
Ivan Romeo si gode i primi risultati: "Il ciclismo è troppo serio: bisogna divertirsi!"
L'iridato a cronometro Under 23 racconta il suo ottimo avvio di stagione con la Movistar. "Ho imparato che vado più forte quando non mi stresso"
La terza stagione da professionista di Ivan Romeo è iniziata alla grande. Il ventunenne spagnolo di casa Movistar ha fatto vedere ottime cose alla Volta Valenciana, dove ha conquistato la sua prima vittoria da professionista, e ancora meglio è andato il suo debutto stagionale nel World Tour con il 4° posto finale e la maglia bianca di miglior giovane all'UAE Tour. Una vera rivelazione per il nativo di Valladolid che comincia a raccogliere i frutti di un biennio di ambientamento nel World Tour.
“Il ciclismo è troppo serio: io cerco di divertirmi sempre”
In un'intervista rilasciata a Rouleur, Romeo ha spiegato qual è il suo approccio al ciclismo. La risposta dello spagnolo è stata piuttosto sorprendente: in un ciclismo in cui l'attenzione verso i marginal gains è un tema anche tra i giovanissimi, Romeo preferisce prendere le cose con calma e dare priorità al divertimento in sella.
“A volte il ciclismo è troppo serio e il rischio è di non goderselo davvero. Io cerco di divertirmi sempre quando vado in bici, perché ho imparato che vado più forte quando non mi stresso. Durante i training camp in altura sono concentrato solo sulla bici, peso tutto ciò che mangio e questo incide negativamente sulle mie performance. Preferisco allenarmi vicino a casa, insieme ai miei amici: magari peso un chilo in più, ma mi sento un ciclista migliore.”

“Vado molto forte a cronometro, ma ho ancora margini di miglioramento”
Romeo ha avuto un percorso atipico per approdare al professionismo: al secondo e ultimo anno da juniores, dopo aver vinto entrambi i titoli nazionali di categoria, si è fatta avanti la Movistar che gli ha proposto un anno tra gli Under 23 con la Hagens Berman Axeon prima di passare professionista a soli diciannove anni.
“Per gli juniores spagnoli è difficile farsi notare all'estero, dato che corriamo quasi esclusivamente in Spagna. Questo significa che spesso noi spagnoli emergiamo più tardi rispetto ai nostri coetanei. Ora anche a livello giovanile si fa tanta attenzione agli aspetti secondari come alimentazione e allenamento, ma pochi anni fa non era così: io ho avuto il mio primo misuratore di potenza solo al secondo anno da juniores e non mi sono mai allenato con i volumi che si assegnano adesso. Questo però mi conforta: significa che ho ancora margini di miglioramento.”

Nel biennio in Movistar, Romeo ha avuto modo di affrontare tutti i terreni per capire su quale specialità concentrarsi. Il titolo iridato a cronometro di categoria conquistato a Zurigo gli ha dato qualche indicazione importante.
“Sono sempre stato forte a cronometro perché nella mia zona, a Valladolid, ci sono strade piatte e lunghe ed è facile allenarsi in questa disciplina. Le cronometro mi piacciono perché sono sincere: tutto dipende dalle tue gambe, non ci sono scuse. Ora sto iniziando a pensare alle gare a tappe. Le classiche? Ho avuto brutte esperienze, in quelle gare anche un piccolo errore o una sfortuna può costarti carissimo anche se quel giorno sei fortissimo. In ogni caso, ho ancora tempo: per ora cerco di divertirmi e di non stressarmi.”
Anche nel 2025 il ragazzo di Valladolid affronterà un calendario misto. Attualmente è impegnato alla sua prima Parigi-Nizza, ma dopo la corsa francese dedicherà una settimana alla campagna del nord disputando E3 Saxo Classic (28 marzo), Gent-Wevelgem (30 marzo) e Dwars door Vlaanderen (2 aprile). A fine aprile sarà al Tour de Romandie (29 aprile-4 maggio), che dovrebbe chiudere il suo blocco primaverile prima dell'esordio al Tour de France (5-27 luglio), il suo primo grande giro di una carriera davvero promettente.