Course e riCourse: ed è di nuovo Van Vleuten!
Attacchi e spettacolo nella gara femminile del Tour: Annemiek vince a Le Grand-Bornand raggiungendo e superando Van der Breggen negli ultimi 50 metri
Non sarà la doppietta Giro-Tour più tradizionale e che Froome sta provando a realizzare 20 anni dopo Pantani, ma Annemiek van Vleuten ha fatto veramente qualcosa di fantastico: neanche 48 ore dopo aver concluso il Giro d'Italia Femminile in maniera trionfale, la 35enne della Mitchelton-Scott si è ripetuta conquistato anche la quinta edizione de La Course by Le Tour de France bissando il successo ottenuto l'anno scorso sull'Izoard. Il lungo viaggo dal Friuli fino alle Alpi francesi non era certo il modo migliore per avvicinarsi a questa prova comunque di grande prestigio ma era un fattore comune molte delle favorite, ma questa vittoria della Van Vleuten sarà ricordata a lungo per il modo in cui è arrivata, con un appassionante inseguimento ed il sorpasso decisivo avvenuto a soli 50 metri dall'arrivo.
Quattro atlete in fuga con due minuti
Gli organizzatori di ASO quest'anno hanno confermato la concomitanza tra La Course ed una delle tappe alpine del Tour de France maschile come era avvenuto già l'anno scorso per la prima volta dopo le tre edizioni sui Campi Elisi. Stavolta la frazione scelta è stata la decima tra Annecy e Le Grand-Bornand: per le donne è stato studiato un percorso leggermente ridotto a quello degli uomini, 112.5 chilometri contro 158.5 chilometri, ma tenendo invariata la parte decisiva nel finale con il Col de Romme e il Col de la Colombière prima della discesa verso l'arrivo.
La prima parte di corsa, seppur più facile, presentava comunque il Col de Bluffy di quarta categoria al chilometro 19 e la Côte de Saint-Jean-de-Sixt di seconda categoria al chilometro 38: proprio tra questi due gran premi della montagna si è sganciata una fuga con Leah Kirchmann (Sunweb), Malgorzata Jasinska (Movistar), Anna Christian (Trek-Drops), Lotta Lepistö (Cervélo-Bigla) e Leah Thomas (Unitedhealthcare). Il plotone per un po' ha tenuto alta l'andatura per non far scappare le cinque attaccanti, poi al chilometro 50 da dietro hanno deciso di rialzarsi e lasciare spazio alla fuga: mentre Christian ha perso contatto un tratto di discesa, Jasinska, Kirchmann, Lepistö e Thomas hanno visto il loro vantaggio lievitare fino a 2'20" ai meno 45 al traguardo.
Ludwig attacca sul Col de Romme
In vista dell'inizio dell'ascesa del Col de Romme, il plotone ha iniziato ad accelerare con la Boels-Dolmans e la Alé Cipollini come squadre più organizzate a fare il ritmo in testa nel lungo tratto di fondovalle. Sulle prime rampe di salita, lo scenario di corse è cambiato radicalmente: in fuga è rimasta da sola in testa la statunitese Leah Thomas, dietro il gruppo è esploso e sono rimaste assieme solo le più forti in salita con la BePink che ha messo a tirare la giovane ceca Nikola Noskova in favore della piemontese Erica Magnaldi.
La Thomas, atleta classe 1989, era reduce dal successo al Tour de Feminin in Repubblica Ceca e quindi in buona forma: la statunitense ha retto molto bene nella prima parte della salita, pur considerando che ovviamente il suo vantaggio era calato attorno ai 50". A cinque chilometri dalla vetta, però, è arrivata la prima interessate mossa tattica delle squadre che puntavano al successo: la Cervélo-Bigla di Ashleigh Moolman ha infatti mandato all'attacco la giovane danese Cecilie Uttrup Ludwig, sesta nella generale al Giro Rosa. La Ludwig ha ripreso e staccato la Thomas a 30 chilometri dall'arrivo, scollinando da sola il Col de Romme, il gruppo delle migliori invece aveva un po' accelerato (un allungo della Spratt è stato subito stoppato dalla Moolman) ma è transitato comunque con 30" di ritardo.
