A Châteauroux vince sempre Cavendish
Tour de France, nuova vittoria per il britannico davanti a Philipsen e Bouhanni
A Châteauroux aveva vinto la sua prima tappa al Tour de France. Era il lontano 9 luglio 2008, gli avversari si chiamavano Freire, Zabel e Hushovd. Nella stessa cittadina dell'Indre si era preso anche la diciassettesima, l'8 luglio 2011, regolando Petacchi, Greipel e Feillu. Oggi, dopo oltre due lustri di distanza, Mark Cavendish infila la perla numero 32 del suo rapporto di amore con la Grande Boucle. Non più tardi di qualche mese fa sembrava bollito, anzi, finito, il mannese. A 36 anni compiuti, risultati alla mano, è lui il miglior velocista in gara. E questo, al momento, non è in discussione.
Inizio movimentato come raramente accade in una frazione pianeggiante, con un solo gpm di quarta categoria. La sesta tappa del Tour de France, la Tours-Châteauroux di 160.6 km, parte a tutta birra: a provarci già al km 0 sono Oliver Naesen (AG2R Citroën) e Brent Van Moer (Lotto Soudal), quindi dopo un paio di km tocca ad un gruppetto nobilissimo con Toms Skujins (Trek-Segafredo), Kasper Asgreen (Deceuninck-Quick Step), Nils Politt (Bora Hansgrohe), Jonas Rickaert (Alpecin-Fenix), Greg Van Avermaet (AG2R Citroën), Søren Kragh Andersen (Team DSM), Thomas De Gendt (Lotto Soudal) e Georg Zimmermann (Intermarché-Wanty Gobert).
Questo tentativo non va a genio alla Groupama-FDJ, ancora scottata per non aver potuto dare a Démare una vera occasione di giocarsela. E così, dopo aver posseduto anche 50" di vantaggio, gli attaccanti vengono riassorbiti attorno al km 30, dopo quasi 25 km di inseguimento forsennato. Ma c'è un coraggioso che non ha la minima intenzione di fermarsi. È Greg Van Avermaet il quale, sarà per l'avvicinamento ai "suoi" Giochi Olimpici (il vincitore uscente farà parte del formidabile quintetto belga con Benoot, Evenepoel, Van Aert e Vansevenant), sarà per la voglia di mettersi in luce in un anno sinora avaro di soddisfazione, ma ci ha preso gusto e se ne va.
L'unico che lo insegue è Roger Kluge (Lotto Soudal) mentre il plotone, stavolta, dà luce verde. Il tedesco rientra sul fiammingo al km 41, formando la coppia che caratterizza il pomeriggio. Che si avvia con l'abituale refrain: Tim Declercq a tirare il gruppo, tenendo nell'ordine dei due minuti i fuggitivi. Ogni tanto a dargli man forte la Alpecin-Fenix del leader gli affianca Petr Vakoc, ma è sempre il trattore belga a farsi carico del lavoro.
L'unico punto in palio al gpm della Côte de Saint Aignan (km 72.6) va a Van Avermaet, per la gioia di un Ide Schelling che trascorre, una volta tanto, una giornata comoda nelle retrovie di un gruppo che transita dopo 1'30". Più bagarre, come prevedibile che fosse, al traguardo volante di Luçay le Mâle (km 104.3); non per la vittoria, anche in questo caso appannaggio di Van Avermaet, quanto per il terzo posto. Sonny Colbrelli si prende il terzo posto - e poi ha qualcosa da ridire con Bouhanni - davanti a Michael Mørkøv, il quale riceve un'occhiataccia da un Peter Sagan chiuso verso le transenne.
I due esperti battistrada continuano la loro azione, anche se ai meno 30 km hanno meno di 30" da amministrare. Consci di andare un pelino veloci rispetto alla regola, in testa al gruppo l'andatura cala, consentendo a Kluge e Van Avermaet di tornare sopra quota 40", margine con il quale iniziano gli ultimi 10 km di giornata. Il preventivabile ricongiungimento avviene ai meno 2.6 km, quando i treni sono già in azione.
Mezzo km prima, però, si verifica solitaria una caduta di un atteso protagonista del finale. Non è un velocista quanto un apripista, uno dei migliori su piazza: Jacopo Guarnieri finisce a terra in una rotatoria. Il piacentino della Groupama-FDJ si rialza con fatica, mostrandosi dolorante alla clavicola destra. Nel treno della Deceuninck-Quick Step lavora anche l'iridato Julian Alaphilippe, che cede il testimone a Davide Ballerini. Dall'altro lato della carreggiata esce però benissimo il treno della Alpecin-Fenix grazie ad uno strepitoso spunto di Van der Poel; ma nonostante l'impegno e la qualità assoluta della maglia gialla, Ballerini resiste, risultando fondamentale per l'esito della tappa.
Rickaert imposta la volata, con Merlier ancora in versione apripista per Philipsen. Alla ruota del belga c'è la maglia verde di Mark Cavendish; un mezzo contatto con il rivale diretto c'è, ma nulla che meriti la squalifica. La progressione del britannico è quella buona e nessuno gli può contendere la vittoria. Non ci crede, Cannonball, per il secondo successo in altrettante volate disputate. Pensare che, dopo solo sei giorni, riuscisse a dimezzare il gap di successi sulle strade di Francia che lo separava a Eddy Merckx era pura utopia.
Seconda piazza per un deluso Jasper Philipsen (Alpecin-Fenix), che condivide lo stato d'animo con Nacer Bouhanni (Team Arkéa-Samsic), anche oggi protagonista. Completano la top ten Arnaud Démare (Groupama-FDJ), Peter Sagan (Bora-Hansgrohe), Cees Bol (Team DSM), Tim Merlier (Alpecin-Fenix), Wout van Aert (Team Jumbo-Visma), Michael Matthews (Team BikeExchange) e Mads Pedersen (Trek-Segafredo).
La classifica generale rimane immutata: Mathieu van der Poel (Alpecin-Fenix) conserva la maglia gialla con 8" su Tadej Pogacar (UAE Team Emirates). Domani c'è qualche possibilità, seppur remota, affinché sia il giorno del cambio della guardia, con la Vierzon-Le Creusot di 249.1 km. La distanza è una rarità per la tendenza corrente della Grande Boucle, e non è da sottovalutare il finale con cinque gpm negli ultimi 90 km. Il più insidioso, il Signal d'Uchon (5.7 km al 5.7%), è il penultimo e termina ai meno 18 km. E questo MVDP può pensare seriamente ad aggiungere un'altra vittoria a questa iniziale settimana da sogno.