Il Lugotenente Meersman onora i caduti
Bis del belga nonostante un volitivo Felline. Finale rovinato da più capitomboli, paga Kruijswijk
Gianni Meersman è il primo plurivincitore della Vuelta 2016: il belga va a segno sul traguardo della quinta tappa, da Viveiro a Lugo, bissando il successo ottenuto nella seconda tappa, a seguito di 3 km finali incandescenti e incidentati, sui quali non mancheranno le polemiche per gli strascichi futuri che lasceranno. Il primo a pagarne le conseguenze è Steven Kruijswijk, maglia rosa al Giro quest'anno, finito a terra con una clavicola probabilmente rotta a causa di un palo che, a detta del collega Bakelants, non sarebbe stato segnalato adeguatamente.
Bravo @lavuelta for not signalising this pole in full finale, think you got the crash you wanted. @s_kruijswijk
— Jan Bakelants (@Jan_Bakelants) 24 agosto 2016
Le immagini televisive confermano senza appello la versione dei fatti del corridore belga: un paletto così esposto non segnalato non si vede nemmeno in corse dilettantistiche, figuriamoci se si dovrebbe vedere nel terzo GT. Episodio simile accadde sempre in Spagna, l'anno scorso, al Giro dei Paesi Baschi: una terribile caduta di Sergio Pardilla e Peter Stetina, con l'americano che ci rimise 4 costole e una tibia, oltre a rischiare seriamente di dover chiudere definitivamente con la carriera e con la vita. I paletti erano ridicolmente segnalati con dei coni posti sulla sommità.
Il paletto che ha fatto cadere Kruijswijk ©Twitter[/caption]
La tappa: arriva il maltempo
Se nelle due giornate precedenti le fughe avevano prevalso, in questa quinta tappa era evidente dalla partenza che le cose sarebbero andate diversamente: Thiago Machado (Katusha) e Julien Morice (Direct Energie) riescono ad andar via praticamente subito, senza una reazione immediata da parte del gruppo. L'altro elemento di novità è il tempo non bello, con pioggia nella prima parte di gara sebbene di lieve intensità. Un non partente da segnalare, Lluis Mas (Caja Rural), caduto rovinosamente ieri nel tragitto verso il bus della squadra, con una lussazione all'anca ridotta chirurgicamente nella notte, ed il ritiro dopo un'ora di gara di uno dei decani del gruppo, il brasiliano Murilo Fischer (FDJ).
Machado già solo a 75 km dall'arrivo
Il vantaggio della coppia al comando arriva a 6'35" a 100 km dell'arrivo, dopodichè il lavoro della BMC e della Trek (al servizio di Bonifazio) comincia a farsi sentire. Già a 75 km dal termine Morice, nonostante le sue doti da passista che gli son valse il bronzo al mondiale nell'inseguimento individuale al mondiale 2015, cede il passo al portoghese costretto a far tutto da sé. Una fuga quasi da maledire, pensando che l'idea era di partire già ieri ma la ciclomeccanica l'aveva tradito in una fase topica.
Sull'unico Gpm di giornata, il lungo ma dolce Puerto De Marco de Álvare, si vede un po' di bagarre, con Thomas De Gendt, impegnato per la conquista di due punti per avvicinarsi nella graduatoria degli scalatori a Geniez, che prova a tirar dritto ma si rialza subito. Dopo il GPM il ritmo del gruppo si fa più elevato con l'ingresso tra le fila delle squadre a tirare di Etixx e Giant. L'agonia di Machado termina a 15 km dall'arrivo.
Gilbert e Clarke ci provano, poi le cadute
Il valzer dei treni dei team da classifica introduce il budello dei 3 km finali, per niente facili, che esaltano le caratteristiche degli scattisti. Difatti a -2.7 Philippe Gilbert (BMC) e Simon Clarke (Cannondale) evadono in un tratto in salita, che termina esattamente ai -2, non riuscendo però a mettere un gran margine tra di loro ed il gruppo, selezionato sia dall'asperità che da due cadute.
A farne le spese peggiori, Steven Kruijswijk che si guadagna un'altra frattura, stavolta alla clavicola, e deve dire addio anzitempo ai sogni di gloria per il finale di stagione. Nell'altra, a terra finisce Robert Kiserlovski (Tinkoff), strisciato e dolorante, in visita all'opsedale, nonché diversi altri atleti, tra cui Esteban Chaves: soltanto qualche abrasione per il colombiano.
La volata: Meersman lanciato perfettamente chiude Felline in rimonta
Clarke e Gilbert vengono ripresi poco prima della fiamme rouge, dopodiché Zdenek Stybar lancia magistralmente un Gianni Meersman in ottima posizione. L'unico a insidiare il belga per il secondo successo di tappa è un bravissimo Fabio Felline, abile a rimontare posizioni sulla sinistra e a fare una lunghissima volata fino al traguardo: Meersman lo deve ostacolare con uno scarto ai limiti, se non oltre il regolamento (siamo intorno ai livelli della sanzione di Bouhanni ad Amburgo, con l'aggravante che qui si arrivava in rettilineo).
Il terzo classificato è il FDJ Kevin Réza, in cerca di contratto per l'anno prossimo. Quelli che completano la top ten non sono proprio dei velocisti, tutti persi tra cadute e finale tortuoso: Segue Luis Leon Sanchez Gil (Astana), Zico Waeytens (Giant-Alpecin) a far da vicario al caduto Arndt, l'onnipresente Alejandro Valverde (Movistar), Romain Hardy (Cofidis), Jean-Pierre Drucker (BMC), Kenneth Vanbilsen (Cofidis) ed il portoghese José Gonçalves (Caja Rural) a chiudere la top ten. In tutto nel primo gruppo chiudono in 13, tra i quali un attento Quintana serrafila.
Per la classifica generale, niente cambia: Darwin Atapuma mantiene la leadership a seguito degli annullamenti per le cadute, con 29" su Valverde e 33" su Froome.