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Alta Via del Sale, alcuni aspetti storici del percorso
Dai tempi antichi ai giorni nostri, un percorso che ripropone l’evoluzione economica e sociale del continente europeo. Un concentrato di storia in 100 km
Da Limone Piemonte sino a Ventimiglia, tra valichi alpini e tornanti. L’asperità del percorso sembra riflettere le traversie della storia umana.
Alta Via del Sale, la storia già dal nome
Itinerari commerciali le cui origini si perdono ai tempi antichi (celebre la Via Salaria dei Romani), le vie del sale sono itinerari o rotte fluviali utilizzati dai mercanti per trasportare il sale marino. Ogni popolo cercava di costruire e presidiare una propria via del sale; dalle coste il sale risaliva all’interno e dall’entroterra scendevano verso il mare prodotti artigianali e alimentari. Il sale era prezioso per l’allevamento degli animali e le attività artigianali; ma soprattutto in quanto era l’unico conservante per gli alimenti. Ove il territorio impediva il transito fluviale, le vie del sale divennero un fitto reticolo che si inerpicava tra valli e pendii montuosi. Territori, questi, sfruttati anche dai contrabbandieri che praticavano un commercio parallelo. Il sale, quindi, come strumento di rapporti commerciali e culturali, fonte di potere e ricchezza ed, in un certo senso, primo collante di una “Comunità Europea” ante litteram. Lungo le vie del sale sorgevano piccoli borghi per offrire ospitalità. Oggi le vie del sale sono itinerari di turismo attivo ed escursioni, e l’Alta Via del Sale non fa eccezioni. Ciclovia impegnativa per lunghezza, tipologia di terreno (quasi sempre sterrato), altitudine (tra i 1000 ed i 2000 metri), e variabilità climatica in quanto si passa in poco tempo dalle Alpi al clima mediterraneo.
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Dalla preistoria al dopoguerra
A circa 1000 metri di altitudine, Limone Piemonte, inizio dell’Alta Via del Sale, è un territorio abitato già in epoca romana e zona strategica per le comunicazioni tra Piemonte, riviera ligure e Costa Azzurra. Al 1500 risale la fontana in pietra nel centro storico. Il Palazzo Comunale appare già in documenti risalenti al 1600, mentre l’attuale forma data al 1700. È invece del 1600 la Chiesa di S.Antonio da Padova, che ripropone l’usanza di erigere edifici votivi contro le grandi pestilenze ampiamente diffuse in quel secolo. La zona del Tenda, frequentata sin dal Neolitico e sede di numerosi ritrovamenti di epoca romana, è nota per la presenza di numerosi forti che ricordano i drammi della guerra. Costruiti in epoca ottocentesca dal Regno d’Italia a difesa dei confini, sono in muratura di pietra accessibili tramite ponte levatoio ed armate di cannoni. Il Forte Centrale è il più noto. Usati sino alla Prima Guerra Mondiale e poi disarmati, entrarono a far parte del Trattato di Parigi del 1947.
Le ultime tappe dell'Alta Via del Sale
Le origini di Dolceacqua sembrano risalire all’età del ferro di cui residuano reperti archeologici interpretati come costruzioni difensive. L’etimologia del nome pare derivare da terminologia di epoca romana per identificare un fondo rustico di una famiglia nobiliare. La storia cittadina si identifica nei secoli successivi con la nobiliare famiglia Doria, il cui Castello è visitabile e sede di eventi ed esposizioni. Particolare il Museo del soldatino, con collezioni dei classici soldatini di piombo e sezioni dedicate alla storia specifica delle diverse Armi: Templari e Terrasanta, Italia preunità, Carabinieri, Corpo degli Alpini ecc. A Ventimiglia, termine dell’Alta Via del Sale, da non perdere la visita alle Grotte dei Balzi Rossi, museo e sito archeologico i cui reperti e stratigrafia documentano in modo straordinario la storia dell’uomo in Europa.