L'aspettava ed è arrivata: prima da pro' per Jonas Abrahamsen alla Brussels Classic
Il norvegese gioca d'anticipo, stacca Martin Svrcek e vince in solitaria. Podio per Bini Girmay e Kaden Groves, in top ten Matteo Moschetti e Filippo Fiorelli
Gira che ti rigira che ti rigira, prima o poi doveva arrivare il giorno di Jonas Abrahamsen, da sempre anima della Uno-X, ma finora a secco di vittorie professionistiche. 29 anni a settembre, nativo di Skien in Norvegia, forte passista veloce a cui spesso manca il centesimo per fare la lira, milita nella squadra scandinava per eccellenza da quando aveva 20 anni e il sodalizio era ancora un team Continental sponsorizzato da Ringeriks. Nel 2017 l'arrivo di Uno-X e il progetto di salto di categoria, avvenuto nel 2020. Nell'anno sbagliato, come possiamo ben immaginare.
Comunque la Uno-X ha proseguito con crescente bravura, e in tutte queste vicende c'era, in un modo o nell'altro, sempre Abrahamsen. Nel 2020 vinse una tappa del Tour of Malopolska, ma si trattava di una corsa .2. In questo 2024 sentiva forse arrivato il momento di certificare la salita di un gradino: dodicesimo alla E3, addirittura secondo alla Dwars door Vlaanderen, e poi ancora un mese fa quinto alla Tro-Bro Léon. Insomma stava ronzando intorno a quel primo posto che finalmente oggi è andato a conquistarsi nella Brussels Classic, anticipando alcuni dei più bravi interpreti veloci delle gare fiamminghe, a partire da Bini Girmay, non a caso secondo al traguardo della capitale belga.
Brussels Classic 2024, la cronaca della gara
218.4 km per la Brussels Classic 2024, l'antica Parigi-Bruxelles, che nel percorso odierno proponeva due dei più celebri muri fiamminghi, il Muur e il Bosberg, da affrontare - in accoppiata come da tradizione - in due passaggi, una volta a metà gara e una intorno ai 60 km all'arrivo. La fuga del giorno è partita ai -203 con Alexis Gougeard (Cofidis), Thibaud Gruel (Groupama-FDJ), Martin Svrcek (Soudal Quick-Step), Ceriel Desal (Bingoal WB) e Kamiel Bonneu (Flanders-Baloise), sui quali ai -196 è rientrato anche Riccardo Lucca (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè).
Il sestetto ha avuto a lungo un margine di circa 3' sul gruppo, e quando quel vantaggio ha cominciato a calare, intorno ai -100 dal gruppo è uscito Liam Slock (Lotto Dstny), che a propria volta ha raggiunto i primi ai -81. I sette fuggitivi hanno approcciato il secondo Kapelmuur, ai -61, con 1'40" sul gruppo. Gougeard a questo punto si è staccato, imitato poco più avanti da Lucca, mentre il plotone si frazionava con l'attacco della Alpecin-Deceuninck prima e di Bini Girmay (Intermarché-Wanty) poi.
È stato un drappello di una quarantina di unità quello uscito dal Muur a un minuto scarso dai sei superstiti della fuga (Lucca era riuscito a riaccordarsi). Sul successivo Bosberg ai -55 Girmay ha riattaccato, marcato da Sebastián Molano (UAE Emirates) il quale poi è partito in contropiede in cima al muro, mentre intorno all'eritreo si coagulavano una decina di colleghi.
Molano in ogni caso non è andato lontano, e un po' per il terreno non particolarmente favorevole a tenere un attacco, un po' per un accordo sempre difficile da trovare, il drappello Girmay ha fatto prima a rinfoltirsi con molteplici rientri che a chiudere sulla fuga, annullata ad ogni buon conto ai -49 da un gruppo forte di circa cinquanta corridori. Altri cinquanta inseguivano a 50".
Il finale con l'attacco vincente di Jonas Abrahamsen
Sul Congoberg ai -48 Hirschi ha prodotto un nuovo forcing ma non ha fatto la differenza; per riavere un attacco si son dovuti attendere i -24, quando Lewis Askey (Groupama), un attimo prima che il secondo gruppo (ora più folto di prima) rientrasse sul primo, ha proposto uno scatto che lì per lì ha prodotto esiti, senonché nonostante non sia riuscito ad avvantaggiarsi, l'inglese ha continuato a spingere in testa al drappellone e il suo fare ha respinto il ricongiungimento con chi veniva da dietro.
Mancato di un nulla l'agganciamento coi primi, gli inseguitori si sono scoraggiati e hanno rinunciato all'idea di rientrare davanti. Nelle prime posizioni, viceversa, la situazione ribolliva: tra un forcing e l'altro, nella zona dell'ultimo tratto in pavé e l'ultimo muro di giornata (Heiligekruiswegstraat intorno ai -15), è riuscito a evadere Jonas Abrahamsen (Uno-X Mobility), mentre il drappellone si sfilacciava tutto. Sulla ruota del norvegese è piombato nientemeno che uno dei fuggitivi di prima, Martin Svrcek, che peraltro era stato anche l'ultimo ad arrendersi al ritorno del peloton.
L'inseguimento congiunto di Groupama, Intermarché e UAE non ha condotto a un ricongiungimento, così come a poco è servito un tentativo di break di Aimé De Gendt (Cofidis) tra i -11 e i -8.
A 4.4 dalla fine Abrahamsen ha sorpreso Svrcek, partendogli da dietro e involandosi verso la sospiratissima vittoria. Al giovane slovacco (21 anni) non mancheranno occasioni per mettersi in luce, se l'attitudine è quella evidenziata oggi; purtroppo per lui nel caso odierno non è riuscito neanche a difendere quella che sarebbe stata una meritatissima piazza d'onore: l'hanno ripreso a 1700 metri dalla fine, quanto a riprendere il battistrada, non era cosa.
E infatti Jonas Abrahamsen ha vinto una bella edizione della Brussels Classic, tenendo sul rettilineo finale che col suo tirare all'insù dev'essergli sembrato interminabile, mentre da dietro quel che restava del gruppo, lanciato nella volata per il secondo posto, incombeva sempre di più. Alla fine soli 4" per il norvegese, ma più che sufficienti per relegare ai suoi lati - sul podio - Bini Girmay e Kaden Groves (Alpecin), che si è visto soffiare il secondo posto dall'eritreo al colpo di reni.
Giù dal podio Pascal Ackermann (Free Palestine), Matteo Moschetti (Q36.5) e due reduci del Giro come Sebastián Molano e Filippo Fiorelli (VF Group), settimo.