Lorenzo Bernard e Davide Plebani alle Paralimpiadi di Parigi 2024 © Lorenzo Bernard | PLY via IG
Pista

Lorenzo Bernard: chi è la punta della pista (e della strada) dell'Italia Paralimpica

Alle Paralimpiadi di Parigi è stato l'unico azzurro ad andare a medaglia nella pista, in tandem con Plebani: ora è convocato anche per Zurigo. La sua storia e la sua lotta contro le guerre

Era il 2 marzo 2013 quando Lorenzo Bernard e Nicolas Marzolino, valsusini di Novalesa, erano intenti con un terzo amico a piantare patate che sarebbero poi state rivendute a settembre alla Sagra della Patata di Novalesa, quando con la zappa incapparono in un oggetto che assomigliava a un lumino da cimitero (lo descrissero poi rosso con protuberanze argentee). Il tempo di prenderlo in mano per rimuoverlo, e questo esplose in mano a Marzolino, spappolando una mano a quest'ultimo e scaraventandolo dentro un fosso, e accecando sia lui che Bernard. Al terzo amico andò decisamente meglio, visto che fu ferito senza conseguenze da alcune schegge. 

Per Bernard e Marzolino invece la vita cambiò repentinamente, visto che non poterono più recuperare la vista (oltre che la mano, nel caso di quest'ultimo). Entrambi divennero prima membri e attivisti dell' Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, e poi atleti paralimpici: Marzolino nell'atletica paralimpica e nello sci alpino paralimpico, mentre Bernard, dopo aver provato anche lui sci alpino e atletica, si dedicò al canottaggio paralimpico, gareggiando per la nazionale azzurra ai Campionati europei di canottaggio 2020, vincendo l'oro nel misto a quattro con PR3 (categorie per disabilità fisica dove l'atleta utilizza tutto il corpo, gambe, tronco e braccia).

Lorenzo Bernard ha poi poi partecipato con la nazionale Italiana alle Paralimpiadi estive di Tokyo 2020, dove si è classificato al quinto posto nel misto a quattro con.

Dal canottaggio al ciclismo

Nel triennio successivo si è cimentato nel passato al paraciclismo, gareggiando, sempre in maglia azzurra, ai Campionati del mondo di paraciclismo su pista UCI 2024, dove ha vinto una medaglia di bronzo nell'inseguimento individuale.

Quest'estate ha preso parte alle Paralimpiadi estive di Parigi 2024, dove ha vinto la medaglia di bronzo sui quattro chilometri dell'inseguimento individuale B (la categoria riservata ai non vedenti) con il tempo di 4'04"613, 600esima medaglia italiana alle Paralimpiadi e prima medaglia azzurra di questa edizione: è stata l'unica medaglia italiana nella pista paralimpica, condivisa con la sua guida, il bergamasco Davide Plebani. I due hanno anche disputato la prova dei 1000 metri, chiudendo settimi, e le prove a cronometro e in linea su strada, finendo noni nella crono e quinti su strada.

Davide Plebani e Lorenzo Bernard sul podio delle Paralimpiadi di Parigi 2024 © Lorenzo Bernard | PLY via IG
Davide Plebani e Lorenzo Bernard sul podio delle Paralimpiadi di Parigi 2024 © Lorenzo Bernard | PLY via IG

Oggi è stato poi convocato dall'Italia per la rassegna iridata di Zurigo 2024, dove correrà la prova a cronometro di domenica 22 settembre alle 14:45 e la prova su strada di mercoledì 25 settembre alle 10:45, sempre nella categoria B.

L'attivismo

Lorenzo Bernard è anche attivista dell'Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, della quale è consigliere regionale (l'amico Nicolas Marzolino è il presidente): la sua storia particolare lo ha portato a dare un significato alto alle sue gesta sportive, portando l'attenzione sulle conseguenze che a lungo termine hanno le guerre per le persone che abitano nei luoghi dove vengono combattute:

"Penso a tutti i civili che sono colpiti da così tante guerre in tutto il mondo. Penso a tutti coloro che sono diventati ciechi o hanno subito una mutilazione o hanno acquisito una menomazione in giovane età, e in contesti in cui l'assistenza era assente e le possibilità di sopravvivenza erano basse. Vado in bicicletta per coloro che non possono, per mostrare a tutti che il prezzo più alto della guerra è pagato dai civili. È un orrore insensato". (Comunicato stampa ANCCG)

"I civili pagano il prezzo più alto della guerra, vediamo tutti le sofferenze delle popolazioni coinvolte. Per me, che porto sul corpo il segno indelebile di un ordigno risalente al Secondo conflitto mondiale, combattuto quando non ero neanche ancora nato, è terribile vedere che il passato non ha insegnato nulla. La guerra è un orrore, è la negazione della vita e di ogni possibilità, per questo mi unisco alla voce dei tanti che chiedono un immediato cessate il fuoco nelle tante, troppe, guerre che si combattono ancora nel mondo". (Intervista ad Adnkronos)

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