maniera netta.
È un successo che sa di liberazione e migliora la già bella prestazione di ieri aveva certificato l'eccellente stato di forma del ventottenne del Team LottoNL-Jumbo. E, almeno finora, anche del ciclismo italiano: si tratta della quinta affermazione tricolore in cinque giornate. Per trovare un simile bottino bisogna risalire al lontano 2009 quando furono Stefano Garzelli e due volte Alessandro Petacchi ad alzare le braccia al cielo.
Visconti secondo, nei 10 anche Gavazzi e Pozzovivo. López e Brambilla perdono terreno
Seconda posizione che va a un bel Giovanni Visconti (Bahrain Merida), che avrà ancora occasioni per mettersi in mostra. Il terzo posto va al portoghese José Gonçalves (Team Katusha-Alpecin), autore di una grande rimonta. In top 10 seguono l'incredibile tedesco Maximilian Schachmann (Quick Step Floors), il britannico Simon Yates (Mitchelton Scott), il belga Tim Wellens (Lotto Soudal), il valtellinese Francesco Gavazzi (Androni Giocattoli-Sidermec), il neerlandese Maurits Lammertink (Team Katusha-Alpecin), il lucano Domenico Pozzovivo (Bahrain Merida) e l'austriaco Patrick Konrad (Bora Hansgrohe).
Quasi tutti gli uomini di classifica sono giunti assieme: l'eccezione principale è quella di Miguel Ángel López, che taglia il traguardo con ben 43". Dopo il tempo perso nella cronometro di Gerusalemme altra giornata no per il colombiano. Non sorride neppure Gianluca Brambilla: il vicentino, leader della Trek-Segafredo, paga 1'03" e ormai è lontanissimo in classifica.
Classifica invariata, domani tocca all'Etna
La maglia rosa rimane sulle spalle di Rohan Dennis (BMC Racing Team) con 1" su Tom Dumoulin, 17" su Simon Yates, 19" su Tim Wellens e 25" su Pello Bilbao. Questi i distacchi dei pretendenti alle posizioni d'avanguardia a Roma: Domenico Pozzovivo dista 28", Thibaut Pinot 34", Patrick Konrad e Carlos Betancur 35", Davide Formolo 37", Esteban Chaves 47", Michael Woods 53", Christopher Froome 55", George Bennett 56", Fabio Aru 57", Louis Meintjes 1'15", Alexandre Geniez 1'17", Nicolas Roche 1'32" e Miguel Ángel López ben 1'57".
Domani il primo degli otto arrivi in salita dell'edizione 101 della Corsa Rosa: partenza da Caltanissetta e arrivo, dopo 164 km sull'Etna nell'inedito versante da Ragalna. Sono 15 i km di salita con un dislivello di quasi 1000 metri: la pendenza media è del 6.5%, la punta massima del 15% in prossimità del quinto km. Il tratto più complicato è però quello che va dal km 10 al km 13.5, con una pendenza media dell'8%. Come di consueto, non si vedrà chi vincerà il Giro; certamente si capirà chi non potrà però ambire a tale traguardo. E in molti, vedendo il comportamento degli ultimi due giorni, rischiano di lasciarci le penne.