Futuro a rischio per l'Armée de Terre: colpa del governo francese
Quella che è stata, e di gran lunga, la migliore formazione Continental del ciclismo internazionale rischia seriamente di non essere in gruppo nel 2018. Colpa del suo particolare status e di qualche indecisione di troppo da parte della politica. Venti le vittorie stagionali per l'Armée de Terre, comprese tappe di corse Hors Categorie come 4 Jours de Dunkerque, Tour du Luxembourg e Tour de Wallonie nonché gare in linea come Tro-Bro Léon e Tour du Finistère.
A mettere a rischio l'esistenza della compagine gestita da David Lima da Costa è l'indecisione politica. Come spiega Le Parisien, essendo la squadra l'emanazione dell'esercito francese (al quale gli atleti sono affiliati, come succede in Italia con i gruppi sportivi militari), serve ovviamente il placet del Ministero della Difesa. Se, durante l'epoca nel dicastero di Jean-Yves Le Drian, grande appassionato di ciclismo, non vi erano mai stati problemi, con l'attuale governo Philippe la situazione è mutata: tale ministero è appannaggio di Florence Parly, che è decisamente più cauta sul tema.
Al momento la ministra non ha concesso i fondi (poco meno di 1 milione €, a cui si sommano sponsor privati che hanno già confermato l'investimento) necessari per l'attività, con la dirigenza del team che ha chiesto e ottenuto dalla federazione francese una proroga nei tempi della consegna della domanda di licenza.
In attesa anche i possibili nuovi acquisti, come Benjamin Giraud, Tony Hurel, David Menut e Fabien Schmidt, in una compagine che ben si comporta anche nel ciclocross con Fabien Canal e su pista con Morgan Kneisky e Kévin Sireau. Situazione particolarmente bizzarra e incomprensibile anche in chiave Giochi Olimpici 2024 di Parigi: bloccare ora una squadra simile appare alquanto tafazziano.