La Jumbo-Visma sospende Groenewegen, lui parla per la prima volta dopo l'incidente: «È solo colpa mia»
Con un comunicato, il Team Jumbo-Visma ha preso posizione ufficiale in merito alla caduta avvenuta al termine della prima tappa del Tour de Pologne, causata dal proprio portacolori Dylan Groenewegen (il quale ha riportato la frattura della clavicola) e che ha causato il grave ferimento di Fabio Jakobsen. Quello che vi proponiamo qui sotto è la traduzione completa del documento.
1. Siamo scioccati dalle conseguenze dell'incidente. Speriamo che tutto vada per il meglio per Fabio Jakobsen. I nostri pensieri sono con lui e speriamo con tutto il cuore che si possa riprendere. Al contempo ci auguriamo che tutte le altre persone coinvolte possano guarire presto e auguriamo loro il meglio.
2. Negli ultimi due giorni ci siamo presi il tempo per discutere questa situazione internamente e come Team Jumbo-Visma abbiamo trovato importante farlo innanzitutto con Dylan.
3. Dylan è devastato da quanto accaduto e per le involontarie e serie conseguenze per le altre persone coinvolte nell'incidente. Si sente molto dispiaciuto.
4. Dylan riconosce che ha commesso una mossa non corretta deviando dalla sua linea ed è stato giustamente squalificato.
5. Il Team Jumbo-Visma promuove la sportività all'interno delle regole. Con la sua mossa Dylan ha infranto una regola sportiva e questo è inaccettabile.
6. Abbiamo deciso che Dylan non prenderà parte alle gare fintantoché non sarà giunto il giudizio della commissione disciplinare a cui l'UCI ha demandato il caso.
7. Supportiamo Dylan e la sua famiglia come team nell'attraversare questo periodo difficile a livello psicologico. Alcuni modi in cui sono stati trattati sono riprovevoli.
8. Per il momento, quello che è prevalente è la salute e il recupero di Fabio. I nostri pensieri sono con lui e con le altre persone coinvolte nel terribile incidente al Tour de Pologne.
In un'intervista alla tv pubblica neerlandese NOS, Groenewegen è intervenuto per la prima volta dopo l'incidente. «È stata chiaramente colpa mia, ho deviato dalla mia traiettoria e questo non è permesso. Ho visto subito che la situazione era grave e non posso che sperare che tutto vada per il meglio. Non faccio altro che disperarmi per quanto è successo. Nei prossimi mesi non penserò al ciclismo e per un po' di tempo non ho intenzione di usare la bici»