Gran battaglia tra Van der Breggen, Van Vleuten e Moolman
Arrivato in vetta, il gruppo delle big ha nuovamente rallentato lasciando permettendo a molte atlete attardate di rientrare e facendo aumentare velocemente il vantaggio della fuggitiva solitaria: nella breve discesa Cecilie Uttrup Ludwig si è ritrovata con poco più di 1'20" sul gruppo da cui nel frattempo aveva provato ad attaccare l'olandese Lucinda Brand che già al Giro Rosa aveva fatto vedere si essere molto a suo agio a disegnare traiettorie aggressive in discesa. La mossa della Brand, però, non ha portato a molto perché a 21 chilometri dall'arrivo la salita del Col de la Colombière era già iniziata ed il vantaggio dell'atleta della Sunweb non era abbastanza per sperare di farcela, considerando che già sulla salita precedente era andata un po' in difficoltà.
Nel gruppo principale, la prima atleta a provare un attacco è stata la spagnola Mavi García ma subito dopo sono entrati in azioni i grossi calibri: ai meno 20 c'è stato l'allungo della campionessa olimpica Anna van der Breggen a cui si sono accodate anche Annemiek van Vleuten e Ashleigh Moolman, con la sudafricana sempre passiva a protezione della compagna di squadra che in quel momento era ancora in testa con 50" di vantaggio. Chilometro dopo chilometro, però, la velocità è aumentata: per due volte Van Vleuten ha provare ad accelerare ma le due principali rivali sono sempre rimaste incollate, poi ai meno 16 è stato il turno di Anna van der Breggen che si è riportata su una stanchissima Cecilie Uttrup Ludwig. Proprio appena la giovane danese è stata ripresa, è stata la sua compagna Ashleigh Moolman a partire in contropiede, ma ancora una volta è arrivata la risposta di Van der Breggen e stavolta per altre sono stati dolori.
Finale fantastico con sorpasso ai 50 metri finali
L'ultimo chilometro del Col de la Colombière ha creato qualche piccola differenza tra le più forti in gara grazie al deciso forcing di Anna van der Breggen: l'olandese della Boels-Dolmans è transitata per prima al gran premio della montagna, la connazionale Annemiek van Vleuten era ad una manciata di secondi e poco più indietro c'era anche Ashleigh Moolman. È da qui, dai 14 chilometri alla conclusione, che è iniziata la spettacolare battaglia finale: Van der Breggen va forte in discesa e sul passo ma Van Vleuten è la campionessa del mondo a cronometro e le due olandesi danno vita ad una sorta di gara ad inseguimento da cui la sudafricana Moolman, più scalatrice pure rispetto alle due, ha dovuto chiamarsi fuori.
Nel primo tratto di discesa Van der Breggen è stata cronometrata con un vantaggio massimo di appena 8", forse anche lievemente aiutata dalla motoripresa che sembrava un poco troppo vicina, ma alle sue spalle Van Vleuten non ha mai perso il contatto visivo e così hanno tirato dritto fino all'arrivo: una recuperava due secondi, l'altra ne riguadagnava uno senza la possibilità di mettersi a fare calcoli. All'ultimo chilometro la differenza tra le due era ancora di 4", ma ai 500 metri sembrava fatta per Van der Breggen: ma l'atleta della Boels non aveva fatto i conti con il fatto che negli ultimi 400 metri la strada saliva, prima leggermente e poi con più decisione negli ultimi 200 metri. Sull'ultima rampetta Van der Breggen si è piantana clamorosamente, Van Vleuten invece è riuscita a tirare fuori da chissà dove qualche energia che si pensava non ci fosse più ed ha compiuto il miracolo: ai 50 metri finali, forse anche meno, è arrivato il sorpasso decisivo che ha incoronato Annemiek come campionessa de La Course per il secondo anno di fila.
Moolman a podio, Magnaldi decima
Un epilogo incredibile ed indimenticabile: alla vigilia della corsa si discuteva se avrebbe stato un vantaggio avere le gambe già ben rodate ma anche stanche dal Giro Rosa, o se sarebbe potuto essere meglio una maggiore freschezza come nel caso di Van der Breggen che però poteva pagare una più lunga inattività. Alla fine Ashleigh Moolman ha chiuso terza a 1'22" cogliendo un altro podio dopo quello del Giro, Cecilie Uttrup Ludwig è riuscita invece a difendersi nel finale chiudendo quarta a 1'58".
Attorno ai 2'20" è arrivato un gruppetto di inseguitrici abbastanza numeroso e un po' sfilacciato dalle ultime pendenze: quinta è arrivata Megan Guarnier, poi c'è il sesto posto di Kasia Niewiadoma, il settimo di Katie Hall, l'ottavo di Amanda Spratt, il nono di Ane Santesteban (Alé Cipollini) ed il decimo di Erica Magnaldi (BePink), la migliore delle italiane in gara.